sabato 27 aprile 2013

Before Watchmen/6



Ozymandias (testi di Len Wein, disegni di Jae Lee)

Un esempio ottimo e irripetuto di perfetta integrazione tra canone e approfondimento autonomo.
Con questa miniserie Wein ripercorre la vita di Adrian Veidt inserendo degli elementi non contemplati in Watchmen come la sua bisessualità, l’assunzione di droghe leggere, la sua natura di squalo della finanza, i suoi amori tormentati, i suoi scontri con i criminali e lo fa con molta eleganza e senza che si noti quello scollamento tra canone e miniserie che invece avevo percepito altrove.
Ottima e perfettamente gestita la struttura della miniserie, con una storia portante, la singola tematica del singolo episodio (almeno nei primi) e l’alternanza di remake approfonditi di alcune scene di Watchmen e molto materiale nuovo. Alcune scene di combattimento sono poco credibili perchè esagerate nella loro perfezione anche per Ozymandias, ma fa parte del gioco.

La cosa strana è che questa operazione viene condotta facendo un uso massiccio delle didascalie, ovvero il diario di Ozymandias, rendendo alcune parti di questa miniserie più simili a un racconto illustrato che a un fumetto, anche in considerazione dello stile adottato da Jae Lee. Ciononostante, Before Watchmen: Ozymandias funziona alla perfezione. E i dialoghi sono proprio ben scritti: efficaci, sintetici e di forte impatto senza nessuna inutile spacconata. Stupenda e inaspettata la citazione colta finale, ricercatissima e forse indicativa dell’umiltà con cui Len Wein ha affrontato il lavoro.
Ciliegina metanarrativa sulla torta, Wein dà pure una giustificazione allo snodo centrale del finale architettato da Moore, plagio involontario di Outer Limits.
Ai disegni, l’artista peggiore di tutto Before Watchmen: le immagini che non sono frutto di rielaborazione di fotografie o della vasta iconografia supereroistica sono spesso anatomicamente sbagliate e i personaggi (compreso il protagonista) cambiano volto di vignetta in vignetta oppure vengono tratteggiati sulla base di due o tre archetipi che li rendono identici e per nulla distinguibili. Alcuni dettagli come le dita delle mani sono rimasti al livello di sketch, cosa che si nota subito in una tavola spoglia come quella di Jae Lee. E le immagini realizzate in toto col computer soffrono invece di una simmetria ossessiva che le rende tanto false e artefatte da risultare disturbanti.
Inoltre non capisco perchè rifarsi così massicciamente all’estetica
liberty degli anni ’20 riprendendo addirittura anche il design delle automobili e le architetture dei palazzi. La storia copre un periodo che va dalla fine degli anni ’30 a metà ’80 e l’effetto di questi decors è straniante.
In conclusione, la miniserie migliore di tutto il progetto Before Watchmen, funestata però da un disegno assolutamente non all’altezza se non in qualche splash page. Sarà pure lo stile odierno di Jae Lee, ma a me è parso svogliato e affrettato.
Promossa.

PS: qualcuno sa qualcosa di Comedian 6? In fumetteria mi hanno detto che deve ancora uscire negli Stati Uniti ma non mi fido molto visti alcuni problemi che ci sono stati con la distribuzione.

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