Anche questo adocchiato da anni,
anche questo finalmente preso grazie allo scontone del 50%.
Le Straordinarie Opere di Alan Moore
è un monumentale libro-intervista i cui capitoli sono inframmezzati da alcune
rarità dell’autore e soprattutto da contributi e omaggi, principalmente
grafici, di amici e collaboratori storici di Alan Moore – più una prefazione e
una postfazione curate rispettivamente dalle sue figlie Leah e Amber, entrambe
molto divertenti. Edito da Black Velvet quasi dieci anni fa, non era
esattamente economico (35 euro).
Il volume nasce come omaggio a
Moore per il suo cinquantesimo compleanno ed è uscito originariamente nel 2003;
George Khoury ha organizzato l’intervista-fiume (circa 250 pagine in grande
formato) in nove capitoli tematici che seguono un ordine cronologico, l’ultimo
del quali aggiunto per la seconda edizione del 2008. Leggere la prosa di Moore e
le sue argute metafore è sempre piacevole e spesso divertentissimo, soprattutto
nelle prime e nelle ultime parti. Anche le didascalie del reparto iconografico
sono trattate con humour. Una buona percentuale del materiale mi sembra di
averla già letta altrove, ma in questi dieci anni chissà quanti altri testi e
siti internet avranno citato il lavoro di Khoury, anche se bene o male certe
informazioni sugli argomenti più famosi bene o male sono sempre quelli e
risaputi. O forse mi sono rimaste impresse certe parti dopo averle lette di
straforo come feci col libro di Morrison.
Rimane comunque un discreto margine per informazioni di cui non ero al
corrente, come ad esempio la bassissima opinione che Alan Moore ha degli eroi/criminali
anglosassoni come Robin Hood e Dick Turpin (o almeno questa è la sfumatura che
ho colto dalla traduzione italiana) e soprattutto che scrisse anche degli episodi
dei fumetti di Star Wars per la
Marvel UK – e che l’editore gliene pubblicò alcuni incompleti perché si perse
le ultime pagine delle sceneggiature!
Un difetto del volume è che
avrebbe forse necessitato di una revisione in più, perché in occasioni diverse
(l’intervista è stata realizzata nell’arco di mesi) vengono ripetute le
medesime informazioni magari con piccole differenze che portano a pensare che
Moore sia un po’ rincoglionito, inoltre il ricorso occasionale a certe formule
del parlato per rendere più fluido il dialogo finisce invece per renderlo un
po’ innaturale.
Il parterre de rois degli omaggi è notevole e comprende Hilary Barta,
Neil Gaiman, Mark Buckingham, Rick Veitch, David Lloyd, John Totleben, Dave
Gibbons, Brian Bolland, Michael T. Gilbert, Chris Sprouse, Todd Klein, Kevin
O’Neill e Katie Cook. Alex Ross è molto presente ma senza contributi realizzati
appositamente. Da notare come tutti, anche disegnatori che non apprezzo molto,
abbiano prodotto delle storielline brevi di ottima fattura, e non penso che sia
il grande formato o la perfetta resa di stampa ad avermi dato questa
impressione. Gli esempi di fumetti rari non mi hanno invece entusiasmato: la
storiella con Mr. Monster disegnata da Gilbert è solo vagamente carina, la
canzone I vecchi gangster non muoiono mai
resa graficamente da Lloyd Thatcher mal si adatta a una trasposizione a
“fumetti” (e poi credo di avere una versione ben migliore realizzata da Juan
José Ryp) e Lussuria disegnata da Mike
Matthews è una di quelle classiche storie di Moore in cui usa dei doppi sensi
per contraddire coi disegni quello che dicono i testi. Per un paio di pagine
può far ridere, ma otto tavole da quattro/cinque strisce l’una sono troppe.
Tra gli extra offerti ci sono
anche degli esempi delle famose (o famigerate per la loro lunghezza e il
livello di dettaglio) sceneggiature di Alan Moore. Confesso che non condivido
minimamente l’entusiasmo compiaciuto di alcuni per la prolissità del Bardo di
Northampton, visto che si tratta di materiale non pensato per essere pubblicato
in questo formato, anche se il suo arguto umorismo fa capolino anche qui.
In appendice c’è una vastissima
bibliografia (e discografia, e videografia) integrata per l’Italia da Stefano
Marchesini e Smoky Man, da cui si apprendono cose interessanti, ad esempio che
almeno uno degli episodi degli WildC.A.T.s
coinvolti in un cross-over non erano veramente opera di Moore.
L’edizione italiana è arricchita
da una postilla conclusiva sullo stato dei lavori dello sceneggiatore al maggio
2011 redatta da Smoky Man.
Per pura curiosità (visto che mai leggerò un mattone simile!), la domandona: che differenza c'è fra questo libro del 2008 e quello che ho io del 2003, stessa editrice, 320 pagine formato 15 x 21, 19 euro, intitolato "Alan Moore, ritratto di uno straordinario gentleman", a cura di smoky man, Gary Spencer Millidge e Oman Martini?
RispondiEliminaDa quello che ho capito io, l'aggiunta del capitolo finale e la sostituzione di una storia breve con quella di Mr. Monster.
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