lunedì 24 aprile 2023

Occhi di Lupo

Il meritevole lavoro di recupero delle opere di Sergio Tisselli da parte di Nicola Pesce Editore continua con un fumetto risalente al 2000, almeno a giudicare dai dati in gerenza. A quanto pare il disegnatore è stato piuttosto prolifico nonostante la grande cura che metteva nella realizzazione dei suoi fumetti e (immagino) la conseguente lentezza.

La sceneggiatura è opera di Giovanni Brizzi, uno storico che in quanto tale inietta nella vicenda una buona dose di rigore documentaristico. La storia comincia nel 277 a. C. quando l’offensiva dei Cartaginesi sta mettendo a dura prova le legioni romane, tanto più che i Boi (barbari che fondarono Bologna) si sono uniti all’invasore. Annibale ha un occhio praticamente compromesso, ma ciò non ne intacca il morale.

In Occhi di Lupo si incrociano due storie principali, anche se non mancano altre sequenze di contorno: ad accompagnare la vicenda di Annibale c’è quella ancora più rilevante di Ducario, un Celta caduto nelle mani dei Liguri che, Uomo chiamato Cavallo ante litteram (anche se lo considerano un cane e non un cavallo), viene adottato dalla tribù dove lo sciamano cercherà di interpretare il suo sogno ricorrente con un lupo e una cerva.

Brizzi scrive in maniera coinvolgente, lasciando molto spazio alle immagini e con un uso accorto dell’infodump che rivela i retroscena tramite i dialoghi senza mai renderli artefatti.

Come scritto nell’introduzione a firma dello stesso Brizzi (che evidentemente risale a qualche anno fa, quando ancora esisteva l’Eura Editoriale e l’unico disegnatore di Murena era il compianto Delaby) il suo proposito era quello di cogliere la possibilità di narrare una storia di fantasia credibile negli «interstizi» di un contesto storico ben documentato (da Polibio e Livio) e dagli esiti, che culmineranno con la battaglia del Trasimeno, già noti. Mi sembra che ci sia riuscito alla perfezione.

Ma ovviamente la parte del leone in questo fumetto la fanno gli splendidi acquerelli di Sergio Tisselli, sul cui fascino è superfluo soffermarsi. Segnalo solo come la svista della benda di Annibale al contrario di pagina 41 si faccia perdonare facilmente perché, come nel caso del famoso burrone di Jean Giraud che in una vignetta di Blueberry era a sinistra e in quella dopo a destra, i disegni sono talmente belli che a stento il lettore se ne accorge. Un’altra graditissima (ri)scoperta.

2 commenti:

  1. Azz, non sapevo che Brizzi avesse scritto un fumetto! Non amo troppo Tisselli, ma ora mi è venuta un po' di curiosità

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    1. confesso che prima di leggerlo in questo volume non conoscevo Giovanni Brizzi.

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