martedì 21 gennaio 2020

Le Straordinarie Opere di Alan Moore

Anche questo adocchiato da anni, anche questo finalmente preso grazie allo scontone del 50%. Le Straordinarie Opere di Alan Moore è un monumentale libro-intervista i cui capitoli sono inframmezzati da alcune rarità dell’autore e soprattutto da contributi e omaggi, principalmente grafici, di amici e collaboratori storici di Alan Moore – più una prefazione e una postfazione curate rispettivamente dalle sue figlie Leah e Amber, entrambe molto divertenti. Edito da Black Velvet quasi dieci anni fa, non era esattamente economico (35 euro).
Il volume nasce come omaggio a Moore per il suo cinquantesimo compleanno ed è uscito originariamente nel 2003; George Khoury ha organizzato l’intervista-fiume (circa 250 pagine in grande formato) in nove capitoli tematici che seguono un ordine cronologico, l’ultimo del quali aggiunto per la seconda edizione del 2008. Leggere la prosa di Moore e le sue argute metafore è sempre piacevole e spesso divertentissimo, soprattutto nelle prime e nelle ultime parti. Anche le didascalie del reparto iconografico sono trattate con humour. Una buona percentuale del materiale mi sembra di averla già letta altrove, ma in questi dieci anni chissà quanti altri testi e siti internet avranno citato il lavoro di Khoury, anche se bene o male certe informazioni sugli argomenti più famosi bene o male sono sempre quelli e risaputi. O forse mi sono rimaste impresse certe parti dopo averle lette di straforo come feci col libro di Morrison. Rimane comunque un discreto margine per informazioni di cui non ero al corrente, come ad esempio la bassissima opinione che Alan Moore ha degli eroi/criminali anglosassoni come Robin Hood e Dick Turpin (o almeno questa è la sfumatura che ho colto dalla traduzione italiana) e soprattutto che scrisse anche degli episodi dei fumetti di Star Wars per la Marvel UK – e che l’editore gliene pubblicò alcuni incompleti perché si perse le ultime pagine delle sceneggiature!
Un difetto del volume è che avrebbe forse necessitato di una revisione in più, perché in occasioni diverse (l’intervista è stata realizzata nell’arco di mesi) vengono ripetute le medesime informazioni magari con piccole differenze che portano a pensare che Moore sia un po’ rincoglionito, inoltre il ricorso occasionale a certe formule del parlato per rendere più fluido il dialogo finisce invece per renderlo un po’ innaturale.
Il parterre de rois degli omaggi è notevole e comprende Hilary Barta, Neil Gaiman, Mark Buckingham, Rick Veitch, David Lloyd, John Totleben, Dave Gibbons, Brian Bolland, Michael T. Gilbert, Chris Sprouse, Todd Klein, Kevin O’Neill e Katie Cook. Alex Ross è molto presente ma senza contributi realizzati appositamente. Da notare come tutti, anche disegnatori che non apprezzo molto, abbiano prodotto delle storielline brevi di ottima fattura, e non penso che sia il grande formato o la perfetta resa di stampa ad avermi dato questa impressione. Gli esempi di fumetti rari non mi hanno invece entusiasmato: la storiella con Mr. Monster disegnata da Gilbert è solo vagamente carina, la canzone I vecchi gangster non muoiono mai resa graficamente da Lloyd Thatcher mal si adatta a una trasposizione a “fumetti” (e poi credo di avere una versione ben migliore realizzata da Juan José Ryp) e Lussuria disegnata da Mike Matthews è una di quelle classiche storie di Moore in cui usa dei doppi sensi per contraddire coi disegni quello che dicono i testi. Per un paio di pagine può far ridere, ma otto tavole da quattro/cinque strisce l’una sono troppe.
Tra gli extra offerti ci sono anche degli esempi delle famose (o famigerate per la loro lunghezza e il livello di dettaglio) sceneggiature di Alan Moore. Confesso che non condivido minimamente l’entusiasmo compiaciuto di alcuni per la prolissità del Bardo di Northampton, visto che si tratta di materiale non pensato per essere pubblicato in questo formato, anche se il suo arguto umorismo fa capolino anche qui.
In appendice c’è una vastissima bibliografia (e discografia, e videografia) integrata per l’Italia da Stefano Marchesini e Smoky Man, da cui si apprendono cose interessanti, ad esempio che almeno uno degli episodi degli WildC.A.T.s coinvolti in un cross-over non erano veramente opera di Moore.
L’edizione italiana è arricchita da una postilla conclusiva sullo stato dei lavori dello sceneggiatore al maggio 2011 redatta da Smoky Man.

2 commenti:

  1. Per pura curiosità (visto che mai leggerò un mattone simile!), la domandona: che differenza c'è fra questo libro del 2008 e quello che ho io del 2003, stessa editrice, 320 pagine formato 15 x 21, 19 euro, intitolato "Alan Moore, ritratto di uno straordinario gentleman", a cura di smoky man, Gary Spencer Millidge e Oman Martini?

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    1. Da quello che ho capito io, l'aggiunta del capitolo finale e la sostituzione di una storia breve con quella di Mr. Monster.

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