giovedì 28 aprile 2022

Dédicaces a pagamento?

In Francia argomenti come questo hanno l'onore della stampa. E nella pagina della cultura, otretutto.

martedì 26 aprile 2022

Kim

Nicola Pesce Editore continua l’opera di recupero dei lavori di Sergio Tisselli e a quanto leggo dall’elenco nell’ultima pagina in futuro ce ne saranno di molto interessanti. In questo volume viene raccolta una riduzione a fumetti del romanzo omonimo di Rudyard Kipling a opera di Valerio Rontini, che firma anche la prefazione. Immagino sia lo stesso che sceneggiò vari “liberi” su Lanciostory e Skorpio a cavallo tra anni ’80 e ’90.

Alla fine del XIX secolo l’orfano meticcio dodicenne Kimball O’Hara vaga per Lahore cercando quel toro rosso su campo verde alla guida di 900 diavoli che farà di lui un uomo, almeno stando alle ultime parole del padre ottenebrato dall’oppio. Incontra un vecchio lama che per uscire dalla ruota del karma è alla ricerca del mitico fiume d’oro che purifica ogni creatura, e così si unisce a lui come chela per mendicargli il cibo. Il lungo viaggio attraverso l’India porta lo scaltro Kim a contatto con religioni e culture diverse, tra cui quella militaresca inglese, e soprattutto gli varrà un ruolo importante nel “grande gioco” con cui le potenze occidentali e quelle asiatiche si contesero l’India.

La storia si legge con piacere grazie al fascino di un universo multietnico messo in scena da chi, Kipling, lo conobbe di prima mano. La sceneggiatura di Rontini è inevitabilmente “letteraria” e forse in un paio di occasioni si avverte la necessità di sintetizzare il materiale di partenza. Non che sia necessariamente un male: così Kim è appassionante ma trasmette anche una certa austerità.

Superfluo soffermarsi sulla ricchezza e il fascino delle tavole di Tisselli. Peccato che la carta non sia patinata, i suoi colori avrebbero beneficiato di una maggiore lucentezza.

Come data del primo copyright di Kim viene indicato il 2003, chissà dov’era apparso in origine.

domenica 24 aprile 2022

Tettonica

Maria Bandini vive nella remota Loggiano ed è ossessionata dal seno che non vuole ancora crescerle. La sua età però non viene mai svelata, ma se la corrispondenza con la biografia della sceneggiatrice fosse stringente è probabile che Maria abbia 12 anni visto che Sofia Assirelli è del 1985 e la storia prende le mosse nel 1997. Il paesello si popola un po’ d’estate con l’arrivo di villeggianti dal resto d’Italia, tra cui il “forestiero” Samu per cui Maria ha una cotta. Per far colpo su di lui incarica la devotissima nonna di intercedere con preghiere e rosari presso Dio (o meglio, la Madonna) per farle crescere una buona volta le tette e finalmente il miracolo si compie – più che altro, si intravede. E qui viene il bello: essendo la Assirelli sceneggiatrice televisiva e cinematografica, piazza il proverbiale ace in the hole di metà opera e con il sospirato primo approccio con Samu arriva anche un bel terremoto di cui Maria si crede responsabile!

A Loggiano sfila quindi una corte dei miracoli non dissimile da quelle viste in tempi recenti all’Aquila e altrove, con giornalisti sensazionalisti, aiuti più o meno convinti e artisti in cerca di visibilità. Almeno ci viene risparmiata la visione dei politici, anche se la madre di Maria è la sindaca di Loggiano. Ma non finisce qui: Maria si trova al centro dell’attenzione perché apparentemente, con la sua devozione dettata solo dai sensi di colpa, ha fermato le scosse. E così viene finalmente accettata dalle odiate «forestiere» e diventa una piccola celebrità in paese, trascurando gli affetti e le amicizie vere… e con un “uomo dei terremoti” che sembra soffiarle sul collo perché ha capito che il sisma lo ha causato lei!

Tettonica è un fumetto originale e divertente, sospeso tra umorismo e dramma e anche un po’ di nostalgia: non invasiva ma presente è la “colonna sonora” di quegli anni. Lo stile narrativo è molto moderno, le didascalie non riassumono le sequenze ma sono una voice over che funge spesso da contrappunto ironico. Ai disegni la geniale Cristina Portolano (anche se il vero genio era il padre che le rispondeva in vece della Barbie): il suo stile abbozzato e gommoso, e talvolta volutamente deformed, è efficace ma probabilmente una storia di questo tipo avrebbe necessitato di un pizzico di realismo in più e anche di una maggiore cura per i dettagli. Non siamo al livello di non distinguere i personaggi tra di loro, ma sia la carnalità di alcune sequenze che certe panoramiche solo abbozzate avrebbero tratto beneficio da qualche attenzione in più, anche considerando che le vignette maggiormente abbozzate si concentrano sul finale. D’altra parte capisco che realizzare più di 150 tavole senza (immagino) un cospicuo minimo garantito non sia uno scherzo e porti a ottimizzare al massimo i tempi velocizzando il lavoro.

martedì 12 aprile 2022

Lex Arcana: Encyclopedia Arcana

Parlo di questo volume con un bel ritardo, non tanto sulla sua effettiva data di uscita (risale al 2019) quanto sul momento in cui me l’hanno regalato. D’altro canto è appunto un’enciclopedia e la frammentarietà non invita certo a una lettura continuativa. Lo stile di scrittura dell’autrice Francesca Garello è piacevole, ma gli argomenti molto specifici e di natura assai prosaica non hanno lo stesso fascino di un modulo d’avventura o di un atlante geografico o di un qualsiasi altro tipo di supplemento che sveli qualche segreto dell’ambientazione o che introduca regole nuove, tanto più che gli argomenti (benché organizzati con criterio) saltano un po’ di palo in frasca. In queste 224 pagine vengono esposti tra le altre cose il ruolo delle donne nell’Impero, i tragitti per spostarsi da un luogo all’altro, i dettagli sull’economia dell’Impero, gli incidenti che possono capitare per strada o per mare, la logica dietro i nomi romani, la struttura della marina militare, il sistema postale dell’Impero, l’abbigliamento dei cittadini…

Fortunatamente c’è anche spazio per argomenti di più immediata utilità nelle campagne come un elenco di sostanze e veleni e addirittura le caratteristiche dell’Imperatore Teodomiro Augusto (la magia nuova non conta, tanto come al solito serve solo a trarre auspici) né mancano rapidi cenni su alcune regioni e una panoramica sui culti proibiti, argomenti che possono dare qualche spunto per avventure.

L’Encyclopedia Arcana è evidentemente frutto di un grande lavoro di documentazione, ma i dati raccolti dalla Garello non sono esposti “nudi e crudi” ma sono stati ben amalgamati con l’ambientazione fantastica di Lex Arcana. Proprio grazie alla sua natura compilatoria, il volume è di facile consultazione e se durante una partita avete bisogno di sapere quanto costa un’anfora di vino o come è strutturata una villa rustica lo potete trovare facilmente scorrendo il sommario, senza bisogno di un indice analitico.

Non manca qualche minuscola svista (gli anni di regno “ab Urbe condita” di Anco Marzio e Tarquinio Prisco si sovrappongono, pur se corretti nella datazione cristiana) ma si tratta di occorrenze rarissime che non inficiano minimamente la qualità e l’utilità del manuale.

Chiaramente l’utilità di questo manuale è subordinata al tipo di gioco che uno vuole intraprendere. Visto che si occupa principalmente di elementi accessori o per così dire cosmetici, chi predilige delle partite basate sull’azione e con poco roleplaying avrebbe scarso interesse a leggere quali erano le ricette tipiche di una popina. Ma d’altro canto se nel corso di una partita sorgesse il bisogno di sapere quali sono i rischi dei viaggi per mare a seconda della stagione o a quale ceto appartiene una persona in base alle sue proprietà o quali fossero i tipi di libri disponibili all’epoca, allora qui si trovano tutte le risposte del caso. E tanto, tantissimo altro – che nella maggior parte dei casi avrà al massimo una valenza decorativa.

sabato 9 aprile 2022

Ciacci: Professione Studente

Nuovi arrivi ancora latitanti, sicché ho visitato di nuovo il reparto del metà prezzo, che dato lo stato pietoso del volume (non so se si vede dalle foto) è stato ulteriormente decurtato finendo dai 10 euro originari a soli 3.

Ciacci era una serie di un certo successo su Linus negli anni ’80 che erroneamente, a causa dell’oblio in cui credevo fosse finito, pensavo avesse compiuto una traiettoria limitata a quel decennio. In realtà riferimenti a euro, telefonia mobile, Massimo Giletti e quant’altro fanno capire che la serie si è spinta almeno fino ai primi anni del terzo millennio.

Il personaggio titolare, uno studente basso ma sin troppo convinto del suo charme, è in realtà un pretesto per mostrare una variegata fauna di liceali, bidelli e professori variamente ingenui, intrallazzoni, arroganti, furbetti o ipocondriaci. Addirittura nella prima storia qui raccolta Ciacci nemmeno c’è, ma i protagonisti sono Ciccio & Ciccia: innamoratissimo lui, ben disposta alle avance di un altro lei.

L’umorismo di Cascioli & D’Alfonso è lieve e garbato, e anche negli episodi più recenti trasmette un elegante contegno d’altri tempi, con riferimenti atemporali a lavori ministeriali in polverosi sotterranei, gite al mare ed esotismo da cartolina, equivoci da pochade, talvolta con una piacevole deriva surreale come la facoltà universitaria di Scienze delle Investigazioni. I pochissimi riferimenti a personaggi reali con le comparsate di Andreotti e Vittorio Cecchi Gori non diventano mai satira politica o di costume. Non è che ci si sganasci come lascerebbe intendere l’introduzione di Dino Aloi, ma qualche sorriso ci scappa di sicuro. D’altro canto Ciacci si sviluppa su storie brevi (o relativamente tali: a volte sono anche piuttosto lunghe) e il flusso della narrazione non può essere rallentato da raffiche di battute, anche se freddure e calembour non mancano.

la mia copia malandata
Lo stile di disegno di Bruno D’Alfonso è morbido e corposo e anch’esso caratterizzato da un contegno elegante che evita esagerazioni grafiche, sia nelle espressioni dei personaggi che nell’organizzazione delle tavole. Occasionalmente si nota la variazione del tratto dovuta all’inevitabile passare degli anni (l’unica data riportata nelle firme è il 1986) e al probabile avvicendarsi delle riviste dai formati diversi su cui Ciacci fu pubblicato. Il parallelo con Jacovitti che azzarda Aloi nell’introduzione pare blasfemo, ma qualche rara “panoramica” di D’Alfonso lo rende abbastanza giustificabile. Peccato che l’assenza di colore, retini o tratteggi richieda spesso un certo sforzo per capire a quali elementi delle tavole bisogna prestare maggiore attenzione.

Il volumetto, risalente al 2006, è stampato su ottima carta patinata e i sedicesimi sono cuciti e rilegati sul dorso. Peccato per il formato poco superiore a quello di un tascabile, che non rende pienamente giustizia ai disegni. Secondo me ci sarebbe stato bene anche qualche dato più approfondito sulla storia editoriale di Ciacci, o almeno l’indicazione dell’anno di prima pubblicazione delle 14 storie qui ristampate nel sommario finale.

mercoledì 6 aprile 2022

Solo in Francia!

Questo non è solo un volume a fumetti: è la testimonianza dell’esistenza di una squadra amatoriale di calciatori formata da fumettisti! Molti dei quali, se non tutti, erano quelli che contribuirono alla raccolta.

domenica 3 aprile 2022

Considerazione amara

Mi sono abbonato a CaseMate e l’altro giorno mi è già arrivato il primo numero. In pratica è un po’ l’erede di BoDoï, sia come grafica che come stile – e ha pure le stesse mascotte, peccato per la carta non patinata. Però non si tratta di una rivista “di” fumetti ma “sui” fumetti, cioè presenta interviste, anticipazioni, articoli, recensioni, ecc. ma nessun fumetto vero e proprio tranne le quattro tavole che vengono commentate dagli autori, e che sono più che altro una pubblicità ai volumi in uscita.

La Francia vantava delle glorie incontrastate tra le riviste “di” fumetti, anche se poi una volta toccate con mano non mi sono sempre sembrate poi così gloriose (ma erano passati anni dalla loro prima uscita): Pilote, Metal Hurlant, (A Suivre), Circus… tutte morte da tempo. È evidente che pagare una tariffa a pagina per un fumetto sia più dispendioso che pagare un articolo, o almeno credo, ma mi stupisce lo stesso che quella formula si sia esaurita anche in Francia in favore di un altro tipo di testata, che con il numero che ho ricevuto io e senza considerare gli speciali ha toccato quota 155 (diconsi centocinquantacinque) numeri. Questa è una cosa che succede in Italia, dove tutti vogliono fare i fumetti ma nessuno li legge, e infatti le uniche riviste o prozine rimaste sono Fumo di China e Scuola di Fumetto. Ma in Francia?