Nicola Pesce Editore continua la
meritoria riproposta dei lavori di Gianni De Luca, stavolta con un fumetto di
cui nemmeno sapevo dell’esistenza. I giorni
dell’Impero è rimasto incompleto a causa della morte del disegnatore
(nell’introduzione David Padovani ricorda che nessun altro si sentì di
assumersi il compito di concluderlo) ma fortunatamente è un’incompiutezza molto
relativa. I primi quattro episodi di 12 tavole l’uno formano infatti un unico arco
narrativo, che pone le basi per quello successivo ma è comunque leggibile a sé.
Il protagonista della storia è il
giovane Fabio. Suo padre il centurione Strabone è stato giustiziato in Gallia per
alto tradimento e appresa la notizia la madre è morta di crepacuore. Solo al
mondo e convinto che il padre non possa avere veramente tradito l’Impero, Fabio
lascia Roma alla volta dell’accampamento di Argentoratum per fare luce sull’accaduto.
Per sua fortuna il capitano di una nave lo prende sotto la sua protezione; nel
corso del viaggio fa la conoscenza di Elisa, una giovane galla, e dell’ebreo
Nicodemo che si porta dietro in uno scrigno nientemeno che la Sacra Sindone.
Lo sceneggiatore Mauro Cominelli
imbastisce una dignitosa trama investigativa con parecchia azione e spunti
originali, anche se lo stratagemma con cui Fabio svela i traffici di Licio
Vetulonio (e quindi il complotto contro suo padre) è un po’ artefatto. Conclusa
questa prima parte Fabio può riposarsi prima di dedicarsi a una nuova avventura
ambientata stavolta in Palestina, dove l’infido Vetulonio sta accompagnando
Nicodemo.
Nonostante la matrice cattolica e
la destinazione originaria la serie si legge con piacere per il fascino
dell’attenta ricostruzione storica e per gli elementi investigativi. Ovviamente
Fabio ribadisce che uccidere è sbagliato e quando lo fa è sempre “senza
volerlo”, mentre la Sacra Sindone è una reliquia onnipotente che entra in gioco
quando non ci sono altre vie d’uscita (poche volte, in realtà). Ma si tratta di
concessioni accettabili che non pesano sul giudizio complessivo. I filatteri
dei balloon di De Luca invece ogni tanto sono spiazzanti, visto che i dialoghi
sembrano uscire dalla fronte dei personaggi e qualche rara volta l’ordine di
lettura non è immediatamente chiaro. Ciò detto, i suoi disegni sono ovviamente
eccezionali. In particolare, le architetture e gli ambienti desertici sono
stupendi. Nell’introduzione viene detto che la versione apparsa su Il Giornalino era stata colorata dallo
stesso De Luca, ma francamente non so come possa essere stato il risultato
visto che queste tavole sono perfettamente complete così, in un bianco e nero
pieno di effetti che, a seconda della necessità, donano loro un tocco di
grottesco espressionismo oppure di realismo tridimensionale.
Oltre alle 84 pagine di fumetto
completate questo volume offre anche 42 tavole ancora a matita: a parte le
ultime, sono molto accurate e De Luca aveva già impostato anche il lettering,
permettendoci così (ma con una certa fatica) di leggere il seguito della
storia. Con la liberazione di Nicodemo si può dire che un secondo ciclo
narrativo sia più o meno concluso e leggibile, mentre del seguito in cui
comincia la predicazione del Cristianesimo in Giudea non restano che sei
tavole.
Al di là della spettacolare parte
grafica, I giorni dell’Impero è
quindi soddisfacente anche dal punto di vista dei testi: le due trame
principali sono perfettamente godibili.
Puoi leggere tutte le tavole a colori sul bellissimo sito del Giornalino, che contiene anche moltissimo altro materiale.
RispondiEliminahttps://corrierino-giornalino.blogspot.com/2014/01/i-giorni-dellimpero-1-episodio.html?m=1
è vero, non ci avevo pensato. E ho pure quel blog nel blogroll. Meglio in bianco e nero, però, secondo me.
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