Enrique “Quique” Alcatena è nato a Buenos Aires nel 1957 ed ha cominciato a
disegnare fumetti alla fine degli anni ’70, facendo da assistente a disegnatori
già affermati come nella migliore tradizione artigianale del fumetto. Come nel
caso dei suoi colleghi argentini, alla fine è stato più quello che ha dato al
fumetto rispetto alle basi di cui si è impossessato. Infatti, partendo da Enrique Breccia e passando per Luis “Lucho” Olivera, abbracciando nel contempo una miriade di altri stili e suggestioni, è riuscito a elaborare un
suo personalissimo modo di disegnare fumetti diventando a sua volta un punto di
riferimento per altri disegnatori.
Il suo stile robusto ma al contempo dettagliatissimo viene subito notato e
apprezzato in Italia, tanto che nei primi anni ’80 l’Eura non nasconde la
paternità dei suoi liberi pur se all’epoca gli autori erano relegati
nell’anonimato da Lanciostory e Skorpio, che concedevano al
massimo una firma quando il disegnatore si ricordava di farla.
Il primo lavoro lungo e articolato di Alcatena che vediamo in Italia è Fuori del Tempo (a partire da Lanciostory 12/1988), miniserie scritta dal vulcanico Ricardo Barreiro con cui collaborerà ancora in seguito su Ulrick il Nero e Il Mago. Dagli anni ’90 è un fiorire continuo e ininterrotto di serie e miniserie, scritte in alternanza o in collaborazione da Walter Slavich ed Eduardo Mazzitelli. Se in precedenza oltre all’estrema cura per il disegno di Alcatena apprezzavamo la sua fantasia esplosiva che gli permetteva di inventare costumi, creature e sfondi fantasmagorici, adesso possiamo godere di una sua dote forse ancora maggiore, cioè la capacità di rielaborare gli elementi iconici delle molte culture in cui sono ambientati i nuovi fumetti rendendoli perfettamente riconoscibili al lettore senza mai sottoporli a banalizzazioni folkloristiche: pensiamo alla Russia de Il Re Leone, all’India di Due Fratelli, alla frontiera americana di Daniel Boone (scritto da Gustavo Schimpp), all’universo celtico di Merlino e Ulster (scritti da Robin Wood).
Il primo lavoro lungo e articolato di Alcatena che vediamo in Italia è Fuori del Tempo (a partire da Lanciostory 12/1988), miniserie scritta dal vulcanico Ricardo Barreiro con cui collaborerà ancora in seguito su Ulrick il Nero e Il Mago. Dagli anni ’90 è un fiorire continuo e ininterrotto di serie e miniserie, scritte in alternanza o in collaborazione da Walter Slavich ed Eduardo Mazzitelli. Se in precedenza oltre all’estrema cura per il disegno di Alcatena apprezzavamo la sua fantasia esplosiva che gli permetteva di inventare costumi, creature e sfondi fantasmagorici, adesso possiamo godere di una sua dote forse ancora maggiore, cioè la capacità di rielaborare gli elementi iconici delle molte culture in cui sono ambientati i nuovi fumetti rendendoli perfettamente riconoscibili al lettore senza mai sottoporli a banalizzazioni folkloristiche: pensiamo alla Russia de Il Re Leone, all’India di Due Fratelli, alla frontiera americana di Daniel Boone (scritto da Gustavo Schimpp), all’universo celtico di Merlino e Ulster (scritti da Robin Wood).
Nonostante la ristrutturazione (subito rientrata) di Skorpio nel
2004 e l’apertura massiccia di entrambe le riviste dell’Eura al fumetto
francobelga e a quello di produzione propria, si può dire che il flusso di
opere di Enrique Alcatena non abbia sostanzialmente subito momenti di pausa. È
stupefacente se ci soffermiamo a considerare la qualità elevatissima del suo
lavoro, e lo è ancora di più se pensiamo che dalla fine degli anni ’80 Alcatena
è attivo anche nel mercato statunitense, per cui produce tavole di Batman,
Hawk Man, Predator, ecc.
Cosa più unica che rara, ad Alcatena sono stati dedicati dall’Eura ben tre
volumi della collana I Giganti dell’Avventura (dopo un
inserto-omaggio antologico) che raccolgono alcuni suoi lavori realizzati con
Mazzitelli, mettendo quindi sotto i riflettori non una serie di successo ma il
nome degli autori.
Il suo principale blog di riferimento è http://quiquealcatena.blogspot.it/, ma in rete è possibile
trovarlo anche su http://dibujosobretodo.blogspot.it/, http://quiquealcatenaportfolio.blogspot.it/ e http://vivoconmama.blogspot.it/.
Dai
dati in mio possesso immagino che Lei abbia cominciato come assistente di
Martinez/Medrano[1] sulle
serie Press e Le Aquile, di cui lo Skorpio italiano
presentava anche la Sua firma: in cosa consisteva il Suo lavoro nello studio di
Medrano?
Fundamentalmente, hacía los
fondos: bosques, selvas, montañas, interiores... Aprendí mucho al lado de
Medrano, si bien su estilo y la temática que solía desarrollar no eran lo que
yo buscaba. Aun así, a veces me sorprendo descubriendo alguna de sus soluciones
gráficas en mi propio trabajo. Me marcó mucho, y estoy muy contento por eso.
Oltre
all’esperienza con Medrano ha avuto qualche altro contatto precedente con il
mondo del fumetto?
Ninguna, salvo de haber
llamado por teléfono a Stan Lee, cuando yo tenía once años, para decirle lo
mucho que me gustaban sus comics. Hablamos unos diez, quince minutos, y aun hoy
el recuerdo de esa conversación me emociona. Siempre voy a tener una
debilidad especial por Lee.
Nei
Suoi primi lavori realizzati interamente da solo si nota l’influsso di Enrique
Breccia (e le gocce sono disegnate con lo stesso approccio usato da Lucho
Olivera) ma già si intuisce uno stile più personale: è solo una mia impressione
o, anche sulla base di quanto ha detto prima, c’era anche l’influsso dei
disegnatori americani di supereroi?
La influencia de los dibujantes
norteamericanos de superhéroes, principalmente, en mi trabajo es enorme.
Podría pasarme horas hablando sobre el trabajo y las virtudes de Carmine
Infantino, John Forte[2],
Steve Ditko, Jack Kirby, Sheldon Moldoff, Gil Kane, Ross Andru, John Buscema,
Barry Smith (si bien este último es inglés), etc. Su obra sigue siendo para mí
una fuente de inspiración y deleite.
Cercando su
internet ho scoperto che accanto alla Sua produzione conosciuta in Italia c’è
anche del materiale realizzato per la Gran Bretagna e per un pubblico
infantile, del tutto inedito in Italia. Può parlarci di queste produzioni? Ad
esempio in quali riviste comparivano, come avvennero i contatti con gli
editori, ecc. Può darsi che alcune storie della “parentesi inglese” fossero
state scritte addirittura da un giovane Grant Morrison (autore che tra l’altro
compare nei ringraziamenti alla fine di Attraverso il Labirinto).
Trabajé para DC Thomson del
Reino Unido por muchos años, a través de los oficios del dibujante César
Spadari, que hacía de agente. Si bien realicé muchas historietas de tema
histórico, fue principalmente en las revistas de “Starblazer”, dedicadas a la
ciencia ficción y la fantasía, que me sentí más a mis anchas. La Thomson no
solía publicar los nombres de los autores de las historietas (práctica muy
común en otros tiempos); fue muchos años después que me enteré que había
dibujado unos cuantos guiones de Morrison, que por ese entonces comenzaba su
carrera. Admiro mucho la obra de este autor, y es por eso que incluímos su
nombre en los “agradecimientos” finales en “Travesía...”
Da
quello che ho potuto vedere, Lei è uno dei disegnatori che più risente, almeno
in Italia, di una qualità di stampa poco all’altezza della qualità originale
del Suo lavoro: non è frustrante per un disegnatore vedere che tutta la cura
dedicata al disegno non viene rispettata una volta stampata? In Argentina e
negli Stati Uniti ha mai riscontrato questo problema?
Es precisamente por eso que no
me gusta mucho ver mis trabajos una vez que han sido publicados, porque muchas
veces me decepcionan.
Ai
Suoi esordi nel mercato nordamericano Lei lavorava principalmente come
inchiostratore e non come disegnatore tout-court. Eppure il Suo stile si
affaccia con prepotenza in opere come Hawkworld (testi e “matite”
di Timothy Truman, 1989) e Spider (ancora in collaborazione con
Truman, 1990): il “disegnatore” titolare si limitava come immagino a fornirLe
solo i layout?
Sólo acepté trabajar como
entintador en esos trabajos que mencionás. En el resto de mi producción para
Estados Unidos, pedí como condición que me dejaran encargarme tanto de los
lápices como del entintado, y así fue, con Batman, los Cuatro Fantásticos,
Conan, etc. En lo que a la colaboración con Truman se refiere, él me pasaba sus
lápices terminados pero me daba amplia libertad para entintarlas.
La
mole di serie e miniserie che Lei ha disegnato è impressionante: Il Mago,
Kairak, L’Asceta, Acciaio Liquido, Caoscomic, Incubi,
ecc. Tra le tante ce n’è qualcuna in particolare che Le ha dato più
soddisfazioni o di cui ha un ricordo speciale?
Quiero a todas por igual. He
dicho más de una vez que todas juntas forman una larga obra que, por ahora, no
ha concluido.
Sempre
in merito alla quantità invidiabile di tavole prodotte: Lei ha qualche
assistente che La aiuta o è semplicemente molto veloce a disegnare?
No sé si soy tan veloz:
simplemente, dedico muchas horas al dibujo, quizás demasiadas... No me gusta
mucho trabajar con asistentes, porque siento que así se diluye la voz propia, y
en el 99 % de mi trabajo me las he arreglado, para bien o para mal, solo. He
pedido ayuda a algún amigo dibujante, como Ariel Rodríguez Migueres o SilvestreSzylagyi, sólo cuando estaba muy abrumado por la proximidad de
una fecha de entrega.
Quale
metodo di lavoro usa? Fa delle matite dettagliate prima di passare la china?
Più o meno quanto tempo impega per completare una tavola?
El tiempo que lleva cada
página es muy variable, y depende de mil factores: la inspiración, el tiempo,
el estado de ánimo... Nunca, pero nunca, me he tomado el tiempo. Lo único que
sé es que tal trabajo tiene que estar listo para tal fecha, y le doy para
adelante. Mis lápices son muy, pero muy, esquemáticos, ya que termino
definiendo el dibujo en el pasado a tinta. No tengo paciencia para realizar un
lápiz muy acabado.
C’è
una piccola discrepanza tra la sua bibliografia italiana e quella argentina:
Lei avrebbe firmato una serie (o miniserie) intitolata Faustus, che però
io non ho mai visto, almeno non con questo nome: di cosa si trattava?
Así es: “Faustus” no ha sido
(aun) publicada en Italia. Se trata de un trabajo que con Eduardo hicimos para
Columba, en la última etapa de esa editorial. Contaba las aventuras de un
aristocrático espadachín en un siglo XVIII que nunca fue.
Il
Suo primo lavoro importante, realizzato su testi di uno sceneggiatore
affermato, è stato La Fortaleza Movil[3] scritto da Ricardo Barreiro
con cui anche in seguito avrebbe collaborato: Luis Garcia Duran mi fornì un ritratto piuttosto pittoresco di Barreiro, Lei cosa ricorda di questo
scrittore così particolare?
Fundamentalmente, su generosidad y simpatía. Lamentablemente, murió muy joven.
Un
sodalizio professionale altrettanto importante, anzi probabilmente ancora più
importante, fu quello con Walter Slavich ed Eduardo Mazzitelli e poi solo con
quest’ultimo una volta che Slavich abbandonò il fumetto per la televisione: c’è
una particolare sintonia, un buon feeling, tra di voi oppure è stato il caso a
unirvi?
A Eduardo me une una amistad
que ya lleva más de veinte años. Trabajar con él es, hasta el día de hoy, un
motivo de regocijo y entusiasmo.
Lei
ha anche disegnato quella che per me è la storia più bella di Robin Wood: Merlino. Com’è stata l’esperienza di
lavorare con uno dei più grandi scrittori di fumetto al mondo?
Fue muy emocionante trabajar
con uno de los ídolos de mi adolescencia. Y te agradezco tu juicio sobre
aquella obra.
Qualche
tempo fa ho notato che un sito specializzato nella vendita di tavole originalie disegni su commissione aveva venduto tutti i
Suoi lavori e non ne sarebbero più rimasti: la vendita di originali costituisce
una parte importante dei Suoi guadagni oppure si tratta di una cosa marginale?
Es algo bastante marginal.
Antes me costaba mucho desprenderme de un original, pero con el paso del tiempo
he dejado de ser fetichista de mi propio trabajo.
Anche
nei Suoi lavori statunitensi, britannici e in quelli per bambini c’è spesso
un’attenzione al dettaglio che esula da quello che, immagino, abbia deciso lo
sceneggiatore: ad esempio i corvi che decorano la tavola de Il Mago qui
a lato non penso che fossero indicati da Barreiro nella sceneggiatura. Lei che
tipo di sceneggiature riceve? Ha molta libertà nell’elaborarle?
En lo que presto atención al
guionista es lo que concierne a la acción, a la trama narrativa. La
escenografía, el vestuario, los decorados, los enfoques, los decido por mi
cuenta. Eduardo aprendió que no debe perder tiempo haciendo descripciones de
cuadros muy detalladas, porque sabe que voy a hacer lo que yo quiera, eso sí,
respetando siempre el hilo de la narración.
In
più di un’occasione Lei ha scritto anche i testi dei Suoi fumetti (ad esempio
di Kalahd e di alcuni liberi): ha mai avuto la tentazione di
scrivere un’intera serie?
De vez en cuando me gusta
escribir alguna que otra historia, como por ejemplo, en este momento, “Dr
Paradox”, que aparece en la publicación virtual Tótem Comics, que llevamos
adelante con mi amigo el dibujante Fernando Calvi. Pero disfruto mucho la
colaboración con un guionista. Es por eso que he privilegiado el trabajo con
Eduardo durante todos estos años.
Nelle
Sue storie è sempre predominante l’elemento fantastico, soprannaturale,
onirico. L’esoterismo e il fantasy sono effettivamente Sue passioni oppure è
stato costretto a disegnare questo tipo di storie perchè per gli editori il Suo
stile era il più adatto?
He tenido la suerte de poder
dedicarme a hacer historias que tienen que ver con todos esos elementos que
mencionás, y que me apasionan. Soy muy tesonero en ese aspecto. Por suerte
también, a los editores parece gustarles.
Mi hobby, mi pasión, es
dibujar historietas. También leer. En otra época, me gustaba hacer música.
Cosa suonava?
Guitarra y piano. Nada serio, por
supuesto, pero me daba mucha alegría.
I
Suoi lavori a colori sono rarissimi (pur se quasi tutti quelli realizzati per
l’infanzia erano colorati), anche se qualcosa in Italia si è visto: non Le
piace il colore o non ha semplicemente avuto occasione di dedicarvisi? I colori
de La Notte di Rasputin[4] erano
stati fatti da Lei?
Sí, el color de esa historieta
era mío, pero desafortunadamente no salió bien reproducido. En general,
prefiero el blanco y negro, pero “Dr Paradox” por ejemplo, es a color.
Cosa
si prova ad appartenere all’ultima grande generazione di Maestri argentini, di
quei pochi (Risso, Gomez, Taborda...) che si sono formati negli anni ’70/’80
senza subire l’influsso massiccio dei manga e dei supereroi e che hanno anzi
esportato la propria personalità all’estero?
No sé que responderte...
Maestro es Oswal, era Lucho Olivera. La propia personalidad es, como el estilo,
algo fatal e inevitable en cierto sentido. Si puedo vivir de lo que
siempre me ha apasionado se debe en parte a la suerte, pero en parte también en
que trato de poner el alma en lo que hago. El lector percibe cuando eso ocurre.
Las cosas pueden salir a veces mejores, a veces peores, pero el amor a lo que
se hace siempre está.
[1] (?-2010) Il suo
vero nome era Julio Cesar Medrano ma si firmava anche con altri pseudonimi tra
cui il più celebre in Italia è Martinez. Cosa assai curiosa, a seconda dello
pseudonimo usato (e forse anche in base agli assistenti di cui si serviva), il
suo stile cambiava radicalmente: più scarno e dai forti contrasti chiaroscurali
Medrano, ricco di tratteggi “Martinez”. Molti dei suoi lavori sono stati
pubblicati dalle riviste dell’Eura oltre che da quelle dell’Universo. Oltre a Press
e Le Aquile, le sue altre serie lunghe viste su Lanciostory e
Skorpio sono Gioco Mortale, La Rosa di Carne, Zero e
L’Avventuriero, affiancate da una ricchissima produzione di storie
autoconclusive di preferenza di genere bellico o fantascientifico. Avrebbepotuto essere il disegnatore di Precinto 56 (o forse subentrare aFernández) ma la cosa non è chiara. Ha avuto come assistente anche Walther Taborda.
[2] Disegnatore statunitense che ha
lavorato principalmente per Legion of
Super-Heroes della DC Comics.
[3] Su Lanciostory venne
pubblicato insieme al seguito El Mundo Subterraneo come un corpus
unico dal titolo Fuori del Tempo (ristampato anche
nel’inserto-omaggio antologico).
[4] Nel volume speciale fuori collana Un
Giorno Un Secolo (Eura Editoriale, 2000).
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