domenica 21 dicembre 2025

Dungeons & Dragons: Ladra di Meraviglie

Questo raccontino ruota attorno al Deck of Many Things, un classico oggetto magico di Dungeons & Dragons che mi ero sempre ripromesso di mettere in qualche campagna senza poi farlo mai. È una trovata vagamente metanarrativa che introduce un bel po’ di caos nel gioco, visto che a seconda delle carte pescate possono verificarsi situazioni mortali, assurde o vantaggiosissime senza alcuna logica.

La aasimar Rudd, una bara (nel senso di gambler, non di cassa da morto) riceve la visita della sua vecchia conoscenza il mago Bas che la costringe ad accompagnarlo a prendere il Mazzo delle Meraviglie dal goblin che ce l’ha adesso: la carta della Luna concede dei desideri e quindi anche la possibilità di resuscitare la sua, di Luna, cioè la moglie di Bas che intuiamo non essere stata indifferente a Rudd che pure fu parzialmente colpa della sua morte. Visto il pericolo di pescare le carte sbagliate con effetti deleteri, sarà sempre Rudd a estrarle confidando nella benevolenza di Istus, dea presso cui prestava servizio.

I due finiscono così inseguiti da vari gruppi interessati all’oggetto: un ordine di cavalieri che protegge l’universo dal caos generato dal mazzo, un’orda di non morti che vuole vendicarsi del mazzo per essere stati uccisi dai suoi effetti e una gilda di ladri licantropi – forse esistono tutti e tre nell’incarnazione attuale del gioco.

Tra fughe rocambolesche e colpi di scena c’è forse troppo materiale infilato in queste 72 pagine ma tutto sommato il ritmo indiavolato tiene incollati alle pagine. Al di là di una trama articolata Ellen Boener inanella più di una battuta divertente: niente per cui entusiasmarsi, ma basta poco per risaltare in positivo a confronto con altri obbrobri che si sono visti tra il recente materiale a fumetti di D&D.

In compenso i disegni di Eduardo Mello sono atroci. Non credo si possa ritenere bravo nemmeno nel suo genere esageratamente grottesco visti gli esiti sgraziati e soprattutto il fatto che non riesce a rispettare le fattezze di un volto di vignetta in vignetta – adottando uno stile caricaturale dovrebbe essere facile, no?

Considerato che le immagini delle carte in questione sono palesemente tratte da altre fonti (disegnate molto meglio, ça va sans dire) mi viene il sospetto che forse questo volumetto sia stato pensato anche come viatico per pubblicizzare il relativo game prop del mazzo, ammesso che esista. Dopotutto decenni fa la TSR ne aveva allegato una versione sulla rivista Dragon.

I giocatori più attempati potrebbero storcere il naso davanti a certe bizzarrie filologiche: Istus è (era?) una dea specifica di Greyhawk, non dei Forgotten Realms dov’è ambientata la storia. E alcuni effetti delle carte sono discutibili perché dovrebbero sempre riguardare chi le pesca e non essere paragonabili a incantesimi da lanciare addosso agli altri. Ma al di là del fatto che le cose potrebbero essere cambiate nel corso delle varie edizioni di D&D, si è letto ben di peggio (molto di peggio) in questi fumetti dedicati a Dungeons & Dragons.

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