martedì 25 luglio 2023

Batman: Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora

Il passaggio al limbo del Tutto a 1 euro mi ha convinto ad acquistare quest’ennesima opera memorabile del più patetico tra gli imitatori di Alberto Breccia. Sarà stato il piacere di ottenere un volumone per una monetina, sarà stata la commozione di rivedere un albo della mai abbastanza rimpianta Planeta DeAgostini, ma la lettura si è rivelata assai soddisfacente.

Sono passati alcuni anni dagli eventi narrati nel capolavoro immarcescibile di Frank Miller, l’opera che ha rivoluzionato il fumetto mondiale, che ha dimostrato la superiorità dei supereroi su qualsiasi altra forma di fumetto e letteratura, che ha ridato la vista ai ciechi e ha fatto risorgere i morti dalla tomba, oltre ad avere sconfitto il cancro e risolto il problema della povertà nel mondo. I supereroi sono banditi e solo Superman, Wonder Woman e Shazam (ma in un’occasione lo chiamano Capitan Marvel) lavorano discretamente per il governo salvando la Terra dalle minacce di cui la popolazione mondiale può non essere nemmeno consapevole. E non lo fanno per il loro buon cuore ma perché ricattati in un modo o nell’altro. Gli altri metaumani sono controllati e inibiti in un modo o nell’altro, imprigionati in colture batteriche come Atom oppure sfruttati per produrre energia coi loro poteri come Flash.

Batman, creduto morto anche come Bruce Wayne, rialza però la testa e con la sua assistente Cassie (adesso Catgirl) e un esercito di seguaci libera i vecchi colleghi. Ciò scatena una lotta con Superman, che vuole mantenere un profilo basso per evitare che i suoi padroni scoprano l’esistenza di Lara, la figlia che ha avuto da Wonder Woman.

Sullo sfondo c’è una dittatura globale retta dal Presidente degli Stati Uniti d’America, che in realtà è solo un programma informatico con occasionali glitch! Questo fumetto ha oltre vent’anni sul groppone e quindi non penso di rovinare la lettura a nessuno se dico che a tirare le fila nell’ombra sono Lex Luthor e Brainiac.

A differenza del precedente Cavaliere Oscuro qui Miller svolta nettamente verso la satira, prendendo di mira anche varie celebrità mediatiche (io ho riconosciuto solo Jay Leno). Il risultato è decisamente godibile e anche avvincente, pur se il discorso che voleva fare Miller mi è parso un po’ nebuloso. Ma la colpa è mia: Frank Miller è un genio, diamine! Il suo tratto si adegua al tono e ricorda con successo certa stampa politica inglese. Gli inserti coi personaggini deformi che commentano e dicono la loro sono molto gustosi, ma trattandosi di un fumetto di supereroi ci sono delle inevitabili scene di lotta o personaggi in pose eroiche. E qui purtroppo la scelta stilistica di Miller è inevitabilmente meno funzionale (perché è una scelta consapevole, ovviamente, mica non aveva voglia di disegnare o non sapeva farlo!). Le storture anatomiche e un’inchiostrazione fatta col culo non permettono infatti in alcuni punti di capire come siano organizzati i corpi o chi faccia cosa, alla faccia dello “storytelling” – che ci sia ciascun lo dice/dove sia nessun lo sa.

Ma è un difetto su cui un appassionato di supereroi può soprassedere, perché Miller opera anche una scrupolosa operazione di recupero e aggiornamento di personaggi minori come Question, Shazam, Atom, Elongated Man e tanti altri che immagino farà felici i cultori del genere. Ma lo stesso Batman calvo e quasi monastico ha il suo fascino. C’è anche una interessante trama secondaria sul ritorno del Joker, con un bel colpo di scena (anche se un po’ affrettato) sulla rivelazione della sua identità. E la battuta conclusiva di Batman è da antologia – chissà a chi l’avrà fregata.

A deludere un po’ sono i colori di Lynn Varley. Magari anche questa è una scelta stilistica, però mi sembra che gli effettini e gli effettacci con cui ha colorato le tavole indulgano talvolta in un’ostentazione infantile e quasi dilettantesca, confondendo ancora di più le tavole. Credo poi che vent’anni fa il computer permettesse una colorazione molto più precisa ed efficace. Ma, appunto, forse era una scelta stilistica.

Nel complesso Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora è un bel fumetto scatenato e fracassone, con delle trovate che a me sono sembrate ottime (il ritorno di Joker, il destino di Martian Manhunter, l’isteria collettiva al ritorno degli eroi…) e moltissime battute azzeccate e divertenti. Piuttosto che ispirarsi a Hugo Pratt o Enki Bilal (la cosa mi fa ridere ancora oggi a distanza di decenni!) Miller ha fatto bene a sviluppare un progetto più “fumettoso” e genuinamente scatenato. Anche perché come puoi pretendere di fare un fumetto adulto se devi censurare le annunciatrici sexy, che si vorrebbero nude (per quanto dall’anatomia sbilenca di Miller), posizionando sapientemente balloon e altri dettagli sui punti sensibili? Lo avessi letto a suo tempo, mi sarei augurato che Frank Miller procedesse sullo stesso solco (cosa che un po’ ha fatto con Tales to offend, che però forse era precedente) ma la Storia ci mostra che le cose sono andate in maniera diversa.

L’edizione Planeta DeAgostini è sin troppo lussuosa (all’epoca, nel 2006, costava già 22 euro) e il grande formato è assolutamente sprecato per queste tavole che non ne beneficiano minimamente essendo costituite anche da doppie splash page minimaliste. In appendice vengono presentati molti sketch e matite delle tavole, ma anche esempi di action figure tratte dalle opere di Miller, a testimonianza del pubblico a cui è indirizzata l’opera.

6 commenti:

  1. FM in grande spolvero in qualche modo cita il Norman Mailer che sosteneva Bill Clinton sarebbe stato l'ultimo prez eletto direttamente, dopo il quale le corporations avrebbe fatto tutto da sole senza intermediari e Charles Bukowski che riteneva che tra democrazia e dittatura non ci fosse poi questa grande differenza e che la prima eliminasse almeno il fastidio di votare. Io ho apprezzato anche i disegni, ma de gustibus. Forse + attuale oggi di quanto non lo fosse al tempo. Ha polarizzato i personaggi di Oliver Queen e Vic Sage, ma la semplificazione funziona. Da notare che come il suo collega visionario Stan Kubrick, anche FM tende a proporre anteprime della opera successiva nella precedente ed il Luthor della storia tornerà come uno dei cattivi di una storia di Sin City ( quella dove è il protagonista è un illustratore ex marine che ricorda Jesus perchè in quei gg FM pensava di raccontare il "suo" Nazareno, progetto poi abortito per la difficoltà di fare sopralluoghi in Terra Santa). Immagino il prossimo lavoro di FM sarà un DK contro il riscaldamento globale. Non Wayne, ma la ex Catgirl. Sullo sfondo Prez Glitch blandisce le folle surriscaldate, mentre EM, un tycoon, prepara la fuga verso Marte di una elite. Brr. Nonostante il caldo...ciao ciao

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  2. ...Perchè Frank Miller è Frank Miller.
    Nell'asfittico panorama, un Unicum. Infatti mi è venuta sete.
    Ma una curiosità, com'è la traduzione di questo libro? Perché mi sembra di ricordare che Planeta affidava le traduzioni a un branco di gibboni andalusi sottopagati. Errori di ortografia, grammatica e quant'altro.

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    1. Forse i testi della parte scritta iniziale non sono molto scorrevoli, ma non conosco la versione originale. Tieni presenti che errori più o meno gravi li facevano tutti gli editori solo che gli spagnoli erano appunto in Spagna e così recensori frustrati potevano sputargli veleno addosso senza tema di ritorsioni.
      Oltre all'unicum hai mai assaggiato il centerbe (non Adam, il liquore)? Come pesantezza è una bella sfida tra i due.

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    2. No, io all'epoca preferivo Accolti-Gil (recensore frustrato che comunque non ha mai fatto parte della Gioventù Italiana del Littorio), e un liquore che si chiama come Adam mi ha sempre attirato poco. Poi proprio negli anni '90, quando andai nella zona di Rieka mi regalarono un bottiglione di rakija fatta in casa che mi feci durare parecchio. Bei tempi.

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    3. Ah, è vero: me ne parlasti a Lucca.

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