Lavoro di difficile catalogazione, e già questo potrebbe essere un pregio. Somna comincia con la breve vicenda della presunta strega Agnes accusata di aver sparso la peste per il suo villaggio del New England. Il suo amato Gawain progetta un piano di fuga che non si concretizzerà. Non per lui, almeno.
Forse dopo o forse prima e forse in un altro villaggio Ingrid, la moglie del balivo locale, fa dei sogni molto vividi in cui una figura demoniaca vuole sedurla. La sua amica Maja è più disinibita di lei e ha una tresca col bel Sigurd. Quando il marito di Maja viene ucciso si scatena la caccia all’assassino. E visto che il marito di Ingrid di ritorno dai suoi doveri di giudice di streghe la trova in preda a una “possessione” orgasmica ecco che Ingrid potrebbe diventare il capro espiatorio ideale.
Difficile catalogazione, premettevo: c’è un lato investigativo, un po’ di romance, del soprannaturale, buone dosi di erotismo e un vago azzardo di ricostruzione storica. Becky Cloonan non riesce o non vuole dedicarsi con decisione a un filone piuttosto che a un altro e anche il finale è lasciato all’interpretazione del lettore – o forse alla raccolta di indizi che io non ho trovato. Non una lettura inutile, ma un po’ inconcludente: probabilmente quello che premeva alla sceneggiatrice era mostrare gli effetti disastrosi che può avere la repressione sessuale per l’individuo e per la comunità. I dialoghi retorici e un po’ irreali sono forse un espediente consapevole per sottolineare questo lato di pamphlet del fumetto.
Tula Lotay utilizza due registri grafici differenti per mostrare la realtà e il mondo dei sogni (o dei desideri, o delle fantasie). Per la prima ha optato per un disegno al tratto più che dignitoso anche se i volti tendono ad assomigliarsi tutti e non è che siano molto espressivi. Il secondo è raffigurato con un tentativo di riprodurre digitalmente degli effetti pittorici e mi ha ricordato molto le pubblicità di Fiorucci dei primi anni ’80. Secondo me le tavole dal taglio più canonico sono quelle riuscite meglio, non perdendosi in derive glamour. In ogni caso l’alternanza calcolata dei due stili è molto efficace ai fini del marcare il passaggio (anche a sorpresa) tra la veglia e il sogno.
Hanno collaborato ai colori Lee Loughridge e Dee Cunniffe.

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