Ozymandias (testi di Len Wein, disegni di Jae Lee)
Con questa miniserie Wein ripercorre la vita di Adrian Veidt inserendo
degli elementi non contemplati in Watchmen
come la sua bisessualità, l’assunzione di droghe leggere, la sua natura di
squalo della finanza, i suoi amori tormentati, i suoi scontri con i criminali e
lo fa con molta eleganza e senza che si noti quello scollamento tra canone e
miniserie che invece avevo percepito altrove.
Ottima e perfettamente gestita la struttura della miniserie, con una storia
portante, la singola tematica del singolo episodio (almeno nei primi) e
l’alternanza di remake approfonditi di alcune scene di Watchmen e molto materiale nuovo. Alcune scene di combattimento
sono poco credibili perchè esagerate nella loro perfezione anche per
Ozymandias, ma fa parte del gioco.
La cosa strana è che questa operazione viene condotta facendo un uso massiccio
delle didascalie, ovvero il diario di Ozymandias, rendendo alcune parti di questa
miniserie più simili a un racconto illustrato che a un fumetto, anche in considerazione
dello stile adottato da Jae Lee. Ciononostante, Before Watchmen: Ozymandias funziona alla perfezione. E i dialoghi
sono proprio ben scritti: efficaci, sintetici e di forte impatto senza nessuna
inutile spacconata. Stupenda e inaspettata la citazione colta finale,
ricercatissima e forse indicativa dell’umiltà con cui Len Wein ha affrontato il
lavoro.
Ciliegina metanarrativa sulla torta, Wein dà pure una giustificazione allo
snodo centrale del finale architettato da Moore, plagio involontario di Outer Limits.
Ai disegni, l’artista peggiore di tutto Before
Watchmen: le immagini che non sono frutto di rielaborazione di fotografie o
della vasta iconografia supereroistica sono spesso anatomicamente sbagliate e i
personaggi (compreso il protagonista) cambiano volto di vignetta in vignetta
oppure vengono tratteggiati sulla base di due o tre archetipi che li rendono
identici e per nulla distinguibili. Alcuni dettagli come le dita delle mani sono
rimasti al livello di sketch, cosa che si nota subito in una tavola spoglia
come quella di Jae Lee. E le immagini realizzate in toto col computer soffrono invece
di una simmetria ossessiva che le rende tanto false e artefatte da risultare
disturbanti.
liberty
degli anni ’20 riprendendo addirittura anche il design delle automobili e le
architetture dei palazzi. La storia copre un periodo che va dalla fine degli
anni ’30 a metà ’80 e l’effetto di questi decors
è straniante.
In conclusione, la miniserie migliore di tutto il progetto Before Watchmen, funestata però da un
disegno assolutamente non all’altezza se non in qualche splash page. Sarà pure
lo stile odierno di Jae Lee, ma a me è parso svogliato e affrettato.
Promossa.
PS: qualcuno sa qualcosa di Comedian
6? In fumetteria mi hanno detto che deve ancora uscire negli Stati Uniti ma non
mi fido molto visti alcuni problemi che ci sono stati con la distribuzione.
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