A 3,90€ non ce l’ho fatta a resistere e ho preso l’ennesima versione de L’Incal di Jodorowsky e Moebius, anche
curioso di vedere se fosse stata utilizzata la famigerata colorazione digitale.
Pur se ce l’ho già in tante salse (non tutte ma comunque tante) ho colto
l’occasione per rileggermelo di nuovo e devo dire che è stata quasi una
rivelazione.
La storia ovviamente la conosco per sommi capi più o meno a memoria ma
rileggere il primo episodio dopo anni mi ha confermato quanto questa saga sia eccezionale.
Jodorowsky spara idee originali e geniali a raffica e il suo stile scanzonato e
sarcastico è fantastico, i deliri mistici che solitamente gli attribuiscono qui
sono ben lontani.
Forse a causa della prima lettura spezzettata (prima lessi il finale su L’Eternauta, poi recuperai i primi due
volumi Nuova Mongolfiera, poi in biblioteca trovai Ciò che è in alto, ecc.) non mi sono veramente gustato la saga in
maniera organica come avrebbe meritato, e mi sono sempre concentrato più sulla
trama e i tentativi di raccapezzarmici che non sulle tante divagazioni
interessanti e anche divertenti che offre a uno sguardo vergine o quasi.
La storia ha un ritmo indemoniato e nonostante metta un sacco di carne al
fuoco (o forse proprio perché la mette) riesce a fornire un approfondito affresco
del pazzesco universo in cui si svolge, con tutte le sue peculiarità. Il difetto
de L’Incal Nero, ma credo che sarà
così anche per i prossimi volumi, è che si divora in un lampo e si rimane con
la voglia di sapere cosa succederà nel prossimo episodio, oltretutto sapientemente
introdotto da Jodorowsky con uno dei suoi “prossimamente” di gusto vintage.
In ultima analisi devo dire che i colori digitali di tal Valérie Beltran (a
Fred pesava il culo e ha fatto lavorare sua moglie o sua sorella?) non sono poi
così male né hanno un’influenza nefasta sulla resa di stampa.
Vista la mole di proposte che manda in edicola, e soprattutto il fatto che
alcune le produce addirittura in prima persona, dubito che la salute della
Cosmo sia cagionevole ma immagino che questa serie famosissima ma oggigiorno di
non facile o ecomonica reperibilità porterà un bel gruzzolo alle casse dell’editore.
Con la speranza che lo investa in altri Cosmo Color, visto che con il varo
della collana “bianca” (Prophet) la
“rossa” è sparita.
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