Vabbè, questa la conoscono tutti. Lo Skorpio argentino nasceva nell’ottica di attirare vecchi lettori di fumetti con nuove versioni di classici degli anni ’50 e ’60, che a volte potevano essere delle vere e proprie continuazioni o remake. Amapola Negra diventò Asso di Picche, Patria Vieja si trasfigurò in Alvar Mayor e vennero ripresi L’Eternauta, Bull Rockett, Watami, ecc. Precinto 56 riprendeva il titolo della serie omonima di Collins e José Munoz pubblicata su Misterix e arrivata in Italia grazie a Ivaldi, prima sull’effimero Asso di Picche e poi sulla testata ammiraglia Sgt. Kirk. Ma nella nuova versione lo sceneggiatore mischiò un po’ le carte e il protagonista Zero Galvan (vero nome di Larry Mannino, improponibile in italiano) da biondo e glabro divenne moro e baffuto, somigliando un po’ di più a Val Amato che anche del Galvan originale era l’assistente.
All’epoca questa inversione di marcia non dovette piacere molto a José Muñoz che, esautorato dal ruolo di disegnatore della “sua” serie, dedicò a Fernandez uno sferzante commento in un episodio di Alack Sinner – certo, le sceneggiature di Alack Sinner erano ufficialmente scritte da Carlos Sampayo, ma probabilmente già all’epoca lui e Muñoz lavoravano in simbiosi scambiandosi stimoli per i rispettivi ambiti creativi.
Ho sempre pensato che il look di Mannino fosse ispirato a Charles Bronson. Il Galvan originale non lo conosco.
RispondiEliminaFernandez nell'intervista mi disse che Larry Mannino cambiava volto a seconda dei gusti di sua moglie, che collaborava ai disegni! Cominciò come Clark Gable e finì come Charles Bronson.
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