mercoledì 2 aprile 2014

Michel Vaillant 70 - Nel Nome del Figlio



Prova superata, e alla grande, per la Nouvelle Saison di Michel Vaillant, la sua versione “ultimate” che ha esordito oggi in Italia nella benemerita collana della Gazzetta dello Sport. Dalle immagini che avevo visto online e da alcuni commenti letti qua e là mi aspettavo il peggio e invece questo Nel Nome del Figlio si è rivelato un volume fantastico.
L’opera di demolizione e ricostruzione del mito ha lasciato tracce profonde, soprattutto nelle fisionomie di alcuni personaggi (Jean-Pierre Vaillant in particolare è irriconoscibile) ma ne valeva la pena e la cosa non è poi così negativa: ho trovato molto più affascinante la Françoise invecchiata e dimagrita della sua controparte classica, tipica bellezza un po’ anonima di Jean Graton. Compatibilmente col cambio di registro questa Françoise è pure stronza, visto che si infuria con il figlio scomparso invece che preoccuparsi per lui.
Sul lavoro del “meccanico” Benjamin Benéteau (che se non erro faceva già parte del team) nulla da eccepire, segnalo solo come ormai le auto da corsa si vedano a malapena sotto gli adesivi dagli sponsor (impeto di realismo o critica al mondo delle corse? In ogni caso un sacco di lavoro in più per Benéteau); la grande incognita era Marc Bourgne, che però ha rivoltato con successo lo stile di Graton preferendo un segno marcato e deciso alle delicate silhouette del maestro, e che (vivaddio) ha infuso nei personaggi molta espressività e molto dinamismo, altro che goccioline di sudore e linee cinematiche a simulare sorpresa e movimento. Forse una vignetta estrapolata dal contesto può sembrare poco interessante, ma inserita nell’economia della tavola dimostra come Bourgne sia pienamente padrone del proprio mestiere. E anche se il volto di Michel cambia di vignetta in vignetta si intuisce lo stesso il grande lavoro che deve aver svolto Bourgne per trovare la faccia giusta e rimanervi fedele, lavoro testimoniato anche dagli schizzi preparatori stampati a pagina 57.
Per quel che riguarda i testi mi sembra che la politica di realismo e disincanto, non disgiunta da elementi di critica sociale, iniziata da Philippe Graton sin dall’inizio della sua gestione sia giunta a piena maturazione, creando quindi una forte continuità con gli ultimi volumi. Quello che cambia rispetto all’ultimo episodio di ben 5 anni prima è il cast e le sue dinamiche: non solo i segni del tempo si vedono sul volti dei personaggi più anziani, ma adesso la famiglia è allargata e i fratelli Vaillant hanno entrambi due figli adolescenti! E com’è intuibile sin dal titolo uno dei due, Patrick figlio di Michel, avrà un ruolo cardine nella storia.
Storia che però verte inizialmente su una delle periodiche crisi della Vaillant, le cui cause e i cui effetti vengono descritti con la consueta freddezza documentaristica a cui ci ha abituato la serie negli ultimi anni, e che costituisce un atto d’accusa più efficace di tanti trasporti emotivi. Per tornare ad avere una chance sul mercato globale la Vaillant deve farsi sponsorizzare da una multinazionale per poter così partecipare al WTCC e sperare di imporsi nuovamente. Purtroppo le preoccupanti notizie che giungono dal collegio esclusivo dove si trova Patrick fanno sì che Michel Vaillant perda la testa e mandi al diavolo la corsa.
Il protagonista si dimostra ovviamente ancora una volta tanto abile nella guida da sfiorare il sovrannaturale, eppure non è mai stato più umano di come viene dipinto in questa storia: anzi, proprio la sua formidabile abilità al volante sembra sottolineare quanto sia fragile e forse fallibile nella vita privata.
Al di là della storia, che nemmeno termina con questo primo volume, è molto suggestivo il ritmo che Philippe Graton e Denis Lapière vi hanno infuso, creando sapientemente la giusta suspence nel presentare i personaggi e farci vedere come sono stati modernizzati, insomma la citazione che ho fatto all’inizio dell’Universo Ultimate era blasfema ma non campata in aria. Anche la montante attesa per l’apparizione di questo benedetto Patrick è stata resa con maestria, io temevo che non si sarebbe nemmeno visto.
E così, un colpo di scena dopo l’altro, si arriva alla cinquantaquattresima tavola, dove un bel cliffhangerone rimanda al prossimo volume, mai così atteso come in questo caso. E per fortuna (almeno questa soddisfazione a vivere in Italia) mancano solo 7 giorni.
In appendice, oltre a un reportage sull’incursione della Vaillant nel mondo reale, vengono proposte le cronologie di Michel Vaillant e Julie Wood.

5 commenti:

  1. Ci credo sulla parola caro Luca e vedrò soprattutto di mettermi un po' alla pari per fare qualche commento decente...
    Graize infinite per la tua unione,...
    Felice e onorata...
    Abbraccio serale!

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  2. Quindi sono storie nuove. Ma si svolgono tipo qualche tempo dopo della seria classica?

    Moz-

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    1. Eh eh... chiaramente si svolgono dopo la vecchia serie ma (vecchio escamotage) è tutto lasciato in un limbo atemporale. Diciamo che è più un remake che un sequel.

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  3. Ma quindi con questa "seconda stagione", secondo la cronologia ufficiale, dovrebbe finire tutto con il prossimo albo, giusto? A parte i dossier, intendo. Queste storie sono state scritte e realizzate tra il 2012 e il 2013. Io nemmeno lo sapevo, pensa.

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  4. Eh, sì, in attesa che in Francia ne producano di nuovi.
    Nella cronologia alla fine i nuovi volumi vengono indicati come 1 e 2 di 25, quindi mi sa che la nuova stagione nelle previsioni sarà bella lunga.

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