Nei bei tempi andati in cui ancora si pensava che Robin Wood scrivesse tutti i suoi fumetti (ma qualche indiscrezione già trapelava grazie a nippurweb.com.ar) avevo scritto un lungo pezzo su Wood che si concludeva con l’elenco delle sue serie arrivate in Italia. «E speriamo di non aver scritto troppe idiozie» dicevo per introdurlo su Fucine Mute 51. Ecco, appunto, colgo l’occasione del blog per aggiornare e correggere alcune cose...
E ovviamente per ampliare la lista con le nuove serie di Wood comparse sui settimanali dopo il 2002.
Port Douglas (Lanciostory 15/95)
John Kelly è un grigio e insoddisfatto impiegatuccio londinese che eredita in maniera rocambolesca una vera fortuna, tra cui un veliero ormeggiato a Port Douglas. Potrebbe farsi convertire i beni in danaro, ma preferisce cogliere l’occasione di cambiare vita trasferendosi là. Durante il lungo viaggio verso la sua meta australiana incontra le persone più varie e vive quelle poche briciole d’avventura che gli anni ’90 possono dare. Wood non sa scrivere solo di eroi, ma anche un uomo fin troppo comune diventa interessante nelle sue mani [alcuni dei soggetti della serie sono frutto di Nestor Barron, che probabilmente era alle prime prove come collaboratore di Wood]. Molte di queste storie autoconclusive sono ben architettate ed appassionanti, ma è facile cogliere qua e là una punta di nostalgia per la “vecchia” avventura. L’uso di buoni comprimari, si sa, è uno dei pregi di Wood e Port Douglas conferma nella maniera più efficace questa sua abilità. Gerardo Canelo non si sarebbe più ripetuto a questi livelli [negli ultimi episodi ha avuto il peruviano Percy Ochoa come assistente]. Port Douglas è una delle poche serie di Wood a raggiungere una conclusione netta e soddisfacente. Tutta la serie è stata ristampata su I Giganti dell’avventura 16.
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