venerdì 19 dicembre 2025

Storie e Misteri del Lago di Como

Gente riservata, i comaschi. Timidi, direi. Al limite della segretezza. Insomma, capisco che tra le molteplici attività della Etv Publishing – Espansione S. r. l.  il fumetto non è quella preminente, ma se io pubblicassi un volume disegnato da Piccinelli e Villa lo strombazzerei ai quattro venti. E invece non hanno nemmeno messo un trafiletto sull’Anteprima e ho scoperto per caso dell’esistenza di questo volume, che poi se ho ben capito sarebbe parte di una collana. Il suo predecessore si occupa di leggende e folklore e quindi come argomento probabilmente mi interessa molto di più, ma visto che ancora non mi è arrivato per il momento mi gusto questa raccolta di fatti storici di Como e dintorni.

I fumetti sono tutti sceneggiati da Dario Campione, che firma anche l’introduzione. È curioso e lodevole che una persona esterna professionalmente al linguaggio del fumetto (così si evince dalle sue note biografiche) sia riuscita a costruire delle storie molto scorrevoli e appassionanti senza lasciarsi prendere la mano dalla scrittura, lasciando anzi spesso ai disegni il compito di raccontare con le immagini i dettagli e le atmosfere delle vicende. Certo, Villa e Piccinelli sono due fuoriclasse, ma comunque non era una cosa scontata.

Si comincia con La scomparsa del Brüt, una vicenda legata alle Cinque Giornate di Como, di cui ammetto che non conoscevo l’esistenza: a Schignano e Menaggio si teme per la sorte di Francesco, un giovane aderente all’impellente rivolta contro gli Austriaci. Lui in realtà non se la passa male, felice ospite di un’affascinante contessa a Tremezzina, ma partecipa lo stesso all’insurrezione dopo che il Carnevale di Schignano gli permette di raggiungere Como indisturbato. Al di là della trama, molto lineare, la storia è anche l’occasione di mostrare il Carnevale locale con le sue particolarità che diventano metafora del giogo austriaco.

I disegni di Villa sono meravigliosi, addirittura superiori alle mie aspettative; in questo frangente ha sperimentato con tecniche e materiali che non gli ricordavo. Chissà, forse in un paio di vignette c’è stata anche la volontà di omaggiare Dino Battaglia.

Delitto sui binari della Menaggio-Porlezza è un curioso giallo di cui ci viene anticipato all’inizio il colpevole. Probabilmente è tratto da un fatto di cronaca come testimonierebbe la riproduzione di una copertina dell’epoca (1884) del giornale Il Nuovo Lario. Molto interessante lo scavo psicologico dei personaggi e la puntuale descrizione delle metodologie di lavoro di carabinieri, banditi e ferrovieri.

Ottimi i disegni di Piccinelli, che a sua volta si concede qualche deriva un po’ elaborata (vedi i monti che fanno capolino dai panorami nebbiosi) ma che eccelle soprattutto nella resa delle espressioni e nell’elaborazione dei volti.

In fuga con il brigante ci trasporta in un’epoca più vicina, nel tormentato 1944 in cui una famiglia ebrea deve fuggire verso la Svizzera attraverso il crinale di San Lucio. A guidarli sarà il giovane “brigante” del titolo, Bosco. Dario Campione coglie l’occasione non solo per mostrare nel dettaglio le strategie nell’affrontare quei percorsi, ma anche omaggiare la flora locale e per ricordare la figura del brigante Carcini che operò un secolo e mezzo prima in quelle zone.

I disegni di Villa sono stupendi e oltre a concentrarsi molto sulla varietà ed espressività dei volti per l’occasione usa anche la mezzatinta, tecnica con cui lo abbiamo già potuto ammirare altrove.

Si finisce nella contemporaneità con Storie di Lorenzo e Lucia. Il giovane sceneggiatore televisivo Lorenzo in cerca di tranquillità per scrivere un romanzo ha affittato casa a Livo, dove trova non solo l’affascinante locatrice Lucia ma anche una ricca biblioteca da cui apprende un fenomeno poco conosciuto: l’emigrazione che per due secoli a partire dalla fine del ’500 coinvolse i comaschi che cercarono fortuna in Sicilia, principalmente a Palermo. Dal diario di Lorenzo Noghera apprende della diffusione anche nel Comasco della devozione di Santa Rosalia, cui ci si affidava per scongiurare la peste. Visto che anche la promessa sposa del Noghera si chiamava Lucia la mise en abîme manzoniana è quanto mai profonda.

Piccinelli offre una prova addirittura migliore della precedente: visto che molte vignette sono costituite dal testo del diario può concentrarsi su un lavoro più illustrativo ed elaborato.

La qualità di stampa di Storie e Misteri del Lago di Como è quella paradossale delle scansioni digitali: da una parte si colgono dettagli come le matite non cancellate e le sfumature di china che con il fotolito sarebbero risultate compatte, dall’altra i tratteggi (soprattutto quelli più fini) non sono così nitidi come negli originali. Poco da lamentarsi: questa è la norma o quasi della stampa contemporanea.

L’unico difetto che invece si può ravvisare in queste pagine è il lettering di Aldo Lanfranchi molto meccanico sia come grafia che come forma dei balloon.

A integrare i fumetti ci sono due lunghe e interessanti interviste ai disegnatori e una ricca bibliografia. Le 72 tavole di fumetto promesse in quarta di copertina sono effettivamente 72 (18 a episodio) e il volume consta in totale di ben 96 pagine – cartonato, di gran formato e su carta patinata, il tutto a 20 euro.

Insomma, un volume eccezionale, una scoperta gradevolissima. Quasi quasi mi pento di aver rivelato l’esistenza di questa chicca invece che custodirne anch’io il segreto.

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