A quanto pare il Formento che compariva tra le firme alla fine del secondo
ciclo di Barbara non era il Beto
Formento disegnatore di fumetti (salito ai disonori della cronaca come
sostituto-clone di Garcia Duran su Qui la Legione,
ma se lasciato libero di fare quello che voleva e di seguire il “suo” stile non
era disprezzabile, anzi da rivalutare).
Su Lanciostory 6 del 1983 viene
presentato il “libero” Un destino per
Giuda, storia fantascientifica poco avventurosa ma concentrata sugli
aspetti morali del protagonista, in cui a dare man forte a Zanotto c’è Ernesto
Melo (i testi pare che fossero di Alfredo Grassi).
Di Ernesto Melo si possono riconoscere le teste allungate, qualche labbro
quasi leporino e certe prospettive dinamiche.
Perlomeno, una volta che si sa che c’è la sua collaborazioni questi
dettagli diventano evidenti. Mi sembra che in questo caso Zanotto e Melo
abbiano lavorato più o meno sullo stesso piano: alcuni volti e alcune anotomie
presentano i tratti distintivi dell’uno mentre altri volti e anatomie
denunciano il lavoro dell’altro.
Non credo quindi che si sia trattato del classico lavoro in cui il maestro fa
le matite e l’assistente gliele inchiostra (ruolo invertito nel caso in cui
l’assistente sia un esordiente, non era decisamente il caso di Melo). Una
specie di cadavere squisito, insomma, paragonabile ai lavori fatti a quattro
mani da Mandrafina e Breccia, anche se il tratto e lo stile di Juan Zanotto è
dominante.
Ernesto Melo, che aveva dato delle buone prove come disegnatore di fantascienza,
soprattutto su testi di Ricardo Barreiro, attualmente è uno storyboard artist
per il cinema.
A breve distanza, sul numero 25 del 1983, viene ospitata un’altra storia
breve in cui ad assistere Zanotto ai disegni c’è un misterioso “Jorge”.
Questo fumetto (intitolato Quella
possibilità) è caratterizzato da un incrocio di stili molto meno armonioso
rispetto a Un destino per Giuda, in
particolare si nota come Zanotto faccia la sua entrée solo dalla quinta pagina, mentre nelle prime quattro tavole
c’è uno stile molto ingessato e un po’ anonimo, dovuto anche alla profusione di
aerei e dettagli tecnici.
Ma quando arriva Zanotto c’è veramente di che rifarsi gli occhi, anche se
probabilmente a causa di un intervento alle chine di questo “Jorge” (che
inchiostra usando tratteggi perpendicolari intrecciati) alcuni disegni non sono
sciolti come avrebbero dovuto essere.
Mi sembra chiaro che in questo caso Zanotto abbia demandato all’assistente
la realizzazione di quei dettagli meccanici e documentaristici (le tute dei
piloti, molto particolareggiate) che non aveva voglia di disegnare,
concentrandosi, vivaddio, sulle sue stupende anatomie e sulle espressioni dei
protagonisti.
En passant, Quella possibilità è
una specie di divertissement che
parte dal timore per una guerra globale tra americani e russi (argomento molto
sentito all’epoca) per virare sul fantasy e sulle splendide donnine di Zanotto,
con finale a sorpresa tipico dell’Eura.
Quel misterioso "Jorge" dovrebbe essere nientemeno che l'indimenticabile Zaffino. L'inchiostrazione a linee perpendicolari era una caratteristica comune nell'Estudio Villagrán nel quale si formò professionalmente, spiccando poi il volo in solitaria.
RispondiEliminaIl Formento di Barbara invece era semplicemente il letterista della Ediciones Record al lavoro su quel lavoro, tra gli altri. Mi sfugge il nome di battesimo, nella nebbia dei ricordi mi pare di ricordare Héctor.
Jorge Zaffino?! Non ci sarei mai arrivato. Sarà perchè lo associo ai nerboruti eroi di Wood e non ad aerei e divise militari.
RispondiElimina