Un nuovo fumetto disegnato da Eleuteri Serpieri per me è un evento, e lo compro
senza ingudio. Persino se ai testi c’è Jean Dufaux. Scherzi a parte, a una
prima ricognizione mi sembrava che proprio la parte grafica fosse meno
appetibile di quanto sperassi: invece dello stile morbido e sfumato di Creatura e Afrodisia il papà di Druuna ha qui adottato quello secco, rigido e
occasionalmente abbozzato di Mandragora.
Pericolo scongiurato, comunque: durante la lettura ogni perplessità svanisce
anche di fronte alla consumata abilità di Eleuteri Serpieri di narrare per
immagini. E le derive rigide e squadrate ben si adattano al tono della storia.
La trama e l’ambientazione sono un bel coacervo degli elementi più
disparati. Dufaux ha ambientato questa distopia in una Venezia dittatoriale in
cui convivono e collaborano inquisitori appestati e squadracce fasciste in
orbace (nonostante non ci sia un Duce ma un Duca è forse questo il motivo della
sua tardiva proposta in Italia nonostante i grandi nomi coinvolti?), di difficile
collocazione temporale visto che accanto a della tecnologia sofisticata
persistono elementi medievali e rinascimentali. Non finisce qui. Tra le altre
cose ci sono anche un angelo pettoruto particolarmente incazzato (a cui la
smania citazionista di Dufaux ha dato l’infelice, in quanto tolkieniano, nome
di Galadriel), un Doge/Patriarca biomeccanico (poco bio e molto meccanico) e un
martire mediorientale che dispone di grandi poteri al momento non ancora
svelati.
La Saria del titolo è l’ultima discendente della famiglia Asanti e a lei
viene affidato dal padre morente il peso di custodire le tre chiavi del titolo,
una sola delle quali condurrà al Paradiso una volta inserita nella Porta
dell’Angelo. Se sia tutta una metafora o qualcosa di concreto si scoprirà nei
prossimi volumi.
La vicenda è molto interessante e come spesso capita con Dufaux non si può
rimproverargli di essere stato
banale quanto piuttosto di avere ecceduto in
eccessiva originalità, che però grazie al tratto molto realistico di Eleuteri
Serpieri non scade mai nel ridicolo come è successo con altri suoi fumetti.
Visto che non mancano nemmeno in Saria
altri esempi della sua poetica, come qualche improbabile frasaccia ad effetto
che qui non stona affatto, mi viene da pensare che probabilmente, con
disegnatori meno “puliti” e rassicuranti (se non proprio caricaturali) dei suoi
collaboratori abituali, avrei avuto tutta un’altra impressione dello
sceneggiatore belga.
Saria è un bellissimo fumetto, oltre a essere
disegnato divinamente è intrigante e offre delle sequenze suggestive e
originali, una su tutte quella del mostro-ogiva Moloch con cui il Doge mantiene
il favore della popolazione oppressa. Potrebbe anche darsi che Dufaux abbia
riletto i volumi di Les Eaux de Mortelune
di Cothias e Adamov, ma forse è solo una mia impressione. Il ritmo sincopato è
un po’ spiazzante (perché diavolo mettere sotto i riflettori un personaggio
secondario a dieci tavole dalla fine del volume? E delle mirabilanti esibizioni
di potere di Ali Muslim Orfa promesse già a pagina 15 in questo primo episodio
non c’è traccia...) ma con la sua scarsa linearità introduce un ulteriore
livello di originalità alla vicenda.
Certo: di «Asanti» in Italia, e in particolare a Venezia, credo che ce ne
siano ben pochi, mentre dubito che in tutta la storia del Belpaese qualcuno
abbia mai avuto come nome di battesimo “Mozo”, ma è lo scotto che si paga
quando si cercano dei nomi per personaggi che non appartengono alla propria
cultura e tradizione, e come diceva Luigi Bernardi nell’introduzione alla
raccolta di Arno della Glénat Italia,
certamente qualche autore nostrano non fa di meglio quando immagina nomi
stranieri.
Spero vivamente che la Panini non faccia attendere troppo il secondo
volume, che vedrà ai disegni il bravissimo Riccardo Federici (qui autore della
copertina immagino tratta da una ristampa francese per dare omogeneità alla
serie), disegnatore che, mi rendo conto dell’importanza dell’affermazione, non
farà assolutamente rimpiangere Eleuteri Serpieri.
Sembra un Bonelli d'Autore, bello!
RispondiEliminaQuanto costa, per curiosità?
"Bonelli d'Autore"?!?!
EliminaIl volume costa 14,90 €, è nel solito grande formato della Panini, come quelli delle Aquile di Roma, Showman Killer, ecc. (penso 24x32 o giù di lì). Sono 62 pagine di fumetto e la qualità di stampa è buona: occasionali difetti come tratti poco incisi penso siano imputabili a Eleuteri Serpieri, che potrebbe non aver premuto a sufficienza il pennello o che ha lasciato a matita certi dettagli. Gli è successo anche in passato, e su volumi francesi.