giovedì 30 aprile 2015

Cosmo Noir 1 - Battaglia 1: La figlia del capo



Un antieroe che è un vampiro siculo è già originale di suo, renderlo primo attore di una miniserie in cui è testimone (forse in futuro anche elemento scatenante) di scomodi misfatti italiani è una cosa totalmente inedita. Salvo forse scomodare qualche uscita della Ottaviano, ma non credo che l’abbiano mai fatto nemmeno loro.
In questo primo episodio il vampiro stupra-Morte viene incaricato dal duce (a cui lo lega un’evidente lunga frequentazione) di fare da “diavolo custode” alla figlia Edda. La storia si snoda dal 1930, anno delle nozze di Edda con Galeazzo Ciano, al 1944 con particolare attenzione al periodo trascorso dalla coppia a Shanghai nel 1935, un momento critico in cui la diplomazia non riesce più a contenere l’impeto dei giapponesi e in cui ormai il rapporto tra i due sposi è compromesso. Edda è frustrata dal disinteresse e dai tradimenti del marito, passa le sue notti nelle fumerie d’oppio e alla fine diventa l’amante di Pietro.
Ho apprezzato molto il mix di fantasia e rigore storico, la mia impressione è che gli elementi fantastici siano stati calati con naturalezza ed eleganza in un contesto ben ricostruito o perlomeno pienamente credibile, pur nel poco spazio concesso dalle 128 pagine in formato pocket. Ho gradito ancor di più che lo sceneggiatore Monteleone non abbia ceduto alla tentazione di compiacere il suo nume tutelare inserendo forzature larger than life: il protagonista ovviamente non si risparmia battutacce e spacconate, ma sono poco invasive e perfettamente congruenti con la sua figura. Anche le roboanti scene d’azione (la lotta contro i giapponesi prima e contro il vampirizzato Galeazzo Ciano poi) sono ben condotte senza esagerazioni o sbrodolamenti, nonostante soprattutto l’ultima offrisse il destro a esagerazioni pirotecniche che per fortuna non ci sono state.
Quello che invece mi ha fatto saltare la puntina durante l’ascolto altrimenti piacevolissimo di un grande LP sono state le citazioni. Quella di Andrea Pazienza mi è sembrata veramente fuori luogo, che sia stata volontaria o meno, peggio ancora di «fuori dal blu. E dentro al nero». Cose del genere portano a un distacco da quanto letto, creano un deuxième degré che mette in prospettiva l’opera, come se gli autori fossero i primi a ritenere cazzate quello che scrivono.
Ai disegni Des Dorides ha svolto un lavoro molto buono, a cui non sempre la qualità di stampa ha reso giustizia. È riuscito a impreziosire disegni altrimenti scarni con degli effetti molto efficaci, ma soprattutto è riuscito a strappare dai volti delle espressioni fantastiche, soprattutto Edda (alla fine vera protagonista del fumetto) ha “recitato” con incredibile maestria.
La paternità di questa miniserie viene attribuita a Roberto Recchioni e Leomacs (e ci mancherebbe altro, visto che sono i creatori del personaggio), che poi ne avrebbero demandato l’effettiva realizzazione ad altri autori, ma non mi stupirebbe né ci troverei nulla di male se i nomi eccellenti, unici a comparire in copertina, fossero stati impiegati come semplice e legittimo viatico per suscitare interesse e garantire una base di vendita. D’altra parte persino in Francia il seguito della serie Arlequin presentava bene in evidenza i nomi dei creatori Van Hamme e Dany anche quando gli autori erano altri. E come in quel caso anche qui l’apporto di Leomacs è limitato alle copertine – a tal proposito gli si perdona facilmente la deriva vagamente caricaturale con cui ha reso la sagoma di Mussolini visti i rimandi (che forse esistono solo nella mia fantasia) allo stile di disegno dei fumetti degli anni ’30/’40.
Non mancano dei rarissimi errori nell’andare a capo, ma magari è una citazione pure quella: dopotutto anche Magnus scriveva «boja» con la J e «stassera» con due S.
Attendo con curiosità il prossimo episodio sperando che riesca a mantenersi su questi livelli.

mercoledì 29 aprile 2015

Cosmo Color 20 - Comanche 1: Le Storie Perdute



Curiosa questa uscita della Cosmo. Mi viene da pensare che la recente riproposta di Comanche nella collana della Gazzetta fosse priva di queste storie brevi per giustificare l’allestimento di un volume (omologo a quello edito da Alessandro Editore anni fa) comprensivo solo di quelle.
I cinque fumetti qui presentati sono stati evidentemente realizzati in epoche differenti come testimoniano i diversi stili di disegno e di scrittura, che diventano rispettivamente meno caricaturali e meno stereotipati con l’evolversi della saga.
Le prime due storie, Il Prigioniero e Ricordati, Kentucky..., sono chiaramente frutto di un rimontaggio che non rende molta giustizia a Hermann, con Il Palomino entriamo nella piena maturità degli autori e le ultime due one-pager hanno un simpatico piglio umoristico.
In sostanza io ho preso questo volume solo per quelle due comiche finali visto che a memoria mi sembra che le altre fossero presenti nei bei volumoni integrali di Comanche editi dalla Planeta qualche anno fa.
Le prime due storie non sono molto originali e la terza è una versione de Il Vecchio e il Mare reinterpretata da Ten Gallons e il Palomino, quindi questo volume mi sembra adatto più che altro agli appassionati del genere western e alla saga di Comanche in particolare. Volume probabilmente trascurabile per chiunque altro, ma meritevole almeno per le splendide illustrazioni di Hermann che inframezzano le storie.

domenica 26 aprile 2015

Fumettisti d'invenzione! - 90



Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

KISHIBE ROHAN WA UGOKANAI (COSÌ PARLÒ ROHAN KISHIBE)
(Giappone 1997, in Weekly Shonen Jump, © Lucky Land Communications, fantastico, horror)
Hirohiko Araki

Spin-off  della quasi trentennale saga Le bizzarre avventure di JoJo: Rohan Kishibe è un mangaka piuttosto arrogante ma estremamente meticoloso, che gira il mondo e spende patrimoni pur di trovare ispirazione per i suoi lavori, arrivando ad esempio a comprare una serie di montagne solo per preservare quella in cui si dice risieda un demone.
Come ogni personaggio di rilievo della saga di JoJo anche Rohan dispone di uno “Stand”, un particolare potere che nel suo caso ha attinenza con i manga.
Pseudofumetto: la rivista Shonen Jump ha serializzato per anni l’opera di Rohan Pink Dark Boy, definita senza mezzi termini dal suo autore «un capolavoro».
[Così parlò Rohan Kishibe era già stato citato da Castelli, ma solo di sfuggita, a pagina 34 del suo libro nella parte dedicata a Le bizzarre avventure di JoJo]

CINEMA  (pag. 81)

LAVORARE CON LENTEZZA
(Italia 2004, drammatico)
Regia: Guido Chiesa; sceneggiatura: Guido Chiesa e Wu Ming; con Tommaso Ramenghi (Sgualo), Marco Luisi (Pelo), Leo Mantovani (Sergio)

Nella Bologna in procinto di deflagrare nel movimento del 1977 due giovani, Pelo e Sgualo, si arrabattano come possono e proprio mentre stanno lavorando a un colpo scoprono l’emittente libera Radio Alice.
Sgualo è un ottimo imitatore dei fumetti di Alan Ford e ha anche un suo progetto di fumetto: Australia Dreaming. Alla sede di Radio Alice incontra Sergio, anch’egli aspirante fumettista basato sulla figura di Filippo Scozzari (Sgualo vede infatti alcune tavole del Dottor Gek che Sergio porterà in visione a Linus).

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
CITAZIONI, CARICATURE, CAMEI (pag. 61)

L’ENFANT PENCHÉE (LA BAMBINA INCLINATA)
(Belgio 1994, in (A SUIVRE), © Casterman, fantastico)
Benoît Peeters (T), François Schuiten (D)

Volume appartenente al ciclo delle Città Oscure di Peeters e Schuiten. La giovane Mary diventa prima una cavia di laboratorio e poi un fenomeno da baraccone a causa della sua singolare condizione: subisce la gravità di un altro corpo celeste e non quella della sua terra e quindi vive con un’inclinazione differente rispetto a quella degli altri.
Il disegnatore François Schuiten prende parte alla storia dove viene trasfigurato nel pittore Augustin Desombres, misteriosa figura già apparsa nel volume fuori serie Le Musée A. Desombres e in seguito oggetto di un’opera teatrale.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

E GLI HAMBURGER? (KILLER SAUCE)
(Italia 1986, in Frigidaire, © Eredi Pazienza, umorismo)
Andrea Pazienza

Il marito di Margherita decide di farle una sorpresa preparandole la cena, scatenando così una serie di disastri.
Più che altrove, in questa storiella Pazienza (già generoso frequentatore di metafumetto e autobiografia) rivela il suo ruolo di deus ex machina, con il protagonista che si rivolge direttamente a lui consapevole di essere solo un attore nella sua storia.

sabato 18 aprile 2015

Potevo esimermi?

La lettura della nuova versione dell'Incal a opera della Cosmo mi ha fatto venire voglia di confrontare le varie versioni che ho già, scoprendo così che alcune sono sparite... o forse mi confondo e quella fatta dalla Nuova Frontiera per la collana Umanoidi non l'ho mai avuta, chissà.

Lanciostory:



volume degli Editori del Grifo (collana Nuova Mongolfiera):


volume della Cosmo (collana Cosmo Color USA):


Metal Hurlant:


e per finire il volume originale francese (prima edizione):

mercoledì 15 aprile 2015

Numenéra...



Quest’anno al PlayModena non c’era nessuna novità di Sine Requie e nemmeno (incredibile a dirsi) qualcuno che vendesse materiale classico di Advanced Dungeons & Dragons, figurarsi Rolemaster, per cui ho dirottato i fondi sul Numenéra di Monte Cook, a quanto pare frutto di un crowdfunding folgorante. Non avevo grandissime aspettative né tutto sommato molto interesse ma il fatto che l’ultima copia in vendita fosse autografata dall’autore mi ha incentivato all’acquisto.
La firma di Monte Cook
Ora, io ero rimasto che i giochi di ruolo non indie di ultima generazione li proponessero quasi tutti in formato libro cartonato e sono rimasto sorpreso nello scoprire che invece di Numenéra hanno fatto un boxed set come si usava ai vecchi tempi. Il guaio è che dopo averlo aperto ho scoperto che (altri ammennicoli a parte) presentava un solo volumone brossurato di 340 pagine. Quindi mi sono fatto alcune domande:

perché confezionare una scatola, con conseguente lievitazione del prezzo, se poi dentro ci si infila un solo manuale che potrebbe essere venduto singolarmente offrendo oltretutto così all’acquirente la possibilità di poterlo sfogliare prima? (praticamente tutti gli ammennicoli di cui sopra avrebbero potuto trovare spazio all’interno del tomo)
 
Oltretutto l'altezza della scatola è sproporzionata rispetto a quella del libro che contiene...
perché fare un unico malloppo in carta patinata ad alta grammatura brossurato che è la cosa meno pratica al mondo da sfogliare e leggere? (vedi anche l’edizione italiana di Ars Magica)

...forse qui si vede meglio
perché le voci del budget dedicate alla qualità della carta, alla grafica invasiva che va tanto di moda e alle illustrazioni digitali non vengono abbassate in favore di una maggiore cura editoriale e di qualche revisione in più, vista la quantità di refusi? (questa me l’ha suggerita un mio amico visto che pure la sua copia di Dragon Kings presa a Modena non ne è esente)

Da quello che so anche il gioco di ruolo di Dragonero è stato presentato in questo formato bizzarro che per me non ha molto senso.
I giovani d’oggi non capiscono un cazzo. Ai nostri tempi sì che ci divertivamo.

martedì 14 aprile 2015

Cosmo Color USA 13 - L'Incal 1: L'Incal Nero



A 3,90€ non ce l’ho fatta a resistere e ho preso l’ennesima versione de L’Incal di Jodorowsky e Moebius, anche curioso di vedere se fosse stata utilizzata la famigerata colorazione digitale.
Pur se ce l’ho già in tante salse (non tutte ma comunque tante) ho colto l’occasione per rileggermelo di nuovo e devo dire che è stata quasi una rivelazione.
La storia ovviamente la conosco per sommi capi più o meno a memoria ma rileggere il primo episodio dopo anni mi ha confermato quanto questa saga sia eccezionale. Jodorowsky spara idee originali e geniali a raffica e il suo stile scanzonato e sarcastico è fantastico, i deliri mistici che solitamente gli attribuiscono qui sono ben lontani.
Forse a causa della prima lettura spezzettata (prima lessi il finale su L’Eternauta, poi recuperai i primi due volumi Nuova Mongolfiera, poi in biblioteca trovai Ciò che è in alto, ecc.) non mi sono veramente gustato la saga in maniera organica come avrebbe meritato, e mi sono sempre concentrato più sulla trama e i tentativi di raccapezzarmici che non sulle tante divagazioni interessanti e anche divertenti che offre a uno sguardo vergine o quasi.
La storia ha un ritmo indemoniato e nonostante metta un sacco di carne al fuoco (o forse proprio perché la mette) riesce a fornire un approfondito affresco del pazzesco universo in cui si svolge, con tutte le sue peculiarità. Il difetto de L’Incal Nero, ma credo che sarà così anche per i prossimi volumi, è che si divora in un lampo e si rimane con la voglia di sapere cosa succederà nel prossimo episodio, oltretutto sapientemente introdotto da Jodorowsky con uno dei suoi “prossimamente” di gusto vintage.
In ultima analisi devo dire che i colori digitali di tal Valérie Beltran (a Fred pesava il culo e ha fatto lavorare sua moglie o sua sorella?) non sono poi così male né hanno un’influenza nefasta sulla resa di stampa.
Vista la mole di proposte che manda in edicola, e soprattutto il fatto che alcune le produce addirittura in prima persona, dubito che la salute della Cosmo sia cagionevole ma immagino che questa serie famosissima ma oggigiorno di non facile o ecomonica reperibilità porterà un bel gruzzolo alle casse dell’editore. Con la speranza che lo investa in altri Cosmo Color, visto che con il varo della collana “bianca” (Prophet) la “rossa” è sparita.

lunedì 13 aprile 2015

PlayModena 2015

Il grande Simone Delladio
Nessun nuovo manuale di Sine Requie quest'anno: lo staff Asterion a ranghi ridotti. Laura Spianelli, Simone Delladio e Leonardo "Leonard Zombie" Moretti