Con l’avvento e l’applicazione massiccia del digitale in tutte le attività
dell’editoria ormai sono rimasti pochissimi gli editori (di fumetti ma non
solo) che riescono a offrire prodotti stampati dignitosamente. Almeno, immagino
che la colpa sia del digitale visto che le pellicole non esistono più e
comunque davano altri problemi di resa tipografica rispetto a quelli che si
vedono comunemente oggi.
Ho preso il primo Fables in
versione bonellide per cominciare finalmente a leggere in maniera organica
questa saga (il poco che avevo letto su Vertigo
Presenta non mi aveva entusiasmato), e gli ottimi risultati ottenuti da
SaldaPress con The Walking Dead
mi facevano ben sperare per la resa dei disegni. Purtroppo la qualità di stampa
lascia a desiderare, e ne ho avuto conferma con il secondo numero uscito da
poco.
Uno cerca di convincersi che i tratteggi tremolanti, i contorni imprecisi,
i segni che si impastano, i trattini appena appena visibili siano dovuti al
fatto che il disegnatore ha usato la matita e più di tanto non poteva ottenere
in quanto a resa, ma ovviamente non è così. Nel caso di Fables sono rare le immagini realizzate solo con pennellate
uniformi e le vignette sono tutte molto dettagliate, quindi questo fenomeno è
macroscopico. Ormai a stampare dignitosamente in Italia sono solo quei pochi
che si affidano a impianti esteri o che hanno evidentemente accesso a
tecnologie in cui il passaggio al digitale non è tanto determinante, o forse
semplicemente indolore: penso ad Alessandro Editore, Allagalla, 001 Edizioni,
la stessa RW Lion quando stampa materiale franco-belga.
persino i contorni dei balloon sono tremolanti |
Non vale nemmeno la scusa della retinatura troppo larga (altro bel “regalo”
del digitale) che quando si manifesta può distorcere i tratti sottostanti,
perchè nella versione economica di Fables
non ci sono ovviamente colori ma al massimo delle mezzetinte molto dense. D’altra
parte basta un rapido colpo d’occhio e vedere come sono deformati e ridotti a
mucchi di quadratini i bordi delle vignette per avere una spia del fatto che la
stampa è quella che è.
In alcuni casi sembra veramente avverarsi il progetto di Walter Benjamin
per rendere presentabili i quadri brutti, cioè applicare strati successivi di
vetro smerigliato che li deformi e li faccia somigliare a prodotti
impressionisti e infine astratti. Solo che i disegni di Lan Medina in origine
erano veramente bellissimi, e anche Buckingham mi pare abbia svolto un lavoro
più che dignitoso... e purtroppo date le dimensioni e soprattutto la diagonale
di Fables (o meglio, di C’era una volta Fables) non è proprio
possibile ignorare la cosa senza accorgersene, perchè per forza di cose (anche
solo per la densità di testo e i caratteri piccoli) il volumetto va tenuto più
vicino agli occhi rispetto a quanto si può fare ad esempio con il Lucky Luke della Gazzetta dello Sport,
che ha avuto problemi simili – raramente, ma è successo. E quindi anche chi per
disattenzione o questioni anagrafiche pensa che tutto sommato i fumetti si sono
sempre “fatti così” non può non accorgersi della cosa.
ovviamente con questa qualità di stampa le scritte più piccole diventano illeggibili |
Esiste però anche l’altra faccia della medaglia, almeno in casa RW Lion: il
mensile Dark Universe, che per me è
stata una delle migliori sorprese del 2013, nonostante sia una pubblicazione
“popolare”, nonostante presenti materiale di provenienza estera (quindi
all’editore italiano verranno fornite le scansioni delle tavole), nonostante
sia stampato negli stessi stabilimenti dove vengono stampati altri albi dei supereroi DC, nonostante sia a
colori, presenta una qualità di stampa impeccabile. I tratteggi di Pugh, di Green
III e di Paquette sono incredibilmente nitidi e perfettamente orientati, senza i
tremendi effetti dentellati e sgranati a cui ci hanno abituato gli editori
negli ultimi anni. E mi sa tanto che Pugh disegna veramente solo con la matita.
Insomma, tanto da levarsi il cappello piangendo dalla commozione. E si potrebbe
continuare a piangere pensando che una qualità di stampa del genere anni fa era
la regola, non l’eccezione.
nonostante le linee siano orientate in modo diverso, fitte e occasionalmente spezzate sono state riprodotte alla perfezione |
la qualità della resa dei tratteggi sui teschi è da applausi |
(sì, lo so: purtroppo le mie foto non rendono al meglio quello che ho
scritto, e la porosità della carta di Fables
attutisce un po’ l’effetto. Fidatevi sulla parola o, meglio ancora, prendete
una copia di Dark Universe)
Fables anche io lo lessi a pezzi su Vertigo Presenta, e anche io non ne ero rimasto così colpito (specie se nella stessa rivista c'era quella perla trash-cult di The Filth! *__*) Ho visto il bonellide in edicola ma non l'ho preso...
RispondiEliminaHave a nice day, bad-boy!^^
Moz-
Finalmente il tuo post, interessante come sempre, mi dà l'occasione per cominciare a leggere Dark Universe, che finora ho acquistato, ma non ancora letto...
RispondiEliminaSaluti
Orlando
Così ti leggerai tutto Rotworld di fila. Spero che in seguito la qualità riesca a mantenersi su questi livelli.
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