mercoledì 29 maggio 2019

Elf

Con un certo ritardo (e per puro caso, chissà cosa stavo cercando) mi sono accorto di questo webcomic, che poi grazie a un crowdfunding ha avuto anche la versione cartacea.
Elf è una parodia fantasy con parecchie incursioni nell’erotismo, inusitate per il mercato statunitense – non si arriva mai all’esplicito ma ci si va molto vicino, né l’autore ha paura delle nudità o delle perversioni più strampalate. Seguirlo a suo tempo deve essere stato uno stillicidio, al ritmo di una doppia striscia la settimana (quando andava bene e l’autore non se la cavava con degli schizzi perché non aveva pronto altro), inoltre le trame sono piuttosto convolute: le frecciatine ai giochi di ruolo sono spassose, certo, ma ci sono dei flashback arditi che trovano spiegazione molto più avanti nella storia e non mancano momenti metanarrativi. I disegni di Songgu Kwon, però, sono eccezionali. Elegante, curatissimo ed espressivo, mi piacerebbe vederlo nuovamente all’opera su qualche altro progetto. A quanto pare, Elf è fermo dal 2017.

venerdì 24 maggio 2019

Fumettisti d'invenzione! - 140

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

IT’S!
(Italia 2011-2018, in Cyrano Comics presenta, © EF Edizioni/Collettivo Nasone, commedia)
Enrico Nebbioso Martini (T), Gabriele Bagnoli (D)

Jonathan Faben detto Jonny è uno studente sedicenne che vorrebbe diventare fumettista per coronare un sogno d’amore. Si iscrive all’annuale concorso per esordienti che si terrà in occasione dell’importantissima manifestazione di settore LUCCertolA Comics ma per un errore nel presentare la domanda non può partecipare.
Grazie all’aiuto di amici cosplayer e della sua famiglia che gestisce un pastificio (il fumetto, quando ancora si chiamava It’s fantastic!, nasce infatti come materiale pubblicitario per una marca di noodles) otterrà comunque un grandissimo successo col suo Super Fantastic, fumetto di cui vediamo molto poco e che pur dovendo di logica essere dedicato a un supereroe viene anche declinato nel manga d’avventura e nel poliziesco.
Pseudofumetti: oltre a Super Fantastic (che a seguito del suo travolgente successo verrà pubblicato da Re Galar Edizioni) si intravedono le parodie dei manga Uan Pez, Exel Sega, I Camerieri dello Zodiaco, Shemon King, Spider-Pen, Battle Angel Anita e Nasuto – curiosamente, questo stesso gioco di parole riferito a Naruto è stato usato anche da TheSparker in Volt.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

MUTTS (IDEM)
(Stati Uniti 1994, © King Features Syndicate, striscia umoristica)
Patrick McDonnell

Earl e Mooch sono un cane e un gatto, amici per la pelle, che vivono delle simpatiche situazioni circondati da una fauna umana e animale pittoresca. La striscia presenta occasionalmente citazioni e momenti metanarrativi e Castelli ebbe già modo di citare Mutts alla voce PARODIE di Fumettisti d’invezione!, riferendosi alle tavole domenicali in cui McDonnell omaggia fumettisti e pittori. Di recente Mooch si è dato alla realizzazione di fumetti in prima persona:
Pseudofumetto: Cat Comix

[CINEMA] FUORI TEMA 1 –TEMATICHE LIMITROFE (pag. 108)

BIG (idem)
(Italia 1988, commedia fantastica)
Regia: [Carole] Penny Marshall; sceneggiatura: Gary Ross, Anne Spielberg, con Tom [Thomas Jeffrey] Hanks (Josh Baskin), Elizabeth [Ann] Perkins (Susan)

Frustrato dalla sua vita, il dodicenne Josh esprime il desiderio di diventare adulto e una vecchia attrazione da luna park lo esaudisce: divenuto di colpo un trentenne ottiene una carriera di successo testando giocattoli per una catena di negozi. Ma quando gli viene chiesto di ideare una nuova linea di giochi la sua nuova vita adulta comincia a entrare in crisi: il suo progetto di un fumetto interattivo incontra l’ostilità del consiglio d’amministrazione, che dubita che un ragazzino possa spendere 18,95 dollari per comprarne uno.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

SER O NO SER
(Argentina 2019, in Historieta Revólver, © Primavera Revólver/Sergio Carrera, umorismo)
Sergio Carrera

Striscia in cui il protagonista/autore viene desolatamente frustrato nelle sue ambizioni di creare un fumetto impegnato.

martedì 21 maggio 2019

Brindille volume 2: Verso la luce

Seconda conclusiva tappa della saga fantasy di Brindille, la ragazzina senza memoria che sprizza involontariamente scintille dal capo. La storia si dipana molto lentamente, con l’introduzione di nuovi personaggi e sviluppandosi anche tramite lunghe sequenze mute. Dopo essersi ricongiunta col Lupo, il primo passo per recuperare la memoria e fermare l’orda dei mostri è lo scontro con una sirena, ma questa prova viene affrontata quando ormai siamo oltre a metà del volume, col finale che incalza. Non restano quindi molte pagine per sciogliere i nodi della storia e viene il sospetto che questo dittico altro non sia che l’introduzione di una saga più articolata o che si concluderà in maniera metanarrativa per chiudersi entro i limiti dell’ottantina di pagine. Per fortuna non è così: Brrémaud preme sull’acceleratore (forse un po’ troppo) e alla fine la storia arriva alla sua naturale conclusione e Brindille scopre chi è veramente. Quest’ultimo elemento è la parte più originale di tutto il fumetto, che essendo un fantasy deve per forza di cose basarsi su stereotipi consolidati. Che qui sono stati sparsi con eccessiva generosità.
Nel complesso Brindille è stata una lettura abbastanza piacevole, ma il suo fascino risiede quasi interamente nelle tavole di Bertolucci più che in un soggetto che non si è discostato se non di poco da tante altre storie simili, senza situazioni o personaggi memorabili – alcuni lo sono, ma solo per l’inventiva del disegnatore.
Anche questo volume presenta in appendice schizzi di Bertolucci e altro materiale promozionale o preparatorio.

domenica 19 maggio 2019

Superwest

Unico volume che ho preso tra i molti che sono usciti nell’ultimo periodo per omaggiare il geniale Massimo Mattioli. Solo di Superwest non ero sicuro di avere proprio tutto e in effetti alcune cose sono state inedite in Italia fino a oggi (o così si evince dalla nota a pagina 2).
Superwest è piacevole sin da «Splat!», l’introduzione di Giorgio Lavagna che, tra disquisizioni non banali su Postmoderno e Pop, scioglie finalmente un mio vecchio dubbio: il Lavagna che occasionalmente pubblicava su Cannibale e Frigidaire è proprio lo stesso che poi ha scritto redazionali per i supereroi Marvel.
Il fumetto in sé è l’esplosione di follia e nonsense slapstick che ricordavo. Il protagonista è un animale antropomorfo (un cane? Un topo? Boh) che ingollando un “qualcosa” come la nocciolina di Superpippo diventa un supereroe cazzone che risolve, quando risolve, i casi in virtù della sua violenza. Il tutto filtrato attraverso la sensibilità anni ’80 di quando Superwest fu concepito, quindi un attacco da parte di misteriosi scanner (i telepati, non le periferiche) provoca un profluvio di falci e martelli insieme alle lacrime di disperazione. Ma c’è anche spazio per inserti dipinti, collage e vari altri artifici grafici, tra cui uno sviluppo più compiuto di quell’esperimento narrativo su tre strisce che Mattioli aveva impostato su Cannibale 12.
La qualità della riproduzione è buona ma curiosamente le varie fasi della stampa digitale hanno modificato la resa rispetto alle pubblicazioni precedenti (almeno di quelle di cui ho potuto effettuare una verifica): i colori sono meno brillanti, a volte un pochino spenti e così un vecchio viola diventa un nuovo rosso, il che non sempre è un male visto che in questa maniera il tratto nero sottostante è più leggibile. Il giallo squillante delle vecchie edizioni (ripeto: di quelle che ho controllato io) non segue però questa regola e sembra essere dannatamente difficile da riprodurre, diventando alcune volte un verdolino e altre volte uno di quei marroncini innaturali che solo il computer può generare. In alcuni casi i colori più tenui sono spariti del tutto, al pari di certi effetti sfumati.
A voler guardare le tavole con la lente d’ingrandimento ci si accorge anche di alcune dentellature che un po’ intorbidiscono appena percettibilmente il tratto. Giuro, non avrei voluto evidenziarlo e mi sarei accontentato di com’è stampato il volume (che, ribadisco, non è affatto stampato male) ma la nota iniziale mi ha praticamente lanciato un guanto di sfida parlando della cura nella riproduzione e della ricerca delle tavole originali che laddove non sono state trovate hanno necessitato che si rifacesse il lettering. Solo che il lettering è stato rifatto sempre e non capisco perché: Mattioli ha una grafia molto bella (molti degli underground presentati sull’ultimo numero di Cannibale li aveva letterati lui, forse pure i fumetti piratati di Corben) come si può vedere nella prima storia, Panic in the city, che aveva la particolarità di presentare i dialoghi e le didascalie in inglese con traduzione a piè di vignetta. In questo caso sono state letterate ex novo solo le traduzioni, e la differenza con la piacevole e naturale grafia dell’autore si nota eccome. Visto che il lettering originale, quello delle parti in inglese, è perfettamente leggibile, a testimonianza della sua riproducibilità, non capisco proprio perché rifarlo completamente altrove, anche se mi sento di avanzare un’ipotesi. Questo volume è evidentemente la versione italiana dell’edizione statunitense a opera della Catalan Communications, visto che i riferimenti originari ad Albin Michel che ho su rivista (la casa di produzione sulla locandina del film, la casa editrice del libro sul culturismo…) sono stati sostituiti appunto da Catalan C. Pertanto la Panini potrebbe essere partita dagli impianti, o meglio file, di stampa dell’editore statunitense, di cui ha dovuto curare solo il lettering.
In appendice, ed è un’appendice bella sostanziosa, viene riassunto il progetto di un cartoon su Superwest, con dei generosi interventi dello stesso Mattioli che ci offre anche la sinossi dettagliata del primo episodio. E per finire schizzi, layout e altro materiale d’archivio dell’autore, oltre a una ricognizione sulle edizioni estere di Superwest. In pratica la ventina scarsa di pagine degli “extra” richiede un tempo di lettura più lungo rispetto allo scatenato e fulminante fumetto!
Il volume è cartonato, stampato su carta patinata, sfoggia una gradevolissima grafica pop retinata e presenta degli elementi tattili in rilievo sulla copertina e sul retro. Veramente un bell’oggetto, insomma. Peccato per il lettering.

venerdì 17 maggio 2019

Historica Biografie 25: Napoleone (seconda parte)

In ritardissimo, ma è arrivato. Questo secondo episodio della quadrilogia bonapartista si occupa degli eventi più importanti che ebbero luogo tra l’ottobre 1795 e l’agosto 1799, con una breve introduzione che parte dal 1 marzo 1794. I principali argomenti sono la campagna d’Italia, l’incontro e il rapporto con Giuseppina e la campagna d’Egitto. Pascal Davoz scrive con piglio agiografico e il Napoleone che ci ammannisce è un uomo geniale dotato sia di grande intelligenza che di intuito fenomenale; sa sempre anticipare le mosse del nemico, giudicare alla perfezione gli altri uomini, motivare le truppe, rimettere nei ranghi i graduati più smargiassi, rispondere per le rime a chiunque gli si opponga, conquistare i cuori di ogni donna e al momento opportuno ha una parola buona per tutti. Ogni sua azione, poi, è dettata dall’amore per la Francia e per il popolo, anche quando agisce apparentemente contro i loro interessi.
Questo particolare taglio non rende tediosa la lettura, tutt’altro: nel corso della narrazione affiora spesso un certo umorismo (così certi eccessi vengono stemperati) e inoltre i disegni sono migliori che nel primo episodio: stavolta Torton ha fatto uso di una gamma più ampia di inquadrature e sono stati pochissimi quegli occasionali cali che si erano visti nella prima parte. Purtroppo la qualità di stampa non è sempre costante e qualche vignetta viene penalizzata da quel particolare tipo di fuori registro digitale per cui il nero non è centrato e si lascia dietro un alone bianco.
Le note sono meno invasive che nel volume precedente, ma nemmeno stavolta mancano citazioni di aneddoti spicci e la volontà di sfatare qualche falso mito su Napoleone: stavolta viene ribadito quanto la sua altezza non fosse assolutamente inferiore a quella della media degli uomini del suo tempo, ma anzi la superava di 5 centimetri.
Per la prima volta nella vita editoriale di Historica Biografie questo volume consta delle sole 46 tavole del fumetto e non presenta nessun redazionale in appendice. Pur essendo indirizzato agli appassionati di Bonaparte più che a quelli di BéDé, Napoleone è una lettura piacevole anche per i secondi, a patto che si lascino trasportare senza aspettarsi nessuna rivoluzione nel linguaggio del fumetto.

mercoledì 15 maggio 2019

It's! (Fantastic! - Problematic! - Karmatic!)

Ovviamente ordinato per rimpinguare i Fumettisti d’Invenzione, come fumetto in sé non mi ha deluso ma devo dire che dall’immagine di copertina e dalla sinossi mi aspettavo qualcosa di diverso.
Jonathan Faben detto Jonny è uno studente sedicenne col sogno di diventare fumettista, retaggio di una promessa infantile alla bambina amata (poi diventata cosplayer), ragione a quanto pare sufficiente per essere il bersaglio dei bulli della scuola – per fortuna non ai livelli esagerati della protagonista di Riflessi di Luce. A causa degli imperscrutabili meccanismi dell’amicizia, il suo migliore amico è Taddeo Marini detto Ted, figaccione della scuola che gira con un codazzo di groupies al seguito e lo difende dalle aggressioni.
I genitori di Jonny non navigano nell’oro e gestiscono un pastificio artigianale dove anche Ted dà una mano. L’attività di famiglia non è stata scelta a caso, perché dall’introduzione a pagina 2 scopriamo che questo fumetto, quando ancora si chiamava It’s Fantastic!, era stato pensato come veicolo promozionale per una marca di noodles da vendere alle fiere. Il progetto originario è poi deragliato ma il gruppo creativo che lo curava ha deciso di onorare comunque il suo impegno verso i lettori producendo gli altri due capitoli previsti e passando da Cyrano Comics (con cui la serie aveva esordito, se ho ben capito, nel 2011) alle EF Edizioni, le stesse di Orge Barbariche. Questo volumetto raccoglie tutta la serie con inserti inediti e alcune modifiche.
In apertura ho scritto che It’s! mi ha un po’ spiazzato, e il motivo è che in sostanza si tratta di un manga all’italiana. Dalla copertina di Elisa Ferrari mi aspettavo qualcosa di “euromanga” (si chiama così quello stile che ogni tanto si vede nei supereroi, giusto?) mentre invece gli autori si sono rifatti pesantemente agli schemi narrativi e agli stilemi dei manga veri e propri, anche e soprattutto a livello testuale. Il risultato è che credo che molte citazioni e alcuni significati mi siano sfuggiti. Il papà di Jonny immagino che sia un omaggio a Marrabbio, ma perché Ted deve accogliere tutti a calci volanti? Che significato hanno le trasfigurazioni di Ted negli intermezzi del secondo episodio? Ok, saranno una citazione dai Cavalieri dello Zodiaco o qualche altro cartone animato, ma se mi fosse sfuggito qualcosa? Come mai i personaggi qualche volta escono o entrano in tombini improvvisati? E perché il cognome di Jonny da Faben ogni tanto diventa Fazion? Succede più volte e non credo che sia un refuso, per quanto It’s ne presenti molti. E questi sono solo i primi esempi che mi sono venuti in mente.
Anche l’idea di cominciare ognuna delle tre parti in cui è diviso il volume con la stessa situazione di partenza è un po’ straniante, e in definitiva del fumetto di Jonny si vede poco o nulla – e in ogni caso cambia a seconda delle necessità: supereroe, crossover con una parodia di One Piece e poliziesco che (forse) cita Dylan Dog.
Inoltre non tutti i capitoli sono disegnati dalla stessa persona: la prima parte realizzata da Gabriele Bagnoli è senz’altro valida pur con delle fisiologiche incertezze dovute probabilmente alla giovane età del disegnatore, ma le altre due sono veramente a livello dilettantesco. Magari nel frattempo i due disegnatori sono diventati bravissimi, ma qui la qualità del loro lavoro era veramente bassina. Il primo dei sostituti rimane fedele a un’estetica manga mentre il secondo stempera il tratto con derive umoristiche, ma è veramente difficile preferirne uno all’altro. E purtroppo non sono nemmeno sicuro di chi abbia fatto cosa perché i credits non sono affatto chiari e, per dire, allo sceneggiatore Enrico Martini viene attribuita l’«Organizzazione generale», mentre il realizzatore degli intermezzi comici Michele Righetti viene citato e i disegnatori no! Solo con un po’ di immaginazione e di ricerche su internet si può intuire chi ha fatto cosa, e che Tocci e Tecchiato si chiamano rispettivamente (forse) Aldo e Cristiano.
It’s! paga abbondanti tributi agli stereotipi più abusati dei manga, inoltre si concede più di un ammiccamento a realtà collaterali al mondo del fumetto (come Giorgia Cosplay o cavernadiplatone). Oltretutto, non si tratta propriamente della storia di Jonny, ma del riscatto di una famiglia allargata grazie all’intuizione di vendere noodle cup con un fumetto allegato nella confezione – per la precisione, con parti di un fumetto da collezionare. Ma pur mettendo nel conto tutti questi aspetti rimane una lettura abbastanza piacevole e tutto sommato nemmeno troppo banale.

domenica 12 maggio 2019

Il Morto 37: L'alto volo del Corvo

Datato marzo 2019 (una presa in giro del distributore o sono io che non l’avevo visto prima nella rastrelliera dell’edicola?) è uscito il nuovo numero de Il Morto, seconda parte della trama iniziata con il 36.
I conflitti che contrappongono la ciurma del Nettuno e la PPI sfociano, dopo alcune provocazioni e tentativi di furto, in un processo-lampo dall’esito piuttosto strano, che fa presagire nuovi sviluppi all’orizzonte con l’entrata in scena di un nuovo personaggio. O forse c’era già e io non me lo ricordo tanto è rarefatta la pubblicazione de Il Morto.
La storia d’amore tra Gina e il ritrovato Diego non potrà concretizzarsi a causa di un tragico evento, unico momento veramente emozionante di una puntata piuttosto “parlata” e in cui mi è sembrato che Giovacca si sia più che altro preso il suo tempo per inserire dei nuovi pezzi sulla scacchiera e per impostare quindi gli sviluppi a venire. Carmen, ad esempio, intuisce che Peg è Il Morto e nel prossimo numero dovremmo cominciare a vedere le conseguenze di questa intuizione.
L’alto volo del Corvo è piacevole ma continuo a pensare che spezzare una storia in due albetti sia deleterio per gli autori così come per il lettore, per quanto venga fornito un dettagliato riassunto di una pagina in apertura. È inevitabile che nella seconda parte di queste storie doppie si debba riassumere in alcuni punti quello che è successo nella precedente, e questo toglie spazio ad altri elementi che potrebbero essere resi con maggiore drammaticità (non approfondisco per non rovinare la sorpresa a nessuno).
Tra le citazioni di questo numero segnalo una via Riccardo Pazzaglia e ben due che non avevo colto nel numero precedente: gli uomini della ciurma del Nettuno si chiamano Tonio e Pepo quasi come i protagonisti di un fumetto di Nizzi e Boscarato, mentre tra le fila della PPI milita anche la versione umanizzata del Bombarda di rebuffiana memoria.
Ottimo come sempre, stavolta un po’ più sintetico del solito, il lavoro della rodata coppia Conforti-Codina: alcuni primi piani mi sono sembrati “citazioni” da Garcia Seijas, ma visto che si riferiscono a un unico personaggio probabilmente è solo un caso.
In appendice la storia Apocalisse Rosa scritta da Stefano Biglia e disegnata da Alfonso Elia: il soggetto è semplice e molto simpatico, i disegni propongono una suggestiva ed efficacissima ligne lourde.

venerdì 10 maggio 2019

mercoledì 8 maggio 2019

Historica 79 - I Passeggeri del Vento 4: Il sangue delle ciliege

Si è fatto un po’ attendere, ma il settantanovesimo volume della collana mi ha riservato una bella sorpresa: il ritorno di François Bourgeon. Ma l’entusiasmo iniziale si è stemperato alla constatazione che si tratta di un tomo piuttosto smilzo e soprattutto al ricordo di un non entusiasmante precedente episodio. Bourgeon è un autore che da tempo non vedo più su un piedistallo, e temevo che anche Il sangue delle ciliegie sarebbe stato pesante come testo e ingessato come disegno. Ma i timori si sono rivelati infondati.
Quasi con piglio provocatorio, Bourgeon ci spiazza cambiando ambientazione e protagonisti: siamo a Parigi nel 1885 quando la giovane bretone Klervi arriva in città per lavorare come serva proprio mentre si svolge il funerale di Jules Vallès. Tra la folla che assiste alla straripante cerimonia pubblica c’è anche la rossa Clara con il suo amico medico Lukaz Maze; quando vede che Klervi viene assalita da un paio di energumeni che odiano i bretoni per motivi politici, la donna interviene e aiuta la malcapitata che a stento parla il francese. Si ritroveranno 3 anni dopo, quando ormai Klervi ha preso una brutta strada e Clara la prende sotto la sua ala protettrice introducendola nel mondo dei cabaret e dei pittori di Montmartre. Mentre nel resto della città la politica e la Storia (ma anche l’arte: quello che compare a pagina 34 è Aristide Bruant, giusto?) fanno il loro corso, la convivenza tra le due donne porta Klervi a scoprire che Clara altri non è che Zabo, la protagonista di Lungo il Mississippi. Dopo pagine di frasi solo accennate e reticenze da parte di Clara/Zabo, scopriremo come e perché è finita a Parigi dalla natia Louisiana e anche il motivo del suo attaccamento a Klervi.
Il sangue delle ciliegie è un fumetto molto particolare. Sembra quasi più un documentario sugli strascichi della Comune piuttosto che un’opera di fiction narrativa, eppure riesce ad appassionare il lettore anche se l’azione è veramente ridotta al minimo. I dialoghi sono molto coinvolgenti, e stavolta l’ostentata volgarità di Bourgeon sembra naturale e non un artificio per mostrarsi disinvolto, mentre tutte le figure di contorno emanano un certo fascino – immagino dovuto anche al fatto di essere in alcuni casi personaggi realmente esistiti. Il lavoro di documentazione è evidente ma per nulla invasivo o nozionistico. Ciò detto, la parte più impressionante de Il sangue delle ciliegie è quella grafica. Alcune panoramiche dettagliatissime a tutta pagina mozzano il fiato, e finalmente lo studio sulle espressioni dei personaggi (a cui Bourgeon si è sempre dedicato) ha portato a dei volti molto espressivi che in alcuni casi non necessitano nemmeno di dialoghi o didascalie per essere approfonditi. Il fatto che le donne non siano sempre bellissime diventa un pregio, perché così il fumetto risulta ancora più realistico. La resa dei panorami, degli interni e degli sfondi è monumentale, mentre la perizia nell’uso degli acquerelli di Bourgeon rimane invariata se non addirittura superiore alle sue prove precedenti.
Come ulteriore aspetto positivo di questo volume, segnalo che nonostante sia la prima parte di un dittico (la storia viene narrata da Klervi nel corso di un’intervista nel 1953) Il sangue delle ciliegie è perfettamente godibile a se stante.
In appendice al volume (il fumetto in sé consta di 80 tavole) ci sono le traduzioni delle espressioni idiomatiche o familiari presenti nei dialoghi, espediente già usato in Lungo il Mississippi, e una lunga intervista a Bourgeon a opera di Michel Thiébaut. In totale sono “solo” 104 pagine, ma tra le migliori mai viste su Historica. Non so se I Passeggeri del Vento sia nel suo complesso un capolavoro come ribadito in più parti di questo numero di Historica, questo volume sicuramente lo è.

domenica 5 maggio 2019

Linus 5/2019

Quasi nulla di rilevante da segnalare per questo numero primaverile di Linus che lo distingua dai precedenti. Le riproposte dei classici continuano con immutata qualità, gli autori che mi piacciono continuano a piacermi (begli exploit per la Antonioni e Toffolo, comunque) e quei pochi di cui mi sfugge il significato sono appunto poco comprensibili ma non spiacevoli. Nuovo ciclo di storie per Il mondo di Niger della Marzocchi.
Quel “quasi” è rappresentato dall’argomento del mese, la celebrazione degli ottant’anni di Batman, che offre l’occasione a Ponchione di realizzare una seconda copertina ben più bella di quella originale di Gil Kane, mentre esordisce su queste pagine Antonio Lapone con due illustrazioni-omaggio a tutta tavola. Anche la parte redazionale si occupa di questo tema e offre, oltre alla testimonianza di come Graziano Origa scriva veramente come Crepascolo, un gustosissimo contributo di Aldo Nove. Balzello obbligato, c’è anche la ristampa del primo episodio di Batman, ma sono solo sei pagine e passano veloci. Abbastanza veloci.
Uniche new entry, Lucas Nine (che così a occhio mi pare il figlio, perlomeno artistico se non biologico, di Carlos Nine) e qualche esempio dell’arte di Jared Muralt, tardo epigono di Moëbius. La storia “lunga” in appendice viene affidata ad Andrea Ferraris e come nel caso di Tartarotti del mese scorso funziona benissimo anche senza il sottotesto politico.
Null’altro da segnalare se non qualche raro ma disarmante refuso (come il Joker che diventa “Jocker”) e che il mio lapsus del mese, che al lettore accorto sarà subito balzato all’occhio, stavolta è voluto. Ma chissà che non ne abbia avuti altri.