Mosconi, che operò agli inizi del XX secolo, era guidato da una visione dell’Argentina (e più in generale del Sud America) che fosse autosufficiente e spinse affinché venisse creata un’industria nazionale senza dover più dipendere dai beni forniti dall’Europa, in cui spesso andava per aggiornarsi e approvvigionarsi. Ma al contempo fu anche determinante nel creare un’aviazione argentina che fornisse sia una forza militare aerea che un sistema di trasporto attraverso le enormi distanze nazionali. Ideò le prime rotte aeree interne al paese e la loro organizzazione in scali principali e secondari.
Purtroppo gli accordi con i rappresentanti della ditta statunitense fornitrice di carburante, che volle essere pagata in anticipo, non andarono a buon fine: la storia di Mosconi si intreccia quindi con quella dell’YPF, la compagnia petrolifera nazionale argentina, di cui diventa direttore generale nel 1922. E di conseguenza anche la politica (estera ma soprattutto interna) si intreccia con la sua vita fino a determinarne l’esilio – cosa in fondo non così tragica visto che in Francia si accasò.
Rientrato in patria, divenne un personaggio scomodo a cui nemmeno i governi che si succedettero in Argentina perdonarono di non aver partecipato al golpe contro Yrigoyen.
Il fumetto è frutto di un grande lavoro di documentazione, anche a livello iconografico (le varie fasi della vita di Mosconi sono inframmezzate da poster d’epoca reinterpretati da Alejandro Aguado), e cita direttamente anche i discorsi che fece in varie occasioni il protagonista o il suo amico fraterno Baldrich. Il risultato è quindi molto scritto, anche per la necessità di fornire un quadro più generale e spiegare ad esempio come nacque la YPF – e l’aneddoto della scoperta del petrolio nel Chubut è quasi esilarante! Non mancano comunque sequenze più dinamiche e addirittura un capitolo praticamente muto, escludendo titolo e onomatopee.
Lo stile di Aguado si adatta all’argomento e abbandona il suo lato grottesco in favore di una rappresentazione realistica a volte quasi granitica nella sua monumentalità: inevitabile, visto che molte immagini sono ispirate a fotografie d’epoca e ovviamente nelle occasioni ufficiali i soggetti ritratti si mettevano in posa.
Il gusto metafumettistico dell’autore è invece ancora ben presente e, oltre alle reinterpretazioni dei poster ricordate sopra, si abbandona al gioco di inserire in alcune tavole dei personaggi della storia del fumetto (non solo argentino) a volte ben nascosti tra la folla. Al lettore il piacere di individuarli o magari di scoprire personaggi di cui ignorava l’esistenza. Peccato che le “soluzioni” non siano state messe alla fine del libro ma in calce delle tavole, dove è più facile sbirciarle anche involontariamente. Oh, beh, basta coprire le note a piè di pagina e il gioco funziona lo stesso.
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