Mi permetto di integrare il divertente e interessantissimo volume di Alfredo Castelli con altri “fumettisti d’invenzione” e simili.
In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.
[ALTRO] SAGGISTICA (categoria non presente nel volume di Castelli)
PERCHE’ I GIAPPONESI HANNO GLI OCCHI A MANDORLA
(Italia/Giappone 2004, Kappa Edizioni, saggio)
Keiko Ichiguchi
Primo di tre libri in cui Keiko Ichiguchi, fumettista giapponese trapiantata a Bologna, racconta aneddoti e curiosità sul suo Paese.
Nel capitolo Leggende metropolitane vengono riportate appunto delle leggende metropolitane riferite ai mangaka e agli animatori giapponesi, riguardanti principalmente le terribili condizioni di lavoro cui devono sottostare. Nella migliore tradizione delle leggende metropolitane non vengono fatti nomi, ma gli operatori del settore non dovrebbero avere difficoltà a identificare le persone reali da cui sono nate certe figure d’invenzione.
In Giappone la casistica dei fumettisti impazziti o morti per stress da superlavoro è talmente ricca e articolata da aver portato alla stampa di un libro intitolato Fumettisti scomparsi!
Pseudofumettisti: si racconta di un mangaka che si dedicava con eccessivo zelo al suo lavoro, tanto che persino il suo editor gli consigliava di prendersi una pausa ogni tanto (cosa impensabile in Giappone, dove la figura dell’editor serve principalmente a spronare il disegnatore a produrre sempre di più!). Un collega e amico del mangaka lo trovò morto sul tavolo da disegno, con la matita ancora in mano.
Pare che alla base di questa leggenda ci sia la vicenda di un mangaka reale che morì d’infarto sotto la doccia a causa dei ritmi produttivi insostenibili che si imponeva.
L’ambiente dell’animazione deve essere ancora più terribile visto che le leggende metropolitane che riguardano produttori e animatori sono ben più drammatiche e macabre.
CRONACHE DALLA PALUDE
(Italia 2010, © Ghermandi, realismo magico)
Francesca Ghermandi
In una cittadina italiana, all’ombra di una quercia secolare, si intrecciano varie storie di emarginazione, solitudine, tossicodipendenza ma anche di vuoto edonismo. La presenza di funny animals stempera i toni decisamente deprimenti di alcune vicende.
Pseudofumettisti: Silvia Necchi, ventunenne affetta da iperidrosi, è una pittrice che realizza anche il fumetto Beetle’s War ispirato al romanzo La Guerra dello Scarafaggio. L’uso che verrà fatto del suo personaggio sarà però diverso da quello che immaginava lei. In alcune vignette si intravedono anche altri schizzi e tavole non finite di Silvia.
CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – ONE SHOTS IN PUBBLICAZIONI ANTOLOGICHE (pag. 56)
SEVICE NON COMPRIS!
(Francia 1977, in Fluide Glacial, © AUDIE, satira, umorismo nero)
Serge Letendre (T), Max Cabanes (D) [per la parte relativa al fotoromanzo: sceneggiatura di Bruno Leandri, regia e trucco di Cathy Mornet, gli “attori” interpretano quasi tutti se stessi]
In un universo alternativo che evidentemente risente del clima di tensione degli anni ’70 la moneta corrente sono i pezzi di cadavere estirpati agli altri esseri umani!
Dopo il fumetto propriamente detto inizia un fotoromanzo-dibattito sullo stile delle tribune politiche televisive.
Pseudofumettisti: accanto agli autori di Fluide Glacial, che interpretano se stessi e sono quindi fumettisti reali, compare anche un certo Blek HipHipHourra (interpetato da Didier Boutet), esempio di fumettista che segue le presunte nuove tendenze del settore, parodia del neonato movimento punk che però non mi risulta avesse dato vita a correnti fumettistiche autonome, almeno non in Francia.
CARTOONIST COME PROTAGONISTA – GRAPHIC NOVELS E ONE SHOTS (pag. 24)
OCCHI DI GHIACCIO
(Italia 2006, in Lanciostory, © Eura/Aurea, western)
Lorenzo Bartoli (T), Renato Polese (D)
Lo stanco bounty killer Grant Miller si appresta a onorare il suo ultimo “lavoro” consapevole che andrà incontro alla morte. Il disegnatore del suo fumetto (un autoritratto dello stesso Polese?) interviene poco prima della fine inevitabile di Miller offrendo qualche testimonianza sul «mestiere più bello del mondo».
Nessun commento:
Posta un commento