lunedì 3 marzo 2025

Sunburn


La sedicenne Rachel, appartenente alla working class inglese o giù di lì, riceve un invito da parte di alcuni vecchi e misteriosi amici dei genitori per fare una vacanza in Grecia. Gli Warner la introducono così ai cibi e alle usanze ellenici, inebriandola con la loro frenetica vita mondana. Poi appare Benjamin, unico altro ragazzo tra gli altri britannici del giro: forse sarà amore, sicuramente sarà una delusione.

Sunburn ha un ritmo indolente e rilassato, non mancano tavole mute ma ci sono anche occasionali frasi ambigue, cariche di doppi sensi e sottintesi. O forse è solo il lettore a immaginarli? Dopotutto è un fumetto statunitense, per quanto realizzato da autori anglosassoni: stai a vedere che pian pianino si scoprirà che è un thriller. L’impressione che qualcosa di segreto incomba sui protagonisti sarà confermata, ma alla fine il nocciolo della questione non è nulla che riguardi alieni, vampiri o servizi segreti: solo semplici (e nemmeno troppo ben architettate) questioni di basso ventre.

La storia non vuole essere rivoluzionaria e nemmeno molto articolata ma riesce ad ammaliare il lettore che la segue con una certa curiosità. E poi Andi Watson azzecca più di una battuta arguta.

I disegni di Simon Gane sono stilizzati ma inchiostrati in maniera molto modulata, a tratti mi hanno ricordato certe derive cartoonesche del DK2 di Miller. Non è il mio genere ma gli riconosco che sa coordinare dei begli scambi di sguardi tra i personaggi. La sua tavolozza si limita quasi esclusivamente a sfumature di blu, azzurro e marrone, con qualche altro occasionale colore a far risaltare certi dettagli. Piatte e per nulla timorose di uscire dai contorni dei soggetti che colorano, queste tinte rimandano a una certa estetica che prese piede dal secondo dopoguerra e alcune tavole mute a tutta pagina non sfigurerebbero su una bottiglia di vino o come manifesto di una mostra. D’altra parte sono in sintonia con l’epoca in cui è ambientata la storia, che dagli abiti e dalle automobili (oltre che dall’assenza di tecnologia moderna) immagino siano gli anni ’60.

Un fumetto gradevole e sicuramente originale se consideriamo il suo mercato d’origine, che sicuramente abusa del nome della collana «Maèstro» in cui l’ha inserito SaldaPress, che però si fa perdonare questo involontario peccatuccio di hybris vendendo un volume cartonato di 224 pagine al prezzo tutto sommato non esagerato di 24 euro.