Dr. Manhattan (testo di J. Michael Straczynski, disegni
di Adam Hughes)
Finalmente il supplizio è terminato. A mio avviso questa è la miniserie
peggiore. E di gran lunga.
Straczynski ci ammannisce l’ennesima interpretazione semplicistica della
fisica quantistica, secondo cui l’osservatore determinerebbe l’esistenza
dell’osservato (una stronzata colossale dovuta a un’interpretazione artatamente
estesa dell’esistenza dei fotoni, che di fatto – loro sì – esistono solo se
qualcuno “accende la luce” e li guarda). È inoltre terribilmente poco
realistico che un ragazzo tedesco dei primi anni ’40 desiderasse come regali
quelli che ci vengono mostrati, e che sono caratteristici di tutt’altra
cultura. Pessima anche la trattazione del periodo scolastico del nerd Jon Osterman,
preso di peso da una qualsiasi teen fiction, anzi da una delle peggiori e più
banali.
A parte questi difetti che già non invogliano a proseguire la lettura, in Dr. Manhattan viene compiuto il più
significativo strappo al canone di Alan Moore, arrivando persino a suggerire
che il Dottor Manhattan, “burattino che vede
i fili” e non li può modificare, sia
stato funzionale agli sviluppi della serie portante dal 1966 in poi. Ridicolo,
poi, il fatto che lo abbia fatto perchè (citando i classici) gli prudeva il
cazzo!
Poi, certo, possiamo pure giustificare la cosa col fatto che il Dr.
Manhattan lo ha fatto perchè aveva visto che avrebbe dovuto farlo, ma non c’è
nessun dettaglio che ce lo suggerisca in Watchmen
e Straczynski non si prende la briga nemmeno di giustificare così questa sua
trovata.
Ciò detto, la storia latita, in pratica assistiamo semplicemente al
rimuginare continuo del protagonista e ad avere altre visuali su alcune scene
dell’opera madre. Purtroppo Straczynski alterna toni che si vorrebbero aulici a
battute poco felici in alcuni dialoghi (Ozymandias pare un coglione), il che
rende tutta l’operazione ancora più ridicola.
Quello che ne risulta, insomma, è un fumetto velleitario e pretenzioso, che
non riesce ad appassionare e che probabilmente si affida proprio alla curiosità
di capire cosa stia realmente succedendo per trattenere il lettore in attesa di
uno straccio di trama o di un colpo di scena che in quattro numeri non si
vedranno nemmeno da lontano. Il tutto distraendolo dalle troppe deviazioni dal
canone che Straczynski si è concesso e dalle colossali stronzate che si è
inventato (non è mica il Dottor Manhattan che si teletrasporta... è l’universo
che si muove al suo comando intorno a lui!).
Per quel che riguarda la parte grafica, vale lo stesso discorso di quasi
tutti gli altri albi di Before Watchmen:
i disegni di Adam Hughes sono senz’altro molto buoni, è oltretutto abilissimo
anche a raccontare e a costruire una tavola (e meno male che c’è lui a far
venire voglia di finire gli albi, sennò con la soporifera prosa di
Straczynski...) eppure... eppure non mi hanno soddisfatto del tutto, e non solo
perchè la sua interpretazione del Dottor Manhattan è un po’ troppo mingherlina.
Alcune inquadrature tendono a ripetersi, c’è un po’ di vuoto ogni tanto nelle
vignette, certe tavole non hanno la necessaria cura e il necessario dettaglio
per essere delle illustrazioni ma nemmeno la giusta concatenazione narrativa
per essere tavole di fumetti...
Ripeto: i disegni sono comunque bellissimi, sicuramente tra i migliori dei Before Watchmen, ma non sono al livello
che io mi sarei aspettato. E dire che Hughes ha avuto tutto il tempo per
lavorare con calma visto l’uso massiccio che fa del computer e il fatto che
parte da disegni preesistenti di Dave Gibbons per darne la propria
interpretazione.
Bocciata.
Che strazio. Io non ce la faccio proprio a leggere questa miniserie. Non è per una questione di rispetto per Moore e cose del genere (non solo, almeno). E' che Watchmen è nato ed è legato ad un'epoca e ad un modo di fare fumetti che oggi è dura da replicare. Poi per carità, si può comunque scrivere cose buone e giuste, ma non mi viene spontaneo seguirle. Probabilmente è un limite mio.
RispondiEliminaP.S.: Complimenti per il post precedente. Un lvoro mastodontico. Sublime :)
Io ho vinto la ritrosia iniziale grazie ai grandi nomi coinvolti, che però stanno deludendo assai... In particolare, Azzarello sta scrivendo due storie tremende.
RispondiEliminaOzymandias invece mi pare riuscito.
Mah, staremo a vedere.
Trovo da suicidio riprendere il filo di una miniserie dopo vent'anni... sia before che after... avrebbe deluso anche Alan Moore. Io non ho visto il lavoro di Hughes su "BEFORE WATCHMEN",ma lo reputo un ottimo illustratore, specializzato nel reparto femminile. Come disegnatore di fumetti non mi ha mai esaltato, avendo uno story telling statico e datato, che non solletica la mia curiosità. La critica che gli muovi nell'usare troppo il computer è sbagliata, essendo insita nel suo stile.
RispondiEliminaComunque avercene di illustratori come lui!
Mah, dipende. Qualcosina di interessante s'è visto: Silk Spectre e Ozymandias. Al di là di tutte le considerazioni sullo squallore morale che pare essere alla base dell'operazione Before (Moore ricattato perchè se si fosse opposto legalmente la DC non avrebbe più dato lavoro all'amico Steve Moore), io non penso che la serie madre non potesse generare qualcos'altro, però pretendere che fosse allo stesso livello del modello è assurdo, e difatti di capolavori mi pare che non ce ne siano. E quelle poche cose che sono almeno interessanti devono portarsi la croce di Watchmen addosso, cioè fare i conti col capolavoro assoluto che è quella miniserie e risultarne quindi molto degradati (mentre invece, se le stesse idee fossero state usate in altri contesti avrebbero avuto ben altra visibilità e rilevanza).
EliminaAdam Hughes è decisamente bravo a fare le pin up, ma devo dire che anche il resto gli viene bene, e i suoi personaggi sono anche molto espressivi senza mai diventare caricature. Io però me l'immagino, forse sbagliando, come uno di quei lentissimi (=viziatissimi) disegnatori di comic book che non riescono a tenere il ritmo mensile e la cosa mi sembra ancora più assurda visto che col computer ripete gli sfondi e intere immagini! Ma forse è solo un'impressione mia.
Perché i disegnatori che non riescono a mantenere la mensilità dovrebbero essere "viziatissimi"? Io quando ho lavorato per gli americani, per mantenere le dead line dovevo dormire tre ore per notte... e non mi reputo viziato... ma certi ritmi da solo non li puoi mantenere. Ho scoperto che ero l'unico a non avere aiutanti. Anche Gomez fa un uso massiccio del computer quando disegna Dago( non l'ho visto in altre performance), ma nessuno lo critica. Per me il problema di Hughes non è il computer, ma il racconto. Ottimo come illustratore, sufficiente come fumettaro.
EliminaContinuo ad essere convinto che anche se l'avesse continuato Moore, il risultato non sarebbe stato esaltante...bastava il Watchmen originario essendosi esaurito lì( spero che questa mia ultima asserzione non la interpreti come una bestemmia).
Eh, lo so che è un discorso un po' populista, però: Buscema, Romita & co. si sciroppavano tavole e tavole al mese e non erano certo considerati delle superstar all'epoca, benché fossero disegnatori eccelsi. Quando leggo nei colophon di alcuni albi Panini (tipo Marvel Mix o comunque quelli che raccolgono più episodi di una stessa serie, così vedi anche le date di pubblicazione originali) che sono passati anche SEI mesi tra la pubblicazione di un comic book e l'altro mi chiedo cosa diavolo avessero da fare in quel tempo per non riuscire a finire quelle venti pagine, e a questo punto francamente mi chiedo se ai disegnatori in causa freghi poi molto di fare fumetti. Da ciò il viziatissimi: ormai tanto popolari che snobbano il fumetto e che lo fanno consapevoli che per ogni rarissima apparizione si beccano (spero per loro) pacchi di soldi.
EliminaAmmiro moltissimo Alan Davis perchè ho visto che anche nell'ultimo volumetto suo che ho preso, così come in "Fantastic Four: The End", ha consegnato regolarmente ogni mese senza ritardi. E si tratta di un disegnatore eccellente (tu lo hai conosciuto di persona?) che secondo me è molto più bravo di tante effimere superstar di oggi. Effimere e viziatissime. Tu facevi le notti in bianco per rispettare le scadenze, Madureira pare che le facesse giocando alla Playstation invece di disegnare.
Non ho conosciuto di persona Alan Davis, ma al telefono quando mi passò il testimone di ClanDestine, ed in altre occasioni. Ai tempi miei, se non rispettavi le dead line eri messo al rogo, con qualunque nome ti firmassi.
EliminaUna volta sentii un editor dire che tra un bravissimo disegnatore lento ed uno sufficiente svelto, preferiva il secondo! Io non sarei così categorico, secondo me il sufficiente/mediocre svelto, serve per far concludere il bravissimo lento( il fumetto deve essere anche tripudio per gli occhi!). I sei mesi sono dovuti alla flessibilità nel lavoro degli americani.Lavorando senza contratto, ma come free-lance, le majors non ti garantiscono la continuità del lavoro, ma siccome io(autore) devo mangiare tutti i giorni, pagando affitto e bollette, sono costretto a collaborare anche con altri... formando una vera e propria agenda di lavoro. Divenendo affermato, se alla casa editrice interessa il mio lavoro, dovrà aspettare il suo turno, a volte anche sei mesi, se non di più!
Secondo il mio modesto punto di vista, lo stile di Madureira non è impegnativo come il mio e di mille altri lenti, come tale può permettersi nottate passate alla play.
Alan(Davis), non gli sembrava vero passare da facchino ad autore completo, come tale non ha intenzione di rischiare di perdere il suo lavoro tanto sognato. Mi raccontò che i molti degli schizzi del suo primo Cap.Bretagna vennero effettuati nel furgone della ditta di facchinaggio in cui lavorava... Adam Hughes mi dissero dietro al bancone della fumetteria in cui era il commesso... io nel bagno dello studio commerciale in cui lavoravo, nelle file all'ufficio IVA e al tribunale , nelle pause di riposo quando suonavo e togliendomi molte ore di sonno e divertimento...
Sono assolutamente d'accordo con l'editor che preferisce il veloce all'artista, almeno nel fumetto seriale - ma non solo: certi francesi che si fanno attendere anni (ANNI) mi sembra che prendano in giro il lettore, che gli manchino di rispetto, anche se quello è un altro mercato.
EliminaE' anche una responsabilità dell'editore, però: se sai che quel disegnatore non finirà mai il lavoro per tempo affidagli uno speciale, non una serie. Ma d'altra parte agli editori importa che i disegnatori siano veloci e non rompano le palle, la qualità del loro lavoro viene dopo, a meno che non siano il grande nome che attirerà comunque pubblico. E posso capire benissimo il loro punto di vista.
Anch'io avevo sentito quell'aneddoto su Alan Davis, mi pare anzi che lui aveva problemi a disegnare perchè pensava che le dimensioni delle tavole originali dovessero essere uguali a quelle della rivista che le pubblicava!