sabato 31 dicembre 2016

Il Meglio e Il Peggio del 2016

Il Meglio

1
El Sanguanel de Refavaie. Una bellissima sorpresa.

2
Gli Integrali BD: I.R.$. Ottima stampa, rispetto della numerazione originale, nessun balloon rifatto. Ciliegina sulla torta, un apparato redazionale di approfondimento. È anche vero che agli inizi Vrancken era scarno e legnosetto, ma per 8,50€ resta un affarone.

3
La Porta per il Cielo. Un gioiello che avevo conosciuto in versione francese a Lucca 2009 (o 2010?). Sicomoro all’epoca mi aveva illuso (“Il seguito uscirà il prossimo anno”…) e intanto ha fatto uscire 32 pagine di un Dylan Dog (!). Comunque questo gioiello di Makyo e Sicomoro valeva l’attesa: poco importa se forse la trama di detection avrebbe meritato un respiro più ampio, per me è stata la chiusura di un cerchio.

4
Sugar Skull. Lacerante.

5
I Figli di El Topo. Epico ed emozionante, il miglior Jodorowsky.

6
La morte di Stalin. Un ottimo fumetto, pur con quei disegni caricaturali inadeguati al contesto.

7
Gli Ultimi Giorni di Capitan America and the Mighty Avengers. Comincia come la solita avventura con portali dimensionali, invasioni da altri mondi e dialoghi che vorrebbero essere spiritosi, finisce (courtesy eventone Secret Wars) con un toccante countdown e con una narrazione tesa e commovente. E i disegni di Luke Ross sono molto belli.

8
La Compagnia del Doppiomondo ne Il Giornalino. Nulla di eclatante o rivoluzionario, ma una simpatica variazione sul tema abbastanza originale: elfi, nani e orchi convivono con gli umani in incognito ma uno dei protagonisti ha la facoltà di viaggiare nel loro mondo d’origine. Certo, ai disegni Umberto Sacchelli deve fare ancora un po’ di strada. O forse l’ha già fatta tutta e sono io a non essere in sintonia col suo stile.
Inutile attendere un’evoluzione perché purtroppo dopo la prima apparizione a inizio anno è sparito dalla rivista a testimonianza dell’interruzione della produzione diretta di fumetti. Vedi sotto.

9
Alcune delle miniserie coinvolte in Secret Wars. Nessuna passerà alla storia, ma hanno rappresentato una piacevole lettura. La mia personale classifica:
            Age of Ultron vs. Marvel Zombies
Squadrone Sinistro
1872
Armor Wars
Marvel Zombies

10
Hellblazer (Vertigo Monthly) da 46. Niente male il John Constantine di Mike Carey. Ne avevo letto un paio di episodi in maniera sporadica e discontinua su Vertigo Presenta ma le storyline di fila hanno ovviamente tutto un altro respiro. Soggetti originali, personaggi ben costruiti, dialoghi effervescenti e trame non cervellotiche e lunghe come quelle di Azzarello, o perlomeno più accessibili.

Il Peggio

1
U-47. C’è poco da fare, non è il mio genere. Anche così, però, i disegni restano brutti forte…

2
Elsa Charretier su Starfire 10, 11 e 12 (in Lanterna Verde 54-56). Darwyn Cooke non mi piace. Tim Sale ancora meno. Immaginate quindi quanto ho apprezzato la vice della Lupacchino che fonde maldestramente i due stili cartoon.

3
Miracleman Libro Quarto Capitolo 3: Memorie dal Sottosuolo. Il picco più basso di una saga che purtroppo si è rivelata come facilmente prevedibile non all’altezza di quanto scritto in precedenza da Alan Moore. Era una partita persa in partenza cercare di trovare qualcosa di originale e interessante da raccontare dopo il primo Miracleman (chissà, magari con una storia lunga invece che episodi autoconclusivi sarebbe venuto fuori qualcosa di diverso) ma va dato atto a Neil Gaiman che ha saputo venirsene fuori con delle trovate molto creative e a volte spiazzanti.
Però la sua prosa è invecchiata molto male e tutto sommato a volte non ha fatto altro che reinterpretare dei miti classici come le note di chiusura hanno di volta in volta impietosamente sottolineato. In Memorie dal Sottosuolo, però, è mancato quel guizzo che ogni tanto ha fatto capolino in altri capitoli e il tutto si è risolto con una esibizione di erudizione (nemmeno tanta) e di rimandi alla continuity.
Inoltre in questo episodio, smaccato monumento al riciclo e alla scarsa voglia di lavorare (ma nemmeno il numero 5 ha scherzato), non bastano le matite bianche su sfondo nero per nobilitare i disegni di Buckingham anche se comunque queste tavole sono un po’ meglio del suo solito.
Oltretutto, alla Panini hanno ben pensato di pubblicare la saga su cartaccia invece che su patinata: visto il mito che questo fumetto si porta dietro ci saranno state comunque file di lettori a comprarlo. E la foliazione è stata artificialmente ingrossata con la riproduzione di tavole “al naturale” di Buckingham (capirai…) e con una storia spezzettata che al ritmo di due tavole per numero è illeggibile. Era così anche in originale ma è di scarsa consolazione.

4
Indian Summer. Tutto ricominciò con un’estate indiana in versione Panini 9L. I nuovi colori digitali sono terribili e appiattiscono il lavoro superbo di Milo Manara, con qualche effettino sfumato a peggiorare il tutto. I «contenuti extra» si limitano a due dei meravigliosi acquerelli che facevano parte della cartella di litografie uscita all’epoca. Il primo è evidentemente ancora in possesso di Manara o di chi per lui, che scansionandolo ha evidenziato le asperità della carta usata (come succede anche per Vittorio Giardino).
Veramente un pessimo servizio al Maestro, tanto più che a curare i colori è stata sua (credo) figlia.

5
Il Giornalino dal numero 15. Il cambio della redazione si è fatto sentire. In questo interregno si è respirata un po’ aria di smobilitazione, con articoli e rubriche in avanzo dalla precedente gestione pubblicati tutti insieme ma al contempo adottando una grafica ipertrofica per occupare più spazio possibile dilatando i contenuti. Persino alcune anticipazioni dei numeri successivi erano inesatte e facevano riferimento allo stesso numero su cui sono comparse. Ci sono state insomma varie imperfezioni (almeno uno schema di un cruciverba era sbagliato, addirittura alcune barzellette dei lettori riproposte in numeri diversi) e le nuove rubriche come il poster centrale e il test da cui per forza deve risultare che il bambino che lo fa ha dei problemi hanno rubato altro spazio ai fumetti.
Anche i fumetti hanno subito questa situazione: c’è stata qualche disattenzione (di Cèdric è stata pubblicata una tavola già presentata in precedenza, e ogni tanto hanno tolto la numerazione originale) e purtroppo in generale c’è stata una diminuzione dello spazio a loro riservato, oltre al fatto che inspiegabilmente si è scelto di procrastinare di una settimana la pubblicazione delle seconde parti di storie più lunghe. C’è stata anche un po’ di confusione della pubblicazione de La Mappa dell’Isola del Tesoro, che oltre a una pubblicazione non consecutiva ha visto chiudersi un segmento con la parola “fine” quando invece doveva ancora concludersi! E non sono nemmeno convinto che il vero finale fosse quello presentato.
Con l’arrivo dei fumetti della Tunué sul numero 29 la situazione non è molto migliorata visto che si è continuato a proporli al ritmo di 8 pagine o poco più per volta (a volte 11 ma a volte 7 e persino 5 sul numero 42!) e parcellizzandone la pubblicazione: Fiato Sospeso è stato così interrotto proprio sul più bello!

6
100 Bullets (Vertigo Bimonthly) 23-25. Nel complesso una serie bellissima, se non altro per i disegni di Risso, ma il finale non è stato all’altezza delle mie aspettative. Oltretutto la RW Lion l’ha pubblicato con ritardi clamorosi, poi parzialmente recuperati in corsa (il finale che io avevo calcolato sarebbe uscito a gennaio è uscito a giugno datato febbraio), e con una qualità di stampa non ottimale. E visto che c’era qualche pagina in più negli ultimi capitoli hanno anche pensato bene di aumentare il prezzo di un euro netto.

7
Thorgal 35: Il fuoco scarlatto. Come sopra per 100 Bullets: è comunque un fumetto valido, ma non così buono come mi sarei aspettato. Xavier Dorison ha adottato uno stile di scrittura che mi è sembrato troppo moderno e poco in linea con la tradizione di Van Hamme e Sente. Ma soprattutto certi passaggi della sceneggiatura erano un pochino forzati (Thorgal mezzo morto per le torture che fa strage dei nemici) oppure non mi sono stati chiarissimi (la dinamica del rapimento di Aniel, i personaggi che si spostano da un posto all’altro e si fa fatica a seguirne il periplo).
È anche vero che con tutti quei personaggi in gioco è difficile raccapezzarcisi e sicuramente il tempo trascorso tra la pubblicazione del precedente volume e di questo (tre anni!) ha avuto il suo effetto – ma d’altra parte i dipinti pompier di Rosinski necessiteranno per forza di un bel po’ per essere eseguiti.
Molto suggestivo e originale il contesto, la città di Bag Dadh assediata, ma il finale apparentemente molto drammatico e intenso perde tutto il suo pathos con l’anticipazione che una morte eccellente non sarà tale!

Buon 2017

4 commenti:

  1. Tante nuove scoperte da recuperare.
    Grazie per la classifica e gli spunti!

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  2. Letture interessanti. Tra le tue migliori ho letto solo I.R.$ (ma solo i primi 4 volumi, e se non erro la collana si è già arenata), La porta per il cielo (ma serializzata su Lanciostory) e il ciclo di Carey su Hellblazer.
    Tra le peggiori, nessuna. Ma su Thorgal 35 ci arriverò a breve (ma la serie nella sua interezza, è tra le cose migliori che ho letto nel 2016).
    Buon 2017.

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    1. Eh, sì, per gli Integrali BD è in corso un ripensamento del prodotto. Thorgal 35 non è "brutto", però non l'ho trovato molto in linea con il resto della saga.

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