E finalmente la saga raggiunge il
suo culmine, la meta a cui era destinata sin dall’inizio, ovvero la Guerra
Civile Spagnola. Il protagonista, pavido di professione, si trova
involontariamente nel ruolo di comandante di un gruppo di anarchici che devono prendere
un villaggio. Robert viene eliminato dal quadro senza tanti complimenti (forse
non era troppo simpatico a Gibrat, ma è probabile che ritorni più avanti)
mentre una nuova splendida figura femminile si aggiunge ad Amèlie, che dal
canto suo si lascia affascinare dall’aviatore Mermoza – omaggio a Mermoz o è
proprio lui? L’implacabile assenza di omofonia tipica dell’italiano ci
impedisce di apprezzare fino in fondo il gioco di parole per cui inizialmente
il pilota viene scambiato per una “Suor Mermoza”.
La vicenda si sviluppa come negli
scorsi volumi tra ricostruzione documentatissima e cinico disincanto, mettendo
sulla scena personaggi ben tratteggiati e molto affascinanti. Si sorride e ci
si lascia coinvolgere, anche perché lo scrupolosissimo e maestoso disegno di
Gibrat fa veramente percepire al lettore il caldo indolente dell’attesa e la
frescura della notte. Ma stavolta la delusione, almeno per me, è dietro
l’angolo.
Non so perché (forse era stato
annunciato così al momento della sua prima uscita dieci anni or sono) io ero
convinto che Mattéo fosse una
quadrilogia, e che quindi questo quarto episodio fosse quello conclusivo. Nelle
ultime pagine già subodoravo un finale come quello de Il Rinvio, e invece l’episodio finisce in maniera sospesa con un cliffhanger! Non ci sono dubbi: il
finale della saga NON PUÒ essere questo. E di fronte a questo smacco anche
qualche piccolissima defaillance
vista qualche pagina prima mi è sembrata un difetto. In questo episodio i
balloon sono scontornati, ostentando così la loro matrice digitale che mal si
sposa con gli splendidi acquerelli di Gibrat. Il quale, nei campi lunghi, si
dimentica di colorare la tracolla dei fucili, che risulta trasparente. A pagina
8 è poi evidente che si è dimenticato di disegnare i fazzoletti rossi al collo
dei passanti della seconda vignetta, e il tentativo di riparare realizzandoli
direttamente col colore non ha sortito un bell’effetto. Anche Alessandro ci
mette un pochino del suo, scentrando il lettering di un balloon (può capitare)
e soprattutto confondendo in un dialogo il 1914 con il 1944. Sciocchezzuole, ma
alla luce del finale incompleto risultano anche queste un po’ fastidiose.
Restano gli splendidi acquerelli
di Gibrat, la sua prosa tragicamente divertente (qualcosa potrebbe essersi fisiologicamente
perso nella traduzione, come alcuni giochi di parole) e molte sequenze
memorabili. Ma purtroppo anche la certezza che probabilmente mancano ancora un
bel po’ di anni alla conclusione della saga.
Sì, è confermata essere in cinque episodi - da parecchio tempo, aggiungo.
RispondiEliminaTra l'altro, Gibrat ha annunciato che dopo la conclusione riprenderà le vicende de Il rinvio e de Il volo del corvo.
Quindi saranno cinque volumi in tutto? Bene. Questo quarto episodio ha tutta l'aria di essere stato progettato per essere molto più lungo e per questo lo ha diviso in due, o così mi è sembrato.
EliminaUn seguito a Il Rinvio e Il Volo del Corvo?! Ma se sono storie concluse perfettamente! Magari farà un prequel o salterà fuori un'altra cugina...
Questa è L'intervista in cui si parla del progetto. Ovviamente è in francese, ma mi pare si capisca
Eliminahttps://www.ligneclaire.info/gibrat-59127.html/amp
DOMANDA D’autres projets en tête ?
RISPOSTA J’arrive à un âge où il faut prévoir. Après Mattéo je terminerai le cycle du Vol du Corbeau et du Sursis. L’idée je l’ai. Je peux vous la dire. On va retrouver François, Jeanne et Cécile en Indochine. Les petits délinquants de l’époque comme François quand il revient à Paris libéré il a toujours des comptes avec la justice. Donc on lui dit c’est la prison ou l’Indochine dans l’armée. Le naturel va reprendre le dessus, ça va lui sauver la vie mais je n’en dis pas plus. Un peu Saigon mais surtout le Tonkin, la frontière de Chine. Du coup je vais resserrer l’histoire. Mais avant je pense éventuellement aller faire un tour pour un festival aux Albères l’année prochaine dont je signerai peut-être l’affiche.
Sì, insomma, più uno spin off, giustamente. Mi ricorda un po' la piega presa da Tramp, visto che anche lì la trama principale era stata chiusa. Grazie della dritta.
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