Quebrada è una fittizia località sudamericana dove la lucha libre ha un grande impatto sulla società anche a livello politico ed economico. Il primo arco narrativo qui presentato, Ogni uomo per se stesso (quello che comprai in volume secoli fa), è un mosaico i cui tasselli sono le storie brevi che riguardano i luchadores che prenderanno parte a un match a quattro. Il motore della vicenda è il ritorno di La Cruz, una “mascara” che anni prima aveva vinto il titolo di campione per poi sparire nel nulla. Un altro luchador ne ha preso il posto illecitamente (la maschera è una cosa dannatamente seria a Quebrada) e adesso il vero La Cruz è tornato per esigere vendetta.
I singoli episodi di sei tavole introducono poi i vari personaggi ma forniscono anche indizi su alcune trame sotterranee tra cui quella che vede il violento luchador Ultra Sombra implicato in un processo per stupro, e forse coinvolto nell’incidente che è costato la vita al collega La Maquina. Sfilano quindi lottatori prossimi alla pensione (o che in pensione avrebbero dovuto già andarci), giovani rampanti che con un nome nuovo rinnegano il retaggio di famiglia, professionisti “gambizzati” per evitare che partecipino all’incontro e appunto stupratori poco di buono. Finché, come in un musical, si assiste al numero principale: il famoso match a quattro che potrebbe chiarire alcune cose e sciogliere alcuni nodi, e che per questo dura di più degli altri capitoli. Ma tutto rimane sospeso e lasciato all’immaginazione del lettore, che nel frattempo ha avuto modo di saggiare l’ambientazione e di fare la conoscenza con le regole che la muovono, godendosi una storia noir in cui alla fine la lucha libre è un elemento fondamentale a livello estetico ma non del tutto indispensabile alla narrazione.
Il volume procede poi con un intermezzo di due capitoli ambientato un anno dopo, che fa da collante al ciclo successivo: Il colore della Passione. In questa storia la protagonista è la luchadora quasi omonima (Pasíon) ingannata dal suo “amore” Mezcal in quanto figlia segreta di Rey Negro, il mammasantissima di Quebrada che a sua volta se ne va in giro con una maschera e che molto probabilmente è solo un burattino nelle mani della compagna, la Reina Negra. Altre storie brevi satellitari che concludono il volume fanno capire che la situazione a Quebrada sta per esplodere, con almeno due clan in lotta tra loro e il fantomatico La Cruz che osserva tutto da lontano aspettando probabilmente il suo momento per entrare in scena. In effetti alla fine della lettura si resta un po’ amareggiati, o quantomeno perplessi, visto che alla fin fine si è assistito solo a un colossale lavoro di worldbuilding senza che nel fumetto succeda poi molto, anche a causa dei virtuosismi di Matteo Casali che ha ideato sequenze interamente mute o scene che ne riprendono altre ma da punti di vista diversi. Immagino che tutto questo affresco sia stato completato nel volume conclusivo, Seconda caduta. La città delle Maschere rimane comunque una lettura suggestiva pur se gira un po’ a vuoto. D’altro canto lo stile frammentario di Casali sollecita una partecipazione attiva del lettore per cogliere i vari collegamenti tra una storia e l’altra e capire quali dettagli sono importanti.
I disegni e i colori sono affidati a una pletora di persone diverse, alcune delle quali diventate poi professionisti di alto profilo: tra tutti spiccano i giovani Giuseppe Camuncoli e Matteo Scalera, il nutrito team comprende a vario titolo anche Antonio Fuso, Armando Rossi, Grazia Lobaccaro, Andrea Accardi, Mirko Grisendi, Stefano Tirelli, Luca Bertelè, Stefano Landini, Werther Dell’Edera, Fabio D’Auria, Christian Aliprandi, Davide Turotti, Claudia Palescandolo, Lorenzo Ruggiero, Marcello Fontanesi e Claudia Miari.
Il tempo non è stato galantuomo col lavoro di molti dei disegnatori, ma d’altra parte all’epoca erano esordienti o poco più. In alcuni casi, pochi per fortuna, ci si mette anche una riproduzione insoddisfacente, come se le tavole fossero state scansionate a bassissima risoluzione.
La città delle Maschere uscì nel 2015 per saldaPress a seguito del successo della campagna di crowdfunding che ebbe la sua seconda parte, in un momento in cui il gruppo Radium diede altri frutti interessanti. Potendo contare su materiale già realizzato i costi non furono evidentemente molto alti, cionondimeno il prezzo di 12,90 euro per 144 pagine (anche se non poche sono solo i frontespizi dei singoli capitoli) mi pare che per l’epoca fosse piuttosto buono. Ma ovviamente 3 euro sono ancora più convenienti!
Ho un Quebrada - Il colore della passione, Innocenti victim novembre 2000, euro 6,20 per 48 pagine. Nelle ultime pagine è pubblicizzato il primo volume Ogni uomo per sé stesso, 15.000 lire.
RispondiElimina20.000 lire erano un po' troppe, in effetti. Ma neanche 15.000 erano poche per l'epoca!
EliminaNell'introduzione di Ciccarelli si parla di una "main story" prevista per un futuro imprecisato. Non so se è mai stata realizzata.
Eliminapotrebbe essere quella che si è concretizzata con il crowdfunding.
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