sabato 9 marzo 2013

Historica 5 - Il Gufo Reale



Yann non è solo l’irriverente sceneggiatore di Les Innomables, La Tigre Bianca e Il Piccolo Spirou, ma ha anche una carriera parallela di scrittore realista. I pregiudizi però sono duri a morire (nello specifico, i miei) e ogni volta che si cimenta con l’avventura, lo storico, il bellico deve superare le forche caudine di un pubblico (nello specifico, io) abituato alla sua vena comica, genere in cui effettivamente ha dato le sue prove migliori.
Per evitare che l’abitudine dei lettori lo renda sospetto, uno dovrebbe scrivere ogni storia diversa dal suo canone sotto pseudonimo, e in effetti è quello che lo stesso Yann ha fatto in occasione di Sambre, anche se poi è andata a finire com’è andata a finire.
Al di là di queste considerazioni, trovo che quasi per reazione alla sua faccia più sguaiata Yann introduca sempre nelle sue opere realistiche pesanti spiegazioni e una documentazione anche troppo generosa, probabilmente riflettendo quelle che sono le sue passioni. Anche questo Il Gufo Reale rientra in quest’ottica e difatti siamo subissati da informazioni tecniche, dati meccanici, elenchi di modelli d’aereo, ecc.
Il disegnatore Romain Hugault fa il paio con lo sceneggiatore, curando nei minimi dettagli le divise, le armi e ovviamente gli aerei ma ignorando tutto il resto, chè tanto basta navigare su internet per trovare paesaggi e mappe da incollare sulle tavole.
Il Gufo Reale racconta le storie speculari di Adolf Wulf (nome assai infelice) e di Lidija Litvjac, quest’ultima ispirata a una aviatrice russa realmente esistita.
Entrambi sono i migliori della loro squadriglia, entrambi hanno un rapporto molto conflittuale con il loro superiore, entrambi assistono a scene di disperazione tra i commilitoni, entrambi avranno a che fare con il tradimento ed entrambi hanno una forma contorta di amore al campo. Le loro vicende procedono parallele dal dicembre 1943 al maggio del 1945, con due incontri fugaci prima del ricongiungimento finale che chiude il volume.
Fatti salvi gli scontri aerei, la storia è infarcita dei luoghi comuni che è lecito aspettarsi in una vicenda del genere, ma a me è risultato particolarmente forzato il protagonista tedesco antinazista. Non che sia irrealistico, anzi, però mi sembra sempre un mezzuccio per evitare problemi di carattere ideologico. E sempre in quest’ottica mi è sembrato difficile giustificare la liberazione della rivale nel secondo episodio.
Il disegnatore e colorista Romain Hugault fa un lavoro più che dignitoso, ma anche stavolta mi chiedo come sarebbero i disegni di questi giovani autori che abusano del computer se dovessero disegnare alla maniera classica con pennino o pennello: le loro vignette ne risulterebbero arricchite e maggiormente definite oppure il passaggio a china ne evidenzierebbe le pecche che l’intermediazione del computer riesce a nascondere? Effettivamente il tratto è come sempre poco inciso, essendo sicuramente limitato alle matite, e anche questa volta la colorazione al computer che imita le pennellate risulta fredda e impastata, anche se molto più leggibile che in altri fumetti.
Inoltre l’applicazione di insegne, mappe o altro preso di peso da una fonte digitale rende le tavole un po’ artefatte, la magia del fumetto ne perde. Magia ulteriormente infranta anche dagli occasionali “effetti speciali” e dalle forzatissime scene di sesso, in cui anche la più mingherlina delle Helferin rivela un prorompente fisico da pin up.
La storia scorre via tutto sommato piacevolmente, anche se chi non è un appassionato di guerra, aerei o modellini può tranquillamente lasciarla in edicola. Non mancano comunque situazioni abbastanza divertenti e dialoghi frizzanti, concentrati però solo nella prima metà del primo episodio.
Per questa occasione la Mondadori ha messo un adesivo sul cellophan con l’indicazione del contenuto. Non credo lo abbiano fatto per attirare gli appassionati di «battaglie aeree nei cieli della 2° guerra mondiale» (non solo, almeno) ma per segnalare sin da subito che il volume sarebbe uscito un po’ più smilzo del solito, ovvero 152 pagine contro le solite 200 circa.

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