martedì 31 gennaio 2023

Ricevo e diffondo

IN PROGRAMMA L’11 E 12 FEBBRAIO AL QUARTIERE FIERISTICO DI BOLOGNA

Nerd Show: un weekend a tutto divertimento tra famosi autori di fumetti, concerti, videogiochi, cosplayer, youtuber di successo

Tra gli ospiti l’attore Salvatore Esposito alias Genny Savastano, il conduttore Giovanni Muciaccia e la doppiatrice Chiara Fabiano, voce italiana della protagonista della serie televisiva Mercoledì. In programma anche le esibizioni della regina, Cristina D’Avena, e del re, Giorgio Vanni, delle sigle dei cartoni animati più famosi.

 

BOLOGNA, 31 gennaio 2023. C’è tutto un mondo nel termine nerd: che si parli di videogiochi, fumetti, cosplayer, fantascienza, di computer, sigle di cartoni animati, modellismo, mattoncini per le costruzioni, tecnologia o serie tv, tutti oggi siamo un po’ nerd. Un vero e proprio universo dalle molte sfaccettature e dall’anima profondamente pop, che si potrà esplorare in occasione di Nerd Show, la manifestazione organizzata da BolognaFiere in programma sabato 11 e domenica 12 febbraio presso il quartiere fieristico.

Come la più gustosa e assortita scatola di cioccolatini, citando la famosa battuta di Forrest Gump, Nerd Show offre l’opportunità di assaggiare tutti i gusti dei vari pianeti che fanno parte del mondo nerd. Oltre 35 mila metri quadrati – una superficie equivalente a circa 130 campi da tennis - d’intrattenimento, da vivere da protagonisti e da percorrere in lungo e in largo, visitando la più grande artist alley italiana con oltre 120 autori, entrando in una enorme e fornitissima sala giochi, in cui convivono i videogiochi di ieri con i titoli più apprezzati di oggi, seguendo show dal vivo, concerti, concorsi tra cosplayer, competizioni di k pop, musica popolare coreana, in cui gruppi provenienti da tutta Italia si sfidano presentando originali coreografie; per poi proseguire, senza soluzione di continuità, partecipando ai meet & greet con gli influencer più famosi del web, ammirando veri e propri capolavori costruiti con i famosi mattoncini, o andando alla ricerca del gadget più curioso o del fumetto introvabile.

Anche quest’anno gli organizzatori di Nerd Show accanto ai grandi classici, tra cui gli amatissimi concerti della regina e del re delle sigle dei cartoni animati più famosi, Cristina D’Avena (domenica 12) e Giorgio Vanni (sabato 11), hanno aggiunto alcune ghiotte novità; tra queste spicca la presenza di Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, attore italiano famosissimo per aver interpretato la serie televisiva Gomorra.


 Cresce poi ulteriormente lo spazio dedicato a una delle arti, quella del doppiaggio, che trova nel nostro Paese molti dei migliori professionisti a livello internazionale. Basti ricordare che Woody Allen si complimentò per la sua bravura con Oreste Lionello che, per anni, prestò la sua voce al geniale regista e attore americano. Nerd Show, in particolare, accoglie “La Musa d’oro”, un vero e proprio spettacolo che celebra un’arte che ha reso grande l’Italia nel mondo. Con il trofeo Voci Animate “La Musa d’Oro”, s’intende premiare il lavoro svolto nell’anno precedente da tutti gli artisti e le figure professionali che fanno parte di questo mondo così ricco di talenti, ma spesso non abbastanza conosciuti. Sabato 11 febbraio sarà l’occasione per assistere, dal vivo, ad una cerimonia unica, con tantissimi doppiatori. In giuria ci saranno personaggi del calibro di Monica Ward, inconfondibile voce di Lisa nei Simpson, Carlo Valli, voce italiana di Robin Williams e Alessio Cigliano, che ha legato la sua voce ad alcuni dei cartoni animati giapponesi più noti come Ken il guerriero. Tra gli ospiti la giovane doppiatrice Chiara Fabiano che, in Italia, ha contribuito al successo della serie televisiva Mercoledì ispirata alla famiglia Addams, dando la parola all’inquietante protagonista.

L’artist alley italiana più grande mai realizzata. Due giorni di commission, sketch e incontri con i protagonisti del panorama fumettistico. Oltre 120 autori a disposizione di appassionati e curiosi, da ammirare mentre creano le loro opere. Molti di loro, con ruoli primari, lavorano per le case editrici più prestigiose come Marvel Comics, DC Comics, Bao, Bonelli, Image, Zenescope, Shockdom, Bugs. Scegliere solo alcuni nomi è difficile, certamente brillano in modo straordinario le matite di Matteo Scalera, raffinato disegnatore della serie Black Science, Lee Bermejo, disegnatore di opere straordinarie come “Batman/Deathblow”  e Gigi Cavenago, per anni copertinista di Dylan Dog.

Una sala giochi di 3.500 metri quadrati, tra passato e futuro dei videogames. Si tratta di uno degli spazi più amati dai visitatori. Per offrire a tutti la possibilità di immergersi nel futuro dei videogames o di fare un nostalgico salto nel passato l’area è articolata in tre sezioni. La Gamers Arena che ospita, in un padiglione di 3500 metri quadrati densissimo di attrazioni di ogni tipo, decine di tornei e centinaia di setup free to play. Lo spazio Play Now! con 14 grandi schermi per le sessioni di gioco più entusiasmanti, a due o quattro giocatori, e sfidarsi in emozionanti partite. Infine, l’area Video Games History che ospita storia e preistoria dei giochi elettronici. Ben 3.000 metri quadrati dedicati ai videogiochi vintage con 200 postazioni retroconsole e home computer dagli anni Settanta fino ai primi anni Duemila, più di 150 cabinati arcade, tutto  per rivivere l’atmosfera delle sale giochi di una volta.

Ospiti per tutti i gusti e per tutte le età. Oltre ai già citati cantanti Cristina D’Avena e Giorgio Vanni e all’attore e scrittore Salvatore Esposito saliranno sul palco l’attore Richard Brake, fra le cui interpretazioni si ricordano Joe Chill in Batman Begins e quella de il Re della Notte nella serie Il Trono di Spade, Giovanni Muciaccia il volto del programma cult “Art Attack”. Si potranno poi ammirare i giochi di prestigio dello Youtuber Jack Nobile che vanta oltre 1milione e 300mila iscritti al suo canale, Sabaku No Maiku, content creator e critico di videogiochi, e Francesco Miceli, in arte Fraws, Youtuber fondatore del canale di successo “Parliamo di videogiochi”. Molto attesa anche la performance in programma sabato 11 febbraio, di Mark “The Hammer” Arata, musicista, polistrumentista, youtuber, creator e chitarrista di J-Ax, famoso su Youtube grazie alla serie “Come creare una canzone senza alcun talento” e tanti altri format apprezzatissimi.

Nerd Show anche quest’anno si prepara ad essere uno degli eventi più importanti in Italia dedicati alla cultura pop al tempo dei social, offrendo decine di opportunità di divertimento, davvero per tutti, di cui i visitatori, una volta entrati, potranno fruire gratuitamente.

Istruzioni per l’uso. La manifestazione si svolge sabato 11 e domenica 12 febbraio. In entrambi i giorni l’orario di apertura va dalle 10.00 alle 19.00. Ad ospitare l’evento sono i padiglioni 21, 28,29 e 30 del polo fieristico di Bologna (autostrada A4, uscita Bologna Fiere, autobus 35 e 38 dalla stazione centrale ferroviaria). Biglietti giornalieri per gli adulti (acquisto online fino al 10 febbraio) 14 euro, gratis per i bambini fino a 6 anni e i disabili accompagnati. Dall’11 febbraio, acquisto online o alla cassa, 17 euro. Abbonamento valido per due ingressi acquistabile online fino al 10 febbraio a 25 euro e dall’11 febbraio a 28 euro. Info e prevendita su www.nerdshow.it. Ulteriori informazioni relative all'acquisto dei biglietti si possono ottenere scrivendo alla mail bolognafiere@vivaticket.com, oppure chiamando il numero di telefono 041 2719009 (lunedì – sabato / 8:30 – 19:30).

domenica 29 gennaio 2023

Non è maleducazione

Perlomeno non è solo maleducazione.

Se rispondo con molto ritardo a qualche vostro commento sul blog, o non rispondo affatto (laddove sia avvertita la necessità di una risposta, ovviamente), il motivo può essere un recente malfunzionamento di Blogger. O di Windows 7, o dei browser, o di chissà cosa. In sostanza da fisso e laptop non mi connette in automatico ma devo accedere ogni volta.

Un effetto secondario di questa situazione è che non risulto con la mia identità (né nessuna altra) nemmeno sugli altri blog e quindi non posso commentare né rispondere ai commenti già presenti.
Se provo ad "accedere con Google" compare il seguente messaggio:
Se clicco su “Scopri di più” mi rimanda a una schermata in cui si parla in generale delle impostazioni dei commenti che non risolve nulla.

Facendo una rapida ricerca ho provato a cambiare le impostazioni dei commenti sul blog, ma non è servito a niente (perché poi dovrei commentare come “Anonimo”?). Il problema si verifica su entrambi i browser che uso, FireFox e Chrome, e non è NoScript a bloccare l’accesso perché nella pagina di Blogger lo disattivo.

La situazione è piuttosto fastidiosa perché così non visualizzo nemmeno la matitina con cui accedere direttamente ai singoli post per modificarli, cosa che devo fare sempre perché ’sto maledetto nuovo Blogger che c’è da un paio d’anni riformatta sempre il primo paragrafo non giustificandolo e può cambiare il carattere dell’ultimo (per questo nel dubbio ci metto sempre delle lettere a caso che poi cancello) – e poi c’è sempre la possibilità di beccare un errore nei vecchi post. In questi casi ho comunque la facoltà di cercarli e di modificarli dall’elenco dei post interno a Blogger, dove non esiste invece una funzionalità per mettere commenti.

Curiosamente da tablet il problema non si verifica ed è così che riesco a rispondere ai commenti o a commentare sui blog altrui. I tablet a cui ho accesso io sono quello del lavoro e uno vecchio che mi gira per casa: può capitare che legga i commenti da fisso e rimando pigramente eventuali interventi a momenti successivi che poi non arrivano mai.

Una discreta rottura di palle, insomma, ma come capita con le cose informatiche non escludo che il problema si risolva da solo o che Blogger cambi nuovamente impostazioni.

Un tanto vi era dovuto.

giovedì 26 gennaio 2023

Méta-Baron 3 e 4

Direttamente dalla Francia continuo a leggere la saga del Méta-Baron.

La situazione sul Nuovo Pianeta d’Oro precipita dopo gli eventi degli scorsi episodi e il Techno-Vaticano è disperato senza più l’apporto di epifite che gli era stato nascosto dal defunto Ammiraglio Wilhelm-100. Per indagare sulla situazione e magari cercare un sistema per produrre artificialmente l’epifite, il Techno-Papa incarica Orne-8 che coglie al balzo l’opportunità per farsi eleggere Techno-Cardinale. Non che il pontefice si fidi poi troppo, difatti gli appioppa il trans-umano Simak che gli farà ufficialmente da guardia del corpo mentre informerà di nascosto il Techno-Papa sulle reali intenzioni di Orne-8. Queste in realtà non nascondono secondi fini ma sono molto logiche e ben calcolate: trovato un indizio che risale ancora alla storia di Othon Von Salza, Orne-8 parte alla ricerca del Meta-Barone visto che solo uno col suo sangue potrà aprire il messaggio senza distruggerlo, e magari in quel messaggio si trova il segreto per la riproduzione artificiale dell’epifite, che scopriamo essere più antica dell’universo stesso.

Il Meta-Barone dal canto suo decide di fare un passo indietro e visto che tanto l’universo è destinato a morire (mi sono perso dove era stata fatta questa profezia) ha deciso di depotenziarsi in modo da tornare a provare le sensazioni di un umano concedendosi orge sfrenate. E in effetti l’universo sta cadendo a pezzi visto che due galassie in collisione devastano mondi e ne modificano altri, primo segnale di un imminente e peggiore cataclisma. Simpatici i battibecchi tra Orne-8 e Simak. Questa “strana coppia” riuscirà a penetrare nel meta-bunker e addirittura a mettere in difficoltà il condottiero depotenziato. Ma con una inversione narrativa a U la situazione cambierà drasticamente dopo la scoperta di alcuni segreti: non solo Orne-8 è in realtà una donna, ma è addirittura la figlia del Techno-Papa! Ciononostante il Meta-Barone reso quasi umano si innamora di lei e a sua insaputa la feconda. Il tutto mentre l’universo cade a pezzi, ma si sa che di universi ce ne sono un’infinità.

Come testi siamo di fronte a un’ottima fantascienza “shakespeariana” con una trama solida e dei buoni, per quanto flamboyant (ma è pur sempre Jodorowsky), colpi di scena. Cosa tanto più apprezzabile quando consideriamo che anche in Francia l’autobiografismo e il graphic journalism vengono preferiti a una storia propriamente detta. C’è un po’ di retcon con la storia dei Meta-Baroni, ma comunque perfettamente inserita nella saga, o almeno così mi è parso.

La fine di questo secondo dittico si ricollega all’inizio del primo (ecco spiegato il braccio bionico del Meta-Barone) e rilancia la saga in un nuovo contesto, con alcuni cambi di status che si preannunciano interessanti.

Il grosso limite di questi due volumi sono i disegni. Niko Henrichon ha semplicemente scansionato le matite e poi le ha elaborate al computer: senza inchiostrazione le figure risultano poco corpose, non hanno volume e oltretutto alcuni dettagli sono solo accennati. Il simbolo stesso dei Techno-Technos, il quadrato con le punte acuminate che escono dagli angoli, non è mai reso con un nero compatto e preciso, col risultato di sembrare una vecchia foto sbiadita o solo uno schizzo su cui basarsi per la versione definitiva (che poi è quello che sarebbe stato nei bei tempi andati analogici). Questo difetto è ancora più evidente nel secondo volume, Simak le Transhumaine. Non è che i disegni di Henrichon siano brutti, anche se talvolta sembrano proprio dei rapidi sketch, ma così come li ha fatti sembrano più gli schizzi delle tavole da disegnare che non le tavole vere e proprie finite. E a dirla tutta non sempre i personaggi mantengono le loro fattezze di vignetta in vignetta – e non mi riferisco al Simak che può cambiare forma. Ma il problema è più generalizzato: le navi spaziali che dovrebbero essere lucenti e aerodinamiche, ad esempio, a volte sembrano rottami ammaccati, così come gli interni dei palazzi non sono squadrati come dovrebbero e i panorami naturali risultano diafani. Peccato.

lunedì 23 gennaio 2023

Qual è la forma corretta?

“Gli” Jedi come leggiamo a pagina 94 dell’ultima Anteprima...

…oppure “I” Jedi, come viene riportato due pagine dopo?
Roba da non dormirci la notte.

venerdì 20 gennaio 2023

Fumettisti d'invenzione! - 180

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.

In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)


LOOK BACK
(IDEM)

(Giappone 2021, in Shonen Jump+, © Shueisha, drammatico)

Tatsuki Fujimoto

Kyo Fujino frequenta le elementari e realizza una striscia umoristica per il giornalino della scuola, riscuotendo un buon successo. “Striscia” come la intendono i giapponesi, ovviamente, cioè una sequenza di quattro vignette quadrate che si sviluppa in verticale, come 4 Koma Break di Andrea Dentuto. Un giorno viene informata che un’altra studentessa, che per problemi non chiariti non frequenta le lezioni ma studia a casa, vorrebbe partecipare a sua volta con una striscia e Fujino benevolmente le concede di farlo. Ma Kyomoto si rivelerà una disegnatrice eccezionale, tanto che per gelosia Fujino si impegnerà anima e corpo per migliorare i suoi lavori, fino a gettare la spugna l’ultimo anno riallacciando le sue amicizie e tornando a condurre una vita normale.

Le due si incontreranno al momento del diploma e decideranno di tentare la sorte come mangaka, Kyomoto farà gli sfondi delle storie di Fujino. Dalle scuole medie fino all’età adulta riscuoteranno un grande successo, ma proprio quando stanno per ottenere una serie tutta loro Kyomoto deciderà di percorrere un’altra strada. Per questo la aspetterà un destino drammatico, e Fujino non potrà che immaginarsi cosa sarebbe successo se non l’avesse sottratta al suo mondo di reclusa.

Pseudofumetti: Le strisce che realizza Fujino alle elementari sono effettivamente degli sketch umoristici, mentre Kyomoto tratteggia delle vedute o dei reportage disegnati.

Il primo fumetto realizzato a 13 anni da Fujino insieme a Kyomoto è Metal Parade, che vince un premio a uno di quei concorsi che vengono regolarmente indetti dalle riviste giapponesi per trovare nuovi autori. Seguiranno altri lavori autoconclusivi come La città di mare, Gli uomini cicala, Bozzolo e Ragazzo talpa prima dell’affermazione con la serie di grande successo Shark Kick.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

SMELLY STUFF (SITUAZIONE PUZZOLENTE)

(Stati Uniti 1968, in Not Brand Echh, © Marvel Comics Group, parodia)

Arnold Drake (T), Frank Springer (D)

Breve parodia della serie Nick Fury, Agent of S.H.I.E.L.D. e degli sperimentalismi grafici che vi profuse Jim Steranko, di cui viene presa in giro anche la verbosità. In particolare, la storia parodiata è Dark Moon Rise, Hell Hound Kill, ispirata al mastino dei Baskerville che qui diventa Snoopy, mentre i cognomi degli autori sono preceduti dal proverbiale “Mac” scozzese. Alla fine lo stesso esasperato protagonista, «Knock Furious, Agent of S.H.E.E.S.H.», si farà vivo con gli autori.

[ALTRI MEDIA] VIDEOGIOCHI (pag. 134)

DYLAN DOG: ATTRAVERSO LO SPECCHIO

(Italia, 1992, Simulmondo)

Avventura grafica (ma con qualche inserto action) che dell’omonimo episodio della serie regolare del fumetto, il numero 10, ha solo il titolo. Dylan Dog deve infatti risolvere il mistero della morte del dottor Geoffrey Foulkes.

Per evitare che il giocatore si infili in uno di quei vicoli ciechi che possono capitare in un videogioco di questo tipo, è stato inserito l’intervento diretto dello sceneggiatore che riconduce sulla pista giusta.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

FINE

(Italia 1992, in Frigidaire, © Jules Triphobie, umorismo)

Jules Triphobie [Edoardo De Falchi]

Ultimo di una serie di tre brevi fumetti («Fumo, Nodi, Fine»): un personaggio piuttosto emaciato è la personificazione del finale di una storia, di cui però non vediamo altro.

martedì 17 gennaio 2023

Il Treno di Dalí

 
Uscito un paio d’anni fa, l’ho notato solo l’altro giorno.

Dalí è un detective che viaggia in treno verso Città Nuova per rintracciare una persona. Nella carrozza incontra Desirè, anche lei diretta verso la stessa meta per assistere la figlia che sta per partorire. Le indagini di Dalí si rivelano infruttuose, non solo gli abitanti sono reticenti o del tutto all’oscuro della faccenda, ma accadono anche imprevisti surreali come una pioggia di melanzane dotate di zampe e l’arrivo di un mostro cthulhoide. Il tutto inframmezzato da flashback di difficile inserimento nel quadro generale.

Mentre gira a vuoto Dalí incontra nuovamente Desirè, ma anche un uomo che gli propone di tornare indietro nel tempo grazie a una sua invenzione. Visto che vorrebbe aver rifiutato l’incarico, accetta volentieri: andrà però troppo indietro nel tempo. Poco importa, tanto alla fine eccolo di nuovo di ritorno sul treno proprio insieme a Desirè.

Come intuibile da questo riassunto (se il titolo non fosse abbastanza rivelatore) Il Treno di Dalí è un fumetto surreale la cui priorità non è raccontare una storia ma inanellare sequenze oniriche e visionarie, gettando nel contempo i semi di una trama che il lettore cercherà inutilmente di ricostruire.

Il primo impatto coi disegni non è affatto male, mi hanno ricordato sia le atmosfere che il tratto del Lorenzo Mattotti degli esordi. Purtroppo Fabio Iamartino getta presto la spugna e le sue pennellate modulate lasciano il posto a un tratto svelto e rozzo. I colori psichedelici rimediano quello che possono. Se dai testi di Salvatore Vivenzio fosse possibile ricostruire una trama o perlomeno qualche indizio sul passato e l’identità di Dalí io non ci sono riuscito.

Non si può dire che Il Treno di Dalí sia un brutto fumetto, ma è un vero peccato che il comparto grafico non sia rimasto costante: altrimenti si sarebbe potuto quasi prenderlo per uno dei prodotti realizzati dal gruppo Valvoline, anche se questo è un vero fumetto e quelli principalmente delle vignette con didascalie.

Il volume costituisce comunque una curiosità, un unicum (o quasi) nel catalogo della Shockdom che solitamente edita volumi brossurati di formato più piccolo mentre questo è un cartonato a colori su carta patinata.

sabato 14 gennaio 2023

Stupidità artificiali

Da qualche mese sta tenendo banco nel settore del fumetto e dell’illustrazione la questione delle intelligenze artificiali che potrebbero sostituire gli autori. Ne hanno parlato su CaseMate e anche su Fumo di China.

Ho provato a giocherellarci anch’io, con una versione “per barboni” visto che non avevo voglia di registrarmi da nessuna parte e men che meno di fare abbonamenti. Il programma (se programma si può definire) che ho usato è questo (alcuni amici ne hanno usato altri rimanendo disgustati nel vedere che l’“intelligenza” artificiale non sa che le scacchiere hanno otto caselle per lato). Tanto per il gusto di vedere cosa sarebbe successo, ho chiesto all’intelligenza artificiale di fare dei disegni usando il mio nome come input. Da quello che ho capito, il programma va in giro alla ricerca di immagini su internet e per ragioni di copyright o privacy le modifica e le combina tra di loro. Quello che ne risulta sono quindi degli ibridi sproporzionati e asimettrici, in cui non mancano ulteriori modifiche che distorcono occhi, nasi, bocche e finanche orecchie “liquefacendoli”. I risultati trasmettono una certa inquietudine, guardate qua che roba:









Una cosa ancora più divertente è mettere come input la propria città o il proprio comune: per i motivi di cui sopra l’intelligenza artificiale ne costruisce un collage di scorci ripetendo anche gli stessi elementi, con risultati a volte surreali.

mercoledì 11 gennaio 2023

Cosmo Classic 1 - Nick Carter Story: I Contrabbandieri

Avessi saputo che ci avrebbe messo così tanto per arrivare lo avrei preso direttamente a Lucca, ma ormai l’ordine in fumetteria era fatto. Questa collana ha l’obiettivo di fornire la cronologia integrale delle 80 storie del personaggio nella versione a fumetti realizzata da Bonvi e il suo studio. Trattandosi di storie che raramente superano le quattro tavole penso che la proposta si concluderà in cinque o più probabilmente sei uscite.

La cura del volume è decisamente elevata, caratterizzata da scrupolo filologico e cura per i dettagli. Oltre a un ricordo di Sofia Bonvicini (figlia di Bonvi) e a un intervento programmatico di Alberto Brambilla, viene presentata anche l’introduzione che redasse lo stesso Bonvi all’epoca della prima raccolta in volume a opera della Corno. Di ogni episodio viene riportata la data di pubblicazione originale su Il Corriere dei Ragazzi e, approfittando della sua durata un po’ più breve, la storia di Natale viene accompagnata da una vignetta a tema natalizio pubblicata sullo stesso numero. Oltretutto grazie a questi riferimenti sulle prime pubblicazioni ho scoperto la tormentata vita editoriale che la rivista conobbe nel 1973, quando invece che settimanalmente uscì a cadenza quattordicinale – o così evinco dalla doppia numerazione e dalla data di uscita. In futuro non dovrebbero poi mancare curiosità e inediti, che già si intravedono in questo primo numero con un’intestazione a striscia poi modificata pensata per il primo episodio.

Passando al fumetto, per me che lo conoscevo poco è stata una piacevole scoperta: sospeso in un universo che mescola spunti tratti da epoche e generi diverse, Nick Carter è un profluvio di trovate originali e scoppiettanti. Considerando il target di riferimento originario, a cui non si potevano proporre argomenti troppo adulti ma che al contempo tollerava incongruenze storiche (in queste avventure il Barone Rosso convive con il Padrino di Coppola, Hitler e i gangster degli anni ’20), i limiti alla fantasia di Bonvi erano ben pochi. Di volta in volta il protagonista e la sua banda (cioè un saccente detective, un cinesino che oltre a offrire “perle di saggezza” non fa nulla e un bruto tonto e manesco) si trovano a contrastare la delinquenza urbana per conto della polizia ma anche a svolgere il ruolo di spie o quello più canonico di investigatori, ma possono anche vivere semplici situazioni domestiche come l’incontro con Babbo Natale. Uno dei punti cardine della serie è la presenza del criminale maestro dei travestimenti Ladislao Mulinski, ma le trame non sono una sequela di ripetizioni dello stesso canovaccio e spesso Mulinski è del tutto assente in favore di personaggi ancora più surreali e pittoreschi di lui. Chissà se Bonvi riuscirà a mantenere questo livello anche nel resto della saga, 80 episodi non sono pochi.

L’estrema varietà delle ambientazioni e delle invenzioni porta inevitabilmente a un certo disequilibrio nella qualità delle storie, che a volte ricadono nei cliché che buttano in parodia (ma si tratta di materiale di cinquant’anni fa) mentre altre presentano trovate molto più spassose e originali, godibili ancora oggi. Io ad esempio non ho trovato troppo incisive Il miliardario assicurato e Guerra di gangsters mentre Il marito rapito e Lo sforbiciatore folle sono molto più divertenti con le loro derive surreali.

L’aspetto grafico è sontuoso, le tavole sono zeppe di dettagli, tratteggi, retini e fisionomie differenti.

Come detto nell’introduzione di Brambilla, questa edizione è stata fatta quasi interamente a partire dalle tavole originali e nella prima storia, non ricavata dagli originali, si vedono abbondantemente le pecette e le aggiunte con cui Bonvi la portò a nove tavole dalle sei che contava originariamente. La collana vuole inoltre ripristinare i dialoghi originali, che evidentemente subirono qualche censura (una storia venne rifiutata del tutto), ma per ravvisarvi quello spirito anarchico e contestatario che lo stesso Bonvi attribuisce loro ci vuole un po’ di fantasia – certo, tutti quei sindaci criminali, magari a loro insaputa…

Se come detto la cura è stata notevole, e d’altro canto l’opera in sé è già meritevole di suo, la confezione non è all’altezza delle ambizioni. Basandosi Nick Carter su una griglia di quattro strisce la Cosmo ha optato (vivaddio!) per un formato più grande di quello bonelliano con cui mortifica molta BéDé, ma un mezzo centimetro di più di base avrebbe permesso di godersi appieno le tavole senza dovere spalancare il volumetto che oltretutto non è stampato su carta di gran qualità. E pur se le scansioni sono state fatte a partire dalle tavole originali questo non ha impedito quegli sgradevoli effetti di pixellatura che infestano l’editoria (forse perché in origine erano pensate per un altro formato ancora?).

domenica 8 gennaio 2023

Mattéo - Il Sesto Periodo (2 settembre 1939-3 giugno 1940)

E così siamo arrivati al capolinea. È decisamente valsa la pena di aspettare oltre una dozzina d’anni (quasi quindici) per vedere la conclusione di questa saga, mettendo in conto anche lo choc di scoprire che il quarto volume non sarebbe stato l’ultimo.

Su CaseMate Gibrat ha detto che questo capitolo conclusivo sarebbe stato diverso dagli altri, concentrandosi su altri temi, ma in effetti ci sono fortissimi elementi di continuità con il resto della storia.

Mattéo, provato nel corpo e nell’animo, sfugge dalla prigionia grazie e uno di quei personaggi che Gibrat ha saputo tratteggiare con grande maestria e umanità. Tornato nel paesello dove tutto era iniziato riallaccia i contatti con il vecchio amico Paulin, la madre e soprattutto l’amata Juliette e la storia potrebbe procedere placidamente, pur tra i fantasmi che tormentano il protagonista, se non fosse che scopre che il figlio Louis è prigioniero dei tedeschi a Sedan. E così comincia il suo viaggio per salvare quel figlio che ignora di essere tale. La sua prigione è un convento che è stato convertito in campo di prigionia, e grazie all’aiuto di un parroco Mattéo riesce a liberare Louis e un suo commilitone. Degno figlio di quello che crede essere suo padre, Louis vuole tornare al fronte a combattere e il sarcasmo del destino vorrà che anche Mattéo sia costretto a proseguire con lui.

Il loro viaggio in senso inverso rispetto a quello dei profughi non è solo uno sprofondare nella brutalità della guerra (con quel senso di incombente tragedia che già si avvertiva ne Il Rinvio) ma anche un’occasione, che Mattéo cerca di procrastinare il più possibile, per accennare al loro rapporto di sangue. L’ultima tappa del viaggio sarà Dunkerque, con la speranza di trovare un passaggio via mare verso la vicina Inghilterra. Mentre i tedeschi bombardano la spiaggia…

Le aspettative erano alte, e oltretutto la serie aveva anche la spada di Damocle dello splendido finale de Il Rinvio con cui confrontarsi, ma non sono state disattese. Se le anime semplici che cercano “emozioni” e “atmosfere” qui ne troveranno a quintali, è anche vero che Gibrat ha saputo inventarsi delle soluzioni intelligenti e originali per cavare dai guai i suoi personaggi, e che ha chiuso praticamente tutti i fili in sospeso in maniera elegante e raffinata. L’equilibrio della narrazione è perfetto, con i giusti tempi per ciascuna ambientazione e ogni colpo di scena al punto giusto. È quasi superfluo segnalare che gli inserti con Amélie non sono affatto slegati dal resto e che alla fine scopriremo la loro raison d’être. A questo magnifico affresco umano e narrativo in cui tout se tient Gibrat aggiunge i suoi splendidi dialoghi intrisi di un’ironia disperata. Oltre che una ricostruzione storica rigorosissima e scrupolosa (e forse una citazione da Brassens, se non me la sono immaginata io).

Sugli splendidi disegni e colori nemmeno mi soffermo, se non per segnalare che in un breve intervento finale Gibrat spiega perché non cancella le matite. In appendice al volume sono infatti presentati «Alcuni segreti di fabbricazione» che svelano il modus operandi di Gibrat e alcuni esempi di tavole ancora a matita.

Un capolavoro, insomma, che meriterà probabilmente di figurare nella Storia del Fumetto.

giovedì 5 gennaio 2023

Ancora latitanti

Quello di Nick Carter l'ho visto in edicola, ma avendolo ordinato in fumetteria illo tempore...