sabato 30 marzo 2013

Intervista a Enrique Alcatena



Enrique “Quique” Alcatena è nato a Buenos Aires nel 1957 ed ha cominciato a disegnare fumetti alla fine degli anni ’70, facendo da assistente a disegnatori già affermati come nella migliore tradizione artigianale del fumetto. Come nel caso dei suoi colleghi argentini, alla fine è stato più quello che ha dato al fumetto rispetto alle basi di cui si è impossessato. Infatti, partendo da Enrique Breccia e passando per Luis “Lucho” Olivera, abbracciando nel contempo una miriade di altri stili e suggestioni, è riuscito a elaborare un suo personalissimo modo di disegnare fumetti diventando a sua volta un punto di riferimento per altri disegnatori.
Il suo stile robusto ma al contempo dettagliatissimo viene subito notato e apprezzato in Italia, tanto che nei primi anni ’80 l’Eura non nasconde la paternità dei suoi liberi pur se all’epoca gli autori erano relegati nell’anonimato da Lanciostory e Skorpio, che concedevano al massimo una firma quando il disegnatore si ricordava di farla.
Il primo lavoro lungo e articolato di Alcatena che vediamo in Italia è Fuori del Tempo (a partire da Lanciostory 12/1988), miniserie scritta dal vulcanico Ricardo Barreiro con cui collaborerà ancora in seguito su Ulrick il Nero e Il Mago. Dagli anni ’90 è un fiorire continuo e ininterrotto di serie e miniserie, scritte in alternanza o in collaborazione da Walter Slavich ed Eduardo Mazzitelli. Se in precedenza oltre all’estrema cura per il disegno di Alcatena apprezzavamo la sua fantasia esplosiva che gli permetteva di inventare costumi, creature e sfondi fantasmagorici, adesso possiamo godere di una sua dote forse ancora maggiore, cioè la capacità di rielaborare gli elementi iconici delle molte culture in cui sono ambientati i nuovi fumetti rendendoli perfettamente riconoscibili al lettore senza mai sottoporli a banalizzazioni folkloristiche: pensiamo alla Russia de Il Re Leone, all’India di Due Fratelli, alla frontiera americana di Daniel Boone (scritto da Gustavo Schimpp), all’universo celtico di Merlino e Ulster (scritti da Robin Wood).

Nonostante la ristrutturazione (subito rientrata) di Skorpio nel 2004 e l’apertura massiccia di entrambe le riviste dell’Eura al fumetto francobelga e a quello di produzione propria, si può dire che il flusso di opere di Enrique Alcatena non abbia sostanzialmente subito momenti di pausa. È stupefacente se ci soffermiamo a considerare la qualità elevatissima del suo lavoro, e lo è ancora di più se pensiamo che dalla fine degli anni ’80 Alcatena è attivo anche nel mercato statunitense, per cui produce tavole di Batman, Hawk Man, Predator, ecc.
Cosa più unica che rara, ad Alcatena sono stati dedicati dall’Eura ben tre volumi della collana I Giganti dell’Avventura (dopo un inserto-omaggio antologico) che raccolgono alcuni suoi lavori realizzati con Mazzitelli, mettendo quindi sotto i riflettori non una serie di successo ma il nome degli autori.



Dai dati in mio possesso immagino che Lei abbia cominciato come assistente di Martinez/Medrano[1] sulle serie Press e Le Aquile, di cui lo Skorpio italiano presentava anche la Sua firma: in cosa consisteva il Suo lavoro nello studio di Medrano?

Fundamentalmente, hacía los fondos: bosques, selvas, montañas, interiores... Aprendí mucho al lado de Medrano, si bien su estilo y la temática que solía desarrollar no eran lo que yo buscaba. Aun así, a veces me sorprendo descubriendo alguna de sus soluciones gráficas en mi propio trabajo. Me marcó mucho, y estoy muy contento por eso.

Oltre all’esperienza con Medrano ha avuto qualche altro contatto precedente con il mondo del fumetto?

Ninguna, salvo de haber llamado por teléfono a Stan Lee, cuando yo tenía once años, para decirle lo mucho que me gustaban sus comics. Hablamos unos diez, quince minutos, y aun hoy el recuerdo de esa conversación  me emociona. Siempre voy a tener una debilidad especial por Lee.


Nei Suoi primi lavori realizzati interamente da solo si nota l’influsso di Enrique Breccia (e le gocce sono disegnate con lo stesso approccio usato da Lucho Olivera) ma già si intuisce uno stile più personale: è solo una mia impressione o, anche sulla base di quanto ha detto prima, c’era anche l’influsso dei disegnatori americani di supereroi?

La influencia de los dibujantes norteamericanos  de superhéroes, principalmente, en mi trabajo es enorme. Podría pasarme horas hablando sobre el trabajo y las virtudes de Carmine Infantino, John Forte[2], Steve Ditko, Jack Kirby, Sheldon Moldoff, Gil Kane, Ross Andru, John Buscema, Barry Smith (si bien este último es inglés), etc. Su obra sigue siendo para mí una fuente de inspiración y deleite.

Cercando su internet ho scoperto che accanto alla Sua produzione conosciuta in Italia c’è anche del materiale realizzato per la Gran Bretagna e per un pubblico infantile, del tutto inedito in Italia. Può parlarci di queste produzioni? Ad esempio in quali riviste comparivano, come avvennero i contatti con gli editori, ecc. Può darsi che alcune storie della “parentesi inglese” fossero state scritte addirittura da un giovane Grant Morrison (autore che tra l’altro compare nei ringraziamenti alla fine di Attraverso il Labirinto).

Trabajé para DC Thomson del Reino Unido por muchos años, a través de los oficios del dibujante César Spadari, que hacía de agente. Si bien realicé muchas historietas de tema histórico, fue principalmente en las revistas de “Starblazer”, dedicadas a la ciencia ficción y la fantasía, que me sentí más a mis anchas. La Thomson no solía publicar los nombres de los autores de las historietas (práctica muy común en otros tiempos); fue muchos años después que me enteré que había dibujado unos cuantos guiones de Morrison, que por ese entonces comenzaba su carrera. Admiro mucho la obra de este autor, y es por eso que incluímos su nombre en los “agradecimientos” finales en “Travesía...”

Da quello che ho potuto vedere, Lei è uno dei disegnatori che più risente, almeno in Italia, di una qualità di stampa poco all’altezza della qualità originale del Suo lavoro: non è frustrante per un disegnatore vedere che tutta la cura dedicata al disegno non viene rispettata una volta stampata? In Argentina e negli Stati Uniti ha mai riscontrato questo problema?

Es precisamente por eso que no me gusta mucho ver mis trabajos una vez que han sido publicados, porque muchas veces me decepcionan.

Ai Suoi esordi nel mercato nordamericano Lei lavorava principalmente come inchiostratore e non come disegnatore tout-court. Eppure il Suo stile si affaccia con prepotenza in opere come Hawkworld (testi e “matite” di Timothy Truman, 1989) e Spider (ancora in collaborazione con Truman, 1990): il “disegnatore” titolare si limitava come immagino a fornirLe solo i layout?

Sólo acepté trabajar como entintador en esos trabajos que mencionás. En el resto de mi producción para Estados Unidos, pedí como condición que me dejaran encargarme tanto de los lápices como del entintado, y así fue, con Batman, los Cuatro Fantásticos, Conan, etc. En lo que a la colaboración con Truman se refiere, él me pasaba sus lápices terminados pero me daba amplia libertad para entintarlas. 

La mole di serie e miniserie che Lei ha disegnato è impressionante: Il Mago, Kairak, L’Asceta, Acciaio Liquido, Caoscomic, Incubi, ecc. Tra le tante ce n’è qualcuna in particolare che Le ha dato più soddisfazioni o di cui ha un ricordo speciale?

Quiero a todas por igual. He dicho más de una vez que todas juntas forman una larga obra que, por ahora, no ha concluido.

Sempre in merito alla quantità invidiabile di tavole prodotte: Lei ha qualche assistente che La aiuta o è semplicemente molto veloce a disegnare?

No sé si soy tan veloz: simplemente, dedico muchas horas al dibujo, quizás demasiadas... No me gusta mucho trabajar con asistentes, porque siento que así se diluye la voz propia, y en el 99 % de mi trabajo me las he arreglado, para bien o para mal, solo. He pedido ayuda a algún amigo dibujante, como Ariel Rodríguez Migueres o SilvestreSzylagyi, sólo cuando estaba muy abrumado por la proximidad de una fecha de entrega.

Quale metodo di lavoro usa? Fa delle matite dettagliate prima di passare la china? Più o meno quanto tempo impega per completare una tavola?

El tiempo que lleva cada página es muy variable, y depende de mil factores: la inspiración, el tiempo, el estado de ánimo... Nunca, pero nunca, me he tomado el tiempo. Lo único que sé es que tal trabajo tiene que estar listo para tal fecha, y le doy para adelante. Mis lápices son muy, pero muy, esquemáticos, ya que termino definiendo el dibujo en el pasado a tinta. No tengo paciencia para realizar un lápiz muy acabado.

C’è una piccola discrepanza tra la sua bibliografia italiana e quella argentina: Lei avrebbe firmato una serie (o miniserie) intitolata Faustus, che però io non ho mai visto, almeno non con questo nome: di cosa si trattava?

Así es: “Faustus” no ha sido (aun) publicada en Italia. Se trata de un trabajo que con Eduardo hicimos para Columba, en la última etapa de esa editorial. Contaba las aventuras de un aristocrático espadachín en un siglo XVIII que nunca fue.
 Il Suo primo lavoro importante, realizzato su testi di uno sceneggiatore affermato, è stato La Fortaleza Movil[3] scritto da Ricardo Barreiro con cui anche in seguito avrebbe collaborato: Luis Garcia Duran mi fornì un ritratto piuttosto pittoresco di Barreiro, Lei cosa ricorda di questo scrittore così particolare?

Fundamentalmente, su generosidad y simpatía. Lamentablemente, murió muy joven.

Un sodalizio professionale altrettanto importante, anzi probabilmente ancora più importante, fu quello con Walter Slavich ed Eduardo Mazzitelli e poi solo con quest’ultimo una volta che Slavich abbandonò il fumetto per la televisione: c’è una particolare sintonia, un buon feeling, tra di voi oppure è stato il caso a unirvi?

A Eduardo me une una amistad que ya lleva más de veinte años. Trabajar con él es, hasta el día de hoy, un motivo de regocijo y entusiasmo.

Lei ha anche disegnato quella che per me è la storia più bella di Robin Wood: Merlino. Com’è stata l’esperienza di lavorare con uno dei più grandi scrittori di fumetto al mondo?

Fue muy emocionante trabajar con uno de los ídolos de mi adolescencia. Y te agradezco tu juicio sobre aquella obra.

Qualche tempo fa ho notato che un sito specializzato nella vendita di tavole originalie disegni su commissione aveva venduto tutti i Suoi lavori e non ne sarebbero più rimasti: la vendita di originali costituisce una parte importante dei Suoi guadagni oppure si tratta di una cosa marginale?

Es algo bastante marginal. Antes me costaba mucho desprenderme de un original, pero con el paso del tiempo he dejado de ser fetichista de mi propio trabajo.

Anche nei Suoi lavori statunitensi, britannici e in quelli per bambini c’è spesso un’attenzione al dettaglio che esula da quello che, immagino, abbia deciso lo sceneggiatore: ad esempio i corvi che decorano la tavola de Il Mago qui a lato non penso che fossero indicati da Barreiro nella sceneggiatura. Lei che tipo di sceneggiature riceve? Ha molta libertà nell’elaborarle?

En lo que presto atención al guionista es lo que concierne a la acción, a la trama narrativa. La escenografía, el vestuario, los decorados, los enfoques, los decido por mi cuenta. Eduardo aprendió que no debe perder tiempo haciendo descripciones de cuadros muy detalladas, porque sabe que voy a hacer lo que yo quiera, eso sí, respetando siempre el hilo de la narración.

In più di un’occasione Lei ha scritto anche i testi dei Suoi fumetti (ad esempio di Kalahd e di alcuni liberi): ha mai avuto la tentazione di scrivere un’intera serie?

De vez en cuando me gusta escribir alguna que otra historia, como por ejemplo, en este momento, “Dr Paradox”, que aparece en la publicación virtual Tótem Comics, que llevamos adelante con mi amigo el dibujante Fernando Calvi. Pero disfruto mucho la colaboración con un guionista. Es por eso que he privilegiado el trabajo con Eduardo durante todos estos años.

Nelle Sue storie è sempre predominante l’elemento fantastico, soprannaturale, onirico. L’esoterismo e il fantasy sono effettivamente Sue passioni oppure è stato costretto a disegnare questo tipo di storie perchè per gli editori il Suo stile era il più adatto?

He tenido la suerte de poder dedicarme a hacer historias que tienen que ver con todos esos elementos que mencionás, y que me apasionan. Soy muy tesonero en ese aspecto. Por suerte también, a los editores  parece gustarles.

Quali sono i Suoi hobby, se ne ha alcuni in particolare di cui vuole parlare?

Mi hobby, mi pasión, es dibujar historietas. También leer. En otra época, me gustaba hacer música.

Cosa suonava?

Guitarra y piano. Nada serio, por supuesto, pero me daba mucha alegría.

I Suoi lavori a colori sono rarissimi (pur se quasi tutti quelli realizzati per l’infanzia erano colorati), anche se qualcosa in Italia si è visto: non Le piace il colore o non ha semplicemente avuto occasione di dedicarvisi? I colori de La Notte di Rasputin[4] erano stati fatti da Lei?

Sí, el color de esa historieta era mío, pero desafortunadamente no salió bien reproducido. En general, prefiero el blanco y negro, pero “Dr Paradox” por ejemplo, es a color.
Cosa si prova ad appartenere all’ultima grande generazione di Maestri argentini, di quei pochi (Risso, Gomez, Taborda...) che si sono formati negli anni ’70/’80 senza subire l’influsso massiccio dei manga e dei supereroi e che hanno anzi esportato la propria personalità all’estero?

No sé que responderte... Maestro es Oswal, era Lucho Olivera. La propia personalidad es, como el estilo, algo fatal e inevitable en cierto sentido.  Si puedo vivir de lo que siempre me ha apasionado se debe en parte a la suerte, pero en parte también en que trato de poner el alma en lo que hago. El lector percibe cuando eso ocurre. Las cosas pueden salir a veces mejores, a veces peores, pero el amor a lo que se hace siempre está.



[1] (?-2010) Il suo vero nome era Julio Cesar Medrano ma si firmava anche con altri pseudonimi tra cui il più celebre in Italia è Martinez. Cosa assai curiosa, a seconda dello pseudonimo usato (e forse anche in base agli assistenti di cui si serviva), il suo stile cambiava radicalmente: più scarno e dai forti contrasti chiaroscurali Medrano, ricco di tratteggi “Martinez”. Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati dalle riviste dell’Eura oltre che da quelle dell’Universo. Oltre a Press e Le Aquile, le sue altre serie lunghe viste su Lanciostory e Skorpio sono Gioco Mortale, La Rosa di Carne, Zero e L’Avventuriero, affiancate da una ricchissima produzione di storie autoconclusive di preferenza di genere bellico o fantascientifico. Avrebbepotuto essere il disegnatore di Precinto 56 (o forse subentrare aFernández) ma la cosa non è chiara. Ha avuto come assistente anche Walther Taborda.
[2] Disegnatore statunitense che ha lavorato principalmente per Legion of Super-Heroes della DC Comics.
[3] Su Lanciostory venne pubblicato insieme al seguito El Mundo Subterraneo come un corpus unico dal titolo Fuori del Tempo (ristampato anche nel’inserto-omaggio antologico).
[4] Nel volume speciale fuori collana Un Giorno Un Secolo (Eura Editoriale, 2000).

domenica 24 marzo 2013

Before Watchmen/5



Rorschach (testi di Brian Azzarello, disegni di Lee Bermejo)

No, non ci siamo. Forse il fatto che Rorschach è il mio personaggio preferito di Watchmen ha influito sul mio giudizio, ma francamente trovo che la sua miniserie sia una delle peggiori anche se non siamo per fortuna ai livelli del Dr. Manhattan.
In pratica Azzarello ha scritto una canonica storia di vigilanti, in cui il protagonista è una specie di matto indistruttibile che lotta contro un simil-Testa di Martello (il nemico dell’Uomo Ragno) e i suoi sgherri. Che poi Rorschach sanguini copiosamente non cambia proprio nulla, è giusto per fare un po’ di scena e poi i tagli e le tumefazioni durano per poche vignette.
Se in Comedian Azzarello ha voluto approfondire con eccessivo zelo il rapporto tra il Comico e i Kennedy e i motivi della sua discesa nell’“Abisso”, qui si è premurato di ricostruire l’ambientazione sordida del sottobosco criminale e della società della New York anni ’70, con tanto di black-out documentato. In entrambi i casi non capisco perchè si sia dedicato con maggiore cura a questi dettagli piuttosto che a imbastire una buona storia e a concentrarsi sui personaggi. Il milieu sarà pure reso con maestria ed efficacia (ma ci sono dei limiti: il cattivo che si mette a ballare la discomusic non sarà sembrato ridicolo solo a me, credo), ma così viene a mancare l’interesse per il protagonista, appiattito appunto a supereroe indistruttibile e bidimensionale come il Marv di Frank Miller. Nemmeno l’introduzione di una mezza storia d’amore aiuta, anzi forse è una deviazione eccessiva dal carattere del protagonista, per quanto funzionale alla trama.
Il fatto che Taxi Driver venga citato esplicitamente nel terzo episodio non migliora la situazione, anzi io l’ho trovato un ulteriore momento di sospensione dell’incredulità francamente un po’ irritante. Poi, certo, la tigre usata come arma è divertente e ha fatto sorridere anche me (la prima volta, la seconda mi è sembrata un salvagente per la trama di Azzarello), ma è solo una singola scena che avrebbe dovuto essere il contorno di qualcosa di ben più gustoso.
La parte di detection, inoltre, viene risolta in maniera affrettata e oltretutto “barando”: è vero, non era su quello che si concentra la miniserie, e alla fine diventa solo una scusa per scavare nel Rorschach-pensiero, ma concentrarsi maggiormente su di essa avrebbe potuto magari rendere la miniserie meno deludente, se non proprio salvarla.
Ai disegni un Lee Bermejo sottotono. Messa giù così sembra che i disegni facciano schifo, invece sono comunque di buon livello, anzi diciamo pure di livello ottimo o anche eccellente se confrontati con l’operato di altri disegnatori americani, ma secondo me questo non è esattamente il Bermejo migliore. Ammetto di non conoscerlo bene, ma anche il solo episodio di Global Frequency era molto più curato e suggestivo. Può darsi che a influenzare il mio giudizio sia stata una colorazione troppo squillante, o il fatto che Bermejo usi molto meno lo sfumato che altrove (o forse lo ha usato anche qui ma la stampa se l’è mangiato). Però è anche vero che certi dettagli come le mani sembrano disegnati in fretta e furia nonostante il generoso lasso di tempo intercorso tra un episodio e l’altro.
È quasi doloroso pensare che il pur grande Azzarello ha scritto una stronzata del genere.
Bocciata.

Liebster Award - secondo giro



Nuovo giro di Liebster Award

1) ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post
2) rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato.
3) scrivere undici cose su di te.
4) premiare undici blog che hanno meno di 200 followers. [4b) preferibilmente non premiare chi ti ha premiato]
5) formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.
6) informare i blog del premio.
[6b) modificare il logo del Liebster Award.]


2) LaFirmaCangiante
Quanto tempo dedichi al tuo blog quotidianamente (più o meno)?
Boh. Mezz’ora.

Riusciresti a consigliarmi un film, un fumetto, una serie Tv e un disco?
Sì.

Nel giro di quanto tempo questo paese andrà dal culo?
Credo lo sia già da 150 anni.

Dove mettete in casa i vostri libri, fumetti, dvd, etc...?
Hanno degli spazi appositi in librerie, scaffali, ecc. Quando i libri prendono troppo spazio li trasloco in casa di mio nonno. Stesso per i fumetti, anche se preferisco trovare ogni posto possibile dove metterli prima di traslocarli (mensole improvvisate, armadi con vestiti, cassetti, ecc.). Per i dvd ho un mobile apposito, ma visto che è pieno anche delle vecchie VHS alcuni girano liberi, ma ordinati, vicino al videoregistratore-lettore dvd.

Quel'è il vostro personaggio di finzione preferito?
Dio, soprattutto nella versione ebraica.

Se foste costretti a rinunciare alla cucina italiana, quella di quale paese adottereste?
Etiope.

Di che colore sono i muri della stanza in cui dormite?
Bianchi.

Il paesino/piccola cittadina più bello che avete visitato qual'è? Niente grandi città.
Bra.

Se ognuno di quelli che partecipano a questa catena potessero far sparire con un solo pensiero una persona di merda dalla faccia della Terra, il mondo migliorerebbe?
Sì.

Eliminando il calcio dall'equazione, quale sport vi piace guardare?
Nessuno.

Avreste preferito undici domande più cretine di queste?
No.

Retronika
Personaggio dei fumetti preferito
Yor di Collins e Zanotto.

Personaggio cinematografico preferito
Carlito di Carlito’s Way.

Personaggio letterario preferito
l’Avvocato Guerrieri dei romanzi di Gianrico Carofiglio.

Starlette preferita
Flavia Vento era notevole, ma è sparita.

Personaggio dei fumetti detestato
Dick Tracy.

Personaggio cinematografico detestato
Non me ne viene in mente nessuno.

Personaggio letterario detestato
Tutti quelli della Condizione Umana di André Malraux. Forse c’era pure lui tra i protagonisti.

Peggiore Starlette
Boh.

Videogame preferito
Mortal Kombat II ma Crystal Castle fu il primo e il migliore a cui giocai da bambino con il vecchio Atari.

Sito di fumetti internazionale preferito

Sito di Cinema internazionale preferito

3)
11x2, quindi
1-venerdì sera sono andato a vedere L’estate di Giacomo e non riesco a togliermi dalla testa il motivo Fifteen Years Ago.
2-non ho capito (e internet non mi è stato d’aiuto) se il testo di Fifteen Years Ago dica “when I told you the secret of the CLOUD” oppure “[...] the secret of the CLOWN”.
3-stamattina in bar non avevano le brioches con la crema e allora ne ho presa una con la cioccolata.
4-ho letto Batman, Inc. di Morrison e mi è piaciuto molto meno di quello che speravo.
5-spero vivamente che The Garfield Show (la rivista dell’Aurea) abbia successo.
6-una volta Sergio Loss mi disse che voleva fare una versione a fumetti dello Spoon River con i disegni di Zanotto.
7-come per l’attacco dell’11 settembre (e per le generazioni precedenti la morte di Elvis) posso dire dov’ero e cosa stavo facendo quando ho saputo della morte di Zanotto.
8-credo di avere una collezione piuttosto completa di Fumo di China.
9-pensavo che l’espressione “fanzinari brufolosi” fosse una boutade così, senza particolare senso, invece solo recentemente ho scoperto che si rifà a una polemica tra Silver, L’Urlo e Fumo di China.
10-non accendo più lo stereo da un sacco di tempo.
11-è probabile (ma non sicuro) che il 6 aprile andrò a ModenaPlay, quasi esclusivamente per prendermi l’ultimo manuale di Sine Requie.
12-trovo irritanti i sempre più diffusi errori grammaticali, ormai imperanti nei fumetti. Mettono la virgola tra soggetto e predicato, non la mettono quando usano il vocativo...
13-credo di essere arrivato ormai alla fase finale di Final Fantasy, ho riacceso tutti gli Orbs. Però prima di scendere nel tempio preferisco farmi ancora un po’ di esperienza nella penisola dove ci sono i mostri forti.
14-ieri ho scheggiato il contenitore delle lenti a contatto facendolo cadere per terra, ma per fortuna non ci sono state conseguenze.
15-non sto facendo poi molta esperienza in Final Fantasy perchè il mio gruppo evidentemente è ormai molto potente e quindi i nemici scappano prima che li possa menare.
16-da bambino mi piaceva molto di più Devil dell’Uomo Ragno.
17-comincio a pensare che il trucchetto della penisola coi mostri forti funziona solo nella prima parte del gioco... non me ne sta venendo nemmeno uno.
18-non so proprio cosa aspettarmi dall’ultimo film di Almodovar... mah, vedremo.
19-le serie televisive un po’ mi deprimono, perchè penso a tutte quelle ottime che vengono prodotte e che non è umanamente possibile vedere.
20-ho aggiunto due sotto-regole aggiuntive al Liebster Award.
21-mi piacerebbe tantissimo che ci fossero ancora le vecchie riviste di fumetto d’Autore come L’Eternauta, Il Grifo, ecc.
22-uff, a forza di tentativi il mio mago nero è finalmente salito di livello. Fifteen Years Ago non mi esce dalla testa.

4)
11 blog con meno di 200 followers... 11 in fondo è 1+1, no?

A
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B

5)
1-possiedi animali domestici?
2-cosa usi per raderti? Giletta, raosio o cosa?
3-ti piace la zona in cui abiti?
4-fai la spesa personalmente?
5-qual è il tuo colore preferito?
6-segui l’arte contemporanea?
7-ti piace fare acquisti in edicola (non necessariamente solo riviste ma anche caramelle, sigarette, penne, cazzate varie)?
8-cosa hai mangiato ieri sera a cena?
9-quante fratture ossee hai subito nel corso della tua vita?
10-quanti film vedi in un anno?
11-che browser usi di preferenza?

6)
provvedo subito

6)b
fatto


giovedì 21 marzo 2013

Liebster Award

allora:
1) ringraziare chi ha assegnato il premio citandolo nel post
2) rispondere alle undici domande poste dal blog che ti ha premiato.
3) scrivere undici cose su di te.
4) premiare undici blog che hanno meno di 200 followers.
5) formulare altre undici domande a cui dovranno rispondere gli altri blogger.
6) informare i blog del premio.

1) che dire, Lisa, sono onorato. Polemico io? Suvvia.

2)
1. Ultimo film visto?
 

2. La serie che più avete amato e che ora vi manca?

Magnum P. I.

3. Il personaggio filmico che più vi rappresenta?

Il nazista paraculo di Amen che alla fine va in Sud America

4. Quello telefilmico invece?

Forse Phil Dunphy di Modern Family, ma più Mr. Eko di Lost

5. Cosa volevate fare da grandi?

Tanti soldi

6. La canzone che avete bisogno di sentire per sentirvi meglio?

L’Ultimo Spettacolo di Vecchioni
 
7. Quella che più vi vergognate di amare?

Non mi vergono mai di niente
 
8. Il film che tutti reputano un capolavoro ma che voi ritenete una cagata pazzesca?

Quelli di Tarantino da Kill Bill in poi

9. Un film che è una cagata pazzesca ma che a voi piace tanto lo stesso?


10. Il film da tutti ritenuto un pilastro del cinema ma che non avete ancora visto?

Me ne mancano tanti di Bergman...

11. Come stai?

Comodamente seduto.

3)

1 - sono nato lo stesso giorno di Raimondo Vianello
2 – ho il computer senza casse
3 – guido un’auto del 1994
4 – fumo la pipa
5 – mi diverte leggere le cose sbagliate che scrivono su Wikipedia
6 – devo andare a tagliarmi i capelli il prima possibile
7 – non vado più al cinema tanto spesso come una volta
8 – attendo con trepidazione (e crescente apprensione) che alcuni autori rispondano alle mie interviste
9 – rifare il logo del Liebster in versione psichedelica è stato divertente
10 – probabilmente seguirò Justice League della RW Lion finché ci pubblicheranno Justice League International. Probabilmente sono l’unico in tutta Italia a cui piace
11 – sto vagamente guardando Superman Returns mentre scrivo

4) eccoli: 
1
3
4
5
6
7
8
9

5)

1 – in quanti continenti diversi sei stato?
2 – guardi mai quanta gente visita il tuo blog?
3 – sai fare almeno un anagramma di senso compiuto del tuo nome?
4 – che ore sono adesso?
5 – hai una qualsiasi fede religiosa?
6 – i palindromi ti entusiasmano o ti irritano?
7 – che lavoro fai?
8 – dov’eri il 30 aprile del 1997?
9 – secondo te si possono fare i soldi con internet?
10 – puoi vantare ascendenze nobili nella tua famiglia?
11 – pensi che sia facile fare 11 domande?

6) adesso provvedo

La GP Publishing non ha inventato nulla



Prendere dei fumetti nati per tutt’altro formato e comprimerli nel bonelliano 16x21 sembra essere la moda del momento. Forse non è proprio così redditizio se la casa editrice che ha fatto nascere il trend ha gettato la spugna, ma ho visto che un altro editore si è avventurato nella pubblicazione di comic book horror e fantasy in quel formato, in pompa magna con un bel po’ di titoli.
Escludendo il fallimentare esperimento della Nuova Frontiera con Blueberry, questo concept (BéDé, historietas e comic book riproposti in formato bonelliano) era già stato adottato a metà anni ’90 da Francesco Coniglio.
Nel 1994 fece il suo esordio per Blue Press la collana Eros Comix, in cui non venivano pubblicate solo le proposte facenti parte dell’omonimo catalogo americano (tra cui spiccava l’Ironwood di Willingham) ma trovarono posto anche prodotti di altri mercati.
Veramente notevole come il tratto del mangaka Motoki si sposasse alla perfezione con lo stile più classico dei supereroi di cui fece la parodia, producendo qualcosa di incredibilmente bello ed efficace. Ma il formato ridotto finiva per penalizzarlo un po’.
Willingham e Anton Drek non ne risultarono invece molto danneggiati, anche perchè il pubblico italiano non ancora disabituato del tutto ai tascabili erotici poteva cogliervi delle assonanze (soprattutto nel caso del secondo autore).
A fare maggiormente le spese della riproposta sul formato quaderno in bianco e nero fu Jaime Martin, autore non certo dettagliatissimo come un franco-belga ma di cui era evidente come in origine il suo fumetto fosse pensato per il colore (oltre alla bizzarra scelta di partire a pubblicarlo dal secondo tomo e con un titolo posticcio: il primo si era visto su rivista, mantenerne il titolo avrebbe potuto garantire un minimo di lettori che volevano seguire la storia).
Stesso discorso, forse anche più evidente, per Choff, autore di un Pink Ecstasy che pur con tutti i suoi difetti, e non erano pochi, era palesemente pensato per una pagina più ariosa e con una gabbia classica della BéDé che mal si sposava con il 16x21. Che Choff non fosse un genio lo dicevano gli stessi redattori di Blue (anzi lo accusavano pure di copiare Manara) e quindi non è che dal punto di vista dell’estetica ci fossimo persi chissà cosa, però quelle strisce ravvicinate e comunque piene di dettagli facevano intuire che il formato scelto non fosse il più adatto.
La collana Eros Comix non mi sembra abbia avuto molto successo, le uscite era piuttosto irregolari e comunque io mi fermai al numero 7. Difficile capire quale fosse il pubblico di riferimento: i lettori di Blue, che negli anni precedenti aveva recensito quegli stessi fumetti (non sempre incensandoli)? I lettori di supereroi e più in generale fumetto statunitense che all’epoca stava conoscendo un nuovo boom in Italia? I frequentatori di lungo corso delle edicole per cui Ironwood poteva essere l’erede di Oltretomba o Ulula? Come spesso succede, forse cercando di accontentare un po’ tutti la collana finì per scontentare tutti.
Bisogna inoltre specificare che se il formato era quello di un bonelliano non lo era la foliazione, che aveva un sedicesimo in meno (80 pagine contro le 96 canoniche). Senz’altro belle e approfondite le introduzioni, ma bastavano da sole a catturare l’interesse di un eventuale lettore che cercava solo sana pornografia?
Per non parlare del prezzo: 5000 lire, una vera follia! Con questo costo il lettore bonelliano medio era tagliato fuori sin dal principio, se dobbiamo dare retta agli esperti secondo cui non solo le dimensioni e la foliazione di un bonellide devono essere sempre quelle per attirare il lettore casuale, ma anche il suo prezzo deve essere lo stesso praticato da Bonelli indipendentemente dal contenuto – all’epoca Tex e compagnia costavano la metà.
Nel 1995 Macchia Nera azzardò un altro esperimento, stavolta più conforme al canone bonelliano: pubblicò la collana economica in 4 albetti West di Eleuteri Serpieri, stupendi fumetti western ripescati principalmente da Lanciostory e Skorpio con cui un pubblico più vasto aveva accesso alle storie che altrimenti avrebbe dovuto andare a ricercare nei volumi dell’Isola Trovata, che al pari di quelli esauritissimi di Magnus all’epoca erano tra i più costosi per i collezionisti.
Con le sue 96 pagine, le sue introduzioni eccellenti (nel numero 2 intervenne persino Filippo Ciolfi!), le esaustive bibliografie di Eleuteri Serpieri e del western in generale, il costo tutto sommato contenuto di 3500 lire, questa collana rappresentò un piccolo gioiellino. Purtroppo però il disegno di Eleuteri Serpieri, già indirizzato verso altri mercati anche con le opere riproposte in questo suo West, ne risultò impoverito a causa non solo del formato ridotto ma anche per la qualità della carta e occasionalmente della stampa.