Non sono un grande lettore di
fumetti Bonelli ma questo Morgan Lost
mi ha incuriosito. Sarà perché sembra tutto fuorché un fumetto Bonelli: la
bella copertina minimalista con le foto segnaletiche è più vicina allo stile
delle riviste di controcultura anni ’70 che a una copertina di Tex.
La trama e l’ambientazione sono
piuttosto originali: in una ucronia in cui Albert Einstein è uno scrittore di
fantascienza e non un Fisico i serial killer sono delle celebrità televisive
ancor più dei loro cacciatori, professione a cui si è convertito il
protagonista dopo il traumatico rapimento e la conseguente tortura ai danni suoi
e della sua fidanzata Lisbeth, fidanzata che ha trovato la morte tra le mani dei
due adoratori di Seth che come parte del rito le hanno tatuato una sorta di
maschera rituale.
I due folli sono riusciti a
tatuare lo stesso simbolo anche sul volto di Morgan Lost (che nella sua vita
prima del trauma era gestore di un cinema per intenditori) ma il suo sacrificio
al dio Seth è stato interrotto dall’arrivo della polizia. Poiché un serial
killer sta agendo riprendendo il modus
operandi dei due pazzi che gli hanno rovinato la vita, Morgan si sente
particolarmente coinvolto da questo caso.
La serie è ambientata negli anni
’50 di questa realtà alternativa, in una metropoli ribattezzata New Heliopolis
da un sindaco pazzo ed egittofilo, dietro cui non è però difficile intravedere
New York, benché le transazioni economiche avvengano tramite «eurodollari». In
questo universo parallelo l’evoluzione tecnologica ha avuto sviluppi differenti
dal nostro (ad esempio esistono già telefoni cellulari e centrali atomiche) e
anche la società è inevitabilmente diversa, con una burocrazia pervasiva e
giornate lavorative di 14 ore. Ti credo che poi la gente va fuori di testa e ammazza
chi capita sotto tiro.
Questo primo episodio è
traboccante di citazioni cinefile e non (Morgan Lost praticamente vive al Museo
del Cinema di Torino) e se ho ben capito la serie si occuperà di volta in volta
di un serial killer in particolare, alcuni sono già stati introdotti adesso,
portando però avanti anche una trama principale che rivelerà dettagli sul
passato dell’eroe.
L’uomo dell’ultima notte non ha quel ritmo indemoniato e
quell’azione che mi aspettavo. La cadenza della vicenda è sincopata e resa frammentaria
da flashback e sequenze oniriche anche
di brevissima durata, che creano degli inevitabili rallentamenti nella lettura.
Il che è comunque inevitabile visto che Chiaverotti doveva introdurre un sacco
di informazioni sull’ambientazione e sui personaggi e non poteva certo farlo
con inseguimenti e pestaggi. Oltretutto questo esordio è solo il «primo tempo»,
come suggestivamente indicato in calce all’ultima pagina, di una storia che
immagino si concluderà nel prossimo numero. Ignoro se sia una prassi comune o
una novità per la Bonelli
contemporanea, di sicuro certe vestigia dello stile classico di via Buonarroti
sono ancora molto presenti: il peggiore insulto che si sente, oltretutto da un
criminale a dei poliziotti, è «cornacchie» e a pagina 27 lo sceneggiatore
sfodera un gioiellino di demodé: «Senza i manicaretti non te lo impalmi un
mammalucco».
Michele Rubini svolge un buon
lavoro ai disegni, che diventa ottimo nella sequenza del cartone animato in cui
ho ravvisato, ma forse è solo un caso, delle influenze nientemeno che di
Domingo Mandrafina. Esteticamente Morgan
Lost presenta una soluzione originale per cui le tavole sono rese con una
mezzatinta integrata da dettagli colorati di rosso. Il criterio con cui è stato
scelto di evidenziare certi particolari mi è sfuggito, ma non si tratta di un
vezzo gratuito visto che riflette la particolare forma di daltonismo di cui
soffre il protagonista.
Purtroppo tanta ricercatezza non
è supportata da una qualità di stampa adeguata. Anzi, persino l’introduzione di
Chiaverotti sembra essere il tabulato prodotto da una vecchia stampante ad
aghi. In ogni caso i suoi 3,50€ mi pare che li valga tutti, vediamo come
prosegue.
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RispondiEliminaPer ora le premesse sembrano buone. Per 3,50 si può considerare
RispondiEliminaMa non doveva uscire il 20? Comunque mi intriga molto, lo proverò di certo...
RispondiEliminaA me piace. E' da tanto che non leggo un mensile mainstream in cui ad ogni albo corrisponde un ribaltamento delle premesse del mese precedente: nel numero due scopriamo che Morgan non è sopravvissuto alla tortura e che quanto capitato nel numero uno è un sogno con cui il diavolo lo tortura ulteriormente, nel numero tre Morgan si sveglia in una clinica dopo un letargo di un centinaio di anni e scopre che quanto capitato precedentemente è un incubo, nel numero quattro Morgan è un androide che diventa senziente su di un planetoide ,in cui la forma di vita dominante è il computer, a causa di un colpo di coda dell ribelle codename Er-Ror 404, nel numero cinque la " sua " vita di androide è un progranma subliminale inflitto da una particella fantasma evoluta alla sua creatura in un Eden minacciato dall'entropìa , nel numero sei Morgan è una Particella Fantasma spiaggiata in un nuovo universo dopo l'annichilimento di quello originale, nel numero sette Morgan è un ranger del texas daltonico che stecchisce demoni sotto le mentite spoglie di cornacchie rosse in uno scenario steam punk. Mi fermo qui x non rovinare la sorpresa a chi non ha violato in computer del signor Chiaverotti...
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