Episodio apparentemente
interlocutorio ma in realtà piuttosto importante per la trama principale. Peg e
la sua amica hacker rimangono un po’ sullo sfondo lasciando in primo piano un
trio di personaggi che si danno la caccia: Amos Maso chiede l’aiuto di Zaxan/Zadoc
per uscire dal carcere e compiere la sua vendetta ai danni di Jenny, che ha
sfregiato la sua compagna Vanda due numeri fa. Lo spietato faccendiere lo
libera solo per farlo ammazzare da un sicario: mangiata la foglia, Vanda lascia
l’ospedale dov’è ancora ricoverata per non farsi “suicidare” a sua volta e per
compiere da sola la sua vendetta. Ha luogo così un gioco a rincorrersi tra
cacciatore e preda in giro per il nord-est d’Italia, che culminerà ovviamente
nella sede delle Muse Aliene. Nel mentre, una giornalista locale in cerca di
gloria ficcherà il naso in tutto questo marciume e con ogni probabilità la
rivedremo ancora nei prossimi episodi.
Altri delitti, altre vendette è ambientato durante Halloween e nei
giorni immediatamente precedenti, e questo permette a Giovacca di inventarsi un
escamotage molto intelligente e beffardo per sciogliere tutti i nodi della
trama senza lasciare nulla in sospeso ma senza che i protagonisti prendano
quasi parte all’azione. Peg non indossa nemmeno il costume del Morto. Alla fine,
però, capisce che dovrà abbandonare momentaneamente il suo rifugio per non
farsi trovare da Zaxan e per continuare la sua ricerca.
Un episodio veramente riuscito,
insomma, per quanto la scena della sparachiodi mi sembri calibrata un po’ male:
secondo me fa un male cane farsi sparare in una mano. Il piacere della lettura
è ulteriormente accresciuto dalle citazioni fumettistiche di Giovacca: un
taxista si chiama Victor Arias, Vanda si rifugia in un appartamento di via
Cossio, l’assessore alla cultura che ingaggia le Muse Aliene per lo spettacolo
di Halloween si chiama Sergio Benelli (anche se in un’occasione diventa
«Bianchi»), ecc.
Meno efficace, per quanto
lodevole, è il ricorso a una continuity abbastanza
stretta: tutto l’episodio nasce da eventi avvenuti nel numero 31, ma con i mesi
che passano tra l’uscita di un numero e l’altro (figuriamoci due) io faccio
fatica a ricordarmi anche i dettagli più importanti!
I disegni di Conforti, chinato da
Codina, sono come di consueto molto buoni, anche se occasionalmente mi è
sembrato un po’ più freddo del solito. La presenza della giornalista Milena
Occhi mi ha fatto pensare inizialmente che Conforti si fosse ispirato a Garcia
Seijas per alcuni dei personaggi, ma è solo un’impressione.
In appendice la storia breve Il Becchino, riduzione a fumetti dal
racconto omonimo di Puskin realizzato da Stefano Mura: alcune immagini sono un
po’ legnose ma nel complesso il lavoro è senz’altro a livello professionale o
comunque vicino al professionismo.
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