Pur non essendo allo stesso
livello del primo volume,
anche questa nuova incursione di Warren Ellis nel mondo di 007 è piacevole.
Stavolta James Bond si trova
invischiato in un complotto a lungo termine della Spectre riaffiorato grazie a
controlli contabili. Si scoperchia così un calderone di operazioni segrete che
coinvolgono l’M5 contro l’M6 di cui fa parte il protagonista (tocco di classe
di Ellis: l’«Hard Rule» introdotta nel primo volume non era solo una trovata
vagamente umoristica ma un indizio di quello che sarebbe successo).
La storia è ben congegnata, per
quanto meno originale e incalzante di Vargr,
i personaggi sono splendidamente delineati, i dialoghi sono stupendi e c’è quel
po’ di continuity che basta a dare la
piacevole impressione che Warren Ellis avesse pianificato tutto sin
dall’inizio. Molto ben congegnato l’uso dei flashback
estesi nell’undicesimo capitolo (nulla di nuovo, ma molto ben realizzati).
Forse qui James Bond è più bastardo della sua versione letteraria o
cinematografica, ma non sono un esperto.
Il comparto grafico non è
purtroppo allo stesso livello del primo ciclo, per quanto Jason Masters si
difenda sempre bene. La prima cosa che colpisce sono i colori piuttosto scialbi
di Guy Major, soprattutto nelle scene meno drammatiche, in cui gli abiti dei
personaggi emettono degli incongrui riflessi metallici e in cui le automobili
di lusso hanno dei colori improbabili. Non succede tassativamente per tutti
questi elementi, ma proprio il fatto che queste scelte cromatiche siano
riservate solo ad alcuni di essi li fa risaltare ancora di più.
Lo stesso Masters, comunque, ci
mette del suo: è sempre bravissimo a raccontare per immagini (la traiettoria di
un oggetto tra due vignette è evidente anche senza linee cinematiche, gli
sguardi dei personaggi fanno capire immediatamente le loro intenzioni, ecc.) ma
a volte si inchiostra in una maniera quasi espressionista che mal si integra
con l’asettica pulizia dei decors e
degli altri elementi elaborati col computer.
Per novembre viene già annunciato
il prossimo volume, Hammerhead, che
dalle immagini sembra essere disegnato da qualcun altro, ma spero sia sempre
scritto da Ellis.
James Bond: Hammerhead. Sarà scritto da Andy Diggle e disegnata da Luca Casalanguida; il primo numero avrà tre copertine realizzate da Francesco Francavilla (Afterlife with Archie) Ron Salas (Six Million Dollar Man) e Robert Hack (The Black Hood).
RispondiEliminaQuesta la descrizione dell’editore:
James Bond: Hammerhead #1 manda Bond ad assassinare il Kraken, un radicale anti-capitalista che vuole mettere le mani sul nuovo avanzato arsenale nucleare della Gran Bretagna. 007 affronterà il dilemma della fedeltà alla corona britannica e dovrà capire se lo stanno usando per difendere l’Inghilterra o per creare un terrificante superpotere.
http://www.badcomics.it/2016/07/james-bond-007-dynamite-annuncia-le-miniserie-casino-royale-e-hammerhead/119173/
Non so se comperarlo. Per anni ho diviso il pianerottolo con una signora anziana e vedova del capitano di lungo corso Warren Cabot Findus che non aveva la ghiacciaia e si era risolta a tenere il kraken pescato dal marito decenni prima in salotto. Periodicamente ne staccava un tentacolo e lo friggeva. Non riesco a cancellare quel ricordo il tempo sufficiente per mettere alla prova i miei amici ed ex allievi Andy e Luca...
Grazie della dritta, Graziano. Allora lo si salta.
Eliminahttp://www.dynamite.com/htmlfiles/viewProduct.html?PRO=C1524103225#previewImages
RispondiEliminaNelle prewiews del sito Dynamite Comics puoi guardare 12 tavole tratte dal paperback di Hammerhead.
Lo 007 di Casalanguida sembra Zagor filtrato dalla sensibilità e sintesi del compianto Paolo Morales o del suo pard Fabio Grimaldi. Un Ed Barreto - da qualche parte con Morales - stilizzato.
Grazie, da come lo descrivi non fa per me. Senza Ellis, poi...
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