In grassetto le categorie in cui ho inserito la singola segnalazione e la pagina di riferimento del testo originale.
CARTOONIST COME PROTAGONISTA – SERIE (pag. 19)
SPICY PINK (IDEM)
(Giappone 2007, in Ribon, © Shūeisha, commedia romantica)
Wataru Yoshizumi [Mari Nakai]
Sakura è una mangaka ventiseienne a capo di uno studio tutto al femminile. È amica di un’altra mangaka, Kamijou Misono, della sua stessa età che però è più veloce a disegnare e ha più successo di lei. Misono cerca di combinarle un appuntamento perché secondo lei Sakura non può realizzare shojo manga se non ha esperienze amorose (e infatti non ne ha quasi avute): anche la sua editor critica la scarsa personalità dei suoi personaggi maschili. Da notare che Misono, alla ricerca di un compagno ricco con cui sistemarsi, si troverà invece impelagata col commesso di una fumetteria che si è spacciato per chirurgo, fingendo assai bene perché si è documentato sui manga di argomento ospedaliero!
Altre mangaka sono Yoshikawa Mai e Sakaki Sumi, anche loro impiegate presso la rivista Drop Magazine. Viene citato il film Manga no Oshigoto che descrive la vita dei mangaka ma viene criticato per essere poco realistico essendo la vita dei fumettisti giapponesi ben più dura.
Non viene dato moltissimo spazio all’aspetto lavorativo delle ragazze quanto alle loro vicende romantiche e a un po’ di suspense con ragazzi che tornano dal passato e vecchie fiamme credute morte che si scoprono essere vive e vegete, oltre ad altri inevitabili equivoci da commedia romantica.
Pseudofumetto: Devil meets Girl, un fumetto ben accolto dal pubblico visto che per realizzarlo Sakura si è ispirata alla sua storia con un ragazzo vero. Sakura riceve anche la proposta di realizzare una versione a fumetti del romanzo di successo Level Eleven di Mikami Yui.
CARTOONIST COME COPROTAGONISTA OCCASIONALE – FUMETTI SERIALI (pag. 28)
GOOFY GOOSE INVENTOR
(Stati Uniti 1946, in Animal Antics, © DC Comics, umorismo)
Rube Grossman
Come dice il titolo, il protagonista è un imbranato palmipede inventore. Le sue storie partono sempre con un suo nuovo ritrovato “geniale”, che finisce regolarmente per combinare guai. Dal numero 16 di Animal Antics, con il titolo accorciato in Goofy Goose, il meccanismo della serie cambia e il protagonista diventa più banalmente un picchiatello che vuole farsi accettare dagli altri funny animals della fattoria nonostante le sue stramberie. Ad accompagnare questo appiattimento degli spunti ci fu, forse non a caso, un ricorso sempre maggiore a quei mezzucci metanarrativi con cui gli autori a corto di idee valide cercano di mandare avanti la baracca. Un tormentone erano i tentativi dell’insettino Julius di spodestare Goofy Goose dalla titolarità della serie. Alcuni esempi si trovano tra il 1949 e il 1950 nei numeri 20, 23 e 25 di Animal Antics (che col numero 24 aveva cambiato titolo in Movietwon’s Animal Antics) mentre nel numero 21 c’è un episodio che gioca con le convenzioni del fumetto:
Ma fortunatamente Goofy Goose in un’occasione mette in scena un “vero” fumettista d’invenzione:
Senza titolo in Funny Stuff 73 (1953). Rube Grossman
CINEMA (pag. 81)
ZOOM
(Brasile/Canada 2015, commedia, dramma, animazione)
Regia: Pedro Morelli; sceneggiatura: Matthew Hansen, con Alison Pill (Emma), Mariana Ximenes (Michelle)
Trionfo della metanarrazione in cui tre vicende si generano e si influenzano tra di loro: nella parte animata del film Edward è un regista che sta girando un film su Michelle, una modella aspirante scrittrice che sta scrivendo un romanzo con protagonista Emma, operaia in una fabbrica di sex doll che realizza un fumetto il cui protagonista è Edward.
Fuori tema: fumettisti non d’invenzione: citazioni, caricature, camei; fumetti biografici; metafumetti e autoreferenzialità; parodie
METAFUMETTI E AUTOREFERENZIALITA’ (pag. 64)
TUMBLEWEEDS (COLT)
(Stati Uniti 1965, in , © North America Syndicate, striscia umoristica)
T. K. Ryan [Thomas K. Ryan]
Le situazioni e i personaggi tipici del mito del Far West filtrati attraverso la lente della parodia, con occasionali (rarissime ma comunque presenti) interpellazioni all’autore stesso.
Non pensavo che inserissi anche film contaminati con il fumetto.
RispondiEliminaAvrai senz'altro già citato "I want to go home" di Alain Resnais, scritto da Feiffer. Una delle poche volte che ho rimpianto i soldi del noleggio di una videocassetta.
Comunque mi si allarga sempre il cuore quando vedo Tumbleweeds.
I want to go home lo ha già citato Castelli nel testo originale!
EliminaMai visto, è così brutto?
Per quel poco che ricordo, è molto noioso.
EliminaPerò Resnais ha una vena ironica che spunta anche nei film più inaspettati, come Mon Oncle d'Amerique, questo dovrebbe prestarsi...
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