giovedì 9 aprile 2020

R.I.P.

In questi giorni il mondo del fumetto mondiale ha assistito a delle morti eccellenti. Oggi mi hanno informato della scomparsa di un autore molto meno famoso ma che sicuramente merita di essere ricordato.

https://www.facebook.com/ARivistaAnarchica
http://www.arivista.org/faro-del-mio-peggio
http://www.arivista.org/riviste/Arivista/305/anarchik.htm

Da A rivista:

RICORDANDO ROBERTO AMBROSOLI,
PADRE DI ANARCHIK

Roberto Ambrosoli (Milano 1942 - Torino 2020) si avvicina all'anarchismo ai tempi del liceo, a Milano, insieme al grande amico della sua vita Amedeo Bertolo. La prima manifestazione pubblica cui partecipano è davanti al consolato milanese dell'Ungheria, in solidarietà con i rivoltosi del 1956.
Intorno al '68, Roberto partecipa alla ripresa internazionale delle idee e dei movimenti anarchici e in questo contesto alla "nascita" di Anarchik.
Per un quarto di secolo, da allora, è un attivo militante anarchico a Torino, dove nel frattempo si è trasferito e insegna microbiologia agraria all'università.

Contribuisce al libro collettaneo "Anarchismo '70: un'analisi nuova per la strategia di sempre" (Edizioni de l'Antistato, 1973), scrive numerosi articoli su "A", "Volontà", "Interrogations", "Libertaria" e traduce alcuni libri per le edizioni Elèuthera.
Dai primi anni '90 si ritira a vita privata, mantenendo sempre rapporti con i vecchi compagni/e e continuando, su "A", la carsica pubblicazione delle vignette di Anarchik.

Lo scorso anno, in co-edizione con Hazard Edizioni, esce "Anarchik - Farò del mio peggio", la raccolta del meglio (o peggio) delle sue tavole (disponibile sul nostro sito). Mentre esce il libro, una trombosi oculare lo rende quasi cieco ed è costretto a interrompere la sua striscia.

Roberto rifiutava qualsiasi ipotesi di copyright per il "suo" personaggio e gioiva ogni volta che lo sapeva o vedeva riprodotto, anche con altre caratteristiche grafiche.
Da vero libertario, gli interessava solo che il personaggio, comunque interpretato, contribuisse a diffondere le nostre idee e la critica del potere. Senza alcuna vanità personale.

La redazione di "A" lo ricorda con simpatia e affetto, come una persona allegra e dissacrante, un vero "compagnone" di lucide analisi e di grandi risate.
Anarchik rimane sicuramente orfano, ma non essendo ambrosoli-dipendente continuerà nel tempo a fare del proprio peggio. Per questo il nostro grazie collettivo a Roberto è ancora più sentito.

1 commento:

  1. Cavolo, mi dispiace.
    Ora devo informarmi di più sulla sua opera... specie se è così libera... :)

    Moz-

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