Elseworld ambientato nel
Inizia quindi un’indagine sospesa tra hard-boiled e camp vivacizzata dal rimescolamento del cast in ruoli inediti: Due Facce è il capo di un manipolo di poliziotti corrotti, Joker la sua complice, Catwoman una ballerina esotica che fa l’informatrice. La rilettura dei personaggi costituisce il principale motivo d’interesse della trama che è semplice e lineare e si fa leggere senza sussulti ma in fondo anche senza rimpianti.
Dello stile di Howard Chaykin non traspare molto, se non forse un certo feticismo per i travestiti che potrei essermi solo immaginato. C’è una certa attenzione per il gergo dell’epoca e anche del sarcasmo, oltre che molti riferimenti agli anni ’60 (non credo che quel Kefauver sia casuale) ma nulla che in fondo anche altri sceneggiatori non adoperino abitualmente. Per fortuna Chaykin si è limitato a scrivere: ai pennelli c’è infatti il bravissimo Dan Brereton che disegna e dipinge delle tavole spettacolari. Alcuni dei suoi corpi sono forse un po’ troppo squadrati se non proprio stilizzati, ma si è visto ben di peggio e in fondo la cosa si amalgama bene con l’atmosfera pop della storia. Forse l’uso delle didascalie con la voice over (ma di chi, poi?) non gli rende un buon servizio: anche se immagino che il loro scopo fosse quello di fare un po’ il verso alla “scuola dei duri”, sono ridondanti e in alcuni casi sembrano essere messe lì per assicurarsi che il lettore capisca bene cosa succede nelle vignette assecondando l’opinione diffusa presso le menti semplici secondo cui un disegnatore pittorico o comunque molto bravo esteticamente sia meno capace di raccontare per immagini – e invece Dan Brereton assolve con efficacia questo compito.
Evidentemente a suo tempo, cioè
nel 1997, la miniserie di tre deve aver avuto un buon riscontro, perché l’anno
successivo le venne aggiunto un ulteriore capitolo extralarge ambientato nel
La parte del leone in Thrillkiller la fa sicuramente la parte grafica, ma nel complesso è una lettura piacevole.
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