lunedì 31 agosto 2015

Il più incredibile errore di colorazione

Tra quelli che conosco io, almeno. Questo, tratto dal primo "Compact" di Sprayliz:
Non si tratta di una semplice distrazione del colorista che ha scordato che un certo vestito aveva quel dato colore o che quel particolare sullo sfondo era in realtà parte di un personaggio in primo piano: qui il colorista ha proprio dato una sua interpretazione personale del disegno (che ha confuso anche me) interpretando forse come due occhi visti di fronte quello che in realtà è il profilo orientato orizzontalmente del tenente Kinnock.

mercoledì 26 agosto 2015

Altre seste dita eccellenti

Tra i nomi più importanti del fumetto non solo Moebius è stato vittima della maledizione del sesto dito. In una delle storie di Abominevole, La Gabbia, è successo pure a Hermann:
E in una storia breve pubblicata su Orient Express 19, A qualcuno va bene, persino Sergio Toppi prese lo stesso abbaglio:
Non fu per questo, però, che Toppi venne contestato nella pagina della posta di un numero successivo, ma perché la natura fantascientifica del racconto sembrava snaturare la rivista di Bernardi rendendola più vicina alla concorrente L'Eternauta.
Nei fumettistici anni '80 ci si poteva lamentare per la presenza di Toppi, tanto era ricca l'offerta. Bei tempi.

lunedì 24 agosto 2015

Il Morto 19: Improbabili Omicidi

Nuovo episodio de Il Morto fondamentale per lo sviluppo della serie e quasi a sottolinearlo è stato stampato su carta di maggiore grammatura, più piacevole e consistente e che porta alla fine a un maggiore spessore del volumetto.
Come da migliore tradizione della saga, anche questo episodio è una cartina di tornasole della desolata società italiana di questi anni: il pensionato Umberto Rizzo e la moglie Egle stanno attraversando un periodo di ristrettezze economiche che li costringe a vendere parte della loro riserva di lingotti d’oro. Un gioielliere senza scrupoli (forse il gestore di un negozio “compro oro” sarebbe stato più incisivo) decide di rapinarli ma i suoi sgherri devono fare i conti col fatto che Umberto non è assolutamente indifeso come sembra, essendo stato un istruttore dei corpi speciali, e soprattutto con Peg/Il Morto che arriva proprio da Rizzo dopo aver scoperto che il suo precedente contatto è deceduto.
Come dicevo in apertura Improbabili Omicidi è uno snodo importante della serie, visto che l’ex istruttore di Peg lo mette (e ci mette) a conoscenza di parecchi dettagli del suo passato. Nel mentre ci si mette di mezzo anche il commissario Berri, la cui esistenza avevo totalmente rimosso, ovvero il Ginko/Milton de Il Morto.
La sceneggiatura di Ruvo Giovacca procede inesorabile e incalzante, alternando scene concitate ad altre più lente e cariche di tensione. Ottima come sempre la documentazione profusa nella stesura del soggetto, che dà un tocco di realismo e la piacevole impressione che ci sia stato un certo lavoro alla base della storia. E notevole anche la carrellata di personaggi al di là di ogni possibile redenzione. Non male i rari siparietti di cui sono protagonisti i personaggi sullo sfondo, che infondono un ancora maggiore senso di realismo e attualità alla vicenda.
Unico neo: la storia si conclude troppo rapidamente e certi passaggi sul finale vengono lasciati all’immaginazione del lettore (non viene mostrato come ha fatto il gioielliere ad averla vinta sui due killer professionisti né come il Morto sia riuscito a intervenire tanto tempestivamente).
Ai disegni l’esordiente (io almeno non l’ho visto nelle etichette del mio blog) Claudio Montalbano fa un buon lavoro pur con qualche perdonabile scivolata. Ovviamente essendo le chine di Francesco Triscari e più in generale l’elaborazione grafica dello Studio Telloli è difficile dire quanto alla fine Montalbano abbia messo di suo, ma comunque il risultato è soddisfacente.
In appendice torna H. W. Grungle con una storia originale e molto simpatica, oltretutto efficacemente disegnata da una promettente Laura D’Allura.

sabato 22 agosto 2015

Cosmo Color 24 - Abominevole

Questo nuovo numero della collana Cosmo Color è particolare: non presenta uno one-shot o l’episodio di una serie ma una raccolta di “liberi” firmati dal grande Hermann che, se non erro, sono tutti transitati per le pagine de L’Eternauta (o Comic Art?), dove mi pare che innescarono l’ennesimo dibattito sulla rappresentazione della violenza nei fumetti. Unica probabile eccezione: una storia visibilmente più recente scritta da Christian Godard, quello di Axel Munshine.
L’inquietudine serpeggia in ognuna delle cinque storie e benché io farei rientrare solo due di esse nel genere horror, il sottotitolo Orrore é tutto sommato giustificato.
Trattandosi di short stories che quasi sempre hanno un finale a sorpresa non penso sia il caso di riassumerle, segnalo solo come la prima, Il Massacro, sia una variazione sul caso Manson/Tate filtrata attraverso la sensibilità europea reduce dal terrorismo internazionale. In linea di massima diciamo che pur essendo tutte molto ben scritte (tranne La Fuga; godibile, ma è una sciocchezzuola) nessuna è strepitosamente originale, con l’eccezione forse di Una storia di angeli, quella scritta da Godard.
Abominevole è più che altro un’occasione per godere dell’arte di Hermann, o meglio della sua grandissima capacità di narratore – fermo restando che il pointillisme di La Vendetta è veramente uno spettacolo. In tutte le storie il testo è infatti rarefatto, lasciando ai disegni e alla concatenazione delle vignette il compito di guidare il lettore nella sviluppo delle scene e nella comprensione delle vicende e delle motivazioni dei personaggi.
A 4,90€ è un volume consigliatissimo.

PS: purtroppo il terzo anno di vita della collana Cosmo Color non si apre sotto i migliori auspici. Nell’editoriale i Cosmonauti segnalano che dal prossimo numero, in uscita a ottobre, la collana diverrà bimestrale e subirà una modifica sostanziale presentando più episodi di un’unica serie, venendo così incontro (immagino) alle esigenze di un pubblico che forse non aveva apprezzato la formula dei singoli volumi di BéDé seppur in formato dignitoso e a prezzi bassissimi. I segnali d’altra parte c’erano già: Cosmo Color Extra che ripiega sul bonelliano, Cosmo Color USA di cui non è stato ancora annunciato nulla dopo L’Incal, l’Almanacco Cosmo indeciso tra un sacco di formati diversi (anche se di BéDé mi pare che non ne abbia presentate). Spero di sbagliarmi.

giovedì 20 agosto 2015

Un gioiello

Illustrazione realizzata da Danilo Masciangelo per la rivista Corriere Medico che ospitò vari contributi di disegnatori appartenenti all'agenzia Storiestrisce.

lunedì 17 agosto 2015

Tre in un colpo solo

Nuovo numero di Linus, il settimo datato originariamente ottobre 1965, nuove apparizioni eccellenti:
Chi sia Don Backy (al secolo Aldo Caponi) lo dice egli stesso. Come curiosità fumettistiche vanno segnalate la sua assidua collaborazione ai primi numeri di Comic Art, addirittura con tanto di ospitata-marchetta pubblicitaria in una trasmissione di Raffaella Carrà, e la realizzazione di veri e propri fumetti, tra cui il più famoso è forse una sua versione del Satyricon ispirata alla traumatica esperienza col Clan Celentano, opera in cui recuperò alcune delle strisce che realizzava a corredo delle sue memorie su Comic Art.
Renato Nicolini è stato invece un politico e uomo di cultura che inventò l'"Estate Romana". Amico di Andrea Pazienza, venne ritratto in alcuni dei suoi fumetti e se non ricordo male fu anche l'ideatore del fumetto promozionale Welcome to Rome sceneggiato da Roberto Dal Pra' e disegnato da una quarantina di disegnatori diversi.
Non ricordo dove, forse su qualche numero di Orient Express, dichiarò di essersi interessato ai fumetti proprio dopo aver vinto l'abbonamento a Linus tramite il quiz riportato in immagine.
Credo ci siano poche possibilità di errore: "M." Cavezzali è sicuramente Massimo Cavezzali, disegnatore umoristico fiorentino che, nonostante abbia sviluppo uno stile poco più elaborato di quello che sfoggia in questa sede (o forse proprio grazie a questo), ha saputo ottenere un grande successo comparendo addirittura su riviste come Il Mago, Orient Express e Il Grifo.
E' uno dei pochi fumettisti italiani che hanno saputo diversificare la propria produzione lavorando anche per riviste non strettamente di settore, creandosi così un bacino d'utenza parallelo a quello dei soli appassionati.

domenica 16 agosto 2015

Almanacco Cosmo 9 - Fabian Gray 2: Coste Perdute


Seconda uscita del pulpettone targato Image, una lettura scatenata e fracassona che ben si adatta al clima estivo. Il volume si apre con un episodio speciale disegnato (bene) da Garry Brown. Ambientato in Giappone, presenta uno squarcio sul passato del protagonista e ovviamente tanta azione con gradevoli riferimento teratologici. Il finale mi è sembrato un po’ troppo “pulito” e ottimista ma è una questione di gusti.
Il pezzo forte di questo numero è ovviamente la saga che dà il titolo al volume, in cui il protagonista insieme alla “collega” Jezebel va alla ricerca delle Isole dei Sogni dove potrebbe trovare qualche dettaglio in più sulle Pietre dei Sogni e quindi su come salvare sua sorella Silvia. Di mezzo ci si mettono però il pirata Asif vecchia conoscenza di Fabian Gray e un’altra piratessa, entrambi venuti a contatto con frammenti delle Pietre e la seconda in grado di evocare i poteri di Sinbad.
Anche se l’assunto della saga rende impossibile per Frank J. Barbiere essere originale, rifacendosi programmaticamente la serie ai luoghi comuni dell’Avventura, lo sceneggiatore riesce a imbastire un bel mix in cui riesce a tirar fuori situazioni non banali. Inoltre, che volessero esserlo o meno, ho trovato alcuni suoi dialoghi piuttosto divertenti, soprattutto quelli dei marinai con la relativa mitologia del pappagallo parlante annessa.
A deludere un po’ è Chris Mooneyham, che qui pesta duro sul dinamismo e l’espressività. Il che si sposa alla perfezione con il tono della storia, però alla fine sembra un Walt Simonson inchiostrato di fretta da Klaus Janson o Bill Sienkievicz tanto da ridurre certe figure a pure geometrie. Probabilmente era così anche nel primo episodio, ma io l’ho notato di più questa volta.
Purtroppo Coste Perdute presenta solo due terzi del ciclo omonimo, e stando all’editoriale della Cosmo la conclusione la leggeremo tra quattro mesi. Peccato, perché ovviamente la trama frenetica avrebbe necessitato di una lettura tutta d’un fiato, e i vari flashback e flashforward si gustano di più avendo il quadro generale della storia che solo una lettura unitaria può dare. Immagino che questa frammentazione si sia resa necessaria per non pesare sul costo finale del volume, che con la foliazione di questa uscita tocca “addirittura” quota 7,50 €.

venerdì 14 agosto 2015

Fenomeni paranormali incontrollabili

Da alcuni giorni ho notato un curioso fenomeno: capita che mentre sono connesso a internet il computer non riesca a caricare le pagine. La connessione c'è, difatti il router non segnala problemi e con un portatile riesco a usufruire della stessa rete, però il fisso fa una fatica tremenda a caricare le pagine che difatti poi desolatamente risultano off-line, irraggiungibili, ecc.
Questo sia con FireFox che con Chrome, ma curiosamente gli eventuali download in corso non vengono coinvolti nel fenomeno e continuano normalmente. Una volta riavviato il computer il problema non si verifica più per qualche minuto, a volte anche una ventina di minuti, però ovviamente è una seccatura doverlo riavviare quando stavo per mandare una mail (di cui poi magari scoprirò di non aver salvato il testo). La cosa strana è che la cosa si manifesta solo di sera!
Per il momento nella mia ingenuità voglio attribuire la seccatura al caldo o alla connessione massiccia di tanti altri utenti Telecom proprio quando mi connetto io...

mercoledì 12 agosto 2015

Fumettisti d'invenzione! - 92


Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

[TELEVISIONE] CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE (pag. 119)

SABRINA THE ANIMATED SERIES (Sabrina, Italia1)
(USA 1999, 1 stagione, 65 episodi)
Fantastico, umoristico, UPN e ABC, creato da Savage Steve Holland e Kat Likkel a partire da materiale ideato da Dan DeCarlo e George Gladir

Serie animata tratta da una serie televisiva (Sabrina the Teenage Witch) a sua volta tratta da un personaggio dei fumetti di Dan DeCarlo. La protagonista è una giovane maga che utilizza la magia per cercare di risolvere i piccoli e grandi problemi suoi e dei suoi amici, finendo però per combinare ancora più guai.

Episodio The Sense-Shattering Adventures of Captain Harvtastic
Scritto da Howard Margulies
Harvey, amico di Sabrina, realizza interamente da solo un comic book ma non si sente all’altezza di sottoporlo all’attenzione del mitico King Kirby in visita a una convention locale. Sabrina cerca un modo per incoraggiarlo facendosi aiutare dal suo gatto parlante Salem, e i tre finiscono nel fumetto di Harvey.
Pseudofumetti: oltre al comic book che dà il titolo all’episodio vengono citate alcune produzioni di Jack Kirby opportunamente occultate dietro altri nomi per evitare noie legali: così Nick Fury diventa Jerry Smash, Kamandi Corny the Hunter e i Fantastici Quattro The Incredible Earth-Force.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

LES ELFÉES (LE ELFE)
(Francia 2008, in Julie, © Dargaud/Carrère/Dollphane, fantastico)
Serge Carrère, Weissengel [?] (T), Dollphane [Stéphane Dollégeal] (D)

Quattro giovani vengono scelte dal popolo delle fate come protettrici e vengono affidati loro alcuni poteri che si attivano con le entità elementali con cui sono in contatto (l’irruenta Lou controlla le Salamandre del Fuoco, la sognatrice e timida Izel i Geni dell’Aria, ecc.).

Les Elfées 6 (2012). Carrère, Weissengel (T), Dollphane (D)
Gli appartenenti al popolo fatato sono oggetto di una caccia spietata da parte di alcuni collezionisti. Ovviamente le Elfe prendono le loro difese e per meglio prepararsi si informano presso Pierre Dubois, che tra le altre cose ha tramandato le sue conoscenze di elfologia anche in alcuni fumetti che ha scritto.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

SNAKE AGENT
(Italia 1980, in Frigidaire, © Eredi Tamburini, fantascienza, satira)
Stefano Tamburini [a partire da materiali originali disegnati da Mel Graff]

Storie ipercinetiche realizzate da Tamburini assemblando fotocopie mosse delle strips di Secret Agent X-9. Snake Agent risolve casi per conto dell’F.B.I. alla velocità della luce.
Nella mitologia costruita attorno al personaggio, e che ne esemplifica la filosofia, Tamburini dice che fu «il primo tentativo di fumetto dove la figura del disegnatore risultasse completamente obsoleta» e che nacque «ad opera di una fotocopiatrice XEROX 3017 e di un anonimo macchinista» a cui attribuisce quindi la paternità del fumetto.

[CINEMA] FUORI TEMA 2: BIOGRAFIE (pag. 109)

TOUT A LA PLUME, RIEN AU PINCEAU (AND MY NAME IS MARCEL GOTLIB)
(Francia 1970, umoristico, biografico)
Regia e sceneggiatura: Patrice Leconte [Patrice Claude François Leconte], con Marcel Gotlib [Marcel Mordekhaï Gottlieb], Moëbius [Jean Giraud], Claire Bretécher, Nikita Mandryka

Opera prima e pressoché sconosciuta di Patrice Leconte – venne proiettata al secondo Festival di Angoulême nel 1975. Si tratta di un omaggio al fumettista Gotlib sotto forma di inchiesta poliziesca a cui partecipano molti nomi eccellenti del fumetto francese nel ruolo di se stessi.
Patrice Leconte aveva molti contatti nell’ambiente della BéDé in quanto fece effettivamente il fumettista per Pilote tra il 1970 e il 1974. In seguito avrebbe realizzato un altro cortometraggio con protagonista Gotlib, di cui trasporrà in film alcuni fumetti nel 1976.

domenica 9 agosto 2015

Un tuffo al cuore

Preso il nuovo numero della ristampa anastatica di Linus, il sesto, (ri?)leggo una lettera inviata da un giovanissimo lettore:
Le possibilità di omonimia, considerati il domicilio e i gusti di chi scrive, sono minime: con ogni probabilità si tratta del Massimo Senzacqua che insieme ad Agostino Carocci creò il mitico gioco di ruolo tutto italiano Kata Kumbas.
E' pur vero che recentemente i Massimo Senzacqua residenti a Roma si sono moltiplicati (dopo che al mio primo tentativo di contatto per intevistarlo ne figuravano solo un paio) ma voglio credere che fosse proprio lui.

sabato 8 agosto 2015

Historica 34 - Il Ferro e il Fuoco: Borghesia e Nobiltà


Questo volume di Historica mi sarebbe piaciuto anche se avesse presentato una porcheria. Per prima cosa finalmente offre un’ambientazione inedita per gli standard della collana, come secondo motivo di entusiasmo porta a conclusione una serie di cui le Edizioni Di/Il Grifo avevano presentato anni fa solo metà, e di cui io lessi solo un quarto rimanendo a bocca asciutta. E comunque questo trentaquattresimo volume non presenta affatto una porcheria, tutt’altro.
Il Ferro e il Fuoco narra le vicissitudini ambientate nella provincia francese di un gruppo di personaggi nelle cui vicende si può ravvisare una metafora dei mutamenti rivoluzionari della società dell’800 sospesa tra strascichi di un mondo nobiliare in declino e la rampante intraprendenza delle future nuove classi egemoni. L’interesse propriamente storico finisce qui: per il resto il fumetto è una bellissima saga avventurosa con intrighi, azione, sottotrame e misteri da risolvere.
I protagonisti principali sono il trio formato da Julien (intendente del barone Charles che nasconde un passato da soldato e qualche altro mistero), Clémence (serva presso il barone e bastarda del suo stesso padre, tanto volitiva da risultare mascolina) e Mathilde (giovane sposa del barone che l’ha impalmata un po’ per soddisfare le sue voglie e soprattutto per beneficiare della sua cospicua dote con cui rimettere in sesto le sue finanze; dalla figura remissiva che appare all’inizio si rivelerà una gran paracula).
Con l’omicidio del barone al termine del primo episodio i tre si danno alla fuga e, scoperti i suoi intrallazzi, cercano di venire a capo del mistero che riguarda una lettera che dovrebbe trovarsi insieme ad altri documenti compromettenti in un bauletto sottratto da Clémence e Mathilde.
Sulle tracce dei fuggitivi o comunque a complicar loro la vita ci si mettono pure il conte di Charlant, cugino del barone, i suoi adorabili figlioli Jean e Sophie (apparentemente un mollaccione il primo, una mezza ninfomane la seconda che però parrebbe nascondere dietro il suo atteggiamento delle ragioni precise), il cacciatore di uomini Chagnon e il tagliagole Samson, oltre ad altri personaggi di contorno come lo stalliere Guillaumin, il notabile Bouchut e i gendarmi che appaiono di tanto in tanto. E dopo l’uccisione del barone di episodio in episodio continuano i misteriosi omicidi…
Il Ferro e il Fuoco è un fumetto veramente coinvolgente e appassionante, con dei bei colpi di scena e che riesce a ricostruire con efficacia l’atmosfera di un’epoca. Tutti i personaggi principali sono sfaccettati e molto ben caratterizzati senza scadere nello stereotipo. Nonostante la sua proverbiale prolificità Éric Stalner disegna nella maniera scrupolosissima e dettagliata che ben conosce chi ha letto La Croce di Cazenac e Malemort, sfortuna vuole che l’incombenza del disegno del secondo episodio, oltretutto quello riprodotto con minore qualità di stampa, sia passata al fratello Jean-Marc (che della saga ha curato principalmente i testi): non ancora lanciatosi nel caricaturale di Esmeralda si dimostra un pochino meno gradevole del fratello che pure imita con abilità. Il secondo episodio, Samson, è quello in cui compaiono più donnine discinte e purtroppo Jean-Marc le disegna con la tipica gobbetta che Éric impone al naso di tutti i personaggi, ma senza l’armonia che il fratello sa dare alle forme delle sue figure femminili.
…Che poi nonostante ufficialmente i compiti dei due autori fossero divisi secondo me è inevitabile che il lavoro di uno abbia coinvolto quello dell’altro e viceversa; in un numero di Bodöi spiegavano appunto il loro metodo di lavoro su Il Ferro e il Fuoco ma figurarsi se me lo ricordo. Onore al merito anche al colorista Jean-Jacques Chagnaud, veterano che ha lavorato spesso con Éric Stalner, e che anche ne Il Ferro e il Fuoco si rivela efficace e suggestivo.
Oltre all’aspetto estetico va segnalato come la costruzione delle tavole sia occasionalmente particolare e ricercata, arrivando addirittura in alcune occasioni a incastonare una vicenda all’interno di un’altra e lasciando il lettore libero di seguire il proprio estro leggendo le due sequenze parallele di vignette come meglio preferisce.
Uno dei volumi di Historica che mi sono gustato di più, e le rivelazioni a sorpresa del finale hanno abbondantemente bilanciato il lieto fine forse un po’ forzato.

giovedì 6 agosto 2015

Blake e Mortimer: L'Avventura Immobile


Acquisto e leggo con un certo ritardo (ma d’altra parte pure Alessandro Editore lo ha presentato in Italia 15 anni dopo l’uscita francese) questo gioiellino da collezione apparso in origine nella collana Le Dernier Chapitre, serie di libricini illustrati in cui Didier Convard e André Juillard omaggiano gli eroi della BéDé facendo vivere loro un’ultima avventura.

Non si tratta di un fumetto ma di un breve (molto breve) romanzo epistolare che ci fa vedere Francis Blake e Philip Mortimer in vecchiaia e riallaccia alcuni fili della classica avventura Il Segreto della Grande Piramide.
Coerentemente con il titolo, L’Avventura Immobile propone poca azione, almeno nel mondo reale, mentre il fulcro della vicenda (indagini a parte) si svolge in un universo onirico condiviso dai due protagonisti.
Al netto dei fantastici acquerelli di Juillard il libro si fa apprezzare principalmente per il simpatico omaggio a Jacobs, spacciato per “biografo ufficiale” dei due, e per un colpo di scena finale non proprio eclatante ma gradevole.
Pur non trattandosi di un fumetto l’accostamento di testo e disegni è molto felice e a suo modo rende dinamica la narrazione. Unica eccezione, i di disegni dopo la lettera del 17 dicembre mi sono sembrati fuori contesto ma chi se ne frega, Juillard sera toujours Juillard.
Ovviamente data la natura dell’operazione l’aspetto narrativo passa in cavalleria rispetto al suo valore collezionistico ma secondo me questo bell’oggettino potrà essere apprezzato anche da chi non è strettamente un filologo della serie.

sabato 1 agosto 2015

Cosmo Noir 4 - Battaglia 4: Sodoma

Il quarto (ma non ultimo) numero della serie pocket di Battaglia è quello che mi è piaciuto di meno. Stavolta i riflettori sono puntati sulle guerre tra clan a Napoli, in cui si inserisce anche un outsider cinese. Il protagonista partecipa da paraculo qual è, ma stavolta il meccanismo non funziona bene come negli episodi scorsi.
Può darsi che la vicinanza temporale con gli eventi narrati renda il tutto meno “mitico”, o forse è l’assenza di un evento forte in sottofondo (come il sequestro Moro e la caduta del DC9 di Ustica) a rendere la storia più evanescente, ma in definitiva Sodoma è solo una versione della Gomorra di Saviano con Pietro Battaglia come guest star. Oltretutto il trucco del titolo che vorrebbe essere ironico, rifacendosi appunto al modello citato, era già stato usato da produttori cinematografici più paraculi di Battaglia che cercarono di accodarsi al successo del film di Garrone.
E poi con un titolo del genere mi aspettavo qualcosa su Tangentopoli, o Vallettopoli, o su qualche altro scandalo ben identificato più o meno sessuale. Una curiosità: sono l’unico a ricordarsi di aver visto (forse su Anteprima?) come titolo di lavorazione di questo episodio «Il nuovo che avanza»?
Quello che resta al netto dell’ambientazione, che senza la lettura del libro di Saviano o la visione del film di Garrone potrebbe non essere del tutto chiara (non viene ad esempio spiegato cos’è la «mesata» anche se è intuitivo), è una storia di Battaglia in cui Stefano Marsiglia ha premuto talmente tanto sull’acceleratore da sfiorare il ridicolo. Mi riferisco in particolare alla lunga sequenza dell’“uccisione” di Battaglia.
I disegni di Riccardo La Bella non aiutano. È innegabile che sia più personale e abbia profuso maggiore cura rispetto a quanto fatto da Ryan Lovelock, e non escludo che nel suo genere sia un’autorità o possa diventarlo. Ma lo stile caricaturale proprio non mi piace, c’è poco da fare. Mi ha ricordato un Luca Bertelè più sporco e incisivo con qualche influsso kirbyano e, ripeto, non escludo che agli amanti del genere possa piacere, ma non è proprio nelle mie corde.
Poi è bravo a far recitare i personaggi dentro scenografie fisse e a gestire i tempi e l’azione (vedi pagina 70 e 83), e quasi non si nota che da pagina 87 a pagina 88 Battaglia è monco di due mani diverse, ma no, i nasoni e le manone non fanno per me.
Come ho accennato sopra, con questo quarto volumetto non si conclude l’esperienza di Battaglia, che evidentemente è stato un buon successo, e in quarta di copertina viene già annunciata una prossima uscita per fine anno – nell’editoriale si parla anche di altre iniziative. Questo mi fa ben sperare per il futuro e rende molto più tollerabile quella che per me è stata una defaillance.