Il piacere di averlo trovato dopo aver girato più di un’edicola e dopo
un’attesa carica di aspettative si è stemperato quando ho visto che di Garfield non sono presentate le strisce
di Jim Davis ma una versione cartacea dei cartoni animati. Non so se si tratta
effettivamente di “fumettazioni” di episodi televisivi preesistenti (le note in
gerenza e il costo produttivo che immagino avrebbero delle produzioni ex novo
farebbero supporre di sì) e di sicuro hanno il crisma dell’ufficialità, ma mi
ricordano comunque quelle operazioni pirata che anni fa facevano alcuni editori
che prendevano dei fotogrammi di anime e ci imbastivano una storia. È un’altra
cosa, però l’impatto è stato quello. Almeno i fumetti dei Simpsons sono realmente dei fumetti.
Comunque, superato questo primo impatto, mi sono dedicato alla lettura ed
effettivamente The Garfield Show è un
buon prodotto. Dall’editoriale di presentazione e dalla scelta del testimonial
principale si evince che The Garfield
Show vuole essere un prodotto all
ages indirizzato a bambini e ragazzi ma non mancano motivi di interesse
anche per il pubblico adulto. Anzi, fumetti prettamente infantili credo che si
possano considerare solo Le Elfe e Game Over. Per contro, Nelson e La Tribù partono da situazioni di base più mature (la coprotagnista
del primo è un’impiegata adulta, nel secondo si parla degli stratagemmi per
mantenere un buon equilibrio matrimoniale e familiare).
Come anticipa il sottotitolo della rivista Garfield è solo il titolare
della testata, che ospita anche «altri amici» che costituiscono per
l’appassionato di BéDé il motivo principale di acquisto. L’impressione è quasi
quella di avere in mano un numero di Spirou
o di Lucky Luke, almeno come me li
sono sempre immaginati.
Nelson è una striscia minimal che parla di un
diavoletto.
Oceania è un racconto fantasy suggestivo e ben
colorato ambientato in un pianeta in cui dei ragazzi fanno surf su un mare di
foglie. Le 7 pagine presentate non consentono ancora di dare un giudizio. Ai
testi nientemeno che Corbeyran.
Leonardo è un classico del fumetto umoristico belga
(di cui riprende la struttura a gag di una tavola) già visto in Italia su Mondo Erre. Il protagonista è un
Leonardo Da Vinci non proprio geniale.
Merlino racconta le grottesche vicende infantili
del giovane Merlino (è una serie scritta da Sfar di cui BD ha già pubblicato qualcosa
in Italia).
La Tribù è una serie umoristica di argomento
familiare.
Artibal mi sembra una storia di “realismo magico”
estremamente suggestiva e disegnata con notevole impegno. Purtroppo queste
prime 5 tavole introducono a stento il protagonista e quindi bisognerà
aspettare i prossimi numeri per vedere che direzione prenderà la storia.
Le Elfe mi sembra l’ennesimo fumetto cute che guarda sia a prodotti come Winx che ad altre BéDé come Marilù.
Game Over lascia intendere dal titolo che sarà una
parodia dei videogiocatori più nerd come già visto in questa prima tavola (ai
testi c’è anche un Bercovici: sarà lo stesso disegnatore di lunghissimo corso
che ha collaborato con Corteggiani?).
Melusina è un’altra serie di impianto classico
(stupendi i disegni di Clarke, che più francobelgi di così non si può) con gag
di una tavola. Protagonista una streghetta.
Un menu ricchissimo e di alta qualità, in cui l’unico elemento sottotono è Le Elfe, sia per la scarsa originalità
che per l’eccessiva semplificazione del tratto (ma anche Nelson da questo punto di vista è un po’ “a rischio”).
E alla fine devo ammettere che anche le due storie di Garfield, soprattutto
la prima, sono state una lettura piacevole e divertente.
Comunque, al di là della qualità dei fumetti presentati (su cui le
aspettative non sono state deluse), quello che temevo era la consueta ed
eccessiva ingerenza dell’Eura/Aurea nell’adattamento dei fumetti. Qui invece
per fortuna non ci sono nè balloon apocrifi nè tavole rinumerate ed il formato
rende pienamente giustizia ai disegni, anzi offre persino l’occasione per delle
buone trovate grafiche.
Il tutto si spiega col fatto che The
Garfield Show non è un prodotto ideato dall’Aurea ma è la versione italiana
di una licenza francese, anche se sicuramente l’Aurea ci ha messo del suo visto
che alcuni dei fumetti presentati non sono della Dargaud e Artibal è addirittura di produzione italiana.
Con tutto questo ben di dio i consueti problemi con la qualità di stampa
passano in secondo piano, anche perchè il formato più grande rispetto a Lanciostory e Skorpio rende meno eclatante il tremolio digitale dei tratteggi,
comunque assai fastidioso in Le Elfe.
The Garfield Show è insomma
consigliatissimo (a patto di trovarlo nelle edicole) considerando anche che al
costo di 2,80€ offre non solo materiale di qualità ma un tempo di lettura che
nonostante le sue 48 pagine è più che dignitoso: trattandosi di materiale
francobelga parliamo di vignette in cui abbondano i dettagli, e le tavole di
Domestici meritano decisamente di soffermarcisi sopra per un bel po’ per
gustarne tutti i particolari.
Al momento quindicinale, immagino che l’Aurea abbia fatto ricorso a questa
periodicità per testare il gradimento del pubblico e passare a settimanale o
mensile a seconda dell’accoglienza. Incrociamo le dita (e compriamone più copie
possibili) e speriamo che i giovani spettatori dei cartoon lo comprino in massa,
chissà che l’Aurea non decida di varare anche una rivista di BéDé adulta.
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