I segnali d’allarme c’erano tutti sin dalla copertina: biplani, lo strabismo
patologico degli eroi di Hugault, perfino il titolo-ombrello sin troppo
esplicito ripescato da Mondadori («La Grande Guerra») ma l’edicolante è stato
così gentile e premuroso nel mettermelo da parte che non ho saputo dirgli di
no. E poi, chissà: magari questo 30° volume di Historica, decimo di ambientazione bellica, avrebbe potuto
rivelarsi comunque una buona lettura. Non è andata esattamente così.
La serie in tre episodi narra la vicenda dei gemelli Henri e Alphonse Castillac
che in virtù della loro totale somiglianza possono ingannare l’aviazione
francese per cui combattono fingendo all’occorrenza di essere l’uno invece
dell’altro, artificio che si rende necessario quando uno dei due viene
degradato con disonore e passa ai carristi. L’origine di questi scambi di
persona vengono rivelati in alcuni sapienti flashback
che serviranno a ricostruire il quadro complessivo della vita dei due gemelli.
Il Pilota dell’Edelweiss che dà il titolo al volume è l’arcinemico
dei due (che lui pensa essere uno solo, ovviamente), l’asso dell’aviazione
tedesco Erik che incombe come una maledizione ma che tutto sommato non ha
troppo peso nell’economia della storia.
Pur perdendosi spesso in tecnicismi sicuramente apprezzati dagli
appassionati, e sfoggiando dei dialoghi che a volte indugiano nell’artefatto e
altre volte suonano invece anacronistici, la sceneggiatura di Yann è piacevole
e intrigante e il finale ben architettato. È il reparto grafico il problema di
questo volume.
Romain Hugault copre le sue matite di pesantissime pennellate digitali (si
dice così?) e l’effetto fotorealistico che spesso ottiene è molto freddo e straniante.
Oltretutto reso fastidioso dal fatto che in qualche tavola copiaincolla gli
stessi soggetti a dimensioni diverse e che non si premura di dare la giusta
profondità a elementi diversi dello stesso soggetto, a cui viene applicata una texture uniforme senza creare il necessario
stacco tra la carlinga di un aereo e le sue ali.
Questo per i mezzi meccanici: per quanto riguarda le figure umane Hugault
sottolinea ancora di più, elaborandole al computer, le sue lacune. Le anatomie
non sono proprio impeccabili e soprattutto i volti sono poco curati. Le sue pin
up poppute in piena guerra, poi, sono di un ridicolo devastante (sarà in questo
che Sergio Brancato ha riscontrato le «influenze manga» che cita
nell’introduzione?). Gli sfondi sono inoltre quasi del tutto assenti.
Rispetto ai precedenti Il Gufo Reale
e L’Ultimo Volo
mi sembra che qui Hugault abbia fatto ancora peggio, ed è un peccato visto che
nonostante l’ambientazione bellica la storia non è affatto male.
Le tre cose che ho trovato più entusiasmanti di quest’ultimo Historica sono la mezza bestemmia a
pagina 58, la rapidità di lettura dovuta all’enfasi data alla spettacolarità
(ma per piacere...) delle scene d’azione e un flyer allegato in cui si annuncia
un volume integrale di Docteur Mystère
che dovrebbe essere uscito il 27 marzo ma che io non ho visto da nessuna parte.
En passant, Yann non è tra i creatori di Empire USA e Theodor Poussin come segnalato nella sua biografia, pur avendo collaborato
a entrambi i titoli.
I photoshoppari alla Hugault non mi fanno impazzire, ma su questo volume ero abbastanza curioso. Più che nelle "figure umane" come dici tu, è il tipo di colorazione e l'innesto di particolari in 3D a darmi fastidio (per quel che sono riuscito a vedere, scorci sul mare e la resa dei mezzi).
RispondiEliminaIl volume del Docteur Mystère mi interessa parecchio e lo cerco praticamente dalla sua data di uscita, ma nessun edicolante sembra averlo visto. Voglio sperare che sia solo per una questione di ritardo nella distribuzione.
Confido anch'io in un ritardo nella distribuzione: che senso avrebbe pubblicizzarlo in un volume teoricamente uscito dopo?
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