Intervista a Carlos Trillo
Carlos Trillo è senza dubbio uno degli sceneggiatori argentini più conosciuti e amati in Italia, forse il più amato in assoluto. In Italia ha pubblicato inizialmente per Editiemme, Rizzoli-Milano Libri ed Eura Editoriale e sarà a quest’ultima che il suo nome verrà principalmente associato, nonostante le ulteriori collaborazioni con Edizioni Produzioni Cartoons e Comic Art.
Nasce il 1 maggio del 1943. Figlio unico, sua madre è casalinga e suo padre è tassista. Il padre vorrebbe un futuro migliore per il figlio, per questo apprezza il fatto che il giovane Carlos legga molto. In compenso, non gli insegna a guidare l’automobile e Carlos Trillo ammette che ancora oggi non è molto bravo a guidare.
Tra le sue letture ci sono i classici della letteratura per ragazzi ma anche fumetti. Tanti fumetti: durante il periodo del Peronismo in Argentina esce una rivista per ogni giorno della settimana. Anzi, di più, quasi due al giorno: il lunedì si può scegliere tra Patoruzù e Billiken, il mercoledì tra Hora Cero Semanal ed El Tony, il venerdì tra Intervalo e Misterix (per la cronaca, il martedì era il giorno di Pato Donald e il giovedì di Patoruzito). E anche giornali e quotidiani hanno la loro sezione dedicata al fumetto o alle strisce.
Carlos Trillo inizia a lavorare tra il 1962 e il 1963, quando è ancora studente universitario – per la gioia degli appassionati di fumetti non diventerà avvocato. Non sono ancora fumetti, ma il destino sembra essere tracciato: i suoi primi racconti umoristici compaiono infatti sulla rivista Patoruzù, dedicata al personaggio eponimo di Dante Quinterno, un’istituzione in Argentina.
Nel 1966 realizza le prime sceneggiature vere e proprie, stavolta per un concorrente di Patoruzù: la rivista Anteojito di Manuel Garcia Ferré. È un periodo di importantissimo apprendistato sotto la guida di Alberto Heredia, caporedattore presso Garcia Ferré, durante il quale Trillo si fa le ossa con le serie La Familia Panconara, una familia muy rara, El Topo Gigio, El hada Patricia, Hijitus, Antifaz, tutti personaggi preesistenti. Unico personaggio ideato da lui in questo periodo è Wapiti, el cazador de castores, che compare su Misterix.
Le attenzioni professionali di Carlos Trillo in questo periodo non sono rivolte solo al fumetto, che anzi a ben guardare riveste probabilmente un ruolo marginale: fra articoli e racconti è anche autore e conduttore radiofonico (attività che in seguito dirà essere stata molto importante per la scrittura dei fumetti) e copywriter presso un’agenzia di pubblicità. Scriverà anche i testi della trasmissione per bambini El Club de Hijitus, per cui creerà il personaggio della strega Patibula interpretata da Chela Ruiz.
Con Alejandro Dolina, suo strettissimo collaboratore e amico di quegli anni, scrive anche un’opera teatrale, che non verrà però mai rappresentata.
Tutte queste attività lo assorbono dal 1968 in poi, anno in cui la sua collaborazione con le riviste di fumetti sembra interrompersi o perlomeno rarefarsi notevolmente – e di lì a poco le riviste argentine per l’infanzia entreranno in crisi. Ma per fortuna è solo una pausa temporanea.
A cavallo degli anni ’60 e ’70 escono tre suoi saggi sull’umorismo e il fumetto scritti insieme al disegnatore umoristico Alberto Broccoli e nel 1972 la sua carriera raggiunge una tappa fondamentale: diventa redattore della rivista Satiricon.
Coerentemente con il nome della rivista, si fa tanta satira e tanto umorismo, ma ci sono anche molti fumetti. È lì che Trillo lavora per la prima volta con Lito Fernandez e Horacio Altuna. Nel 1974 passa da Satiricon a Mengano, di cui diviene caporedattore.
Non sono anni facili per la società argentina, ancor meno per le riviste di fumetti, soprattutto se dichiaratamente politiche – o anche solo velatamente critiche contro il regime, che si tratti di quello di Isabela Peron o della dittatura imposta da Jorge Videla nel 1976. Satiricon viene fatto chiudere nel 1975 e Mengano, pur dai toni molto meno polemici, segue lo stesso destino nel 1976, solo quattro giorni dopo il colpo di stato.
Carlos Trillo torna alla sua attività di copywriter finché trova un approdo alle edizioni Record. Un felice approdo, considerando la qualità dei lavori che realizza e la diffusione che avranno al di fuori dei confini argentini.
Gestite da Alfredo Scutti e Alvaro Zerboni, le edizioni Record producono delle riviste fondamentali di cui Skorpio è capofila. Soprattutto, vendono i loro prodotti all’estero. Trillo viene diffuso e conosciuto in Europa, dove viene rapidamente riconosciuto il suo valore.
E su Skorpio compaiono anche i suoi articoli sul fumetto scritti insieme a Guillermo Saccomanno.
Nel frattempo, dal 1975 pubblica sul quotidiano El Clarin di Buenos Aires la mitica striscia quotidiana El Loco Chavez, disegnata da Horacio Altuna. Il giornalista Hugo Chavez si radicherà nell’immaginario dei lettori argentini, e dalle sue vicende verrà persino tratta una serie televisiva. La trasposizione da un medium all’altro sarà un destino che avranno (o che avrebbero potuto avere) anche tanti altri fumetti di Trillo.
Nel 1978 riceve il premio Yellow Kid alla mostra internazionale del fumetto di Lucca. È senz’altro il più importante, ma solo il primo di una lunga serie: tra i tanti riconoscimenti, per 4 anni di fila i lettori della rivista Zona 84 lo eleggono migliore sceneggiatore, così come la giuria del Salone dei Comic di Barcellona nel 1984; riceverà nuovamente lo Yellow Kid a Lucca ’96 e l’Alph’Art ad Angoulême nel 1999.
Grazie ai contatti con il mercato spagnolo e con Josep Toutain, editore di moltissime riviste a fumetti, Carlos Trillo realizza vari capolavori. È in quell’occasione che entra in contatto con Jordi Bernet con cui comincerà una collaborazione molto stretta che dura tutt’oggi e che tante opere fondamentali ha prodotto.
Nei primi anni ’80 sono quindi molti i fronti su cui si muove Trillo: le storie dalle tematiche più crude e adulte per Toutain (che in Italia ammiriamo sulle riviste d’autore), l’immarcescibile Loco Chavez e la produzione più seriale di Skorpio.
Nel 1988 stacca con la pubblicità. A breve diventerà anche editore e gestore di una fumetteria. Nel frattempo Loco Chavez ha chiuso il suo ciclo e a sostituirlo su El Clarin arriva El Negro Blanco, splendidamente disegnato da Ernesto Garcia Seijas.
In Argentina Skorpio continua a uscire (non troppo regolarmente, in effetti) mentre le altre riviste della Record hanno chiuso i battenti nel 1981. Tra il 1991 e il 1992 ci sarà un tentativo di rilancio con la nuova rivista El Tajo che però dura solo dieci numeri. Inoltre in Argentina Skorpio è un mensile, in Italia è un settimanale. Non solo: i settimanali che l’Eura deve confezionare sono due perchè c’è anche Lanciostory (e ci sono pure gli allegati Più con materiale inedito – bei tempi, quelli!). Pur col materiale di produzione italiana e franco-belga, servono insomma più tavole possibili. Preferibilmente della qualità elevata che l’Eura ha sempre offerto ai suoi lettori e senza azzardare temi scabrosi o virate troppo sperimentali.
Carlos Trillo viene quindi cooptato da Stelio Rizzo, Sergio Loss e Filippo Ciolfi per cui lavorerà praticamente in esclusiva su progetti studiati appositamente. Se già negli anni precedenti l’identificazione di Carlos Trillo con l’Eura era fortissima, tra il 1988 e il 1999 diverrà automatica. Anche le storie più spinte o particolari che sui settimanali difficilmente possono trovare posto (come Cicca Dum Dum) vengono proposte comunque in prima istanza all’Eura.
Il frutto più celebre di questo sodalizio sarà Cybersix. Ma è solo l’esempio più eclatante, uno dei pochi che sia riuscito a ritagliarsi una popolarità esterna alle riviste italiane, su cui vengono presentati moltissimi altri fumetti eccellenti realizzati in esclusiva, praticamente tutti meritevoli di ristampa.
Nel 1991 crea un altro personaggio fondamentale che l’anno successivo approda su Skorpio dove prosegue tuttora: Clara de Noche, disegnato da Jordi Bernet e scritto con la collaborazione del gagman Eduardo Maicas.
Alla fine degli anni ’90, però, proprio Cybersix sarà la pietra dello scandalo che farà divorziare Trillo ed Eura. E Carlos Trillo praticamente scompare.
Alla fine del 2000 Macchia Nera (cioè Francesco Coniglio) pubblica Come la vita, esperimento di fumetto dal formato originale disegnato da Laura Scarpa.
Nel frattempo su Skorpio continua Chiara di Notte ma gli altri fumetti di Trillo compaiono solo a seguito del loro transito attraverso altri mercati da cui vengono acquistati i diritti: è il caso ad esempio di Bird (tradotto come L’Ala spezzata su Skorpio 31 del 2001) e Neferou il gatto (Skorpio 24/2004).
Attualmente la produzione vecchia e nuova di Carlos Trillo viene pubblicata in Italia da 001 Edizioni, Allagalla, Aurea, Coniglio Editore, Kawama Editoriale, Planeta DeAgostini e San Paolo.
Bibliografia minima:
1) interventi e testi critici di Carlos Trillo:
L’Eternauta nn° 6 e 10, Edizioni Produzioni Cartoons, agosto 1982 e dicembre 1983 (un intervento di Carlos Trillo limitato a poche righe compare anche nel numero 3, maggio 1982)
Abril a Buenos Aires, in ¡Linea Latina! – Fumetti tra Italia e Argentina (Edizioni Carte Segrete, catalogo della mostra omonima tenutasi dal 20 dicembre 1992 al 25 gennaio 1993 presso il Palazzo delle Esposizioni in Roma), scritto in collaborazione con Guillermo Saccomanno
Historia de la Historieta – storia e storie del fumetto argentino, ProGlo Edizioni, 2007, scritto in collaborazione con Guillermo Saccomanno
2) interventi critici su Carlos Trillo:
Speciale Eura, Lucca Fumetto, 1994
Fumo di China n° 28, 1995
Fumo di China n° 53/54, 1997
Fumo di China n° 138, febbraio 2006 (anticipazioni sui prossimi lavori)
3) interviste:
Fumo di China n° 20bis, luglio/agosto 1993
L’uomo che guarda (prima di scrivere), in Blue n° 56, Blue Press, ottobre 1995
Fumo di China n° 39/40, 1996
Fumo di China n° 51, 1997
Fumo di China n° 65, 1999 (in tandem con Juan Gimenez)
Un Trillo per ogni occasione, in Scuola di fumetto n° 1, Coniglio Editore, giugno 2002
Carlos Trillo è stato spesso ospite od oggetto della rubrica Nuvolette su Lanciostory curata da Luca Raffaelli, che costituisce una preziosa fonte di informazioni benché la formula della chiacchierata informale settimanale non consenta ovviamente un eccessivo approfondimento (non sul breve termine, almeno). Nello specifico, lo troviamo nei seguenti numeri di Lanciostory:
6-11/1994
24-25/1994
32-35/1995 (in tandem con Eduardo Risso)
22-30/1996 (in tandem con Roque Vitacca)
32-36/1996
1-2/1997
38/1997
41-44/1997
15/1998
25-26/1998
10-12/1999 (questi ultimi interventi riguardano Hugo Pratt e la nascita del rapporto tra Italia e Argentina)
4) storia del fumetto argentino:
Historietas – Storia, personaggi e percorsi del fumetto latino americano (Mazzotta, 1997)
¡Linea Latina! – Fumetti tra Italia e Argentina (Edizioni Carte Segrete, catalogo della mostra omonima tenutasi dal 20 dicembre 1992 al 25 gennaio 1993 presso il Palazzo delle Esposizioni in Roma)
Donde esta Oesterheld? – il fumetto argentino desaparecido (Lo Scarabeo, 2002)
Historia de la Historieta – storia e storie del fumetto argentino (ProGlo Edizioni, 2007)
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