Il suo ritorno viene però notato anche dai Lenzi, una famiglia del posto che dietro la facciata di tranquilli gestori di un’agraria coordinano una piccola rete di furti e ricettazione, coperti da un parente ex-carabiniere o poliziotto. I Lenzi nutrono un odio antico verso Peg, che anni prima li aveva puniti esemplarmente per lo stupro perpetrato ai danni dell’altra cugina Giorgia, episodio che lo spinse a scappare dal paesello e ad arruolarsi innescando quindi il processo che avrebbe dato vita alla saga. Tutto viene spiegato in questo episodio, senza lasciare niente in sospeso. Viene però offerto l’aggancio per il ritrovamento di Giorgia, ufficialmente ricoverata presso una comunità di suore laiche – ma il “prossimamente” in quarta di copertina ci anticipa che non è più così.
Le nebbie del passato è quindi un importante punto d’arrivo della serie, ma le sue qualità non si limitano a questo: Ruvo Giovacca ha imbastito una bella trama con vari personaggi che si rincorrono, è riuscito a evocare con efficacia un mondo di provincia ben più complesso e pericoloso di quello che appare in superficie e non mancano dei momenti ironici.
I disegni della coppia Conforti-Gioachini sono molto efficaci. Forse Codina esaltava di più il tratto di Conforti, ma Goachini lo rende più leggibile e anche più espressivo, pur ricorrendo talvolta a delle piccole esagerazioni anatomiche (vedi il fisico prorompente della cugina vogliosa).
In appendice la storia breve L’uscita, scritta da Giovacca e disegnata da Paolo Telloli. Per nulla originale, ha comunque un suo fascino anche se sembra provenire da qualche rivista o fanzine dei primi anni ’80.
Non posso dire di seguire il Morto se non attraverso i post pregevoli del tuo blog, ma ammiro i messaggi subliminali che gli autori seminano nella cover. Le nebbie del passato è naturalmente un riferimento al famigerato progetto di spianare il Turchino per creare corrente in Val Padana e far sparire la nebbia che un tizio propose nella trasmissione Portobello nel 1978 davanti ad un Enzo Tortora che accolse la proposta con piglio anglosassone. Io avevo dieci anni ed ancora mi ricordo l'episodio. Mi chiedo quale sia l'età media di chi legge Il Morto. Peg vive quindi in un altroquando in cui l'uomo ha vinto, ancora una volta, sull'ambiente. Un mondo in cui non è possibile che Giovannino Guareschi salga su di un taxi meneghino e si stupisca di come l'autista guidi senza perdersi nella nebbia per finire depositato molto lontano dalla sua destinazione un attimo dopo aver finito di cantare le lodi di simili abilità ed aver pure lasciato la mancia...
RispondiEliminaSì che puoi, Graziano.
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