Pur con un certo ritardo dovuto a un banale disguido[1],
anch’io ho potuto mettere le mani su Capitan
Cormorant e altre storie, l’ultimo recupero d’annata targato Rizzoli Lizard
delle storie rare e introvabili di Hugo Pratt.
In effetti Capitan Cormorant già lo
possiedo nella versione di Ivaldi, pubblicata su Sgt. Kirk 4, ma anche così il volume non manca di motivi di
interesse. Questa versione a colori è decisamente ben realizzata e ricorda come
atmosfere e stile le ristampe ospitate dalla gloriosa rivista Corto Maltese, con i loro toni di colore
così suggestivamente sfumati. Purtroppo la resa di stampa (fatta sicuramente a
partire da fonti non ottimali e non dalle tavole originali) ha impastato alcuni
tratti ed eliminato altri, confondendo il tutto e rendendo difficile la vita al
colorista che non sempre è riuscito a decifrare quello che andava a colorare. Quindi
ogni tanto un dito viene frainteso per la parte di un’uniforme, una scogliera
ha una forma differente rispetto a quella che si intuisce aveva in origine, certi
baffoni non vengono interpretati come tali e ancora qualche pipetta dei balloon
si confonde con lo sfondo e quindi viene colorata pure quella lasciando la
nuvoletta a “galleggiare”. E lo stile macchiaiolo di Pratt non aiuta,
ovviamente.
Ho notato con sorpresa che oltre alle inevitabili variazioni dovute al
nuovo montaggio orizzontale sono state apportate anche altre modifiche,
talvolta anche drastiche, ai testi. Il destino di questo fumetto, come quello
di molti altri fumetti di Pratt, è paradossale: concepito in Argentina per il
formato orizzontale di Misterix,
viene adattato per il formato verticale di Sgt.
Kirk (e non ci vuole un occhio troppo clinico per notare i vari
aggiustamenti dell’epoca come ad esempio le aggiunte superiori per snellire le
vignette), per poi tornare a un formato orizzontale che in tutti questi
passaggi è inevitabilmente molto diverso da quello di partenza.
Purtroppo il lettering fatto con il computer toglie un po’ della magia di
queste storie, e forse anche alcuni balloon di smaccata regolarità geometrica sono
frutto del calcolatore elettronico, ma le visibili pecette con cui sono stati
incollati alle tavole restituiscono quel gusto artigianale che devono avere
tutte le ristampe delle opere del Maestro di Malamocco.
Confesso di aver rivalutato molto la storia, che avevo preso un po’
sottogamba durante la prima lettura su Sgt.
Kirk (a mia discolpa, più o meno negli stessi numeri venivano ospitati
fumetti che mi entusiasmavano di più, come il Moby Dick di Battaglia o alcuni tesori argentini, oltre ovviamente
alla prima versione in assoluto della
Ballata del Mare Salato). I protagonisti sono tutti spigliati e
splendidamente caratterizzati, Pratt si muove in un contesto molto classico
riuscendo però a tirarne fuori qualcosa di originale pur senza ricorrere a
soluzioni troppo rivoluzionarie. I dialoghi sono freschissimi e quando vogliono
divertire ci riescono anche a distanza di cinquant’anni. Inoltre il ritmo della
storia è indiavolato, rispondendo probabilmente alla necessità di creare una
storia indipendente per ogni episodio che compariva su Misterix (se ho ben capito, organizzati su Sgt. Kirk in blocchi di circa 5 tavole l’uno), e una volta riuniti
insieme risultano un susseguirsi parossistico di azione, colpi di scena e sequenze
a effetto.
Nella prefazione Antonio Carboni contesta coraggiosamente il parere diffuso
secondo cui Capitan Cormorant abbia
rappresentato un po’ il banco di prova per il futuro Corto Maltese; le sue
osservazioni sono puntuali e circostanziate (oltre che suffragate da esempi
concreti) però a mio avviso è incontestabile il fatto che entrambi sono
variazioni di un medesimo tema e che i due protagonisti, anche solo per questo,
si somiglino molto e non abbiano poi troppe differenze caratteriali. Tutt’al più,
possiamo considerare Capitan Cormorant
come trait d’union tra El Sargento Kirk
e Corto Maltese, visto che del primo porta ancora alcuni segni distintivi come
la necessità di agire in maniera disinteressata, la contrapposizione a villain monoliticamente
cattivi e un cast di comprimari molto variegati e ben caratterizzati: il nobile
inglese che sa anche dare bastonate, il fedele amico “selvaggio”, la sorella
marinaia.
A integrazione di Capitan Cormorant
ci sono altri due fumetti: Billy James
è una valida storia ambientata nella turbolenta metà del XVIII secolo americano
che Pratt amava tanto, scritta da un Mino Milani che non si risparmia quasi
nessun luogo comune ma che riesce anche elegantemente a ribaltarli, oltre a
inanellare colpi di scena e a congegnare soluzioni originali per far procedere
la trama. Il ben più breve L’Assalto al
Forte (solo 16 “mezze tavole”, quindi probabilmente dalle 6 alle 8 tavole
sul Corriere dei Piccoli) è scritto
invece da Alberto Ongaro e presenta un protagonista piuttosto originale, che si
muove sempre nella solita epoca e nel contesto di Billy James, in una vicenda molto articolata nonostante la
dimensione ridotta.
Capitan Cormorant e altre
storie è un volume
irrinunciabile per il collezionista prattiano? Forse non lo è per quello più
fortunato che di Pratt possiede già ogni cosa (a meno che non voglia godersi
una versione colorata) ma sicuramente lo è per tutti quegli appassionati che
non hanno potuto gustarsi queste storie all’epoca della loro prima uscita o
delle rarissime ristampe, e immagino che non siano pochi. Purtroppo le
indicazioni che si trovano su internet in merito alle pubblicazioni di Capitan Cormorant in Italia sono
palesemente tutte estrapolate dal libro-intervista di Dominique Petitfaux,
quindi se esistono ulteriori ristampe successive al 1992 lo ignoro (così su due
piedi non me ne vengono in mente).
Bisogna aggiungere che il volume, oltre ad essere a mio avviso il più
lussuoso di quelli usciti al momento, presenta una ghiottissima sezione con
delle prove di recadrage per il secondo episodio completato poi da Stelio
Fenzo. Non possedendo il rarissimo Sgt.Kirk 10
su cui comparve non posso fare confronti con quanto progettato e quanto poi
effettivamente pubblicato, si tratta comunque della parte stampata meglio di
tutto il volume. In totale sono 19 mezze tavole ottenute dallo smembramento e
dalla successiva riorganizzazione delle tavole originali, ancora prive del
lettering. Su tutte campeggia un enigmatico «© by Saint George Sundicate». Non mi
spingo a dire che questi “quasi inediti” valgano da soli l’acquisto, ma poco ci
manca.
[1] «Chissà se quel pezzente di
Lorenzon riesce a mettere insieme i soldi per comprare il volume di Pratt che
mi ha ordinato... nel dubbio lo vendo a un altro e se se ne accorge dò la colpa
al mio collega del mattino e gli ordino con calma un’altra copia» potrebbe
essere uno scenario attendibile.
Non c'è niente da fare. Più passano gli anni e più diventa uno scempio, questa cosa dell'adattamento delle tavole di Pratt.
RispondiEliminaMeno male che poi le sue storie... :)
Pensa che io Capitan Cormorant non l'ho mai letto per intero. E il volume mi sta aspettando in fumetteria già da un po'.
Mi sento di dire comunque che la Rizzoli sta facendo un buon lavoro sui cartonati extra di Pratt. L'Isola del Tesoro e Sandokan erano confezionati a modo e maniera.
Pare che le vituperate versioni di Corto Maltese dei TascabiLizard fossero in realtà fortemente volute dallo stesso Pratt che voleva anche per il suo eroe una versione da "livres de poche" come in Francia fanno per alcuni fumetti (mi pare ci fosse proprio una collana a cui si ispirò). Però usare le versioni più recenti nelle ristampe successive (vedi quella di Mondadori di qualche tempo fa) secondo me non è correttissimo, nè filologicamente nè a livello estetico.
EliminaAnche alcune scelte "primordiali" secondo me sono discutibili: io ho il volume "Vanghe Dancale" nella versione Milano Libri e quei dannati retini mi infastidiscono anche se so che era stato Pratt a volerceli mettere per recuperare l'atmosfera dei fumetti che leggeva da bambino...
Il formato orizzontale forse nasce anche dall'esigenza di allungare il brodo e raggiungere una foliazione consistente, ma secondo me i colori di questo Capitan Cormorant sono proprio buoni, "come quelli di una volta", e in fondo per 28€ hai il doppio delle pagine di Sandokan che era pure in bianco e nero.