domenica 15 settembre 2024

Acc... dannaz... malediz...

 

Come da screenshot, la mail di cui sopra mi è arrivata il 20 agosto. Dopo quasi un mese non sono ancora riuscito a trovare il nuovo numero de Il Morto nell'unica edicola dove arriva, in cui vado di domenica, molto ben fornita.
C'è sempre stato un fisiologico ritardo tra l'invio delle notifiche e l'arrivo materiale, ma non mi pare che si sia mai protratto per così tanto. E in quell'edicola ultimamente arriva(va)no due copie, di cui solo la mia mi sembra che venisse effettivamente venduta. I capricci della distribuzione mi priveranno di questa lettura?

giovedì 12 settembre 2024

Batman Detective Comics 6: Indovina Indovinello

Batman aggiornato ai tempi. L’Enigmista è un hipster con i baffoni che conduce una trasmissione online (stavo per scrivere «podcast» ma quelli sono solo audio, giusto?) da cui lancia indovinelli e quindi sfide a Batman. Nello specifico anticipa degli attentati di cui i colpevoli, una volta trovati, ammettono la loro colpevolezza e rifiutano di rivelare altro e di essere difesi in tribunale. Alla base c’è una catena di ricatti che utilizza persone apparentemente irreprensibili, tra cui alcune conoscenze dello stesso Batman. La storia confezionata da Mariko Tamako e Nadia Shammas è piuttosto interessante e non mancano suspense e un certo tasso di drammaticità, oltre a porre dei quesiti morali non scontati. Però un soggetto del genere si sarebbe potuto risolvere anche in un solo comic book, oppure essere sviluppato in almeno quattro episodi per approfondire certi aspetti e creare maggiore tensione. I tre capitoli che invece racchiudono la vicenda la fanno sembrare contemporaneamente frettolosa e irrisolta. Ma magari è solo un’impressione mia e comunque, ripeto, la lettura non è affatto male. Nonostante un altro aspetto destabilizzante: la continuity di questo breve ciclo mi è completamente sconosciuta e, al di là dei riferimenti alle saghe più recenti, scopro un cast per me inedito (la giornalista Deb Donovan, una Batwoman col viso coperto, Alfred invece è assente) e soprattutto apprendo che Bruce Wayne non è più miliardario.

Buoni i disegni di Ivan Reis, ma forse l’inchiostrazione di Danny Miki non li ha valorizzati a dovere con tutti quei ghirigori.

A integrare la sessantina di pagine della storia titolare c’è un arco narrativo di un personaggio ancor più ascoso del nuovo cast di Batman: Gotham Girl. Da quel che ho capito, si tratta di una supereroina con problemi psichiatrici (viene da Arkham) che a differenza degli altri vigilantes privi di poteri dispone invece di una gamma di superpoteri che la apparenta a Superman. Anche questa storia è calata nella contemporaneità e la protagonista risale tramite l’hackeraggio del suo sito a un caso di malasanità. La storia (a firma Sina Grace) è godibile, ma anche qui c’è una mole impressionante di pregresso che probabilmente non me l’ha fatta apprezzare fino in fondo.

I disegni sono nientemeno che di David Lapham, quello di Stray Bullets: pur con qualche occasionale semplificazione, la sua classe gli fa risolvere brillantemente sia le scene concitate che quelle in cui è più rilevante la recitazione dei personaggi.

Per rimpolpare un volume che altrimenti avrebbe contato meno di 100 pagine vengono presentate due storie brevi tratte probabilmente da qualche volume celebrativo. Brian Michael Bendis architetta una bella indagine in cui tutta la bat-famiglia si ritrova sul luogo di un delitto e tra deduzioni e dialoghi arguti ricostruisce la dinamica dell’accaduto. Bellissimi i disegni di David Marquez, ottimamente sostenuto dai colori di Alejandro Sanchez.

Il secondo bonus è invece scritto da Kelly Sue DeConnick e i disegni purtroppo sono di John Romita Jr. che neanche Klaus Janson alle chine è riuscito a rendere più digeribile. Mi sono turato il naso e ho proceduto con la lettura: la storia è una classica parabola sui metodi e la moralità di Batman/Bruce Wayne con due narrazioni parallele che contrappuntano l’una l’altra. Piacevole ma niente di eccezionale. Con un disegnatore decente, magari…

sabato 7 settembre 2024

Vacanze su Venere

Il protagonista parte in vacanza col suo gatto Georges alla volta di Lavandou ma per sottrarsi agli ingorghi autostradali imbocca una provinciale che gli fa fare un periplo surreale tra scenari bucolici, strade che si impennano verso l’alto e corpi celesti coi relativi punti di ristoro. Arrivato su Venere incontra una villeggiante aliena, anche lei con rimorchio e animale domestico al seguito e probabilmente anche lei perduta. I due non riescono a capirsi, ma tra di loro si instaura un ottimo rapporto. Decisamente meno buono è quello tra Georges e l’altro animaletto, che si diverte a fargli dispetti. Dopo una notte di sonno ristoratore viene il momento di riprendere la strada e finalmente si arriva a Lavandou. Ma con un telescopio si possono riallacciare i contatti.

Vacanze su Venere è indirizzato a un pubblico più giovane rispetto a quello di altri fumetti della Biblioteca della Ciopi come Il Viaggio della Madreperla. Meglio così: Germano Zullo può scatenarsi a inventare le situazioni più assurde e divertenti senza l’urgenza di giustificarle. Anche i disegni di Albertine assecondano le presunte esigenze del pubblico di riferimento con uno stile che pur tra nobilitanti derive cubiste è molto semplice e stilizzato. A volte anche fastidiosamente e ostentatamente deforme, ma vista la sfilza di premi vinti da Albertine immagino che sia quello che ci si aspetta da un disegnatrice per l’infanzia.

Questo volume sarebbe uscito ancora nel 2021 ma in fumetteria mi hanno spiegato che a causa del COVID ci furono ritardi nella distribuzione e alcuni ordini effettuati anni fa sono arrivati solo adesso. E anche il prezzo è quello di tre anni fa: 12 euro.

domenica 1 settembre 2024

Centaurus

Dovrebbe essere uscito ancora a fine luglio, a me è arrivato solo l’altro giorno. Meglio tardi che mai, a maggior ragione in virtù del fatto che il pericolo della pessima stampa che mi aveva fatto subodorare Ipernova non si è concretizzato.

Su un pianeta che non è la Terra e che non è nemmeno un pianeta (per rovinarsi la sorpresa basta leggere la quarta di copertina) in un paesello vivono tra gli altri le gemelle June e Joy e il loro amico sempliciotto e forzuto Bram. Siccome June possiede dei poteri speciali vengono arruolati nella task force che scenderà su un altro pianeta per determinarne l’abitabilità visto che quella del loro mondo sta per essere compromessa.

Pur costituendo solo l’introduzione, il primo episodio (Terra Promessa) inanella un bel po’ di sorprese e colpi di scena, come l’handicap di June di cui non avrei mai sospettato a giudicare dalle prime tavole. L’esplorazione del nuovo mondo si protrae tra pericoli vari e il richiamo di una misteriosa entità che ha contattato June, mentre “a casa” le autorità devono vedersela con un traditore. Inspiegabilmente, su questo nuovo mondo vengono rinvenute anche le vestigia di alcuni celebri edifici e località terrestri (spunta fuori anche una delle caravelle di Cristoforo Colombo).

Centaurus è la summa di quello che ha fatto la fortuna di Leo, qui coadiuvato ai testi dal suo sodale Rodolphe: un mistero intrigante, il sense of wonder di un universo con tanto di fauna e flora dettagliate e una grande attenzione alle relazioni tra i personaggi. Anche stavolta il cast è multietnico, scelta che Leo operava già trent’anni fa senza assecondare mode contemporanee.

La trama è molto suggestiva, incalzante e appassionante. Accanto alla suspense a destare l’attenzione del lettore c’è anche la sottotrama del whodunit – per la cronaca, io non avrei mai detto che i traditori fossero proprio quei personaggi, d’altro canto manco uno sapeva di esserlo. Al di là del fatto che, una volta svelato, il mistero perde fisiologicamente molto fascino, di certo le trovate di Leo e Rodolphe non possono vantare un’originalità assoluta: la situazione di partenza è in pratica la stessa o quasi del gioco di ruolo Metamorphosis Alpha, e ricordo vagamente telefilm in cui dei terrestri scendono su un pianeta che ricorda la Terra di secoli prima, così come film e romanzi in cui il mostruoso villain dietro a tutto somiglia molto a questo come forma, origine o strategia. Poco importa: pur con degli ingredienti già usati da altri, i due autori riescono a confezionare un fumetto molto soddisfacente in cui riaffiora comunque la cifra stilistica di Leo con il narratore che ricorda la vicenda (in questo caso Bram) e un pochino di sesso – non penso che le pennellate nere strategiche siano censure dell’edizione italiana.

I disegni di Zoran Janjetov mostrano il passaggio del tempo e l’evoluzione del suo stile: rispetto allo scrupoloso clone di Moebius di una volta adesso ha molto asciugato il suo tratto. I tratteggi si sono fatti radi e ora più che rendere il volume dei soggetti li fanno apparire quasi spelacchiati. Ci si fa presto l’occhio, comunque, e questa sensazione sparisce in fretta. Più che altro, la minore abbondanza di dettagli rende più evidente qualche deficienza anatomica come il baricentro dei personaggi spostato un po’ troppo in alto. Niente di grave, comunque, anche perché così si è concentrato di più sull’espressività dei personaggi, forse anche per assecondare lo stile di Leo che magari gli avrà fornito degli storyboard. Immagino che edifici, veicoli e strutture siano stati modellati col computer, ma si integrano bene nelle tavole. Una curiosità: inizialmente pensavo che la doppia firma «Zoran – Zoran» in calce alle tavole fosse un riferimento al fatto che Janjetov avesse realizzato sia i disegni che i colori. In realtà il secondo Zoran è il figlio del disegnatore, che si chiama appunto Zoran Janjetov anche lui.

Per quanto sia stata molto piacevole, la lettura di Centaurus mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Dieci anni fa o forse anche di più una serie come questa, cioè avventura fantascientifica disegnata bene nel formato classico di volumi da 46 pagine, era ancora la norma. È una bella serie, sì, ma tempo fa c’erano altri prodotti simili tra cui scegliere mentre a confronto con quanto esce oggi Centaurus sembra un capolavoro. Resta la consolazione di leggere la storia in cinque volumi tutta d’un fiato, ovviamente a un prezzo proporzionato: 44,90 euro.

Se qualcuno si chiedesse se Centaurus fa parte o meno dei cicli di Aldebaran, come ho fatto io all’inizio, posso confermare di no perché in patria è stato pubblicato da Delcourt e non da Dargaud.