L’altro giorno dovevo giustificare la mia permanenza prolungata a
Fantasylandia e mi è caduto l’occhio su un fascicolo spillato
di grandi dimensioni targato Esaedro, stesso editore/produttore di Lions & Saints.
La confezione era piuttosto elegante, da una rapida sfogliata sembrava
vagamente interessante e in fondo erano solo 3,99€.
Che dire, non è certo un capolavoro ma si è rivelato una piacevole lettura.
Per quel che riguarda la trama, rimando alla presentazione che apre il volume, in
cui l’anonimo prefatore ha avuto la sconsiderata idea di anticipare il nodo
fondamentale della storia e persino il finale:
Nonostante la genesi del fumetto sia da ricercarsi quindi nel tavolo da
gioco, non si ha affatto l’impressione di leggere qualcosa di riservato ai
pochi illuminati che lo capiscono nè di essere arrivati a spettacolo già
iniziato. O meglio: la vicenda comincia programmaticamente ex abrupto, ma la
narrazione è così avvincente e scorrevole che l’assenza di presentazioni non
pesa affatto. E poi comunque una buona tavola di flashback comunica tutte le
conoscenze pregresse necessarie.
Dal punto di vista dei disegni Giulio Riosa manifesta tutti i difetti di
tutti gli esordienti di questo mondo: i personaggi cambiano ogni tanto volto di
vignetta in vignetta, l’inchiostrazione è ancora incerta, i dettagli sono a
volte un po’ affrettati. Niente di preoccupante, tutte cose che col tempo e
l’applicazione sono destinate a scomparire.
Ma rispetto a tanti altri aspiranti Riosa può già esibire una buona resa
dell’anatomia e soprattutto una grande capacità di raccontare, le sue tavole
sono architettate veramente molto bene e sono pure strutturate in maniera
originale senza perdersi in barocchismi. Molto azzeccata secondo me l’idea di inchiostrare
in maniera differente i diafani elfi protagonisti (con un tratto pulito e poco
marcato) e i loro rozzi antagonisti (con pennellate più pesanti e “rinforzando”
il segno con vari passaggi). E trovo anche ammirevole la pazienza con cui ha
disegnato i folti capelli della protagonista e i singoli anelli della sua cotta
di maglia senza apparentemente ricorrere all’ausilio del computer. Niente male
per un ventiquattrenne autodidatta.
La Rosa e il Lago è stampato in maniera accettabile, ma non
proprio ottima, su carta patinata a bassa grammatura e consta di 24 pagine di
fumetto, molte delle quali doppie, su 28 totali. Il formato è 21x29,7,
praticamente un A4, e la scelta di colorare di rosso alcuni elementi dei
disegni contribuisce a rendere la lettura suggestiva. Secondo me 4 euro li vale
abbondantemente.
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RispondiEliminaUn sentito ringraziamento per l'ottima recensione, da parte mia e di tutti coloro che hanno collaborato e ci hano aiutato nella produzione di questo fumetto.
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