Dopo aver mostrato le “origini segrete” del suo rapporto col fidanzato Lauro, viene raccontata la leggenda di una marchesina che venne uccisa dal padre che la trovò ad amoreggiare con il parroco locale, attività che si concedeva molto spesso. I loro spiriti aleggiano ancora nel castello diventato albergo di lusso (con un nome che omaggia Frankestein Junior) costretti ad accoppiarsi in eterno senza mai raggiungere l’orgasmo. Ovviamente Federica e Lauro vanno sul posto e con le loro acrobazie amatorie riusciranno a spezzare la maledizione.
La lettura de Il Castello è poco invitante: se la matrice letteraria dei racconti di Federica Tommasi deve essere rispettata, si sarebbe potuto farlo senza ricorrere a lunghe didascalie che rendono le prime pagine quasi un racconto illustrato. Quelle stesse didascalie sono poi scritte passando dalla prima alla terza persona, i piani temporali non sono chiari e la costruzione della doppia tavola alle pagine 2 e 3 non agevola la lettura. Per fortuna il seguito è molto più scorrevole e non mancano nemmeno delle tavole interamente mute.
Il godimento del fumetto sarebbe quindi affidato principalmente ai disegni, ma il (o la) Burby che li ha realizzati ha usato uno stile cartoonesco con qualche deriva manga. Ovviamente è tutta una questione di gusti e tutto sommato in questo contesto erotico leggero può anche essere indicato, solo che la maniera con cui ha ritratto la protagonista non è coerente con quanto visto in precedenza: Federica non ha il culone che le ha disegnato Burby. E la spontaneità del tratto morbido e caricaturale si scontra con gli sfondi digitali.
Insomma, pur non essendo sgradevole, questo terzo episodio è il meno riuscito. Sicuramente lo spunto di partenza è molto simpatico ma a ben guardare ricorda quello de La Casa Stregata.
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