domenica 28 agosto 2022

Materia Degenere 2

Meglio tardi che mai. Dopo un anno e mezzo dalla sua uscita è finalmente arrivato il secondo volume di Materia Degenere. Dopo Marco Galli, stavolta è stato il compianto Tuono Pettinato a dare gli input che le cinque autrici hanno sviluppato autonomamente nelle loro storie di trenta tavole l’una. La suggestiva ma nebulosa presentazione di Matteo Contin non approfondisce quale sia stato il percorso creativo e nell’introduzione sulla bandella Tuono Pettinato viene indicato come «portalettere», immagine ripresa dalla copertina di Percy Bertolini che lo ha anche “interpretato” graficamente a seconda delle circostanze in apertura dei racconti (e non solo).

Le danze si aprono con Grembo, in cui una volenterosa bibliotecaria si avventura nell’arretrato Kentucky orientale degli anni ’30 per insegnare la lettura a quelle genti quasi primitive. L’utilizzo di pagine di diario per scandire l’azione è un espediente ormai desueto, ma qui è un elemento importante per saggiare visivamente il vortice di inquietudine in cui sprofonderà la protagonista, che assisterà a dei brutali riti ancestrali che andranno a incastrarsi con una sua tragedia personale. I disegni di Upáta (al secolo Elisa Turrin, lo pseudonimo vorrebbe dire “ragazza” in Friulano ma io non l’avevo mai sentito… anche alla fumetteria di Cervignano dove ho preso il volume hanno scosso la testa… d’altra parte la Turrin è di Pordenone) sono eccezionali, incredibilmente maturi e professionali per la sua età – è nata nel 1996. Non solo padroneggia anatomie, espressioni, inchiostrazione e chiaroscuri ma è molto brava a gestire gli equilibri delle sue tavole e a usare il recadrage. Nel complesso un fumetto veramente molto buono, avrei detto ottimo se non fosse che la svolta finale è piuttosto prevedibile.

Tropical Trouble è una specie di parodia dei film horror adolescenziali degli anni ’80: in una high school americana due sfigati alla base della piramide sociale della scuola hanno ideato l’accompagnatrice con cui andare al ballo di fine anno, cioè uno scheletro su cui sono state iniettate cellule parenchimatiche di piante carnivore, creando una donna-pianta sexy ma affamata di carne umana. Al di là della scia di cadaveri, la storia imbastita da Louseen Smith (pseudonimo dell’argentina Luisina Elizabeth Ilardo) è ricca di personaggi pittoreschi molto ben delineati e presenta anche delle sottotrame, oltre che simpatiche strizzatine d’occhio con i poster sparsi per i muri della scuola. Nonostante sia pesantemente derivativo, Tropical Trouble è comunque originale e soprattutto divertentissimo. Peccato per i terribili disegni, che forse vorrebbero essere pop ma risultano solo scialbi.

Arrivato al contributo di Roberta Scomparsa mi sono entusiasmato per la cura maniacale che ha profuso nelle sue tavole. Al di là di questo, però, Trappola Stiff e il Giro del Fosso ha ben poco da offrire, o forse sono io che non mi sono applicato a sufficienza per capirlo. Da quello che ho letto di lei, la costruzione di una storia propriamente detta non è mai stata una priorità dell’autrice, ma qui si esagera. Giustificata dal fatto che tutta la vicenda è un trip (anzi, il down) della protagonista, la Scomparsa affastella scene estemporanee, personaggi che spuntano dal nulla, testi di canzoni e un sacco di citazioni. E anche i suoi disegni dettagliatissimi, ma sempre di matrice underground, alla fine non beneficiano della giusta resa di stampa. Lasciarsi trasportare da questi deliri può essere anche divertente ma in definitiva mi sembra un’occasione sprecata.

Gigante di Nova è il nome dell’hotel di una località di villeggiatura montana in cui si ritrovano alcune amiche attempate (non che si capisca bene dai disegni) dedite al pettegolezzo e a feste mascherate lisergiche. Una di loro abbandona il rito orgiastico e si avventura nel bosco dove incontrerà uno yeti, che le fornirà un servizio diverso da quello che la sottolineatura cromatica del suo pube lascerebbe intendere. La storiellina è anche divertente, ma non sono sicuro di averla messa a fuoco del tutto. Anche le tavole meriterebbero di essere messe a fuoco, nel senso di bruciate: capisco che la sciatteria improvvisata oggi viene fatta passare per stile, e che i colori in questo contesto sono più importanti dei segni, e che chissà quanto (e se) sarà stata pagata l’autrice per queste 30 tavole, ma il suo schematismo ostentatamente frettoloso e impreciso alla fine diventa irritante.

Chiude il volume Io sono Iena, un bel thriller che ha per protagonista un reduce mutilato ossessionato dalle iene e dall’immaginario furry. Con un costume confezionato in proprio (e quindi piuttosto inquietante) cerca di intrufolarsi in una convention di altri appassionati che condividono il suo feticcio e all’ennesimo “rimbalzo” all’ingresso scatta la tragedia. Efficace la scelta di inserire dei “disturbi” nelle tavole a simulare la psicosi del protagonista, ma a giudicare dai disegni sembra che anche l’autrice (Ferraglia) sia mutilata. Il tratto nervoso e graffiato delle sequenze con il protagonista ha ovviamente un suo senso, ma anatomia e proporzioni andrebbero comunque rispettate. Almeno un po’. E un’inchiostrazione degna di questo nome avrebbe reso i personaggi travestiti da animali più morbidi e identificabili, creando un bel contrasto con il protagonista.

Difficile fare confronti con il precedente Materia Degenere: anche in questo secondo volume, anzi Materia Degenere², la varietà di stili e di temi consentirà di trovare qualcosa di proprio gusto a categorie di lettori molto diverse, sia che cerchino delle storie divertenti, dei “bei disegni”, dei deliri lisergici, delle citazioni pop, ecc.

lunedì 22 agosto 2022

Pericolo rientrato

 Da Anteprima 372:

Ho chiesto a chi di dovere: il volume in realtà sarà in bianco e nero come è giusto che sia.

mercoledì 17 agosto 2022

Méta-Baron 1 e 2

Alla fine ho voluto dare una chance a questo ennesimo spin-off dell’Incal anche se non è opera al 100% di Jodorowsky. Con ogni probabilità si colloca subito dopo la saga disegnata da Gimenez, però il voto di non uccidere più il Meta-Barone lo aveva fatto dopo che Animah gli aveva affidato Solune e sfoggia anche un braccio artificiale di cui non ho memoria… Oh, beh, credo che elaborare una cronologia coerente sia l’ultimo dei pensieri di Jodorowsky.

La serie, organizzata a blocchi di due episodi, si apre con un flashforward in cui il Meta-Barone è costretto a fuggire dai Techno-Technos in un altro universo. Come di consueto, il robottino servitore Tonto racconta gli eventi che hanno portato a quel punto: il Tecno-Vaticano sta scialacquando miliardi per costruire un nuovo Pianeta d’Oro più grande (riferimento temporale che non mi aiuta a collocare la saga) mentre il Meta-Barone in persona se ne torna a Marmola, il pianeta d’origine dei Castaka e unico da cui si ricava l’epifite, per rimpossessarsi di ciò che appartiene alla sua casta. Ragionevolmente preoccupato, il sadico Tecno-Papa cerca un sostituto al rammollito che aveva gestito le risorse del pianeta, ma l’unico a presentarsi avendo ammazzato tutti gli altri è il Techno-Ammiraglio Wilhelm-100, un guerriero di raro sadismo con delle protesi gigantesche al posto delle braccia, che riesce a sopportare proprio grazie all’epifite che il suo schiavo-scienziato Tetanus gli somministra.

Scoperti degli ammanchi nelle scorte di epifite da distribuire all’Impero Galattico (non è che le miniere siano eterne), Wilhelm-100 cerca di sviare l’attenzione sulla cosa predisponendo un attacco al Meta-Barone, che se andrà a buon fine lo coprirà di gloria. Siccome il Meta-Barone è per definizione imbattibile, Tetanus ordisce un piano: creerà un clone del Meta-Barone dalle tracce biologiche rimaste sulla spada che brandì Testa di Acciaio, unico ad aver spillato il suo sangue. Tetanus ne approfitta per impiantare l’embrione nel ventre della donna che ama e che lo ha sempre rifiutato, ma il tempo richiesto dalla gestazione spazientisce il Techno-Ammiraglio che la squarta e fa continuare la procedura nel ventre di un bisonte dopato. L’Anti-Barone che ne esce, Khonrad, è ovviamente una macchina di morte spietata e potentissima ma il Meta-Barone, pur se momentaneamente pacifista, è pur sempre il Meta-Barone… anche se le circostanze e il buon Tetanus agevolano la sua vittoria.

Questi primi due volumi sono assai godibili e l’assenza di Jodorowsky come sceneggiatore non si avverte. Forse Jerry Frissen è stato bravo a imitare il suo stile (anche se uno o due dialoghi mi sono suonati un po’ troppo moderni) o forse il materiale di partenza era già talmente “jodorowskyano” che non serviva lavorarci troppo sopra. Infatti Wilhelm-100, Il Techno-Ammiraglio e Khonrad, L’Anti-Barone sono un tripudio di ammazzamenti, torture, mutilazioni e crudeltà assortite. Tanto parossismo sfocia quasi nella parodia, dopo un po’ viene spontaneo non prenderlo troppo sul serio. Non mancano comunque delle soluzioni ben architettate per trarre d’impaccio i personaggi, e non manca nemmeno il sense of wonder di molte opere di Jodorowsky. C’è anche un gran lavoro sui personaggi, che sono tutti estremamente ben caratterizzati, e la tragica aria shakespeariana che si respira in più punti dona un tocco aulico alla vicenda. Vicenda che oltretutto è pienamente fruibile in questi due volumi, anche se alla fine si prepara il campo per il prossimo dittico. A tal riguardo, mi sembra che la serie sia stata progettata con cura, almeno sul breve termine, visto che i prossimi episodi metteranno sotto i riflettori personaggi già introdotti in questi.

I disegni di Valentin Secher sono molto buoni, anche se credo che faccia abbondante uso del computer. Mi sembra palese per molti volti il ricorso a fotografie: il Techno-Ammiraglio potrebbe essere ispirato a Kiefer Sutherland?

Nel complesso direi che è una serie molto valida e stavo per scrivere che difficilmente la vedremo in italiano (non tanto per l’estrema violenza quanto per la rappresentazione corrotta e decadente di una Chiesa che pur essendo Techno- viene pur sempre chiamata Vaticano) ma cercando le immagini delle copertine su internet ho scoperto che Alessandro Editore l’ha già pubblicata nel Belpaese.

domenica 14 agosto 2022

Federica (è) il Diavolo 4 di 8: Ritiro prepartita

Mah. Sarà l’ambientazione calcistica che aborro, sarà l’estrema banalità del soggetto, saranno i disegni… ma questo nuovo episodio della creatura di Federica Tommasi non mi è piaciuto.

Dopo e durante la pessima esibizione in campo dei tre fuoriclasse stranieri della Ostrogota un flashback ci spiega perché sono così spompati: Anna, moglie del cumenda che possiede la squadra, per punirlo vuole far perdere la partita decisiva del campionato. Per questo ingaggia l’amica Federica in modo che sfinisca i tre calciatori a suon di sesso la notte prima della partita. Praticamente la trama è la stessa di Cicciolina e Moana “Mondiali”, ma con abbondanti riferimenti a L’Allenatore nel Pallone (beh, già il nome della squadra…).

Di sesso se ne vede solo dopo la metà di questo fascicolo di 32 pagine e oltre alla trama è banale anche l’espediente di usare didascalie con doppi sensi in modo che la telecronaca della partita si adatti alle evoluzioni sessuali dei quattro. È un mezzuccio che trovo stucchevole persino quando lo usa Alan Moore. Unici sussulti di originalità, un calciatore che pretende un pissing e un’imprevista deriva omosessuale degli altri due, assolutamente forzata e irrealistica.

I disegni di Laura “Shirl” Putrino sono purtroppo assai caricaturali. Anche il/la Burby del terzo episodio lo era, ma in quel caso la morbida rotondità del tratto era conturbante e serviva a stemperare una storia dalle derive horror. Qui invece lo stile deformed rende sgraziati e sproporzionati i personaggi, che a volte cambiano connotati di vignetta in vignetta. Anna, poi, immagino che dovesse essere almeno carina, ma la prima immagine che ce la mostra è così squadrata da renderla brutta. Fortunatamente per lei, come detto, la Putrino non sempre riesce a mantenere le stesse fisionomie. En passant, se il magazziniere che apre la strada a Federica doveva essere Lino Banfi, beh, non ci somiglia per niente.

Questo episodio è nettamente quello peggiore visto finora. Persino la copertina della pur brava Elena “Selenike” Nastasi mi è sembrata poco ispirata.

giovedì 11 agosto 2022

Il Morto 53: Nostalgia Canaglia

Titolo geniale di Ruvo Giovacca che prendendo spunto dall’immortale hit di Al Bano e Romina Power si riferisce in realtà a un particolare tipo di nostalgia, quella verso il ventennio fascista.

Peg e Itala sono apparentemente periti nel lago a seguito dell’“incidente” che chiudeva lo scorso numero. Ovviamente sono sopravvissuti e insieme al bottino in lingotti d’oro dell’eredità di Itala si rifugiano in una casetta in campagna per pianificare le prossime mosse mentre gli uomini del dannunziano “Barone” (deciso a ricostituire il partito fascista) danno loro la caccia. Alla fine Itala viene catturata e persino il Morto se la vedrebbe brutta, se non fosse che si è saggiamente assicurato l’aiuto di un sub.

Oltre a essere movimentato e piuttosto originale, questo episodio si segnala per delle sequenze umoristiche veramente esilaranti (il contadino terrorizzato dalla “strega” Itala, la giustificazione di tutte quelle fedi da parte del Barone…) ma anche perché finalmente arriviamo a un punto fermo nella saga senza un cliffhanger che ci faccia rimanere col fiato sospeso per mesi.

Ottimo il lavoro di Vasco Gioachini, molto espressivo e dalle vignette assai ricche e dettagliate (ma qui ovviamente è quasi sicuro che il merito sia dello Studio Telloli). Unici elementi che tolgono parte del fascino ai suoi disegni sono il ricorso occasionale a un’area non riempita a simulare un’ombra accanto ai nasi, come si usa nei manga, e il riutilizzo delle stesse immagini a brevissima distanza, così ad esempio ci ritroviamo la stessa vignetta sia a pagina 94 che, rimpicciolita, in quella di fronte.

Nel complesso, uno degli episodi migliori della serie.

In appendice la storia breve Il Sogno di Otan di Angelo Feltrin, autore che ha già dimostrato il suo valore su queste pagine. I disegni sono molto suggestivi, anche la storia lo è se non fosse che il colpo di scena finale si è già visto molte altre volte, anche su queste stesse pagine (anzi mi viene il sospetto che la storia fosse già apparsa su Il Morto).

lunedì 8 agosto 2022

Ricevo e diffondo



Si scaldano i motori di FirenzeGioca:
il 24 e 25 settembre la kermesse fiorentina arriva alla Fortezza da Basso per un fine settimana di gioco per tutti
Al via la prevendita dei biglietti


FirenzeGioca cresce e arriva alla Fortezza da Basso di Firenze, prestigiosa sede fieristica che ospiterà giochi e giocatori sabato 24 e domenica 25 settembre 2022, dalle 10 alle 20.

Sono già aperte le prevendite dei biglietti per la kermesse fiorentina organizzata dall’associazione di promozione sociale ProGioco Firenze in collaborazione con le principali associazioni ludiche della città metropolitana di Firenze e patrocinata da Comune di Firenze, AiCS e Federludo.

“Torna una manifestazione ormai attesa, una due giorni capace di valorizzare e declinare il gioco come leva di crescita e apprendimento. – ha detto l’assessore allo sport e alle Politiche giovanili Cosimo Guccione - Un evento che a partire dall’attenzione al mondo del gioco a 360 gradi approfondisce tematiche importanti e ben sottolinea il rispetto delle regole. Tantissime associazioni ludiche scendono in campo per questa iniziativa che promuove uno svago intelligente e formativo”.

Con eventi di richiamo nazionale, centinaia di giochi da tavolo, american, german, artigianali, giochi di ruolo con o senza master, indie, ospiti, dimostrazioni, concorsi, anteprime e laboratori, FirenzeGioca è la Festa del Gioco per Tutti, un grande evento per tutte le età e per ogni tipo di passione che si svolge all’insegna della socialità e dello svago intergenerazionale, con un’area interamente dedicata a famiglie con bambini, che potranno scoprire e curiosare tra le tante proposte.

“Firenzegioca e io la fo giocare” è lo slogan che testimonia l'orgoglio di centinaia di volontari e giocatori delle associazioni ludiche, che sono da sempre la vera anima della manifestazione e che quest’anno organizzeranno il primo simposio nazionale del mondo no profit dedito al gioco, in collaborazione con CESVOT.

“Sarà un weekend intenso che darà modo di conoscere il mondo del gioco in tutte le sue sfumature di divertimento intelligente ed educativo e dell’arte del far giocare – preannuncia la presidente dell’associazione ProGioco, referente organizzativa della manifestazione, Mirella Vicini -, con ospiti che di parleranno di eduteinment, gamification, didattica ludica, riuso e sostenibilità, anche grazie alla collaborazione con Università degli Studi di Firenze e ai contributi di Fondazione CR Firenze).

FirenzeGioca è protagonista del panorama eventi ludici fiorentino da più di due ventenni e, a riprova della sua costante crescita e affermazione, quest’anno la manifestazione approda alla Fortezza da Basso, location perfetta e prestigiosa”.

Il manifesto dell’edizione 2022 è realizzato da Paolo Chiari, in arte Quercelfo, affermato scultore e modellista maestro di creatività, e interpreta in termini fantasy la conquista ludica dei bastioni del polo espositivo fiorentino.

 

FIRENZEGIOCA 2022

21ma edizione - Festa del Gioco per Tutti

Sabato 24 e domenica 25 settembre 2022

Orario: dalle 10:00 alle 20:00

 

Fortezza da Basso, Firenze

Padiglione Arsenale, con ingresso da Porta Soccorso alla Campagna e Porta Santa Maria Novella (questa riservata a chi ha acquistato il biglietto in prevendita).

 

Web e Social:

www.firenzegioca.it

https://www.facebook.com/FirenzeGioca

https://www.instagram.com/firenzegioca/

#Firenzegioca2022

#Firenzegioca

#eiolafogiocare

 

Comitato Organizzatore:

ProGioco Firenze Associazione di Promozione Sociale

con il supporto attivo delle principali associazioni ludiche toscane

con il patrocinio del Comune di Firenze, Associazione Italiana Cultura e Sport e Federazione Italiana delle Associazioni Ludiche

 

Biglietti:

dai 5 ai 7€ in prevendita attraverso Ticket One e il circuito Box Office;
dai 7,5 ai 9,5€ direttamente in Fiera.

Ingresso gratuito fino a 6 anni; ridotto per bambini e ragazzi fino a 14 anni, soci Unicoop Firenze, possessori di una delle riduzioni ufficiali.

 

Contatti

Segreteria Organizzativa:

progiocoaps@firenzegioca.it

Presidenza ProGioco Firenze APS:

vicinimirella@gmail.com

domenica 7 agosto 2022

Quebrada 1: La città delle Maschere

Bel colpo di fortuna tra le proposte del Tutto a 3 euro. Conobbi e acquistai il primo volume autoprodotto di Quebrada millenni fa, quando ancora studiavo e non disponevo fisiologicamente di molti fondi. Nonostante nessuno dei nomi coinvolti mi dicesse alcunché e i disegni non fossero affatto nelle mie corde investii quelle 20.000 lire (una cifra folle, forse ricordo male ed erano di meno) perché sentivo che quel fumetto aveva “qualcosa” che mi attirava. E malgrado la storia avesse uno di quei fastidiosi finali sospesi, non mi pentii affatto dell’acquisto.

Quebrada è una fittizia località sudamericana dove la lucha libre ha un grande impatto sulla società anche a livello politico ed economico. Il primo arco narrativo qui presentato, Ogni uomo per se stesso (quello che comprai in volume secoli fa), è un mosaico i cui tasselli sono le storie brevi che riguardano i luchadores che prenderanno parte a un match a quattro. Il motore della vicenda è il ritorno di La Cruz, una “mascara” che anni prima aveva vinto il titolo di campione per poi sparire nel nulla. Un altro luchador ne ha preso il posto illecitamente (la maschera è una cosa dannatamente seria a Quebrada) e adesso il vero La Cruz è tornato per esigere vendetta.

I singoli episodi di sei tavole introducono poi i vari personaggi ma forniscono anche indizi su alcune trame sotterranee tra cui quella che vede il violento luchador Ultra Sombra implicato in un processo per stupro, e forse coinvolto nell’incidente che è costato la vita al collega La Maquina. Sfilano quindi lottatori prossimi alla pensione (o che in pensione avrebbero dovuto già andarci), giovani rampanti che con un nome nuovo rinnegano il retaggio di famiglia, professionisti “gambizzati” per evitare che partecipino all’incontro e appunto stupratori poco di buono. Finché, come in un musical, si assiste al numero principale: il famoso match a quattro che potrebbe chiarire alcune cose e sciogliere alcuni nodi, e che per questo dura di più degli altri capitoli. Ma tutto rimane sospeso e lasciato all’immaginazione del lettore, che nel frattempo ha avuto modo di saggiare l’ambientazione e di fare la conoscenza con le regole che la muovono, godendosi una storia noir in cui alla fine la lucha libre è un elemento fondamentale a livello estetico ma non del tutto indispensabile alla narrazione.

Il volume procede poi con un intermezzo di due capitoli ambientato un anno dopo, che fa da collante al ciclo successivo: Il colore della Passione. In questa storia la protagonista è la luchadora quasi omonima (Pasíon) ingannata dal suo “amore” Mezcal in quanto figlia segreta di Rey Negro, il mammasantissima di Quebrada che a sua volta se ne va in giro con una maschera e che molto probabilmente è solo un burattino nelle mani della compagna, la Reina Negra. Altre storie brevi satellitari che concludono il volume fanno capire che la situazione a Quebrada sta per esplodere, con almeno due clan in lotta tra loro e il fantomatico La Cruz che osserva tutto da lontano aspettando probabilmente il suo momento per entrare in scena. In effetti alla fine della lettura si resta un po’ amareggiati, o quantomeno perplessi, visto che alla fin fine si è assistito solo a un colossale lavoro di worldbuilding senza che nel fumetto succeda poi molto, anche a causa dei virtuosismi di Matteo Casali che ha ideato sequenze interamente mute o scene che ne riprendono altre ma da punti di vista diversi. Immagino che tutto questo affresco sia stato completato nel volume conclusivo, Seconda caduta. La città delle Maschere rimane comunque una lettura suggestiva pur se gira un po’ a vuoto. D’altro canto lo stile frammentario di Casali sollecita una partecipazione attiva del lettore per cogliere i vari collegamenti tra una storia e l’altra e capire quali dettagli sono importanti.

I disegni e i colori sono affidati a una pletora di persone diverse, alcune delle quali diventate poi professionisti di alto profilo: tra tutti spiccano i giovani Giuseppe Camuncoli e Matteo Scalera, il nutrito team comprende a vario titolo anche Antonio Fuso, Armando Rossi, Grazia Lobaccaro, Andrea Accardi, Mirko Grisendi, Stefano Tirelli, Luca Bertelè, Stefano Landini, Werther Dell’Edera, Fabio D’Auria, Christian Aliprandi, Davide Turotti, Claudia Palescandolo, Lorenzo Ruggiero, Marcello Fontanesi e Claudia Miari.

Il tempo non è stato galantuomo col lavoro di molti dei disegnatori, ma d’altra parte all’epoca erano esordienti o poco più. In alcuni casi, pochi per fortuna, ci si mette anche una riproduzione insoddisfacente, come se le tavole fossero state scansionate a bassissima risoluzione.

La città delle Maschere uscì nel 2015 per saldaPress a seguito del successo della campagna di crowdfunding che ebbe la sua seconda parte, in un momento in cui il gruppo Radium diede altri frutti interessanti. Potendo contare su materiale già realizzato i costi non furono evidentemente molto alti, cionondimeno il prezzo di 12,90 euro per 144 pagine (anche se non poche sono solo i frontespizi dei singoli capitoli) mi pare che per l’epoca fosse piuttosto buono. Ma ovviamente 3 euro sono ancora più convenienti!

giovedì 4 agosto 2022

Fumettisti d'invenzione! - 177

Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.

In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.

CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)

FEUILLES VOLANTES

(Francia 2022, © Dargaud/Clérisse, fantastico)

Alexandre Clérisse

Il monaco medievale Raoul viene preso di mira dall’Inquisizione in quanto usa i nuovi mezzi di stampa per diffondere le sue storie. Ma Raoul altro non è che il personaggio di un fumetto di Max, proiezione dell’autore. Nel futuro Suzie è un’artista stufa di realizzare opere nella realtà virtuale, che riscopre quindi carta e pennelli per realizzare un fumetto in cui racconta proprio la vita di Max. A sua volta, la vita di Suzie è l’oggetto degli opuscoli diffusi da Raoul.

Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie

FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

LE STORYBOARD DE WIM WENDERS

(Francia 2022, © Lemardelé, biografico)

Stéphane Lemardelé

Nel 2015 il fumettista Lemardelé realizzò lo storyboard per il film di Wim Wenders Every thing will be fine, girato nel gelo del Canada. In questo fumetto rievoca la sua esperienza ricordando anche gli episodi buffi e quelli poco meno che drammatici, offrendo uno sguardo approfondito sulla poetica e sul metodo del regista tedesco.

FUMETTI BIOGRAFICI (pag. 63)

JOURNAL INQUIET D’ISTANBUL

(Francia 2022, © Dargaud/Karabulut, biografico)

Ersin Karabulut

Autobiografia del vignettista e cartoonist turco (che attualmente vive negli Stati Uniti), deciso sin da giovanissimo a diventare fumettista nonostante il parere contrario dei genitori per i rischi che la satira politica comportava.

CINEMA  (pag. 81)

THE HOLLARS (IDEM)

(Stati Uniti 2016, sentimentale)

Regia: John [Burke] Krasinski; sceneggiatura: Jim Strouse, con John [Burke] Krasinski (John Hollar), Anna [Cooke] Kendrick (Rebecca), Margo Martindale (Sally Hollar)

John Hollar vive a New York dove cerca di ritagliarsi una posizione come fumettista ma deve tornare al paese natale dove sua madre sta per subire una delicata operazione al cervello. Poco spazio viene riservato all’attività del protagonista, visto che il film si concentra sui piccoli e grandi drammi della sua famiglia e sulla sua relazione con la sua ragazza Rebecca che presto gli darà un figlio.

lunedì 1 agosto 2022

Altri tempi

Così reagì Gianni De Luca su Comic Art 4 dell'ottobre 1984 a una frase estrapolata dalla presentazione di un fumetto di Daniele Panebarco, tratta da Fumo di China 18 che però Luca Boschi non citava. Almeno gli è stato risparmiato di vedere cos’è il fumetto oggi.