Sull’ultimo numero di Fumo di China
(il 209 datato ottobre 2012) Ilenio Trevisan lamenta la mancata realizzazione
di «autentiche opere d’arte» dopo il 1980, cosa che invece avrebbe potuto
riaccendere l’interesse sul fumetto arginandone la crisi mondiale. Al di là di
quanto sia discutibile questa affermazione (Watchmen
è del 1986), che forse nasce come provocazione, desta un certo stupore la
risposta della redazione: è vero che le loro opere più mature sarebbero state
realizzate più tardi, ma Art Spiegelmen era attivo già dai primissimi anni ’70
e il suo capolavoro Maus venne
iniziato nel 1973. Così come Jacques Tardi realizzò già nel lontano 1972 un
fumetto pienamente maturo, Rumeurs sur la
Rouergue su testi di Pierre Christin, e di lì a poco sarebbero arrivati tra
gli altri Polonius, Adieu, Brindavoine e Adele Blanc-Sec. Tutti prima del
fatidico 1980.
Sharaz-De di Toppi, poi, fu iniziata nel 1979
(quindi non risale al 1984...) e Gargantua
e Pantagruel di Battaglia ebbe addirittura due edizioni in volume (nel 1980
e nel 1985) dopo essere apparso su Il
Giornalino a partire dal 1979, quindi non so a cosa si riferiscano citando
una fantomatica prima edizione del 1993 (la versione su Corto Maltese? Però partì nel 1992...).
Non capisco poi cosa c’entri Ian Miller con questi riconosciuti maestri del
fumetto. È vero che ha realizzato opere interessanti, ma è principalmente un
quotato illustratore e non un fumettista (e ancora una volta i suoi fumetti
risalgono a prima del 1980...). A meno che non volessero fare riferimento a
quell’altro Miller, quello che copia malamente Alberto Breccia. Di provocazione
in provocazione, insomma.
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