martedì 30 agosto 2016

Fumettisti d'invenzione! - 103

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)

RIN (IDEM)
(Giappone 2012, in Monthly Shonen Magazine, © Sakuishi, commedia, paranormale)
Harold [Takairo] Sakuishi

Il provinciale Norito Fushimi è uno studente liceale che dopo lunghi sforzi coronerà il suo sogno di diventare mangaka affrontando tutte le brutture del lavoro come il ritmo di lavoro massacrante, le lotte interne tra gli editor, la tensione di dover essere sempre in una posizione buona nei sondaggi dei lettori, le cattiverie piccole e grandi dei colleghi a ogni livello. Venata di spiritualismo e paranormale, la trama lo porterà a incontrare Rin, ragazza dotata di poteri medianici che rivelerà il segreto di “Torus”, l’ultimo progetto del maestro Sawamura Eichi.
Rin è pieno di citazioni e omaggi al mondo dei manga (ma anche a precedenti lavori dello stesso Sakuishi) e ovviamente mette in scena, oltre al protagonista, svariati fumettisti d’invenzione. Sawamura Eichi è un chiaro omaggio a Osamu Tezuka (anche se lo stesso Tezuka viene citato e si dice che Eichi ebbe più successo di lui): la rivista Taurus su cui esordirà Norito dedica un premio per esordienti dedicato proprio a Eichi.
Norito è inizialmente rivale in amore di Hori Daiki, un bravo aspirante mangaka che frequenta la stessa scuola e il cui padre insegna in una scuola d’arte. Un altro rivale di Norito è Taki Kaito. Ennesimo aspirante mangaka è il poco dotato e non più giovanissimo Nishiguchi. Insieme i tre lavoreranno a un progetto di Kaito, Jump. Teraoka Shintarou è un altro autore di belle speranze in lotta con Norito per la serializzazione su rivista dopo aver avuto i primi riscontri positivi.
Tra gli autori affermati e più navigati vengono citati (e occasionalmente compaiono nella storia) l’eccentrica Nishigaitsu Hanako, Mizuno Tooru, Dokuta Dorei e Fuchi Masanao. Gli assistenti di Mizuno Tooru presso cui Norito farà un durissimo apprendistato sono Hara, Yaegashi e Kawasaki. Anche la bella Furukawa ricomparirà da Mizuno dopo avergli fatto da assistente. Quando Norito avrà a sua volta successo gli verrà affidato un assistente: Tajima.
Durante una visita al monte Koujin i personaggi scopriranno che anche la guida Higeta Reitarou è stato un mangaka (ha realizzato Youkai Jerks John and Punch e ha collaborato a Citrus Voice di Suzune Ryou).
Viene anche citato tal Maga Michio, portato come esempio di quello che succede a un mangaka che decide di lavorare da casa (il suo caso è stato anche oggetto del libro, o fumetto, La Via del Manga).
Norito scoprirà con dolore che il suo editor stava allevando a sua insaputa altri mangaka erotici: Hirata Yousuke, Sukuzi Shouichi e Maki Trout.
Pseudofumetti: I feel like Lancaster di Hori Daiki; Taki Kaito ha vinto il concorso per esordienti di Taurus con l’opera Sangue e Fango; un altro progetto di Kaito, Presence, finirà testa a testa in un prestigioso concorso contro Old Boy (temp) di Norito. Nishiguchi da solo ha realizzato Boxer Sasuke, inoltre anche lui arriverà all’ambita serializzazione con la serie Money Boxer.
Tra i manga più famosi pubblicati da Taurus ci sono Magical Girl? Lumina e Juice di Dokuta Dorei oltre a Shunpei Chronicles di Mizuno Tooru, un manga ambientato nel mondo del calcio. Altri manga di Mizuno Tooru sono Gunners e Doping Hyena. Norito riuscirà a disegnare uno spin-off di Gunners e in seguito a diventare un assistente di Mizuno. Un’altra rivista di fumetti di una certa presa tra i giovani protagonisti è Beatle. Viene citata anche Shounen Battle; Negli anni ’80 usciva invece una testata chiamata Gospel. Dei manga storici citati in Rin sono Stone Fist di Kitagawa e Sanada di Fuchi Masanao.
La compagna del liceo di cui Norito è innamorato gli presta un fumetto strampalato di Nishigaitsu Hanako su viaggiatori nel tempo (With Charles, You and Henry) ispirato a Happy Annals of the Three Kingdoms di Christie Sakuishi. La Nishigaitsu ha anche realizzato The Red and White Rose Emblems e The Angel with a Devil’s Horns.
Il maestro Sawamura Eichi ha realizzato fra gli altri Boiler-man, le detective Haru & Mai, Dersu del Nord, The Genius Chef Duke, The Centurion Mars, Stray Cats of the Three Kingdoms, Hip Hop Baby e Heikichi Hankachou.
Venendo al protagonista, il manga è molto dettagliato nel seguire ogni passaggio della sua carriera. Da bambino Norito voleva confezionare un manga che si sarebbe intitolato Fushimi’s Magazine. Il manga a cui il protagonista si dedica con abnegazione tutta giapponese durante l’estate si dovrebbe chiamare Idiot, con cui verrà segnalato per un premio della rivista Taurus. In seguito proporrà lo storyboard del fumetto Savate’s Triangle Kick e di A Transfer Student from the Favela, che poi verrà stravolto per farne un manga erotico con cui Norito vincerà il più ambito premio della rivista. Il suo editor gli propone di disegnare fumetti erotici: il primo sarà Dreaming of You che otterrà i favori della redazione e quindi una menzione speciale che lo pone sopra il normale e già prestigioso premio semestrale con cui l’editore cerca nuovi talenti. Altri progetti per il concorso sono Home Tutor Narumi-Sensei e Old Boy (temp), a cui farà seguito Old Boy 2nd dopo che il precedente si classificherà solo secondo al concorso per cui era stato realizzato (ma verrà messo in stand-by a causa di un cambio di redazione nella rivista).
Una volta diventato assistente di Mizuno, Norito ritenterà la scalata ai concorsi per giovani promesse con Remember, basato sulla sua drammatica storia familiare segnata dalla malattia. Il fumetto sarà un tale successo presso gli editor da portarlo all’ambita serializzazione, il momento in cui da uno one shot di prova si passa a creare una serie sancendo l’inizio della carriera di un mangaka. Remember verrà addirittura riproposto in volume.
La vera natura del legame ancestrale tra Rin e Norito verrà rivelata grazie a un manga disegnato dal protagonista mentre si trova in gita presso alcuni santuari.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

AMAZING FANTASTIC INCREDIBLE (STUPEFACENTE INCREDIBILE FANTASTICO)
(Stati Uniti 2015, © Simon & Schuster, biografico)
Peter [Allen] David (T), Colleen Doran (D)

Lungo monologo a fumetti di Stan Lee che racconta le gioie e i dolori della sua vita privata e della sua carriera di sceneggiatore. Pur arrivando fino ai giorni nostri e trattando anche le esperienze con medium diversi dal fumetto, le parti più interessanti per i fan sono sicuramente quelle in cui Lee descrive i suoi processi creativi e il rapporto con i colleghi e i disegnatori.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)

H. W. GRUNGLE
(Italia 1984, in Ink, © Menhir Edizioni di Telloli P., fantastico, umoristico)
Roberto Anghinoni (T), Paolo Telloli (D)

In un mondo vagamente moëbiusiano un omino baffuto vive delle brevi avventure di taglio grottesco.

L’Ultima Cartuccia in Il Morto 23 (2016). Roberto Anghinoni (T), Chiara Manenti (D).
H. W. Grungle si sta gustando una rivista di fumetti a cui è abbonato quando viene risucchiato dentro il fumetto riuscendo a scappare con creatività dagli ostili protagonisti del fumetto.
Pseudofumetto: la rivista che imprigiona tra le sue pagine H. W. Grungle si chiama Amazing Adventures.

[TELEVISIONE] ALTRO (pag. 129)

THE THUNDERMANS (I Thunderman, Nickelodeon)
(USA 2013 [in corso], 4 stagioni, 83 episodi)
Sitcom, Nickelodeon, creato da Jed Spingarn. Con Kira Kosarin, Jack [Davis] Griffo, Chris Tallman, Rosa Blasi

Serie televisiva basata sullo stesso canovaccio del film d’animazione Gli Incredibili: una famiglia di supereroi vive in incognito in una cittadina americana cercando di condurre una vita normale. Ci sono il padre superforte, la madre con poteri elettrici, due gemelli adolescenti che hanno poteri telecinetici e i piccoli Billy, superveloce, e Nora, che lancia raggi ottici.

Episodio Who’s Your Mommy (2015)
Scritto da Anthony Q. Farrell
Il giovane Cedric è ossessionato dalla supereroina Electress (la mamma dei Thunderman) ed entra in possesso di alcune sue proprietà che la madre aveva proibito ai figli di vendere durante un mercatino di quartiere. I due figli Phoebe e Max cercano di recuperare il maltolto con l’inganno scoprendo un sacco di merchandising dedicato alla madre, di cui si rendono così conto della splendida carriera di supereroina.
Tra i tanti cimeli ci sono anche fumetti dedicati a Electress.

domenica 28 agosto 2016

Star Comics Presenta: D-Day

Con il viatico del -25% sono riuscito a trovare addirittura un volume che a suo tempo mi aveva interessato (e che forse avevo pure ordinato?) ma che non ero mai riuscito a trovare.
D-Day raccoglie due volumi della serie francese Jour-J, raccolta di ucronie in cui si immagina cosa sarebbe successo se alcuni eventi storici fossero andati diversamente. I due volumi qui raccolti sono il tredicesimo e il quindicesimo originali.
Il primo, Effendi Colombo, ipotizza che Cristoforo Colombo non sia riuscito a ottenere i fondi necessari alla sua spedizione come tramandato ma abbia dovuto rivolgersi ai mussulmani di Cordoba, nel cui nome avrebbe preso possesso del Nuovo Mondo dopo essersi convertito all’Islam.
La sceneggiatura è scritta da Fred Duval e Jean-Pierre Pécau con l’aiuto di Fred Blanchard e scorre rapida e impetuosa: dopo le prime pagine che riepilogano la situazione di partenza ci sono dei pungenti scambi di battute dovuti alle differenze religiose del tempo e anche un bel po’ d’azione. Effendi Colombo non è infatti il primo europeo ad aver messo piede in quelle terre e insieme alle tribù di nativi organizzerà una spedizione contro i feroci esploratori precedenti. Buono e originale il finale (d’altra parte essendo la collana formata da one shot non è obbligatorio che i protagonisti di un volume sopravvivano).
Ai disegni tal Emem, un disegnatore realistico veramente molto bravo anche se a volte si inchiostra in maniera pesante. Oltre alla perizia nel disegnare sfondi e figure umane si mette in luce anche per la sua abilità di narratore: con dei sapienti recadrage e una gestione perfetta dello spazio delle singole vignette guida gli occhi del lettore esattamente come vuole lui. Nonostante il formato di Star Comics Presenta sia abbastanza dignitoso, credo che Emem avrebbe meritato delle pagine più grandi per essere gustato appieno, così come gli avrebbe giovato una colorazione meno livida.
L’altro episodio raccolto è La Setta di Nazaret (a differenza di Succubi il volume è un flip book che va ruotato per leggere l’altro episodio: scelta pop secondo me un po’ svilente per delle belle produzioni francesi), in cui lo stesso team di sceneggiatori immagina che un esausto Ponzio Pilato abbia acconsentito a lasciare libero Gesù, che organizza una feroce resistenza ai Romani coi suoi seguaci, i “Pesci”. Il vero protagonista è il pretore Claudius che dopo anni dalla mancata esecuzione di Gesù cercherà di impedire un attentato di proporzioni titaniche contro Roma ordito dai Cristiani che dominano l’arte di creare il fuoco greco, la mitica (ma pare esistesse veramente) miscela che a contatto con l’aria diventa una bomba incendiaria. Anche qui il finale è buono, anche se forse un paio di tavole in più avrebbero reso l’ecatombe più drammatica, e a livello di dialoghi siamo anche meglio di Effendi Colombo.
Buoni i disegni di Igor Kordej, nettamente più espressionisti che realisti e inaspettatamente memori della lezione di Richard Corben.

martedì 23 agosto 2016

Ut 6: Iranon in Atem

E così la miniserie di Corrado Roi e Paola Barbato è giunta al capolinea. Dopo l’episodio precedente che aveva fatto chiarezza praticamente su tutti gli aspetti della trama questo sesto numero sembra voler dare una chiave di lettura a tutta l’operazione, quasi una dichiarazione programmatica di quello che è stato messo in atto con questa miniserie. Purtroppo nel farlo (sempre che questa fosse la volontà degli autori) si è optato ancora una volta per uno stile onirico, sincopato e grottesco. Forse non è un caso che Atem al contrario si legga “meta”, da intendersi non solo come la destinazione ultima di un viaggio ma anche come abbreviazione di metanarrazione e metafumetto.
Dunque: l’assunto di partenza di Ut, i suoi personaggi e tutta l’ambientazione sono stati veramente originali. Sicuramente è la prima volta che a essere protagonista di un fumetto seriale Bonelli non è un eroe o un antieroe ma un savant fou (decisamente più fou che savant) senza particolari sfaccettature ma con un atteggiamento spiccio e risoluto, più simile al Jesuit Joe di Pratt che a Tex. Non solo: il protagonista non ha il volto ricalcato da quello di un personaggio famoso, ma addirittura non ce l’ha nemmeno un volto, visto che lo si vede sempre con la maschera. E addirittura Ut è a malapena il “protagonista” della storia a lui intitolata considerato che un ruolo di maggior rilievo e più canonico ce l’ha Iranon.
Ora: considerati tutti questi fattori, certi aspetti di Iranon in Atem potrebbero essere visti sotto una luce appunto metanarrativa. Può darsi che io abbia solo cercato di trovare dei facili punti di riferimento in un guazzabuglio un po’ complesso e pieno di metafore, ma forse la “casa” principale va letta come la casa editrice che non può più permettersi di produrre personaggi originali “puri” e dalla vita infinita come potenzialmente avrebbe potuto essere il più classico Iranon, ma si rassegna a trovare vie alternative come Ut. Molti dialoghi si prestano a essere letti in questa chiave (talvolta cogliendo delle vaghe critiche agli “Originali”: «Ciascuno di voi viene generato seguendo una regola», «Il vostro percorso è sempre identico»…) e chissà, forse non è un caso che Ut abbia un dibattito chiarificatore, per quanto possa essere chiarificatore, proprio con un uomo e con una delle poche donne di rilievo che compaiono in Ut, esattamente come i suoi autori sono un uomo e una donna.
Ripeto: è solo una mia interpretazione con cui ho provato a districarmi tra le metafore e i simbolismi di cui questo numero è pieno e magari certi riferimenti criptici volevano rimandare alla condizione umana in generale o a quella dei lettori più in particolare. O forse non volevano significare proprio nulla. Come scritto in quarta di copertina: «Sei confuso, perché hai appena vissuto la fiaba…»
In ultima analisi, ho comprato Ut principalmente per i disegni e questi si sono rivelati addirittura superiori alle aspettative. Ma in più la miniserie mi ha offerto anche un protagonista e un’ambientazione decisamente originali e alla fine anche l’ermetismo di cui è pervasa la miniserie ha avuto il suo fascino. Insomma, ne valeva la pena.

domenica 21 agosto 2016

La mia tastiera

Dovrei avercela dal 2004 (e dalla sporcizia si vede, accidenti, ma forse è solo l’effetto del flash). A quanto pare uso tantissimo le A, le I, le O, le M, le L, le N e le P. Un po’ meno le E, le T, le R, le S, le G, le H e le C. Curiosamente anche la K mostra discreti segni di utilizzo. La barra spaziatrice, poi, è sfondata…

giovedì 18 agosto 2016

Supreme Blue Rose

Ahia. Warren Ellis si dà al metafumetto spinto. Questo Supreme è proprio quello di Liefeld, poi rivitalizzato da Alan Moore e continuato da Erik Larsen. Ma questa versione è una “rosa blu”, cioè una cosa che non esiste in natura ed è stata creata artificialmente dall’uomo…
Per farla breve: Diana Dane viene incaricata da Darius Dax di indagare su un presunto incidente aereo avvenuto a Littlehaven. Tutto è collegato al recente reboot dell’universo narrativo di cui fa parte Supreme e di cui alcuni dei tantissimi (troppi) personaggi coinvolti hanno una vaga consapevolezza.
In pratica quello che viene mostrato è il dietro le quinte di cosa succede ai “personaggi in cerca d’autore” mentre attendono di transitare da un universo narrativo allo stesso universo totalmente rinnovato, come accade con sempre maggior frequenza negli Stati Uniti.
Grazie a dio viene fatto cenno della cosa nella quarta di copertina, perché altrimenti sarebbe stato veramente difficile raccapezzarcisi. E comunque con Superman o Batman avrebbe avuto un altro impatto che con questi personaggi misconosciuti, tanto che forse una introduzione che spiegasse un po’ di storia pregressa e introducesse i personaggi sarebbe stata necessaria.
L’idea di base è praticamente identica a quella che Grant Morrison aveva avanzato nel suo ciclo di Animal Man circa vent’anni fa; le situazioni e i dialoghi imbastiti da Ellis si fanno leggere ma senza mai suscitare particolari entusiasmi. Chissà come se la riderà ripensando a come è riuscito a venderci il nulla.
I disegni di Tula Lotay, la stessa che ha fatto le copertine di Rebels, seguono l’andazzo psichedelico e canzonatorio dello sceneggiatore: a volte i suoi rapidi schizzi a matita colpiscono perfettamente il bersaglio e sono belli ed espressivi, altre volte sembrano un po’ tirati via. A integrare il tutto una colorazione che usa effettacci per simulare impurità della carta, peli sulle pellicole (pellicole che ormai non si usano nemmeno più per la stampa), rare macchie e sin troppi fuori registro, tanto che ogni tanto viene il dubbio che sia proprio la stampa della RW Lion a non essere buona – ma in alcune pagine la resa è veramente perfetta, quindi chissà.
Penso che in definitiva un prodotto del genere sia da consigliarsi esclusivamente agli appassionati di Supreme e della sua cosmologia, ammesso che esistano.
la maledizione del sesto dito colpisce ancora (la Lotay non può nemmeno dare la colpa al colorista perché anche i colori li fa lei)


domenica 14 agosto 2016

Beh, tutto qui?

Ma come, Viola Giramondo si è già conclusa sulle pagine de Il Giornalino dopo appena 8+11+7+9+4 pagine? La notizia del sodalizio tra Tunué e San Paolo lasciava presagire un bel potenziamento del reparto fumetti della rivista ma in pratica questa prima proposta è stata poco più di un’introduzione a quello che speravo fosse un fumetto più articolato.
Comunque dalle caratteristiche tecniche della versione in volume mi pare di capire che c’è ancora del materiale da pubblicare. Voglio essere fiducioso.

sabato 13 agosto 2016

Fumettisti d'invenzione! - 102

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

INVINCIBLE (IDEM)
(Stati Uniti 2002, in Tech Jacket, © Robert Kirkman, LLC & Cory Walker, supereroi)
Robert Kirkman (T), Cory Walker (D)

Mark Grayson, ibrido umano-alieno, è figlio del supereroe Omni-Man e diventa a sua volta il supereroe Invincible vivendo in tale veste delle frizzanti avventure che sono omaggi dichiarati ad alcuni eventi-cardine del genere.
Mark è un appassionato di fumetti e il suo personaggio preferito è Science Dog, creato da Philip Schaff che lo scrive e disegna e che compare occasionalmente nella serie permettendo qualche siparietto umoristico che prende di mira certe abitudini dell’industria del fumetto statunitense.
Pseudofumetto: Science Dog edito da Caption Comics, da cui è anche stato tratto un film. Nel numero 25 Science Dog avrà apparentemente uno scontro con Invincible (ma le cose non sono quello che sembrano) e successivamente gli verrà persino dedicata una testata vera.

[TELEVISIONE] CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE (pag. 119)

THE BIG BANG THEORY (idem, Mediaset Premium)
(USA 2007 [in corso], 9 stagioni, 207 episodi)
Sitcom, CBS, creato da Chuck Lorre [Charles Michael Levine]. Con Johnny [John Mark] Galecki, Kaley Cuoco, Jim [James Joseph] Parsons

Divertente serie di culto che ha vinto vari premi. In un palazzo di Pasadena abitano sullo stesso pianerottolo l’aspirante attrice Penny e gli scienziati Leonard e Sheldon, irrimediabilmente nerd e antisociali.
The Big Bang Theory presenta moltissimi omaggi alla cultura pop con particolarmente riferimento all’universo geek (giochi di ruolo, fumetti, cosplay, ecc.), tra cui comparsate eccellenti come quella di Stan Lee nell’episodio The Excelsior Acquisition (2010).

Episodio The Good Guy Fluctuation (2011)
Scritto da Chuck Lorre, Dave Goetsch, Maria Ferrari, Bill Prady, Steven Molaro, Steve Holland
Leonard, all’epoca impegnato sentimentalmente a distanza con la sorella del suo amico Taj, incontra in una fumetteria l’affascinante Alice, che oltre a essere un’appassionata di comic book ne produce di propri.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)

WHAT’S NEW? WITH PHIL AND DIXIE!
(Stati Uniti 1980, in Dragon, © Phil Foglio, umorismo, recensioni)
Phil [Philip] Foglio

Phil Foglio e la sua assistente Dixie Null recensiscono di volta in volta giochi da tavolo (più raramente war games e giochi di ruolo) oppure si concentrano su alcuni aspetti del mondo ludico. Ospitata sul mensile Dragon della TSR, casa editrice leader del settore dei giochi di ruolo, la serie ha spesso delle derive surreali.

Senza titolo in Dragon 63 (luglio 1982). Phil [Philip] Foglio.
L’autore e protagonista non ha mai rimarcato la sua identità di fumettista, per quanto in un episodio lo si sia visto a una convention a fare dediche, e in effetti all’epoca Phil Foglio era quasi esclusivamente un illustratore. Nell’episodio in oggetto, che verte intorno all’uso dei computer come supporto per il gioco di ruolo (argomento piuttosto dibattuto all’epoca sulle pagine della rivista Dragon), la scena viene rubata al protagonista dal primo cartoonist robot della storia.

CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)

EL CONCURSO
(Spagna 1987, in Totem El Comix, © Ganuza, fantastico)
Guillermo Ganuza

Un aspirante autore di fumetti deve sottoporre un suo elaborato a un concorso ma la tensione dovuta alla mancanza di ispirazione è tale da spingerlo a rinnegare i fumetti, con effetti nefasti.
Guillermo Ganuza aveva solo 15 anni all’epoca della pubblicazione quando a sua volta sottopose El Concurso al concorso annuale delle riviste del gruppo Toutain, arrivando secondo classificato nella sezione a tema libero.

mercoledì 10 agosto 2016

La Banda di Monica

Nuovo membro del club del 50% di sconto. Edito nel 2011, quando aveva già suscitato la mia curiosità, La Banda di Monica è stato probabilmente un tentativo da parte della Panini di verificare l’interesse che questo best seller brasiliano poteva suscitare in Italia. Da quello che so a questo primo volume non ne ha fatto seguito nessun altro.
A spingermi all’acquisto è stato l’interesse di carattere storico verso il fumetto, la curiosità per un prodotto di enorme successo in patria e quindi la possibilità di riempire un tassello fondamentale nel mosaico del fumetto mondiale. Per il resto, La Banda di Monica è un prodotto destinato nettamente ai bambini.
Purtroppo la parte che potenzialmente avrebbe potuto interessarmi di più non si è rivelata all’altezza delle mie speranze: i redazionali, che comunque non sono pochi, si dilungano in sperticate lodi a Mauricio de Sousa e all’impero editoriale che ha costruito in Brasile, segnalando curiosità come le attività umanitarie dell’autore/editore e il recente corso teen della serie, ma senza approfondire nessuno degli aspetti più generali. I dati tecnici e anche quelli storiografici più basilari vengono ignorati totalmente: non sono specificati modalità e formati delle pubblicazioni originali (sono settimanali o mensili? Pocket o comic book?) e nemmeno l’anno di nascita del fumetto. Forse è stato scelto di non appesantire con dati tecnici una pubblicazione idealmente destinata ai lettori più giovani, ma anche sulla selezione delle storie ci sarebbe da ridire.
È chiaro che con una mole sterminata di pagine tra cui scegliere la Panini avrà avuto delle difficoltà a selezionare quelle più rappresentative, ma forse si sarebbe potuto fare meglio. Dopo una paginetta introduttiva il fulcro del volume è costituito da una lunga versione di Romeo e Giulietta interpretata dai protagonisti del fumetto. Non si tratta quindi di una “vera” storia di Monica & co. ma di un fumetto in cui i personaggi interpretano altri personaggi e in cui quindi il lettore che ancora non ha confidenza con i protagonisti deve desumerne le caratteristiche principali per conto proprio. La storia in sé non è nemmeno male, se consideriamo il pubblico di riferimento a cui è indirizzata, e riesce a strappare più di un sorriso – anzi, il capitolo del balcone è esilarante.
Nel resto del volume di Monica c’è ben poco visto che si è optato per offrire una panoramica sugli altri personaggi di de Sousa, che mi hanno ricordato molto le proposte nostrane degli albetti Alpe e Bianconi. Di Blu (cagnolino che, se ho ben capito, ha rappresentato l’esordio di de Sousa) viene presentata una storia semplice, abbastanza simpatica e metanarrativa – finirà tra i Fumettisti d’Invenzione se riuscirò a reperirne gli estremi esatti. Segue la storia di un cavernicolo, Piteco, che partendo nientemeno che dal mito della caverna di Platone traccia un quadro dell’alienazione moderna. Fantasmino e Frank condividono un universo comune: del primo viene presentata una storiellina abbastanza simpatica (forse pubblicata in un formato originale molto più piccolo perché qui i contorni delle figure risultano stampati male) mentre il secondo, una trasposizione del mostro di Frankenstein, è protagonista di una vicenda meno canonica e a tratti malinconica. Ronaldihno Gaucho compare in due storie brevi di una tavola ognuna e quindi non ci si capisce molto se non il lato buonista ed educational anticipato anche dall’articoletto che ne parla.
Conclude la foliazione una breve introduzione in bianco e nero alla versione teen di Monica.
Di certo una proposta più filologica, presentando ad esempio una storia di Monica per ogni decennio, sarebbe stata più utile per farsi un’idea del fumetto ma, oltre al fatto che forse la Panini ha dovuto sottostare ad accordi specifici per selezionare le storie, una cosa del genere avrebbe interessato gli appassionati di fumetti e non i bambini a cui La Banda di Monica era probabilmente indirizzato. Ma ormai i fumetti li leggono solo gli appassionati, non certo i bambini. A tal proposito, forse 12 euro non sono nemmeno pochi per un volumetto a colori di 96 pagine, pur stampato su bella carta patinata, e anche questo può aver allontanato un potenziale acquirente (dubito che il volume abbia avuto una diffusione in edicola).

lunedì 8 agosto 2016

Cosa sta succedendo a Fumo di China?

Negli ultimi tempi ci sono stati un sacco di refusi e qualche altro errore assortito. Nelle ultime due uscite la tendenza si è ulteriorimente intensificata: nel numero 251 hanno riproposto pari pari 4 pagine già comparse nel precedente (!); nel numero doppio estivo 252/253 invece di inserire il testo corretto nella recensione a Quasi signorina hanno ripetuto quello della recensione precedente!
Che poi... se recensiscono Quasi signorina adesso vuol dire che è uscito da almeno due mesi, ma nella fumetteria a cui l'ho ordinato è arrivato solo una settimana fa...

domenica 7 agosto 2016

Confusione Mostruosa

Accanto al club del 25% ne ho scoperto un altro, quello del 50%! Primo acquisto in tal senso è un volume pubblicato 15 anni or sono dalle Edizioni BD, la cui vendita è giustificata a metà prezzo anche in virtù delle condizioni non proprio ottimali in cui era ridotto (niente di che, comunque: giusto qualche bozzo).
La storia è ambientata tra le mura di casa Trondheim, dove la mamma e il papà artisti sono attorniati da due bambini, Jeanne e Pierre, che a loro volta amano disegnare. Inavvertitamente, parte della polvere con cui i disegni dei genitori prendono vita finisce anche su uno dei mostriciattoli disegnati dai figli e così la casa si trova infestata dal pestifero Oko.
Di lasciare l’appartamento non se ne parla perché Jeanne e Pierre non vogliono abbandonare i loro giocattoli, così il papà ha l’idea di creare un altro mostro che dia la caccia al primo, che si chiamerà Giangiacomo come si conviene ai mostri buoni. Ovviamente si tratta del preludio a disastri sempre maggiori e a situazioni esilaranti fino al simpatico finale.
Più che un fumetto vero e proprio si tratta di un racconto illustrato, ma nel 2001 si era in piena ebbrezza da Association e la BD avrà visto delle potenzialità anche in una proposta così particolare. Confusione Mostruosa è divertente e piacevole, con alcune gag che potranno essere apprezzate anche e più dagli adulti. Di certo il prezzo originario, 22.000 lire, si adatta di più a quello che effettivamente è il volume, cioè un raffinato libro cartonato per bambini da 32 pagine, piuttosto che a un fumetto. Da segnalare che il lettering era ancora fatto a mano. Quando l’ho realizzato stavo per piangere dalla commozione.

venerdì 5 agosto 2016

Historica 46 - La Compagnia del Crepuscolo 1: Il bosco delle nebbie

E finalmente su Historica è comparso La Compagnia del Crepuscolo, annunciato varie volte su Anteprima ma concretizzato solo adesso – confesso che non ci speravo più. Dato il tenore della saga di storico c’è ben poco, giusto un accenno di contestualizzazione della vicenda e un richiamo a epoche passate, e difatti Sergio Brancato nell’introduzione fa i salti mortali per giustificare la sua presenza nella collana (citando velatamente, oltre a Roland Barthes, pure Storia e Discorso di Seymour Chatman); questo fumetto è più un fantasy, o per meglio dire una storia fantastica in cui elementi folkloristici e leggende convivono apparentemente con la “realtà”, come in alcuni fumetti di Servais. Mille volte meglio i folletti che le ennesime trincee della prima guerra mondiale, dico io.
Ne Il sortilegio del bosco delle nebbie, primo dei due episodi raccolti, un cavaliere spiantato e sfigurato raccoglie due derelitti sopravvissuti allo sterminio di un villaggio, il giovane Aniceto e la selvaggia Mariotta accusata di stregoneria, e li conduce con sé nel Bosco delle Nebbie dove dovrebbe trovare una sorta di espiazione affrontando la Forza Nera. A metà volume la storia prende una piega inaspettata e il gruppetto è assalito da una torma di folletti decisamente incazzati visto che dall’alto della loro statura gli umani non si sono accorti di aver distrutto alcune case del loro minuscolo villaggio ammazzando alcuni abitanti. I tre avranno salva la vita a patto che liberino i folletti di un mostro che li tormenta. La storia si sviluppa tra veglia e sogno e il finale non è affatto scontato.
Gli occhi di stagno della Città Glauca è una vicenda ancora più complessa, in cui si rincorrono e si intrecciano tre piani temporali diversi. Il terzetto si trova coinvolto insieme agli amici folletti e a qualche new entry nella ricerca della Città Glauca e nella conseguente eliminazione dei mostruosi Dhuard. Anche questa storia è perfettamente conclusa in sé e si può leggere da sola (beninteso, a raccapezzarsi tra i simbolismi e i bruschi cambi di prospettiva), cosa che avalla la mia ipotesi secondo cui in origine Bourgeon voleva fare solo uno one shot con Il sortilegio del bosco delle nebbia e poi si è fatto prendere la mano.
Sarà stato il piacere di vedere finalmente concretizzata la pubblicazione di un fumetto “maledetto” a lungo rimandato, o forse il ricordo del volume della Nuova Frontiera piuttosto penalizzato dai fuori registro, ma i disegni di Bourgeon mi sono sembrati molto più convincenti qui che nella saga di Isa. È vero che tende a prendersi qualche licenza anatomica soprattutto nei campi medi, ma non abbondando in puntini e tratteggi come spesso ha fatto le tavole ne guadagnano in leggibilità. I colori, vero pezzo forte di Bourgeon, sono ottimi come sempre.
La storia è molto originale, i personaggi sono splendidamente caratterizzati e Bourgeon riesce a trattare situazioni tragiche con un piglio ironico molto riuscito: spettacolari i dialoghi del cavaliere, il cui effetto è tanto più riuscito se immaginiamo la compostezza con cui inanella le sue massime. Ma anche il rapporto tra i tre è molto ben costruito e gustoso.
Data la struttura della saga originale, due volumi della durata standard di 46 tavole più un volumone conclusivo extralarge, questo numero di Historica comprende solo i due terzi della serie e in appendice ci sono dei ghiotti extra tra cui articoli di approfondimento sulle creature reinterpretate da Bourgeon (non scevri da errori: l’arresto di Rubinstein avvenne ovviamente nel 1945 e non nel 1937) e degli splendidi studi e acquerelli dell’autore. È incredibile come questi ultimi siano molto più “vivi” ed espressivi del prodotto finito ma è un fenomeno che riguarda tantissimi disegnatori.
A mio avviso uno dei volumi migliori della collana, per quanto sia un po’ un corpo estraneo a causa delle sue massicce derive fantastiche. Anche il ridicolo lettering che cerca di imitare quello originale fatto a mano da Bourgeon mi è sembrato meno artefatto che in precedenza.

PS: in allegato al volume c’è un flyer in cui si annuncia un volume speciale per settembre, Steve McCurry: New York 11 settembre 2001. Qui a Staranzano fa un caldo infernale ma quando ho letto che si tratta di «un’opera eccezionale che unisce fumetto e fotografia» sono rabbrividito.

mercoledì 3 agosto 2016

Il Morto 24: Alter Ego

Commedia (?) degli equivoci nell’ultimo numero de Il Morto. In un paesino innominato il locale boss mafioso della famiglia Butera ha dei problemi nel settore della droga visto che un nuovo fornitore si sta rivelando un osso troppo duro e al tentativo di truffa di un attendente di don Vito ha risposto facendo strage dei suoi uomini. Il misterioso nuovo arrivato agisce insieme alla sua complice donna, infallibile cecchino, e si intuisce dai loro dialoghi che hanno una lunga e interessante storia alle spalle che li spinge a raggranellare ingenti quantità di denaro in tempi rapidi e senza preoccuparsi della liceità dei metodi usati.
Il caso vuole che questo Dario Fazeni somigli abbastanza a Peg da indurre uno scambio di persona in più di un personaggio coinvolto, dall’ispettore Gambisi che finalmente torna a un ruolo più attivo a un tossicodipendente che è un po’ la chiave di volta di tutto l’episodio fino alle altre comparse della storia.
Il livello di serendipità è altissimo e la trama si sviluppa in un’orgia di coincidenze più che shakespeariane: il Morto verrà ospitato casualmente proprio dalla figlia della titolare della lavanderia dove avverrà il tentativo di rapina del drogato, Vito Butera si scoprirà essere proprio l’ex marito della signora, ecc.
Si chiude comunque volentieri un occhio sulla credibilità della vicenda, visto che la trama di Alter Ego è molto articolata e frizzante. In realtà accanto a molte situazioni umoristiche (addirittura un omaggio a Nonna Abelarda!) c’è anche una vena drammatica nella delineazione della strana coppia. Marco Boselli fa il consueto buon lavoro coadiuvato alle chine da Francesco Triscari.
In appendice una bellissima storia breve scritta e disegnata da Roberto Lari: il soggetto è abbastanza originale e soprattutto toccante, i disegni iperrealisti sono un vero spettacolo.

lunedì 1 agosto 2016

Cosmo Noir 9 - Battaglia 6: Il Pio Padre

Il piacere di rivedere uno dei personaggi più originali e coraggiosi del fumetto italiano è stato parzialmente mitigato dal cambio di formato della collana che adesso passa al 16x21 bonelliano dal 12x18 pocket che secondo me era la sua dimensione ideale. La Cosmo avrà sicuramente avuto le sue ottime ragioni per farlo, ma è evidente che almeno a livello di disegno qualcosa si perde visto che le tavole erano state pensate per una dimensione più piccola e per un’altra diagonale. Almeno le prime 60, visto che probabilmente la decisione della variazione del formato è avvenuta in itinere quando questo episodio era ancora in lavorazione e difatti a una gabbia di due strisce subentrerà una a tre. Niente di drammatico, quindi. E il prezzo di 5 euro è pienamente giustificato dal fatto che le pagine sono 144 contro le consuete 96 di un albo bonelliano.
Stavolta il vampiro siculo dietro le peggiori vergogne italiane deve vedersela nientemeno che con Padre Pio, con cui intraprese nel 1968 una lotta furibonda che occupa praticamente tutto l’albo. Lo spunto di partenza, la ricostruzione della ritualità e i legami con l’estrema destra che vengono immaginati sono evidentemente frutto di una scrupolosa documentazione, e in quest’ottica l’editoriale in cui si giura e spergiura che questo Padre Pio non è quello reale assume contorni gustosamente sarcastici.
La storia è appunto solo la cronaca della cattura e della detenzione di Battaglia presso Pietrelcina, dove un Padre Pio consapevole di essere ormai prossimo alla dipartita cerca di “esorcizzare” il vampiro. Ovviamente gli esiti non potranno che essere catastrofici e flamboyant, ma c’è anche il tempo per un’originale sorpresa finale nella parte ambientata nel presente che fa da cornice alla vicenda.
La narrazione di Giulio A. Gualtieri è secca e non si perde in fronzoli: ci sono elementi satellitari che occasionalmente si meritano un maggiore rilievo (vedi l’intermezzo con la suora, o quello che è, sadica) ma fortunatamente mancano le spacconate e le battute pop/trash citazioniste che mi avevano un po’ guastato la lettura di alcuni episodi precedenti. Se proprio dovessi trovare un difetto, è che da giocatore di ruolo mi aspettavo che il clericale Padre Pio usasse contro Battaglia i mezzi fornitigli dalla fede mentre invece, ad esempio, non ricorre all’acqua santa per torturarlo ma allo stesso acido con cui si procurava le stigmate – sì, il giudizio che viene dato sulla figura di Padre Pio è decisamente critico.
Valerio Nizi ha una pennellata bella corposa e fa un buon lavoro ai disegni: è espressivo, dinamico e sa come gestire i chiaroscuri. Neanche lui come Francini ha forse azzeccato alla perfezione il volto del protagonista ma non è molto rilevante anche in virtù del fatto che spesso il viso di Battaglia è deformato o nascosto da una museruola.
Alla fine il lavoro di Nizi (assistito da Elisa Divi per le ultime 30 tavole) non è stato penalizzato dal cambio di formato quanto dalla qualità di stampa non perfetta, che ha prodotto delle dentellature nei suoi tratteggi e ha impastato quelli più fitti.
Per quel che mi riguarda, questo numero è il migliore della serie. Adesso però devo decidere se metterlo accanto agli altri pocket (ma sarebbe un pugno in un occhio), con i Bonelli o archiviarlo tra i bonelliani Cosmo…