Le mie aspettative erano piuttosto alte nonostante fosse l’ennesimo
western. Luigi Bicco
ne aveva parlato con toni entusiasti e quando incuriosito ho cercato su Google
qualche immagine ho trovato delle tavole a colori molto belle. Orbene, questo
primo episodio di Rio è quasi
interamente in bianco e nero e non è che le tavole a colori siano granché,
tanto più che alcune sembrano essere state ricolorate (e forse proprio rifatte
ex novo) con assurdi toni pastello…
Inghiottito questo primo rospetto mi accorgo che le prime due tavole sono
in realtà una tavola doppia che è stata smontata e stampata sui due lati della
stessa pagina. E non sarà l’unica, purtroppo. E l’ho notata con l’attenzione
che può avere un pendolare che legge il volume in treno senza ancora in circolo
il primo caffè della giornata, quindi la cosa è abbastanza evidente. Non
capisco perché la Cosmo non abbia rispettato la scansione originale (imposizioni
della casa madre?): avrebbero potuto sacrificare alcune delle ben 4 pagine in
avanzo, occupate da frontespizio e studi di Wildey. Già un’altra volta (vatti a
ricordare quale) avevano rinunciato alla rubrica “Base Cosmo” per rispettare la
foliazione di quel particolare volume.
Digerito questo secondo rospo, mi impongo di non farmi influenzare nel
giudizio del fumetto in sé a causa di questi due scivoloni e in effetti questo Rio esordisce alla grande. È un western,
certo, ma ha dei buoni margini di originalità dati dal documentato realismo: il
protagonista eponimo, dopo un violento passato di fuorilegge, è agli ordini del
presidente Grant per arginare la riprovevole moda degli “sporting specials”,
invadenti convogli ferroviari che oltre a rovinare il paesaggio incontaminato
del Lontano Ovest offrono ai passeggeri lo svago di sparare ai bisonti le cui
carcasse vengono lasciate nelle pianure impedendo accuratamente ai nativi di
recuperarne le carni.
Il piacevole senso di rigore storico sfuma purtroppo ben presto, quando Rio cede alle facili lusinghe degli
stereotipi di genere e il protagonista in cerca di vendetta e riscatto si
sciroppa molti topoi come il duello
in strada, i massacri degli indiani, gli agguati e quant’altro. Sembra quasi
una punta di autoironia il commento dell’eroe che riflette su quanto
rimpiangesse il caldo nella puntata precedente mentre in quella attuale si
trova nel deserto, con una facilità di spostamento assolutamente irreale ma che
tanta letteratura e cinema hanno dato per scontata.
Dal punto di vista grafico, Doug Wildey fa un gran bel lavoro che ho
apprezzato pur se non rende giustizia se non in minima parte al nome della
collana Cosmo Color. Verso la fine della lettura, però, la sua calligrafica
ispirazione a modelli fotografici mi è venuta un po’ a noia. Nonostante il
lavoro di restauro delle tavole strombazzato nella presentazione, mi sembra che
nella maggior parte dei casi la stampa sia partita dalle tavole originali visto
che si riescono a intuire le matite sotto le chine e si vedono chiaramente
pecette e soprattutto colpi di bianchetto a eliminare i segni residui dei
balloon per collegarli alle relative pipette. Un bel dietro le quinte che mi ha
ricordato i felici esiti della collana Collezione Altuna, ma che avrei
apprezzato di più sulle tavole di disegnatori più famosi e a me più graditi.
I patiti di western adoreranno Rio,
io gli ho preferito di gran lunga 3 Leggende.
È ancora presto per decidere se continuerò o meno a seguire la miniserie, credo
che navigherò a vista e deciderò sul momento. Parafrasando quel tizio che non
sapeva disegnare e si è convertito alla scrittura: «prima sfogliare poi
comprare».
Mh, non so... graficamente fa paura ma la storia, per quel che hai detto, non mi dice nulla.
RispondiEliminaMoz-
Se non sei un fanatico di western lascia pure perdere. Come forse farò anch'io.
EliminaBene allora.
EliminaVolevo in realtà leggere un po' di western ma forse inizio l'avventura africana di Adam Wild.
Moz-
Io sono in un periodo in cui con il western vado molto d'accordo, stereotipi o meno, Rio ancora non l'ho letto. è finito in fondo alla pila di roba arretrata... se ne parlerà tra un po'.
RispondiEliminaPiù che di Rio in particolare, sono un fan del tratto di Doug Wildey e della sua non ricchissima ma intensa storia editoriale. Per dire, a me basta che il signore in questione sia stavo il creatore della serie a cartoni Jonny Quest e il disegnatore della relativa serie a fumetti per la quale ha sfornato cover memorbaili (QUESTA, tanto per dirne una).
RispondiEliminaEssendo anche un "patito" del western, va da sé che quando troverò Rio in edicola (perché fino ad ora nisba) lo prenderò di sicuro :)