domenica 5 marzo 2017

Daredevil 3: Omega Effect

Terzo volume della raccolta del Daredevil di Mark Waid, in cui una sottotrama importantissima iniziata nel primo volume viene risolta. Omega Effect inizia con un cross-over del titolare con l’Uomo Ragno e il Punitore, in cui viene promesso di dare una conclusione alla trama portante dell’Omega Drive, e procede con altri quattro numeri di Devil.
Il cross-over parte in modo molto promettente con un episodio di Avenging Spider-Man scritto in maniera frizzante da Waid e Greg Rucka, in cui vengono gettate le basi del piano che in una sola notte dovrebbe liberare i tre protagonisti dell’Omega Drive e quindi anche dell’interessamento indesiderato del cartello criminale che lo brama. L’episodio di The Punisher è meno efficace, evidentemente Rucka non è molto in sintonia con l’Uomo Ragno che interpreta come una figura molesta e irritante. Con Daredevil si torna su un livello in cui la narrazione è ironica senza essere pesante, ma purtroppo le buone trovate ideate da Waid vengono vanificate dall’ennesimo pistolotto su quanto sia sbagliato vendicarsi, su quanto siano eroici poliziotti/pompieri/marines, ecc. (come se non fosse già stato ridicolo vedere il Punitore – anzi, i Punitori – sparare a destra e a manca nei capitoli precedenti con la consegna di non uccidere nessuno…). E alla fine la sottotrama di questo benedetto Omega Drive non viene ancora risolta!
Ai disegni il dettagliato ma spigoloso Marco Checchetto fa un lavoro più che dignitoso ma la collana ci ha abituato a un altro stile di disegno e il suo tratto risulta un corpo estraneo. D’altro canto il Chris Samnee titolare della collana e il suo occasionale sostituto Khoi Pham non sono comunque ai livelli di Paolo Rivera (neanche lontanamente) e i colori eccessivamente saturi di Javier Rodriguez non li fanno certo apprezzare di più.
La prima storia successiva al cross-over è l’occasione per Matt Murdock di ricordare un episodio del college insieme alla sua nuova compagna Kirsten McDuffie ossessionata dall’idea di smascherarlo, e per quanto sia ben raccontato risulta un episodio piuttosto prolisso e farraginoso, che però ha il pregio di introdurre una nuova svolta nella trama che si concretizzerà compiutamente nell’episodio successivo (Waid è bravissimo a costruire le trame e a inserire dettagli apparentemente casuali che poi si rivelano fondamentali). E qui la parte dell’Omega Drive troverà la sua conclusione.
Da lì in poi il volume decolla e negli ultimi due episodi Devil dovrà scappare da Latveria dopo essere stato esposto a un avvelenamento sperimentale.
Il fatto che si risollevi nettamente sul finale rende Omega Effect un buon volume, anche se la collana mi aveva abituato a un livello complessivo ben più alto. Spero di leggere presto il seguito, anche perché questo volume si chiude con un cliffhanger mica da poco (e poi chissà cosa avrà visto Foggy nel cassetto di Matt).

5 commenti:

  1. Facendo il solito errore di prendere gli spillati (vizio che devo assolutamente togliermi in via definitiva), questa parte della run di Waid mi manca. Anche a me, in generale, è piaciuta molto.

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    1. Cosa che devo fare anche io, questi volumi però sto tentando di recuperarli.

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    2. Con questo volume la qualità si è un po' abbassata ma spero sia una cosa passeggera.

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  2. Non ho letto le storie del volume. Come Luigi, mi è capitato di incappare in qualche spillatino - weird deja vu: mi sono rivisto bimbo con il Devil Gigante ripieno di Wally Wood - e probabilmente prima o poi
    ( cit Luigi Bicco Blog ndr ) inciamperò anche nella coda della run, ma nel fine settimana ero in trasferta nella Città Eterna e mi sono ritrovato a discutere di Waid con Lazlo McIntire Ishigori - dopo il crepuscolo cameriere del Meo Patacca e di giorno biografo del creatore di Kingdome Come - delle idee di Mark per DD poi cassate dalla autocensura. Pare - prendilo con le pinze che non era facile dialogare con Laz mentre una posse di giappos brilli torturava La società dei Magnaccioni - che Foggy avrebbe dovuto rinvenire nel cassetto un costume a La Cage aux Folles che parodiasse la tutina da wrestler degli esordi di Scavezzacollo. Matt avrebbe poi affermato che tutte quelle paillettes erano parte integrante di una undercover mission. Mark avrebbe preso l'idea dalle giustificazioni di Peter Falk/Sam Diamante nella parodia della detective story Invito a Cena con il delitto. Un creativo cerca sempre la monetina dove non arriva la luce del lampione. Sebbene DD avesse già cambiato parecchie tutine ( pensa al costume corazzato dei gg di D. G. Chichester /Scott McDaniel e quella roba buffa in DD: Father di Quesada ), Mark non ottenne il permesso di provare una strada a la Neil Simon. Forse perchè Mamma Marvel aveva già in mente la svolta action di Soule e Garney. Pazienza.

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