Decisamente pirotecnico l’ultimo
episodio di Battaglia, a cominciare
dalla splendida copertina di Tanino Liberatore. Ai disegni si sono alternati
addirittura cinque autori (anche se a me è sembrato di cogliere sei mani
diverse) e la storia è probabilmente la migliore vista finora.
In questo episodio il vampiro
siciliano è perdutamente innamorato (!) di Moana Pozzi, che conobbe quando era
ancora una ragazzina e fu il suo primo amante. La vicenda procede per accumulo mettendo
in scena le vicende reali di cui fu protagonista Moana e presentando spezzoni
di film, spettacoli e comparsate televisive, a dimostrazione della
scrupolosissima documentazione degli autori (la sceneggiatura è firmata da
Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo). La “vera” trama si svolge in sottofondo e si
coglie solo da alcuni dialoghi: Moana non sarebbe stata altro che uno strumento
dei poteri forti italiani per offrire panem
et circenses al popolo mentre loro continuavano a operare incontrastati
nell’ombra (la comparsata di Bettino Craxi si riallaccia in tal senso al numero
0 della saga). La cosa inquietante è che uno scenario del genere è
perfettamente credibile.
Cicciolina viene trasfigurata in
una spia comunista che usa i suoi proverbiali serpenti come armi, e anche le
altre starlette di Riccardo Schicchi diventano agenti di queste eminenze grigie
che contrastano il buon Pietro Battaglia che, nell’inconsueto ruolo
dell’innamorato, vorrebbe proteggere Moana e sottrarla al meccanismo di cui è
diventata parte.
Data la struttura dell’episodio,
il titolare si vede meno del solito: forse proprio per questo le spacconate cool sono più rade che in precedenza ma
anche molto più efficaci (che palle però l’ennesima citazione del Noodles di C’era una volta in America). È
paradossale che Moana rimproveri a Battaglia il suo parlare come «uno di quei
personaggi del cinema» proprio nell’episodio in cui i dialoghi sono meno
invasivi e nettamente più efficaci!
Dentro Moana è quindi più che altro un omaggio alla diva del porno
a cui rende giustizia con un’attenta analisi della sua vita e della sua
personalità e con uno splendido ed emozionante finale.
Sul fronte grafico molte mani
diverse hanno portato a una certa disomogeneità stilistica, il che non è
necessariamente un male. Nel colofon i disegnatori non vengono elencati in ordine
alfabetico quindi immagino che quello sia l’ordine, diciamo così, di
apparizione. In breve:
Pierluigi Minotti disegna praticamente
solo le scene tratte dal film Valentina
Ragazza in Calore: è un solido disegnatore realistico, quello che mi è
piaciuto di più.
Marco Patrucco lavora sulla parte
portante dell’episodio, è un disegnatore espressionista probabilmente bravo ma non
adatto a disegnare una storia così “fisica” (ma per il finale è perfetto).
Valerio Befani disegna lacerti di
apparizioni pubbliche e spettacoli di Moana: realistico e molto gradevole anche
lui, ha una qualche deriva vagamente caricaturale (credo dovuta
all’inchiostrazione molto modulata) che rende più espressivo l’insieme delle
sue vignette e più sode le tette.
Fernando Proietti si occupa dei flashback: trattandosi di un prodotto made in Recchioni c’era da aspettarsi
che almeno un disegnatore preposto bevilacqueggiasse o rossiedrighiggiasse ma
Proietti fa un lavoro ben più solido e preciso dei due Sommi Signori degli
Schizzi Spediti, con un tratto bello incisivo e un livello di grigio che donano
corpo alle sue tavole.
Anche Ettore Dicorato si occupa
di un flashback (e che flashback) ma il suo stile è corposo e
realistico, per quanto si prenda delle funzionali licenze anatomiche atte a
privilegiare certe inquadrature e sottolineare alcuni momenti salienti. Il suo
Battaglia col mascellone è quasi comico ma proprio per questo si inserisce bene
nel contesto in cui “recita”. Mi pare ci sia un po’ di Zaffino nelle sue
tavole, ma forse me lo sono solo immaginato.
Ci sarebbe poi da capire chi è l’autore
della trasposizione a fumetti di Fantastica
Moana, un disegnatore alla Lee Bermejo sporco e iperrealista, che forse ha
semplicemente elaborato al computer delle fotografie. Inoltre nelle ultime
pagine Patrucco non solo limita gli effetti retinati ma pare proprio essere
stato aiutato da qualcun altro. Magari in futuro farò un post sul modello dei
giochi della Settimana Enigmistica
per associare il disegnatore giusto alla vignetta giusta.
Un ottimo episodio per chiudere
quindi l’esperienza da edicola di Battaglia,
almeno la mia. Messi uno accanto all’altro i sette numeri di Battaglia sono oggettivamente bruttini da
vedere dopo il passaggio dal formato pocket a quello bonelliano, e la
differenza di dimensioni mi crea qualche problema nell’archiviarli insieme:
nell’armadio dove mettevo i pocket accanto a Il Morto i bonellidi non ci stanno perché dietro hanno i Don Camillo che li fanno sporgere, e d’altra
parte i pocket hanno un formato troppo scomodo per accatastarli con gli altri
Bonelli&bonellidi a cui ruberebbero troppo spazio, se riuscissi a farceli
stare. Mi sa che d’ora in poi prenderò solo gli integrali che la Cosmo dedica
al personaggio.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaConsiglieresti a chi non ha mai letto Battaglia di acquistare gli integrali?
RispondiEliminanon so se il personaggio è nelle tue corde, ma sul tuo blog ho visto che recensisci sia le ristampe di Kriminal che opere molto più sperimentali e ricercate, quindi potrebbe piacerti.
EliminaPrima di gettarti sugli integrali, che anche se scontati hanno giustamente un prezzo proporzionato, prova magari a recuperare qualche numero da edicola per vedere cosa ne pensi. Non esistono episodi particolarmente mal riusciti quindi penso che uno valga l'altro.
Ancora non l'ho visto in edicola, lo recupererò senz'altro, il tuo commento poi mi ha molto incuriosito. Anche io ho preso tutti i numeri, devo ancora leggermi però Il Pio padre.
RispondiEliminaAnche quello non era male.
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