venerdì 24 luglio 2020

I giorni dell'Impero

Nicola Pesce Editore continua la meritoria riproposta dei lavori di Gianni De Luca, stavolta con un fumetto di cui nemmeno sapevo dell’esistenza. I giorni dell’Impero è rimasto incompleto a causa della morte del disegnatore (nell’introduzione David Padovani ricorda che nessun altro si sentì di assumersi il compito di concluderlo) ma fortunatamente è un’incompiutezza molto relativa. I primi quattro episodi di 12 tavole l’uno formano infatti un unico arco narrativo, che pone le basi per quello successivo ma è comunque leggibile a sé.
Il protagonista della storia è il giovane Fabio. Suo padre il centurione Strabone è stato giustiziato in Gallia per alto tradimento e appresa la notizia la madre è morta di crepacuore. Solo al mondo e convinto che il padre non possa avere veramente tradito l’Impero, Fabio lascia Roma alla volta dell’accampamento di Argentoratum per fare luce sull’accaduto. Per sua fortuna il capitano di una nave lo prende sotto la sua protezione; nel corso del viaggio fa la conoscenza di Elisa, una giovane galla, e dell’ebreo Nicodemo che si porta dietro in uno scrigno nientemeno che la Sacra Sindone.
Lo sceneggiatore Mauro Cominelli imbastisce una dignitosa trama investigativa con parecchia azione e spunti originali, anche se lo stratagemma con cui Fabio svela i traffici di Licio Vetulonio (e quindi il complotto contro suo padre) è un po’ artefatto. Conclusa questa prima parte Fabio può riposarsi prima di dedicarsi a una nuova avventura ambientata stavolta in Palestina, dove l’infido Vetulonio sta accompagnando Nicodemo.
Nonostante la matrice cattolica e la destinazione originaria la serie si legge con piacere per il fascino dell’attenta ricostruzione storica e per gli elementi investigativi. Ovviamente Fabio ribadisce che uccidere è sbagliato e quando lo fa è sempre “senza volerlo”, mentre la Sacra Sindone è una reliquia onnipotente che entra in gioco quando non ci sono altre vie d’uscita (poche volte, in realtà). Ma si tratta di concessioni accettabili che non pesano sul giudizio complessivo. I filatteri dei balloon di De Luca invece ogni tanto sono spiazzanti, visto che i dialoghi sembrano uscire dalla fronte dei personaggi e qualche rara volta l’ordine di lettura non è immediatamente chiaro. Ciò detto, i suoi disegni sono ovviamente eccezionali. In particolare, le architetture e gli ambienti desertici sono stupendi. Nell’introduzione viene detto che la versione apparsa su Il Giornalino era stata colorata dallo stesso De Luca, ma francamente non so come possa essere stato il risultato visto che queste tavole sono perfettamente complete così, in un bianco e nero pieno di effetti che, a seconda della necessità, donano loro un tocco di grottesco espressionismo oppure di realismo tridimensionale.
Oltre alle 84 pagine di fumetto completate questo volume offre anche 42 tavole ancora a matita: a parte le ultime, sono molto accurate e De Luca aveva già impostato anche il lettering, permettendoci così (ma con una certa fatica) di leggere il seguito della storia. Con la liberazione di Nicodemo si può dire che un secondo ciclo narrativo sia più o meno concluso e leggibile, mentre del seguito in cui comincia la predicazione del Cristianesimo in Giudea non restano che sei tavole.
Al di là della spettacolare parte grafica, I giorni dell’Impero è quindi soddisfacente anche dal punto di vista dei testi: le due trame principali sono perfettamente godibili.

2 commenti:

  1. Puoi leggere tutte le tavole a colori sul bellissimo sito del Giornalino, che contiene anche moltissimo altro materiale.

    https://corrierino-giornalino.blogspot.com/2014/01/i-giorni-dellimpero-1-episodio.html?m=1

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    1. è vero, non ci avevo pensato. E ho pure quel blog nel blogroll. Meglio in bianco e nero, però, secondo me.

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